Tesla avvia l'espansione della Gigaberlin: comune favorevole all'acquisizione di altri 100 ettari
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 27 Maggio 2022, alle 09:54 nel canale MercatoLe voci su una possibile espansione si sono rivelate vere, e la domanda al comune di Grünheide è già stata depositata. Servirà però una modifica del piano urbanistico, per cui l'amministrazione è chiamata nuovamente a decidere
A inizio mese vi avevamo riportato la volontà di Tesla di espandere già la nuova fabbrica nei pressi di Berlino, e dell'eventualità di nuove polemiche da parte degli ambientalisti. Ora abbiamo la conferma ufficiale di questa intenzione, come riportato dal media locale RBB.
La fabbrica Tesla di Grünheide risiede su un'area di circa 300 ettari, ma l'azienda americana vuole aggiungere ulteriori 100 ettari per sviluppare altre strutture, aree di stoccaggio e un sistema di trasporto integrato. Per questo è stato presentato il progetto di espansione al Comune, come confermato dal Sindaco Arne Christiani: "Il comune di Grünheide ha presentato domanda per avviare una procedura di piano B nelle immediate vicinanze degli attuali 300 ettari, per ottenere un unico grande piano B".
Il "piano B" citato è in pratica il piano urbanistico della zona, che pare debba essere modificato per permettere l'espansione. La procedura è regolata dal Codice Edilizio locale, e già giovedì 2 giugno il comitato del comune sarà chiamato ad analizzare la situazione.
Ancora una volta dunque si dovrà decidere se il piano urbanistico, così modificato, risponda alle esigenze della comunità e del territorio. Secondo Christiani i vantaggi per la città sono diversi, dall'importanza dell'area, al livello di occupazione, per cui ha anticipato che il comitato dovrebbe esprimere parere favorevole. Tuttavia le tempistiche anche questa volta non saranno brevi, e l'iter sarà completato in circa 12 mesi, sempre che gli ambientalisti non inizino una nuova guerra, come successo con la parte principale della fabbrica.
18 Commenti
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Quando ci si sveglia una mattina e si capisce che l'impatto zero non esiste perché tutto ciò che produciamo, comprese le apparecchiature che funzionano con il vento, il sole, il pensiero (quindi "a emissioni zero" come piace dire oggi) per essere costruite hanno un impatto da qualche parte.
Finché le fabbriche stanno in Cina, chissene.
Poi però vogliamo la produzione in Europa, perché la Cina è brutta e cattiva e non si sa mai, vedi la pandemia... e allora, ma solo allora, scopriamo che una fabbrica inquina.
E giù di proteste ambientaliste anche lì... mentre se stavano in Cina.. che belle le macchine a pile!
Tu invece questa mattina mi sa che non hai di meglio da fare...
beh, direi di si; oggi +7%
chissà chi è che ci guadagna da questa volatilità.
ma, ascolta me.
quanti account dormienti hai da parte?
minchia.... questo è di 15 anni fa!
bastaaaa, poi non sta bene parlare di utenti bannati
Quando ci si sveglia una mattina e si capisce che l'impatto zero non esiste perché tutto ciò che produciamo, comprese le apparecchiature che funzionano con il vento, il sole, il pensiero (quindi "a emissioni zero" come piace dire oggi) per essere costruite hanno un impatto da qualche parte.
Finché le fabbriche stanno in Cina, chissene.
Poi però vogliamo la produzione in Europa, perché la Cina è brutta e cattiva e non si sa mai, vedi la pandemia... e allora, ma solo allora, scopriamo che una fabbrica inquina.
E giù di proteste ambientaliste anche lì... mentre se stavano in Cina.. che belle le macchine a pile!
Vedi cosa vuol dire ilpluralismo? 100 persone = 100 idee diverse. Ed è giusto così: é giusto che ci sia chi si inkazza per bosco distrutto e chi invece voglia controllare la produzione. Non esiste una soluzione semplice ad un problema complesso.
riesumare un account del 2007 per dedicarmi un messaggio, tieni
la premurosità è sempre ben apprezzata, tieni
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