Renault Emblème: la familiare del futuro elettrica, sostenibile e riciclabile
di Paolo Corsini pubblicato il 22 Aprile 2025 nel canale Auto Elettriche
Con il progetto Emblème Renault propone una vettura familiare importante nelle dimensiooni, che abbina batteria elettrica ad un'alimentazione alternativa a idrogeno e che riesce a contenere del 90% le emissioni di CO2e in tutto il suo ciclo di vita rispetto ad una tradizionale vettura termica
Ridurre il carbon footprint
Uno dei temi ricorrenti nell'industria in generale è la spinta verso la riduzione delle emissioni di carbonio, indicata come carbon footprint in inglese, che dovrebbe caratterizzare la produzione di un po' tutti i prodotti presenti sul mercato. La progressmiva migrazione verso i veicoli elettrici passa anche attraverso questa chiave di lettura, visto che questa tipologia di vettura riesce a far registrare un impatto in termini di emissione di gas a effetto serra (CO2e) inferiore, nell'intero ciclo di vita della vettura, rispetto ad una corrispondente vettura di tipo termico.
Ragionare su un azzeramento completo delle emissioni di carbonio è utopistico, ma non lo è intervenire per ridurre al minimo questa voce. E' in quest'ottica che Renault, attraverso la propria divisione interna Ampere, ha sviluppato Renault Emblème, una vettura che non è una soluzione pronta per la commercializzazione ma altrettanto è ben oltre quello di una classica concept car.
Renault è partita da una considerazione di fatto: l'impatto in termini di carbon footprint generato da una propria vettura termica presa quale riferimento, un modello Captur a benzina del 2019, ammonta a 50 tonnellate di CO2e nel corso di 15 anni di vita del prodotto e con una percorrenza di 200.000 km, prendendo in considerazione il ciclo di vita della vettura "dalla culla alla tomba". La stessa analisi di impatto condotta su Renault E-Tech Electric porta ad un dato di 25 tonnellate di CO2e con identiche percorrenze e arco temporale.
Per Emblème Renault ha fissato quale obiettivo un impatto pari a 5 tonnellate di CO2e, una riduzione del 90% che è stato certificato per questa vettura dall’IFPEN (Institut Français du Pétrole et Energies Nouvelles). Il 10% restante, che è per certi versi fisiologico, verrà gestito attraverso azioni di compensazione così da arrivare ad un impatto zero.
Il ciclo di vita di una vettura
Il calcolo dell'impatto di una vettura viene effettuato pertanto tenendo conto di tutto il ciclo di vita, partendo dalla fase di approvvigionamento di materie prime e componenti passando alla produzione della vettura negli stabilimenti. In seguito si calcola l'impatto durante il suo utilizzo, sino a verificare alla fine del ciclo di vita quello che sia l'impatto in termini di riciclo.
Raggiungere un obiettivo di questo tipo ha implicato, per Renault, un lavoro a stretto contatto con tutta la filiera produttiva coinvolgendo tutti i produttori delle differenti componenti della vettura. Il design e le tecnologie implementate nella vettura sono ovviamente fondamentali per il raggiungimento del traguardo di piena neutralità da emissioni di CO2e, ma tutto questo passa attraverso il lavoro coordinato con chi sviluppa componenti partendo dall'acciaio e dall'alluminio utilizzati per lo chassis della vettura sino a chi ha curato componenti specifici come il meccanismo di apertura di porte e portellone.
Renault Emblème è stata sviluppata con dimensioni e abitabilità che sono quelle di una vettura per famiglie, forte di una lunghezza di 4,80 metri, ma con uno stile che potremmo dire essere quello di una shooting brake. Il passo di 2,9 metri si abbina ad un vano bagagli da 556 litri, con il plus di un frunk nell'anteriore da 74 litri di capacità. Sotto la scocca e al suo interno sono numerose le soluzioni tecniche che non solo rendono moderna questa vettura, ma contribuiscono all'obiettivo di sostenibilità finale per tutto il suo ciclo di vita.
Una motorizzazione ibrida
La motorizzazione è di tipo ibrido, con un motore elettrico da 160kW di potenza posizionato nel retrotreno e che trasmette la sua potenza alle ruote posteriori, abbinato a un pacco batterie da 40kWh di capacità, questo posizionato sotto il pianale. Nella parte anteriore della vettura troviamo un serbatoio per l'idrogeno da 2,8Kg di capacità, collegato ad una struttura fuel cell da 30kW.
La scelta di questo tipo di struttura per il motore è legata direttamente al contenimento delle emissioni: una batteria da soli 40kWh, infatti, permette di contenere il peso complessivo in 1.800Kg e questo ha una diretta ricaduta in termini di emissioni. Una batteria di questa capacità, secondo le analisi interne di Renault, permette di far fronte al fabbisogno di autonomia tipico di un automobilista in una giornata. L'alimentazione a idrogeno entra in causa quando si effettuano lunghi viaggi, con un'autonomia complessiva che raggiunge i 1.000Km utilizzando la batteria e due ricariche di idrogeno da effettuare lungo il tragitto, ciascuna da pochi minuti di durata e in grado di fornire un'autonomia di 350Km.
Il coefficiente di resistenza aerodinamica (Cx) è stato perfezionato grazie alla tecnologia digital twin e agli strumenti di simulazione digitale all’avanguardia resi disponibili dalla scuderia BWT Alpine F1 Team. I vari passaggi nella galleria del vento digitale hanno permesso di ottimizzare l’aerodinamica passiva e attiva in tempi record, senza realizzare mock-up della vettura. In questo modo, ancor prima che esistesse fisicamente, è stato possibile verificare che l’auto fosse capace di ottenere un’ottima capacità di penetrazione dell’aria, con un sCx di 0,60 e un Cx di 0,25.
A tale risultato si è giunti grazie ad alcuni accorgimenti peculiari implementati nella vettura: Renault Emblème è infatti priva di retrovisori, sostituiti da due telecamere incorporate nei passaruota, mentre tergicristalli anteriori sono nascosti sotto il cofano e le maniglie touch-sensitive delle porte sono integrate nella carrozzeria.
Oltre a questo sono da segnalare altre soluzioni tecniche che puntano a migliorare l'aerodinamica della vettura e quindi a creare una positiva ricaduta in termini di contenimento delle emissioni complessive: nella parte inferiore del paraurti anteriore, le alette si aprono e si chiudono in base alle esigenze di raffreddamento dei componenti meccanici. Il fondo piatto, ispirato alla Formula 1, è completato da un diffusore attivo, situato sotto al paraurti posteriore, che si inclina su un asse orizzontale con un angolo di 5° e fuoriesce per bilanciare il flusso d’aria alto e basso riducendo al minimo la resistenza aerodinamica. Gli pneumatici, infine, sono in formato tall and narrow (alti e stretti) da 22” con una scarsa resistenza al rotolamento.
Un abitacolo avveniristico ma sostenibile
L'abitacolo è dominato dall'ampio display ricurvo OpenR di tipo panoramico, che si sviluppa lungo tutta la lunghezza della plancia. Ha una lunghezza di 1,2 metri e un'altezza di 12cm, integra tutte le informazioni del sistema di infotainment offrendo a guidatore e passeggero un'esperienza dedicata e differenziata. Un secondo schermo touchscreen è stato montato sulla console centrale, abbinato ad una rotella di selezione dei comandi e a pulsanti posizionati sul volante.
Il lavoro congiunto con i fornitori ha permesso di ottenere una riduzione media del 70% del carbon footprint nella produzione dei materiali: acciaio, alluminio, plastica, pneumatici ed elettronica sono tra quelli grazie ai quali è stato possibile ottenere tale risultato. Emblème è stata progettata utilizzando almeno il 50% di materiali riciclati post-consumo, in particolare estratti da veicoli a fine vita, e post-industriali provenienti da scarti di produzione. Emblème è inoltre riciclabile per oltre il 90%: i suoi materiali possono quindi venir recuperati a fine vita della vettura e reinseriti nella produzione di altri prodotti.
Renault Emblème vuole essere più di una concept car, ma una concretizzazione di quello che secondo Renault dovrà essere la produzione di una vettura del prossimo futuro. L'automobile dovrà essere accogliente, capace di garantire trasferimenti fluidi e in comodità ma anche sostenibile rispetto all'ambiente circostante. Un approccio di questo tipo vale del resto non solo per le vetture ma per un po' tutti i prodotti in commercio, proprio nell'ottica di rendere la produzione sostenibile con un impatto in termini di emissione di gas a effetto serra (CO2e) che tenda ad azzerarsi.
Quello che emerge dal progetto Renault Emblème è però la visione d'insieme, dove tutte le aziende coinvolte nella produzione dei componenti della vettura devono operare sia individualmente sia congiuntamente nell'ottica di ridurre al minimo le emissioni. Il risultato finale è quello di una vettura molto interessante, per certi versi affascinante, che delinea un possibile scenario del prossimo futuro per il settore automobilistico dove caratteristiche tecniche e innovazione siano sempre più funzionali al contenimento delle emissioni, verso un futuro "carbon zero" nel quale la sostenibilità sia la parola d'ordine.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoe i distributori di idrogeno..
ma a parte questo.. ottimo il prototipo.. molto "avveniristico".
poco realizzabile..
Non capisco perché debba essere una barca l'auto del futuro.
quanto
è
brutta!
Ormai è un dogma, l'auto elettrica DEVE essere orrenda, non so perché.
e i distributori di idrogeno
Ce n'è uno in costruzione (da un paio d'anni...) al posto del distributore che c'era all'uscita del casello della a51 direzione Milano, se passi da quelle parti tra qualche anno sei a posto
Tra l'altro, fortunatamente, oltre a essere poco esposte agli urti, sono anche in una zona senza turbolenze quando piove, riparate dagli schizzi e facilmente pulibili al volo, senza fermarsi, in caso di necessità.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".