Microreattore nucleare: l'US Air Force ne installerà uno presso la base di Eielson, Alaska
di Carlo Pisani pubblicata il 24 Ottobre 2021, alle 20:39 nel canale TecnologiaAttualmente l'approvvigionamento di energia della base di Eielson è garantito dal trasporto regolare di tonnellate di carbone atto a generare fino 33,5 MW di potenza elettrica in loco: oltre all'impatto ambientale, tale metodo risulta essere molto costoso, anche dal punto di vista logistico, ed impegna personale militare che potrebbe essere meglio impiegato altrove
159 Commenti
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hmm vedo che è pieno di fonti.
e quando si dice che la francia ha un fattore di capacità basso, sorvoli...
sisi, solite balle da fanatico propagandista del nucleare...
Il capacity factor che mi citi per il vento circa 50% vale per quell'impianto, ma in media NON è così, solitamente è attorno al 40% per eolico offshore.
Il capacity factor del nucleare è in media molto più alto circa il 90% o più ma ovunque. La Francia ha tanti reattori ed è possibile che in media il loro parco presenti CF medio più basso, ma per scelte che possono fare loro.
Mi dici che anche aggiungendo un misterioso sistema di accumulo (che NON sono le batterie ma non mi dici quale è, sarebbe comunque più economico il vento. Nessuno dice che il nucleare debba essere la soluzione che costa meno, però le alternative con cui confrontarlo devono generare la stessa energia ed in condizioni di disponibilità analoga, ed esistere altrimenti che confronto è?
I costi di decommissioning ci sono per tutti gli impianti e tutte le tecnologie sono sussidiate, le rinnovabili in modo mostruoso altrimenti in molti casi non stanno sul mercato perché quando producono lo fanno tutte insieme ed in molti casi hai addirittura prezzi negativi. Questo fra l'altro è una delle ragioni che frenano l'introduzione di più rinnovabili in paesi che già ne hanno parecchio ed è un limite alla decarbonizzazione realmente fattibile.
Detto questo in progetti recenti, i costi di decommissioning sono conteggiati nei business plan di quegli investimenti, ovviamente se poi un paese decide di fermare quegli impianti anzitempo (come successo in Italia) è normale che i costi vadano coperti dal decisore di quello spegnimento e messi nel nostro caso a carico della collettività (che ha deciso).
I costi di una tecnologia tendono a scendere con l'aumentare dei pezzi prodotti, ed anche la sua sicurezza, è valso per l'auto, gli aerei qualsiasi cosa.
Vale e varrà anche per il nucleare dove infatti c'è molto fermento in tutto il mondo.
I reattori veloci con Superphenix sono stati fermati perché non economici da operare in quanto il costo dell'uranio rendeva la trasmutazione di U238 in Pu239 non vantaggiosa.
Alcune tecnologie di cosiddetta 4a generazione saranno reattori veloci, ma questo non significa che Superphenix lo fosse già.
A me non interessa convincere nessuno, ribadisco che da punti di vista vari (geopolitici, esigenze di materiali e spazi di installazione, ecc) il nucleare ha molti lati positivi come partner ideale delle rinnovabili per la sostituzione del parco fossile che attualmente si fa carico della generazione di base nella maggioranza dei paesi del mondo.
Poi se si vogliono vedere solo i difetti, spesso gonfiandoli in modo NON scientifico, pazienza. Altri si spera saranno meno miopi di noi.
Parli di cherry picking e poi ripeti gli stessi fattori di capacità che ho scritto io, per l'eolico ed il nucleare, non capisco il tuo appunto.
Ma quando parli di confronto, devi farlo su tutto, non solo su quelli che sono i pregi.
Parli di energia prodotta e disponibilità, pregi del nucleare. Io ti ho fatto vedere l'energia prodotta con tanto di curve e fattori capacità.
Ma sorvoli su tutto il resto come esistessero solo i pregi: certezza sui costi, tempi di realizzazione, sulla sicurezza, sull'impatto ambientale durante il trattamento delle scorie e sullo smantellamento finale.
E nel caso dell'Italia, sul continuare ad essere, comunque, dipendenti dall'estero.
Ho postato qualche giorno fa' un conteggio fatto per l'intero parco eolico in UK fino alla fine del 2020:
https://energynumbers.info/uk-offsh...apacity-factors
quelli in Germania:
https://energynumbers.info/germanys...apacity-factors
noterei che gli impianti più recenti sono intorno al 40-50%.
E più sono grandi le turbine, più sale il fattore di capacità.
Per il progetto offshore galleggiante da 1.2GW che presenteranno per il canale di Otranto, è prevista una produzione di circa 4 TWh l'anno, ma mancano i dettagli.
Posso citarti diverse centrali nucleari negli USA che hanno lavorato fino al 95% di capacità, ma questa non è la media, più spesso si resta sotto il 90% e per le centrali più vecchie, sotto l'80.
Hai presente l'idrogeno green per l'elettrolisi?
Hai presente le pale eoliche inshore con serbatoio gravitazionale?
I sistemi di pompaggio nel micro idroelettrico?
Questi sono 3 esempi, alcuni già in funzione, altri in via di sperimentazione.
Oltre ai sistemi ad accumulo con le batterie.
Poi non parliamo di sussidi pubblici, perchè le fonti fossili, nucleare escluso, ne ricevono il triplo rispetto a quelle rinnovabili (ho postato qualche giorno fa' uno studio a tal proposito).
Vorresti incentivi pubblici per il nucleare per vedere di tirare dentro gli indispensabili partner privati?
Se incominciamo a togliergli prima da carbone e petrolio e spostiamo qualcuno di questi per la ricerca sul nucleare, mi sta' bene.
Sì, preferisco parlare di ricerca, perchè affidarsi per una nuova centrale all'AP1000 di Westinghouse o a all'EPR francese oggi, non mi pare un'idea lungimirante, al di là di dover dipendere comunque dall'estero.
Sebbene i costi di smantellamento finale di una centrale nucleare [B][U]DEBBANO[/U][/B], essere compresi nel business plan, e nessun finanziatore privato rischierebbe senza conoscerlo prima, il problema resta che non vengono rispettati.
Chiaramente non possiamo esprimerci per centrali approvate in Europa negli ultimi anni o che lo saranno a breve, per queste si spera che tutti i conti li abbiano fatti con maggior precisione di quelli di Flamanville 3 in Francia o di Olkiluoto 3 in Finlandia.
Ma possiamo parlare di quelle che sono state già smantellate e/o sono in corso di smantellamento.
Consiglio di cominciare da qui, senza doversi addentrare nei report delle commissioni nazionali:
https://www.oecd-nea.org/jcms/pl_14910
Quelli che ho citato sono difetti del nucleare ben certificati, su base scientifica ed economica.
Sono fatti noti.
Ti consiglio di leggerti per intero il documento di 400 pagine che ho postato all'inizio del thread.
e quando si dice che la francia ha un fattore di capacità basso, sorvoli...
sisi, solite balle da fanatico propagandista del nucleare...
Ribadisco tu sei l'ultimo che può parlare di fonti.
Che il nucleare francese ha un fattore di capacità più basso lo ha detto Mparlav, non io, e ha ragione su questo punto.
Ma quando parli di confronto, devi farlo su tutto, non solo su quelli che sono i pregi.
Parli di energia prodotta e disponibilità, pregi del nucleare. Io ti ho fatto vedere l'energia prodotta con tanto di curve e fattori capacità.
Ma sorvoli su tutto il resto come esistessero solo i pregi: certezza sui costi, tempi di realizzazione, sulla sicurezza, sull'impatto ambientale durante il trattamento delle scorie e sullo smantellamento finale.
E nel caso dell'Italia, sul continuare ad essere, comunque, dipendenti dall'estero.
Ho postato qualche giorno fa' un conteggio fatto per l'intero parco eolico in UK fino alla fine del 2020:
https://energynumbers.info/uk-offsh...apacity-factors
quelli in Germania:
https://energynumbers.info/germanys...apacity-factors
noterei che gli impianti più recenti sono intorno al 40-50%.
E più sono grandi le turbine, più sale il fattore di capacità.
Per il progetto offshore galleggiante da 1.2GW che presenteranno per il canale di Otranto, è prevista una produzione di circa 4 TWh l'anno, ma mancano i dettagli.
Posso citarti diverse centrali nucleari negli USA che hanno lavorato fino al 95% di capacità, ma questa non è la media, più spesso si resta sotto il 90% e per le centrali più vecchie, sotto l'80.
Hai presente l'idrogeno green per l'elettrolisi?
Hai presente le pale eoliche inshore con serbatoio gravitazionale?
I sistemi di pompaggio nel micro idroelettrico?
Questi sono 3 esempi, alcuni già in funzione, altri in via di sperimentazione.
Oltre ai sistemi ad accumulo con le batterie.
Poi non parliamo di sussidi pubblici, perchè le fonti fossili, nucleare escluso, ne ricevono il triplo rispetto a quelle rinnovabili (ho postato qualche giorno fa' uno studio a tal proposito).
Vorresti incentivi pubblici per il nucleare per vedere di tirare dentro gli indispensabili partner privati?
Se incominciamo a togliergli prima da carbone e petrolio e spostiamo qualcuno di questi per la ricerca sul nucleare, mi sta' bene.
Sì, preferisco parlare di ricerca, perchè affidarsi per una nuova centrale all'AP1000 di Westinghouse o a all'EPR francese oggi, non mi pare un'idea lungimirante, al di là di dover dipendere comunque dall'estero.
Sebbene i costi di smantellamento finale di una centrale nucleare [B][U]DEBBANO[/U][/B], essere compresi nel business plan, e nessun finanziatore privato rischierebbe senza conoscerlo prima, il problema resta che non vengono rispettati.
Chiaramente non possiamo esprimerci per centrali approvate in Europa negli ultimi anni o che lo saranno a breve, per queste si spera che tutti i conti li abbiano fatti con maggior precisione di quelli di Flamanville 3 in Francia o di Olkiluoto 3 in Finlandia.
Ma possiamo parlare di quelle che sono state già smantellate e/o sono in corso di smantellamento.
Consiglio di cominciare da qui, senza doversi addentrare nei report delle commissioni nazionali:
https://www.oecd-nea.org/jcms/pl_14910
Quelli che ho citato sono difetti del nucleare ben certificati, su base scientifica ed economica.
Sono fatti noti.
Ti consiglio di leggerti per intero il documento di 400 pagine che ho postato all'inizio del thread.
L'idrogeno verde non ce l'ha presente nessuno, perché nessuno lo produce in significative quantità, lo stocca, lo riconverte in energia e reimmette in rete elettrica. Quindi mostrami impianti reali che siano in grado di farlo per almeno 1Gw di potenza e poi ne riparliamo. Queste sono speranze NON realtà.
Idem il resto dei sistemi da te citati.
Una cosa è un impianto sperimentale una cosa è sostenere per giorni un paese industrializzato.
Si è visto cosa è successo poche settimane fa un UK e Germania quando per qualche giorno NON ha soffiato vento...
Dai dati che posti tu, si vede che il life capacity factor di UK e Germany e sotto il 40% quello di nuovi impianti è del 50%, quello del nucleare francese è del 70% perché ne hanno tanto, il perché è spiegato in dettaglio di seguito.
https://www.world-nuclear.org/infor...a-f/france.aspx
Tipicamente per il nucleare è del 90%. Quindi è comunque circa il doppio del vento e soprattutto le eventuali fermate sono pianificabili, con il vendo non tanto.
Per il vento come per il solare saremo comunque condizionati dall'estero, visto che non mi risulta che in Italia abbiamo significative produzioni di terre rare o sbaglio?
Cmq sia anche tu mi pare sfuggi a certe domande, su aspetti geopolitici, di spazi richiesti, ecc.
Sul decommissioning, se ho tempo leggerò il documento di 260 pagine, ma visto che sicuramente tu lo hai detto, mi dici in che pagine c'è scritto che non vengono rispettati tempi e costi?
Ma soprattutto i tempi e costi di smaltimento di pale eoliche e pannelli e delle milioni di tonnellate di rifiuti minerari per ottenere i materiali alla fonte quanto costeranno? Chi lo fa? Dove? Come?
Mi pare che ci si ponga il problema solo per il nucleare (giustamente e fin dalle origini di questa tecnologia) mentre questa attenzione non venga posta su altre tecnologie. Perché?
Siamo almeno d'accordo sul fatto che tutte le fonti energetiche sono sussidiate.
Vedremo nel futuro se moriremo di fossili o troveremo un equilibrio fra fonti diverse.
Che il nucleare francese ha un fattore di capacità più basso lo ha detto Mparlav, non io, e ha ragione su questo punto.
sisi, vabbè.
non segui manco il discorso...
Tipicamente per il nucleare è del 90%. Quindi è comunque circa il doppio del vento e soprattutto le eventuali fermate sono pianificabili, con il vendo non tanto...
UK/D<40 nuovi impianti 50, francia 70, ma "tipicamente è 90"... si, cioè proprio faccia
Anche se con Mparlav non siamo d'accordo su alcune cose, ma su altre siamo forse più vicini di quanto possa apparire, apprezzo il fatto che ha postato dati, fonti ed argomentato.
Tutte cose che tu non sei stato in grado di fare.
Nello specifico convenivo con il suo dato di capacity factor del 50% per i nuovi impianti eolici, ma sottolineavo che la media di quello installato è sotto il 40.
Quindi sei tu che non sai seguire il filo.
Per la cronaca, non insultare ed impara a discutere da adulti per favore.
Tutte cose che tu non sei stato in grado di fare.
fonti che confermano quanto ho detto.
e peraltro apprezzo anche io le ricerche di Mparlav in questo ed altri thread, ed anche la voglia che ha di perdere tempo dietro fanboys come te, che per quanto mi riguarda non meritano il mio tempo.
Quindi sei tu che non sai seguire il filo.
in effetti la tua frase non era chiarissima.
i fanboys non sono "adulti".
Esempio, proprio negli USA: https://it.wikipedia.org/wiki/Incid...ree_Mile_Island
Situazione di base analoga: problemi tecnici su cui gli operatori non era in grado (per inesperienza e/o ignoranza) di intervenire adeguatamente. Cernobyl semmai è stato il più eclatante e con le conseguenze peggiori.
Torno a leggere il topic, non escludo di poter editare tal messaggio da qui a breve
[ EDIT ]
OK, edito
Un esempio: http://www.nonuke.altervista.org/
L'articolo è di qualche anno fa, ma il problema in questione è ancora attuale, di difficile soluzione, molto costoso e pericoloso.
E parliamo della Germania, non della Russia o della Tanzania (con tutto rispetto per la Tanzania... solo per la Tanzania ).
Il problema del nucleare è che le scorie radioattive sono una piaga quasi incontrollabile. Per come la vedo io, l'unico mezzo adatto è quello di metterle su un bel razzo diretto contro il Sole
Già che ci sono, concordo con Notturnia che tutto va analizzato con senso critico: l'incidente di Fukushima si verificò in condizioni talmente estreme che ha poco senso prenderlo ad esempio. Certo, fa capire che tutto è possibile, ma se ragioniamo in questo modo neanche usciremo di casa per paura che un fulmine di colpisca durante un temporale.
Mi permetto di dire che lo stesso incidente di Cernobyl fu a seguito di una serie di circostanze che per la sola quantità delle stesse si fa fatica a pensare possa accadere ancora; senza contare la particolarità delle stesse circostanze.
povero me... non ho coibentato.. sono pure stato preso in giro quando negli anni '00 ho coibentato la casa venivo preso per alieno perchè montavo caldaia a condensazione e pompa di calore con isolante su tetto e muratura..
L'unica alternativa è sempre stata, cosa risolta quest'anno, un bel climatizzatore.
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