Volkswagen
Volkswagen lancia l'allarme: ha due anni per evitare il tracollo
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 09 Settembre 2024, alle 10:05 nel canale MercatoIl direttore finanziario ha commentato le voci sulla possibile chiusura di due stabilimenti, chiarendo che il mercato è cambiato ed è necessario reagire subito
146 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCosa apprezzereste voi di un'auto cinese?
E non ditemi che i problemi sono gli ADAS, che nel valore di un'auto peseranno al massimo 2k sul costo
Non c'è nulla di innovativo come concetti in un'auto cinese. Forse l'unica è il battery swap della NIO, ma non è certo quello che adesso fa la differenza.
Prendono i concetti di ciò che vende in Cina e lo fanno in Europa. Perchè forse non proprio tutti vogliono il SUV da 40k
Ah...
Secondo me hanno manager che sono tipo alla prima rivoluzione industriale, quindi vanno avanti con concetti di quel tempo.
Adesso io sono la cosa più lontana da un progettista di auto, ma secondo me, prendere una scocca di un auto termica e mettersi su un motore elettrico, è la cosa più sbagliata da fare...
magari dicono, facciamo prima, ma non si fa così...
Va progettato tutto partendo da un foglio bianco.
Ma se non si danno una mossa decisiva e alla svelta arriverà un gruppo di cinesi da VW (e non solo da loro) a dire "quanto voleLe peL tutto?"
il prezzo. Cos'altro?
Io in internet ho visto delle auto cinesi che tesla in confronto sembra un calesse con i cavalli.
Il Prezzo.
Vero, ma la compreresti se ci fosse un'europea di pari categoria a prezzo leggermente più alto?
dipende da tantissime cose non solo il prezzo il quale è solo uno dei fattori che entrano in campo nella scelta.
esatto, e ho idea che quando entrano in campo gli altri fattori e il prezzo non è distante, finiscono per emergere la fiducia\conoscenza del marchio, gli interni, la sicurezza, la qualità degli interni, che magari sono solo percepiti e non reali ma alla fine finisci quasi sempre per preferire auto progettate vicino a te.
Quando esisteva una gamma economica dei grandi marchi in quanti sceglievano una Dacia Logan al posto di una Panda o di una Psa o di una Fiesta? Eppure costava già meno.
Non è tanto un discorso di BEV o altro; nemmeno di prodotto ottimo o meno o di tecnologia matura o meno.
Il mercato europeo è statico, qualsiasi cambiamento richiede più tempo che in quasi la totalità degli altri mercati.
Per fare un esempio che non è correlato al mondo dell'auto ma che da un'idea di come funziona per un cittadino USA è considerato assolutamente normale cambiare più lavori e più aziende nel corso della vita così come è normale cambiare non solo città in cui vivere ma a volte anche stato e non parlo solo di 40enni ma questo avviene già da studenti quando per fare l'università vanno letteralmente a vivere in altri stati.
Ora certamente avviene anche in Europa ma se dovessimo fare una percentuale in quanti in Italia, oggi, prenderebbero in considerazione di andare a vivere anche solo in un'altra regione e non in un altro stato e vanno considerate anche le distanze dove da noi da regione a regione sono relativamente pochi Km mentre in USA da stato a stato possono esserci distanze considerevoli.
Tutto questo per dire che il mercato europeo va visto e considerato con l'ottica giusta e non come un mercato qualsiasi perché in Europa la resistenza al cambiamento è elevatissima a livelli tossici e ripeto questo non solo per le BEV ma per QUALSIASI cambiamento.
Il mercato del lavoro è della mobilità è affine all'offerta di lavoro su tutto il territorio che prendi in esame...
Se ti fermi in Italia guarda Milano e altri esempi.
Non è questione di volersi o non volersi muovere, per molti è andare a Milano o non andare a Milano.
Umanamente parlando e conoscendo la tua cinicità a riguardo non puoi appiattire tutto a "la gente non si muove per mentalità"... magari la gente non si muove perché non gli piace la destinazione.
Il fattore economico è fondamentale così come l'istruzione ricevuta. Inoltre quel che manca al più delle persone è la prospettiva del miglioramento che manca dal mondo del lavoro per tutti coloro che non vogliono/possono mercanteggiare sul proprio lavoro.
Parlo di chi lavora dipendente non tanto il libero professionista che come ovvio ha un'altra mentalità altrimenti non ci si mette nemmeno.
Il punto è che all'estero vige molto più il concetto dell'imprenditore "di se stesso" applicato anche al lavoratore dipendente, mentre in Italia è in misura minore anche in altri luoghi, il dipendente è più normalmente quello che "non vuole rotture" (tra cui figura cambiare vita per questioni di lavoro).
Se il mercato del lavoro per chi "non vuole rotture" è diventato il mercato dei barboni di dio, non è nemmeno giusto dire che la colpa è 101% dei lavoratori.
Una volta il lavoratore che non vuole rotture, era la normalità.
Della serie dimmi cosa fare e lo faccio e la retribuzione deve esser dignitosa e non da obbligare il lavoratore ad una vita di rinuncie e difficoltà altrimenti non si parla più di progresso ma di voler tenere gli schiavi dove sono sempre stati senza margini di miglioramento se non per chi diventa "imprenditore di se stesso".
Ti faccio un esempio stupido ma che rende molto l'idea: se io, 40enne, vado a un bar in USA che non per forza è chissà quale bar di lusso o che io dia l'idea di aver soldi... normalissimo pub, vestito normalissimo ecc... ecc...
Ecco in USA potrei approcciare una o essere approcciato e salvo avere comportamenti strani sarebbe considerata una cosa normalissima. Fallo in Italia... minimo mi prenderebbero per un violentatore o un maniaco e ammesso che riesci a superare la prima impressione sei visto con diffidenza e paura.
Mi dirai... cosa c'entra? C'entra perché con questo voglio farti capire che spesso fuori Europa hanno una mentalità molto più aperta. Tale mentalità poi si riflette anche negli usi e consumi sociali ed economici che portano ad essere più fluidi e più mobili socialmente.
Ti faccio un altro esempio in Giappone mi è capitato di andare a mangiare a un micro ristorante (non so se hai presente quelli fatti a ferro di cavallo) con tutti perfetti sconosciuti e fare amicizia e bere fino a chiusura tutti insieme.
In Italia ho mangiato centinaia di volte in centinaia di locali senza che ci fosse verso fare 2 parole con chiunque altro che non fosse venuto con me.
È palese che in Europa siamo chiusi al punto che ormai sta diventando un problema sociale oltre che economico. In questa ottica non puoi essere fluido economicamente perché se vedi il prossimo sempre con diffidenza è ovvio che anche in fase di assunzione parti dall'idea che il dipendente vuole fregarti. Senza contare che la ricerca ossessiva di tutele ha portato anche assumere o licenziare qualcuno a livelli tali di complessità che l'imprenditore medio non pensa... ci provo, prendo uno in più per provare a crescere e vediamo come va; al contrario pensa... finché posso fare a meno non prendo nessuno che se becco uno marcio poi mi tocca tenerlo per 30 anni.
Discorso interessante e ho vissuto esperienze simili alle tue all'estero, ma anche diverse qui in Italia.
Il Giappone è sicuramente più propenso alla socialità ai tavoli, anche per il tipo di locali che hanno e perché tante persone finiscono di lavorare tardi e spesso fanno "serata" in settimana perché tornare a casa per molto significa kombini+buco di appartamento+cena da soli e depressione fino alla sveglia presto.
Non è tutto oro quel che luccica.
In US la società non è in salute tanto quanto può non esserla quella europea. Guarda le città più ricche e vedi la situazione tragicomica, California in cima.
Per assurdo meglio le zone rurali e depresse con "gente tranquilla", ma giovani allo sbando. Però lo rischi la stessa diffidenza e paura reperibile in Europa, la differenza è che in US hai il 100% di avere il diffidente con almeno il fucile in casa...
La diffidenza in Europa è figlia di una situazione in cui tutti viviamo, secondo te a cosa è dovuta?
In Italia io stesso l'ho notato nel tempo e io stesso sono il primo che sto cercando di fuggire dal casino e allontanarmi dalla massa di persone e dalla confusione quotidiana che non sopporto più. Una buona vita passa anche per poter scegliere come e quando socializzare con gli altri e non esserci costretti per la vita negli alveari condominiali o termitai ad altissima densità chiamati città.
Eppure nei luoghi di socializzazione sono sempre stato l'amico di tutti, quando il luogo di socializzazione è di buona qualità con persone di buona qualità.
Forse è questo che manca, la qualità delle persone che non può che scaturire da una società unita e integrata fatta di buone persone che si rispettano a vicenda e che si svegliano al mattino con in testa l'idea civile e civica di aiutare la società a migliorare.
Invece a che punto siamo?
Secondo me:
- tutti vogliono fregare il prossimo per proprio vantaggio economico
- l'integrazione sociale è inesistente come era prima della globalizzazione. La maggiorparte dei gruppi sociali si auto isola dai "diversi".
- il rispetto per il prossimo è stato nullificato dalla sfida verso il prossimo, perché tutti devono esser migliori di tutti gli altri
- il valore delle cose è andato perduto per convenienza del capital consumismo
- gli strumenti di comunicazione sempre più penetranti diffondono solo la cultura del nemico, chiunque deve avere un nemico anche se non ha idea del perché.
Ti sei mai chiesto perché siamo in questa situazione e che idee potrebbero farci uscire da questo coacervo di sentimenti di fastidio per il prossimo?
No io almeno non ho tra i miei fattori di scelta il valore di un auto costruita vicino a me, la mia attuale è giapponese e la guido da quasi ventanni e ne sono più contento delle fiat che avevo avuto prima...
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