La crisi energetica spinge Enel a investire fortemente nelle rinnovabili con 37 miliardi di euro in tre anni
di Giulia Favetti pubblicata il 15 Dicembre 2022, alle 17:14 nel canale MercatoIl Gruppo Enel ha presentato il proprio Piano Strategico 2023-2035, basato su tre importati pilastri: rinnovabili, digitalizzazione e creazione di catene di valore
27 Commenti
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Per me il nucleare e' pericoloso e non e' la soluzione
Se usi google trovi tutte le porcate che l'essere umano fa su questo pianeta solo e sempre per profitto di pochi lasciando le macerie a tutti.
I dati che ho citato provengono direttamente dalle agenzie dell'ONU, per te è regime quello?
Ecco vatti a rileggere l'articolo, e rispondi a questa semplice domanda: secondo te per raffreddare un reattore viene usata l'acqua di un fiume?
Se venisse usata direttamente l'acqua di un fiume cosa pensi succederebbe all'acqua in uscita dall'impianto? Sarebbe pericolosamente contaminata, giusto?
E perchè invece questo non succede e l'acqua in uscita non è per niente contaminata ma è solo di qualche grado più calda?
Semplice, l'acqua dei fiumi viene usata per raffreddare e condensare il vapore in uscita dalle turbine che generano elettricità, ne più ne meno come qualsiasi altra centrale termoelettrica, non a caso anche le centrali a carbone e a gas solitamente sono costruite in prossimità di corsi d'acqua che possano garantire un afflusso costante per questo processo.
Quell'acqua il reattore non lo vede nemmeno in fotografia, mettiti il cuore in pace.
La riduzione nella produzione è stata decisa unicamente perchè il caldo ha comportato un innalzamento della temperatura generale nell'acqua dei fiumi, l'aumento provocato dalla condensazione del vapore nei circiuti della centrale avrebbe fatto avvicinare la temperatura dell'acqua in uscita alle soglie previste per legge per la salvaguardia delle specie che vivono nei fiumi.
Quindi il problema non è mai stato l'innalzamento della temperatura del reattore (che infatti è controllata da ben altri meccanismi) ma le condizioni ambientali per le specie viventi a valle...
Della serie: come prendere alla lettera un articolo scritto coi piedi.
Guardate quale margine sconta il rinnovabile alla borsa elettrica. Roba criminale.
Così scopriremo che tra qualche miliardo di € speso per ingrassare sti truffatori, il consumo di fossili sarà AUMENTATO, avremo bucato tutti gli accordi internazionali, come sta sperimentando la KRANTE GERMANIEN, ma chissene frega. Soldi spesi ed obbiettivo raggiunto. Il prezzo ecologico de sta truffa la pagherà qualcun altro.
ENEL come molti degli asset strategici regalati negli anni ai privati amici degli amici, andrebbe solo nazionalizzata.
Pensi che ci voglia molto meno per installare un parco eolico o fotovoltaico di dimensioni tali da garantire una resa pari a quelli di una centrale termonucleare?
Anzitutto ci vuole un'infinità di suolo in più (cosa che in un paese ad alta densità come il nostro non è esattamente la cosa più disponibile, non siamo certo la Russia con le sue sterminate distese pressochè disabitate), e questo porta ad aumentare enormemente il vero problema italiano, ovvero il processo burocratico (disseminato di ricorsi) per ottenere l'approvazione dell'opera.
In entrambi i casi si tratterebbe di un'opera grande e complessa, cosa ti fa pensare che una (rinnovabili) richiederà meno tempo dell'altra? Oltretutto considera che una delle due tecnologie ha fornitori diversificati ed è ampiamente disponibile (nucleare), l'altra (rinnovabili, almeno per la parte fotovoltaica) è praticamente legata mani e piedi a un solo produttore di materie prime (Cina), che può fare il bello e il cattivo tempo (gas russo docet).
Il punto è sempre il solito: capacity factor.
Puoi installare pannelli per millemila GW ma se non puoi garantire la resa non servono a nulla per il mercato industriale.
Possiamo suonarcela e cantarcela finchè vogliamo, ma quello che va bene a casa propria (con nostro bel pannellino e batteria a muro) non va bene per l'industria, non è realisticamente scalabile.
Nessuno sta dicendo di abbandonare il fotovoltaico, ci mancherebbe va benissimo per l'ambito domestico e per alleggerire il peso sulla rete, ma non possiamo illuderci che quello che vada bene per casa vada bene per una Tenaris, una Feralpi, una Marcegaglia, una Alfa Acciai e tante tante tante altre aziende che hanno delle necessità energetiche che non ci immaginiamo neanche.
E non sto parlando di carrozzoni ottocenteschi come l'Ilva di Taranto, quelle che ho citato sono aziende siderurgiche all'avanguardia a livello mondiale, con processi produttivi davvero tirati a lucido sotto ogni aspetto.
Sull'accumulo si dice sempre tutto e il contrario di tutto, sali fusi, bacini e chi più ne ha ne metta, ma nessuno ha ancora realizzato nulla di scalabile, tutto è sempre fermo al tal guru di turno che ha profetizzato questa o quest'altra tecnologia (un po' come i guru di Beppe Grillo, ve li ricordate nei suoi spettacoli? ) o al paesino sulle alpi svizzere che ha ipotizzato di usare il tal laghetto artificiale.
Fin'ora non c'è stato nessun grande paese, con un sistema industriale "da grande paese" che ha realizzato un sistema di accumulo strutturato e non domestico tale da soddisfare le necessità energetiche industriali.
Se guardiamo cosa hanno ottenuto i paesi che hanno più investito in rinnovabili c'è da mettersi le mani nei capelli, la Germania ha "investito" più di 500 miliardi di euro, e cosa ha ottenuto fin'ora?
Misure draconiane sul consumo energetico, prezzi alle stelle, produzione energetica altalenante, tutto ampiamente previsto e prevedibile.
Ripeto, io non ne faccio una guerra di religione (atomo vs rinnovabile), le rinnovabili sono utili e necessarie su piccola scala e a livello dimestico, dove è gestibile l'accumulo, ma vanno necessariamente affiancate a tecnologie di produzione di energia elettrica ad alto capacity factor per l'industria, tra questi la fissione è quella con il più alto capacity factor e il minore impatto ambientale (CO2 in primis).
Tutti ottimi punti. Di certo non e' un problema semplice, e l'indipendenza energetica e' fondamentale.
Mi chiedo perche' non investiamo di piu' sul geotermico, dato che siamo seduti su una faglia. Sarebbe pulito, affidabile e costante, e non richiede materiale combustibile.
Ho trovato questo https://www.avvenire.it/economiaciv...eotermia-italia sembra semplicemente non ci sia volonta'
Sorvolando sulle notizie completamente inventate da Repubblica sul disastro di Fukushima (e su cui vi suggerirei di informarvi presso la stampa giapponese, un tantinello meno schierata della nostra), l'articolo di Rampini uscito l'altro giorno grida vendetta per la quantità di scempiaggini contenute al suo interno.
La perla è del CEO di ENI, secondo cui l'acqua pesante sarebbe l'acqua di mare... la nuova generazione è sempre la migliore, intanto stiamo fermi ad aspettare
ma ancora co sto nucleare?
ricominciamo a muoverci pure coi cavalli, a scrivere lettere, a comunicare col telegrafo ad ascoltare solo vinili, why not?
1) centrali pronte, in Italia, tra 40 anni a star bassi
2) costi mostruosi (e che aumentano assieme ai tempi prima ancora di iniziare ad operare)
3) gestione statale (all'italiana.. e ho detto tutto)
4) nessuna zona otterrebbe maggioranza a referendum per aprire la centrale sul proprio territorio
5) burocrazia, appalti, mafia ecc
insomma un fallimento su tutta la linea
Detto questo, penso che al giorno d'oggi non abbia piu' senso ripartire da zero. Le alternative ci sono, e non bisogna aspettare 20 anni prima di avere un ritorno sull'investimento.
Con i 10 miliardi di euro per una centrale nucleare... ci installi 10GW di solare/fotovoltaico su larga scala. Facciamo 5GW se includiamo degli accumulatori. Sono l'equivalente di 4 centrali nucleari. Pronti velocemente, non tra 20 anni. Secondo me non convengono proprio a meno che non ti vuoi dotare di bomba nucleare.
20 anni altrove, in Italia minimo il doppio
Pensi che ci voglia molto meno per installare un parco eolico o fotovoltaico di dimensioni tali da garantire una resa pari a quelli di una centrale termonucleare?
Anzitutto ci vuole un'infinità di suolo in più (cosa che in un paese ad alta densità come il nostro non è esattamente la cosa più disponibile, non siamo certo la Russia con le sue sterminate distese pressochè disabitate), e questo porta ad aumentare enormemente il vero problema italiano, ovvero il processo burocratico (disseminato di ricorsi) per ottenere l'approvazione dell'opera.
In entrambi i casi si tratterebbe di un'opera grande e complessa, cosa ti fa pensare che una (rinnovabili) richiederà meno tempo dell'altra? Oltretutto considera che una delle due tecnologie ha fornitori diversificati ed è ampiamente disponibile (nucleare), l'altra (rinnovabili, almeno per la parte fotovoltaica) è praticamente legata mani e piedi a un solo produttore di materie prime (Cina), che può fare il bello e il cattivo tempo (gas russo docet).
Il punto è sempre il solito: capacity factor.
Puoi installare pannelli per millemila GW ma se non puoi garantire la resa non servono a nulla per il mercato industriale.
Possiamo suonarcela e cantarcela finchè vogliamo, ma quello che va bene a casa propria (con nostro bel pannellino e batteria a muro) non va bene per l'industria, non è realisticamente scalabile.
Nessuno sta dicendo di abbandonare il fotovoltaico, ci mancherebbe va benissimo per l'ambito domestico e per alleggerire il peso sulla rete, ma non possiamo illuderci che quello che vada bene per casa vada bene per una Tenaris, una Feralpi, una Marcegaglia, una Alfa Acciai e tante tante tante altre aziende che hanno delle necessità energetiche che non ci immaginiamo neanche.
E non sto parlando di carrozzoni ottocenteschi come l'Ilva di Taranto, quelle che ho citato sono aziende siderurgiche all'avanguardia a livello mondiale, con processi produttivi davvero tirati a lucido sotto ogni aspetto.
Sull'accumulo si dice sempre tutto e il contrario di tutto, sali fusi, bacini e chi più ne ha ne metta, ma nessuno ha ancora realizzato nulla di scalabile, tutto è sempre fermo al tal guru di turno che ha profetizzato questa o quest'altra tecnologia (un po' come i guru di Beppe Grillo, ve li ricordate nei suoi spettacoli? ) o al paesino sulle alpi svizzere che ha ipotizzato di usare il tal laghetto artificiale.
Fin'ora non c'è stato nessun grande paese, con un sistema industriale "da grande paese" che ha realizzato un sistema di accumulo strutturato e non domestico tale da soddisfare le necessità energetiche industriali.
Se guardiamo cosa hanno ottenuto i paesi che hanno più investito in rinnovabili c'è da mettersi le mani nei capelli, la Germania ha "investito" più di 500 miliardi di euro, e cosa ha ottenuto fin'ora?
Misure draconiane sul consumo energetico, prezzi alle stelle, produzione energetica altalenante, tutto ampiamente previsto e prevedibile.
Ripeto, io non ne faccio una guerra di religione (atomo vs rinnovabile), le rinnovabili sono utili e necessarie su piccola scala e a livello dimestico, dove è gestibile l'accumulo, ma vanno necessariamente affiancate a tecnologie di produzione di energia elettrica ad alto capacity factor per l'industria, tra questi la fissione è quella con il più alto capacity factor e il minore impatto ambientale (CO2 in primis).
contestualizzazione questa sconosciuta
"hey raga avete visto che in Cina e Giappone costruiscono centrali in 5 anni.. di sicuro i tempi qua in Italia sono gli stessi ma #noncielodikono"
la centrale nucleare richiede uno spazio minimo in confronto ma NESSUN territorio ha la maggioranza per aprirla dietro casa
"hey raga avete visto che in Cina e Giappone costruiscono centrali in 5 anni.. di sicuro i tempi qua in Italia sono gli stessi ma #noncielodikono"
la centrale nucleare richiede uno spazio minimo in confronto ma NESSUN territorio ha la maggioranza per aprirla dietro casa
Che piaccia o no i tempi tecnici sono questi, è ovvio e scontato che i tempi tecnici possono essere rispettati solo se c'è la volontà politica di realizzare l'opera.
Che spuntino NIMBY da tutte le parti è altrettanto ovvio e succede ovunque, pensi che non ce ne siano in Giappone o in Corea del Sud?
Ma questo vale tanto per la realizzazione di una centrale elettrica quanto per la creazione di un parco eolico o una centrale geotermica.
Che piaccia o no i tempi tecnici sono questi, è ovvio e scontato che i tempi tecnici possono essere rispettati solo se c'è la volontà politica di realizzare l'opera.
Che spuntino NIMBY da tutte le parti è altrettanto ovvio e succede ovunque, pensi che non ce ne siano in Giappone o in Corea del Sud?
Ma questo vale tanto per la realizzazione di una centrale elettrica quanto per la creazione di un parco eolico o una centrale geotermica.
banalizzare è corretto se si spaccia il mondo delle favole come la realtà nostrana...
in Cina ecc ci sono determinate regole, una dittatura e una certa mentalità/organizzazione (quest'ultima vale anche per Corea e Giappone).
in Europa già le norme sono molto più severe rispetto all'Asia, in più.. non so.. hai mai sentito parlare di cose in Italia come 'tempi della burocrazia', 'mafia', 'qualità della gestione statale' ecc?
e no, non basta la volontà politica (non c'è manco quella sociale peraltro..) a meno che, ripeto, si continui a parlare del mondo delle favole.
tempi tecnici in Italia per una centrale nucleare non vedono i 5 anni manco per consensi e progetto, figuriamoci la realizzazione
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