Regno Unito, entro il 2035 tutta l'elettricità sarà da fonti pulite, ma è incluso anche il nucleare

di pubblicata il , alle 20:23 nel canale Energie Rinnovabili Regno Unito, entro il 2035 tutta l'elettricità sarà da fonti pulite, ma è incluso anche il nucleare

Un annuncio che da una parte sottolinea il costante impegno nelle energie rinnovabili, come il fotovoltaico e soprattutto l'eolico, ma dall'altra spinge anche tutto il mondo del nucleare, che sì non ha origine fossile ma non può essere definito completamente privo di fattori negativi e di rischio anche ambientale

 
85 Commenti
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euscar06 Ottobre 2021, 13:16 #41
Ho come l'mpressione che i discorsi di pindol e compani (cioè i pro uranio) siano al quanto faziosi, dato che riportano solo quello che fa comodo a loro o alle lobby del nucleare
pindol06 Ottobre 2021, 13:28 #42
Originariamente inviato da: Mparlav
Il parco eolico offshore di Hornsea in UK, è collegato con la terraferma a 120 Km.
La centrale solare termodinamica di Ouarzazate in Marocco, è collegata con la Spagna (sono un migliaio di Km)
I parchi fotovoltaici più grandi del mondo, in Cina ed India, sono posti in zone desertiche e collegate a centri abitati posti a centinaia di Km

Un esempio:
https://www.pv-magazine.com/2020/10...nline-in-china/

Se prendiamo ad esempio i reattori [U]in espansione di quelli delle centrali esistenti[/U] (che dovrebbe costare MOLTO meno), a Flamanville (Francia) e Olkiluoto (Finlandia), i tempi sono triplicati ed i costi di realizzazione inizialmente preventivati, sono quasi quadruplicati
Da 4 miliardi di euro a 14.6 nel primo caso, da 3 miliardi di euro a 11 miliardi nel secondo.
Questi sono i fatti.

Se avessimo finanziato 10 anni fa' per 15 miliardi di euro (stima per difetto), un paio di nuove centrali con 2 reattori EPR da 1-1.2 GW cadauno in Italia, oggi sarebbero ancora in costruzione ed il budget sarebbe stato portato come minimo a 40 miliardi di euro, senza aver prodotto nemmeno un kWh.
Questo senza contare i costi per l'approvvigionamento del combustibile nucleare dall'estero (quasi sicuramente Francia) e di un deposito nazionale per lo stoccaggio delle scorie ad alta emissione.


Il tempo medio di costruzione di un reattore, se consideriamo tutti quelli costruiti fino ad ora, è di 7,5 anni dalla prima colata di cemento alla prima criticità, e questo numero scende se si prendono in esame solo i reattori costruiti negli ultimi due decenni.

Come mai i reattori di Flamanville, Olkiluoto e Hinckley Point C stanno impiegando così tanto a venire ultimati? Vi sono diverse motivazioni che possono portare a rallentamenti nello sviluppo di un programma nucleare, o nella costruzione di una centrale, e sono più spesso politiche che tecniche.

1. In alcuni casi, l'over-regulation causa una dilatazione dei tempi burocratici per la concessione di tutte le autorizzazioni: è il caso di Hinckley Point C, i cui tempi si sono allungati in fase preliminare, mentre i lavori di costruzione, da quando sono stati avviati, stanno procedendo più o meno secondo la tabella di marcia (al netto di qualche ritardo dovuto al CoVid).

2. Spesso la costruzione di un reattore nucleare va incontro ad una forte opposizione popolare - è stato il caso, ad esempio, di Superphenix, in Francia. Occorre quindi trovare il modo di far accettare la nuova struttura alla popolazione locale e ai comitati di NIMBY, che in Italia hanno fatto fallire progetti anche meno controversi, come le centrali solari a concentrazione. Pensate a quanto ci è voluto/ci sta volendo per il TAV.

3. Quando viene prodotto un nuovo modello di reattore, le specifiche vanno testate per intero in ogni fase della costruzione, e può capitare che alcuni dettagli del progetto vadano corretti. Solo che, trattandosi di reattori nucleari, le severissime norme di sicurezza richiedono che ognuna di queste correzioni sia approvata dall'ente regolatore prima di venire implementata. È ciò che è successo sia a Olkiluoto 3 che a Flamanville 3, che sono stati i primi modelli EPR che si è iniziato a costruire; i due EPR di Taishan (Cina), nonostante la costruzione sia stata iniziata successivamente, sono già operativi.

4. Gli enti regolatori, in Europa, sono estremamente severi, e spesso vanno oltre le già rigide normative internazionali. Come conseguenza può capitare che, per una singola componente non perfettamente a norma, l'azienda incaricata di costruire il reattore sia costretta a demolire e ricostruire una parte dell'intera struttura: è quello che è successo a Flamanville, dove per otto saldature imperfette EDF è stata costretta a ricominciare sostanzialmente i lavori da capo. In Europa, inoltre, è obbligatorio testare diverse migliaia (sì, migliaia) di configurazioni del reattore, una volta che questo è stato ultimato, prima di poterlo avviare: questo non succede ad esempio in Russia e in Cina, dove i test a caldo vengono fatti col reattore già acceso, in modo che se vanno bene lo si possa connettere subito alla rete elettrica.

Ad un allungamento dei tempi corrisponde quasi sempre un aumento dei costi, in parte perché la manodopera va comunque pagata, ma soprattutto perché gli interessi sui prestiti iniziano a scadere, e un rinnovo del prestito comporta un innalzamento dei tassi. Un caso emblematico, in questo senso, è quello di Hinckley Point C, reattore che viene quasi sempre citato come esempio dei costi insostenibili del nucleare: dal momento che il governo inglese non ha concesso prestiti a EDF e ha imposto che la costruzione fosse a carico dell'azienda stessa, nel momento in cui si è palesato un rischio regolatorio dovuto ai ritardi burocratici, i tassi di interesse sono schizzati al 9%, e finiranno con l'incidere per oltre il 50% sul prezzo finale del kWh: se il governo inglese avesse prestato soldi a EDF con un tasso di interesse pari all'inflazione, EDF avrebbe potuto venere l'energia alla metà del prezzo previsto, una volta terminati i lavori.

I reattori Cinesi hanno un costo medio di 5 miliardi, quello negli Emirati (recentemente messo in opera) non solo è rimasto nei tempi ma anche nel budget. In tutto questo comunque i Francesi, Inglesi e Fillandesi sono così frustrati dai costi di costruzione e tempi lunghissimi delle 3 centrali che gli Inglesi hanno messo in pianificazione la costruzione di altre 2 centrali, come pure i Finlandesi e i Francesi stanno chiedendo l'espansione della centrale di Penly.


Pindol


Ho come l'mpressione che i discorsi di pindol e compani (cioè i pro uranio) siano al quanto faziosi, dato che riportano solo quello che fa comodo a loro o alle lobby del nucleare


Si confermo siamo pagati da Kazatomprom e dalla Francia, oppure semplicemente è difficile controbattere a dati incontrovertibili. Tutte le cose che ho scritto possono essere lette in forma estesa e con le fonti sulla pagina Facebook dell'Avvocato dell'atomo.


Pindol
Strato154106 Ottobre 2021, 13:34 #43
Da notare il contributo marginale del solare (la posizione geografica non aiuta) e notare come le "rinnovabili" siano comunque in minoranza rispetto al resto... anche tra 15 anni!
Nel mentre Greta e il Green Deal europeo avranno portato al fallimento di famiglie ed imprese con le loro baggianate e la Cina userà l'asso piglia tutto dopo aver spolpato con il cavallo di Troia del green...
Avanti così...
pindol06 Ottobre 2021, 14:04 #44
Originariamente inviato da: TigerTank
A me più che il nucleare in sè fanno paura 2 cose, l'incompetenza umana(che alla fine fu la causa anche del casino di Chernobyl a parte le magagne tecniche) e gli eventi naturali estremi sempre più frequenti(che provocarono il casino a Fukushima).

In Italia poi...abbiamo i cavalcavia che cadono a pezzi e crollano, figuriamoci come sarebbe la gestione di una centrale nel corso del tempo. E' del lato umano/burocratico/gestionale che non mi fiderei mai


Bene quindi dovresti avere il terrore degli impianti chimici e petroliferi sul territorio italiano, o di come gestiamo i nostri rifiuti tossici, o come gestiamo le scorie radioattive di basso e medio livello che derivano dall'industria, ricerca e medicina, eppure l'italiano medio non se ne preoccupa.

Incredibilmente le centrali nucleari ci sono anche in paesi come Messico dove la percentuale di criminalità è incredibilmente maggiore che in Italia eppure grazie alla regolamentazione internazionale in materia di nucleare civile pure loro riescono a farcela.

Pindol
Personaggio06 Ottobre 2021, 15:22 #45
Originariamente inviato da: pindol
Il tempo medio di costruzione di un reattore, se consideriamo tutti quelli costruiti fino ad ora, è di 7,5 anni dalla prima colata di cemento alla prima criticità, e questo numero scende se si prendono in esame solo i reattori costruiti negli ultimi due decenni.

Come mai i reattori di Flamanville, Olkiluoto e Hinckley Point C stanno impiegando così tanto a venire ultimati? Vi sono diverse motivazioni che possono portare a rallentamenti nello sviluppo di un programma nucleare, o nella costruzione di una centrale, e sono più spesso politiche che tecniche.

1. In alcuni casi, l'over-regulation causa una dilatazione dei tempi burocratici per la concessione di tutte le autorizzazioni: è il caso di Hinckley Point C, i cui tempi si sono allungati in fase preliminare, mentre i lavori di costruzione, da quando sono stati avviati, stanno procedendo più o meno secondo la tabella di marcia (al netto di qualche ritardo dovuto al CoVid).

2. Spesso la costruzione di un reattore nucleare va incontro ad una forte opposizione popolare - è stato il caso, ad esempio, di Superphenix, in Francia. Occorre quindi trovare il modo di far accettare la nuova struttura alla popolazione locale e ai comitati di NIMBY, che in Italia hanno fatto fallire progetti anche meno controversi, come le centrali solari a concentrazione. Pensate a quanto ci è voluto/ci sta volendo per il TAV.

3. Quando viene prodotto un nuovo modello di reattore, le specifiche vanno testate per intero in ogni fase della costruzione, e può capitare che alcuni dettagli del progetto vadano corretti. Solo che, trattandosi di reattori nucleari, le severissime norme di sicurezza richiedono che ognuna di queste correzioni sia approvata dall'ente regolatore prima di venire implementata. È ciò che è successo sia a Olkiluoto 3 che a Flamanville 3, che sono stati i primi modelli EPR che si è iniziato a costruire; i due EPR di Taishan (Cina), nonostante la costruzione sia stata iniziata successivamente, sono già operativi.

4. Gli enti regolatori, in Europa, sono estremamente severi, e spesso vanno oltre le già rigide normative internazionali. Come conseguenza può capitare che, per una singola componente non perfettamente a norma, l'azienda incaricata di costruire il reattore sia costretta a demolire e ricostruire una parte dell'intera struttura: è quello che è successo a Flamanville, dove per otto saldature imperfette EDF è stata costretta a ricominciare sostanzialmente i lavori da capo. In Europa, inoltre, è obbligatorio testare diverse migliaia (sì, migliaia) di configurazioni del reattore, una volta che questo è stato ultimato, prima di poterlo avviare: questo non succede ad esempio in Russia e in Cina, dove i test a caldo vengono fatti col reattore già acceso, in modo che se vanno bene lo si possa connettere subito alla rete elettrica.

Ad un allungamento dei tempi corrisponde quasi sempre un aumento dei costi, in parte perché la manodopera va comunque pagata, ma soprattutto perché gli interessi sui prestiti iniziano a scadere, e un rinnovo del prestito comporta un innalzamento dei tassi. Un caso emblematico, in questo senso, è quello di Hinckley Point C, reattore che viene quasi sempre citato come esempio dei costi insostenibili del nucleare: dal momento che il governo inglese non ha concesso prestiti a EDF e ha imposto che la costruzione fosse a carico dell'azienda stessa, nel momento in cui si è palesato un rischio regolatorio dovuto ai ritardi burocratici, i tassi di interesse sono schizzati al 9%, e finiranno con l'incidere per oltre il 50% sul prezzo finale del kWh: se il governo inglese avesse prestato soldi a EDF con un tasso di interesse pari all'inflazione, EDF avrebbe potuto venere l'energia alla metà del prezzo previsto, una volta terminati i lavori.

I reattori Cinesi hanno un costo medio di 5 miliardi, quello negli Emirati (recentemente messo in opera) non solo è rimasto nei tempi ma anche nel budget. In tutto questo comunque i Francesi, Inglesi e Fillandesi sono così frustrati dai costi di costruzione e tempi lunghissimi delle 3 centrali che gli Inglesi hanno messo in pianificazione la costruzione di altre 2 centrali, come pure i Finlandesi e i Francesi stanno chiedendo l'espansione della centrale di Penly.


Pindol




Si confermo siamo pagati da Kazatomprom e dalla Francia, oppure semplicemente è difficile controbattere a dati incontrovertibili. Tutte le cose che ho scritto possono essere lette in forma estesa e con le fonti sulla pagina Facebook dell'Avvocato dell'atomo.


Pindol

Entro 25 anni la Francia dovrà spegnere e smaltire la metà dei suoi reattori e tu ti attacchi a meno di un manciata di progetti alcuni neanche esecutivi?.

attualmente ci sono nel mondo 449 reattori in funzione 50 di questi sono già in decommission, altri 100 lo saranno entro il 2035. Da qui al 2040 sono previsti 55 nuovi reattori tra quelli in costruzione e quelli solo sulla carta, di questi 23 sono in Cina ed India.


Riguardo ai tempi di costruzione, non importa quale siano i motivi, resta il fatto che ci vuole troppo tempo e troppi costi
Mparlav06 Ottobre 2021, 15:54 #46
Originariamente inviato da: pindol
Il tempo medio di costruzione di un reattore, se consideriamo tutti quelli costruiti fino ad ora, è di 7,5 anni dalla prima colata di cemento alla prima criticità, e questo numero scende se si prendono in esame solo i reattori costruiti negli ultimi due decenni.

Come mai i reattori di Flamanville, Olkiluoto e Hinckley Point C stanno impiegando così tanto a venire ultimati? Vi sono diverse motivazioni che possono portare a rallentamenti nello sviluppo di un programma nucleare, o nella costruzione di una centrale, e sono più spesso politiche che tecniche.

1. In alcuni casi, l'over-regulation causa una dilatazione dei tempi burocratici per la concessione di tutte le autorizzazioni: è il caso di Hinckley Point C, i cui tempi si sono allungati in fase preliminare, mentre i lavori di costruzione, da quando sono stati avviati, stanno procedendo più o meno secondo la tabella di marcia (al netto di qualche ritardo dovuto al CoVid).

2. Spesso la costruzione di un reattore nucleare va incontro ad una forte opposizione popolare - è stato il caso, ad esempio, di Superphenix, in Francia. Occorre quindi trovare il modo di far accettare la nuova struttura alla popolazione locale e ai comitati di NIMBY, che in Italia hanno fatto fallire progetti anche meno controversi, come le centrali solari a concentrazione. Pensate a quanto ci è voluto/ci sta volendo per il TAV.

3. Quando viene prodotto un nuovo modello di reattore, le specifiche vanno testate per intero in ogni fase della costruzione, e può capitare che alcuni dettagli del progetto vadano corretti. Solo che, trattandosi di reattori nucleari, le severissime norme di sicurezza richiedono che ognuna di queste correzioni sia approvata dall'ente regolatore prima di venire implementata. È ciò che è successo sia a Olkiluoto 3 che a Flamanville 3, che sono stati i primi modelli EPR che si è iniziato a costruire; i due EPR di Taishan (Cina), nonostante la costruzione sia stata iniziata successivamente, sono già operativi.

4. Gli enti regolatori, in Europa, sono estremamente severi, e spesso vanno oltre le già rigide normative internazionali. Come conseguenza può capitare che, per una singola componente non perfettamente a norma, l'azienda incaricata di costruire il reattore sia costretta a demolire e ricostruire una parte dell'intera struttura: è quello che è successo a Flamanville, dove per otto saldature imperfette EDF è stata costretta a ricominciare sostanzialmente i lavori da capo. In Europa, inoltre, è obbligatorio testare diverse migliaia (sì, migliaia) di configurazioni del reattore, una volta che questo è stato ultimato, prima di poterlo avviare: questo non succede ad esempio in Russia e in Cina, dove i test a caldo vengono fatti col reattore già acceso, in modo che se vanno bene lo si possa connettere subito alla rete elettrica.

Ad un allungamento dei tempi corrisponde quasi sempre un aumento dei costi, in parte perché la manodopera va comunque pagata, ma soprattutto perché gli interessi sui prestiti iniziano a scadere, e un rinnovo del prestito comporta un innalzamento dei tassi. Un caso emblematico, in questo senso, è quello di Hinckley Point C, reattore che viene quasi sempre citato come esempio dei costi insostenibili del nucleare: dal momento che il governo inglese non ha concesso prestiti a EDF e ha imposto che la costruzione fosse a carico dell'azienda stessa, nel momento in cui si è palesato un rischio regolatorio dovuto ai ritardi burocratici, i tassi di interesse sono schizzati al 9%, e finiranno con l'incidere per oltre il 50% sul prezzo finale del kWh: se il governo inglese avesse prestato soldi a EDF con un tasso di interesse pari all'inflazione, EDF avrebbe potuto venere l'energia alla metà del prezzo previsto, una volta terminati i lavori.

I reattori Cinesi hanno un costo medio di 5 miliardi, quello negli Emirati (recentemente messo in opera) non solo è rimasto nei tempi ma anche nel budget. In tutto questo comunque i Francesi, Inglesi e Fillandesi sono così frustrati dai costi di costruzione e tempi lunghissimi delle 3 centrali che gli Inglesi hanno messo in pianificazione la costruzione di altre 2 centrali, come pure i Finlandesi e i Francesi stanno chiedendo l'espansione della centrale di Penly.


Pindol



Pindol


Della media dei tempi di costruzione non ce ne facciamo nulla.
Contano i progetti reali, dall'approvazione, all'inizio dei lavori, alla produzione.
Parliamo delle motivazioni e parliamo di Europa, perchè è qui che le costruiremmo:
1) l'over regulation su [U]centrali esistenti[/U] ha allungato di gran lunga i tempi di realizzazione. Figuriamoci se dobbiamo parlare di centrali nuove, su siti nuovi, con infrastrutture nuove.
2) per i motivi del punto 1, i reattori che hai citato hanno ricevuto molta meno opposizione popolare in quanto realizzati su centrali esistenti.
Non è stato questo il motivo dei ritardi.
3) I reattori di Taishan sono gli unici al mondo che sono entrati in servizio nei tempi previsti (non nei costi, ma tutto sommato accettabili rispetto a reattori francese e finlandesi). E' ovvio che i criteri di sicurezza debbano essere ai massimi livelli specie se parliamo di terza generazione "avanzata", sono centrali nucleari, non parchi eolici o fotovoltaici dove il rischio per la popolazione è di gran lunga più ridotto.
4) sono solo alibi per cercare di giustificare i costi maggiori? Lo sappiamo benissimo che la realizzazione di una centrale nucleare è un affare complesso, per i problemi di sicurezza che possono incorrere con un'attività operativa così lunga. Questo è un ulteriore motivo che non le fa' preferire rispetto ad altre fonti rinnovabili, più semplici da progettare, costruire, manutenere e, soprattutto, da smantellare e riciclare. Tant'è che le "lungaggini", sono tanto evidenti in fase di progettazione/costruzione di una centrale, tanto in fase di smantellamento finale (per questo, ancora una volta, basta vedere i problemi reali in giro per il mondo ed i relativi budget costantemente sforati)

Vuoi parlare dei reattori in Cina come esempio di tempi e costi?
Troppo comodo se permetti, visto che nessuno riesce ad avvicinarsi.

I reattori cinesi di cui parli NON hanno quel costo.
Lo hanno i 2 reattori di Taishan che hai citato che ha comunque richiesto 8 e 9 anni per entrare in funzione, ben più dei tempi che spesso leggi in giro.

E tanto per inciso, qui 2 reattori hanno avuto già 2 segnalazioni di perdite radioattive negli ultimi 2 anni, non gravi per carità, ma implicano che le migliaia di test di controllo richiesti in Europa, hanno una ragione fondata di esistere.
Forse non è sufficientemente chiaro che con una centrale nucleare non puoi lasciare nulla d'intentato per la sicurezza, i margini di errore [U]devono[/U] essere ridotti al minimo.

Se per similitudine, faccio un parco eolico offshore con 150 turbine, posandone una ogni 3 giorni, ed una di queste ha la fondazione "difettosa" e dopo 3 mesi mi ritrovo la turbina in mezzo al mare, c'è un aggravio di costi, ma rischio pressochè nullo per i terzi.

Tutte le centrali del programma cinese attualmente in costruzione vengono dal piano nazionale 2005-2020: molti sono stati messi in stand by dopo Fukushima, con dilazione dei tempo e dei costi di esecuzione.

Negli ultimi 10 anni sono scesi i costi sia del solare di vario tipo che dell'eolico, tant'è che le linee di finanziamento cinesi sono andate soprattutto su queste.
Più veloci da realizzare e nei tempi previsti.

Queste sono cose che NON leggi sul forum dell'avvocato dell'atomo, ma su quelli delle agenzie governative ed istituti di ricerca.
pindol06 Ottobre 2021, 16:39 #47
Originariamente inviato da: Personaggio
Entro 25 anni la Francia dovrà spegnere e smaltire la metà dei suoi reattori e tu ti attacchi a meno di un manciata di progetti alcuni neanche esecutivi?.

attualmente ci sono nel mondo 449 reattori in funzione 50 di questi sono già in decommission, altri 100 lo saranno entro il 2035. Da qui al 2040 sono previsti 55 nuovi reattori tra quelli in costruzione e quelli solo sulla carta, di questi 23 sono in Cina ed India.


Riguardo ai tempi di costruzione, non importa quale siano i motivi, resta il fatto che ci vuole troppo tempo e troppi costi



Interessante, potresti dirmi da dove tiri fuori certi dati perchè in realtà i reattori nel mondo in costruzione sono 57, quelli pianificati sono 101 (da qui al 2036) e quelli proposti sono ben 325.

Fonte aggiornata ad Agosto 2021: https://www.world-nuclear.org/infor...m-requ-(6).aspx

Praticamente quasi tutto il mondo tranne Italia, Austria, Svizzera (che sta già facendo marcia indietro), Germania, Belgio e Uruguay, hanno già centrali nucleari o stanno pianificandone la costruzione:

Link ad immagine (click per visualizzarla)

Inoltre è impossibile sapere ad oggi quali reattori sono pianificati per il decommissioning, tu stai forse parlando di scadenza delle licenze operative, che però solitamente vengono allungate dopo gli opportuni controlli sulla tenuta del vessel, sopratutto ora che c'è una nuova tecnica di ricottura del vessel che evita il degradamento degli acciai da bombardamento neutronico si stima che la vita di un reattore possa andare anche oltre gli 80 anni.

Pindol
pindol06 Ottobre 2021, 17:06 #48
Originariamente inviato da: Mparlav
Della media dei tempi di costruzione non ce ne facciamo nulla.
Contano i progetti reali, dall'approvazione, all'inizio dei lavori, alla produzione.
Parliamo delle motivazioni e parliamo di Europa, perchè è qui che le costruiremmo:
1) l'over regulation su [U]centrali esistenti[/U] ha allungato di gran lunga i tempi di realizzazione. Figuriamoci se dobbiamo parlare di centrali nuove, su siti nuovi, con infrastrutture nuove.
2) per i motivi del punto 1, i reattori che hai citato hanno ricevuto molta meno opposizione popolare in quanto realizzati su centrali esistenti.
Non è stato questo il motivo dei ritardi.
3) I reattori di Taishan sono gli unici al mondo che sono entrati in servizio nei tempi previsti (non nei costi, ma tutto sommato accettabili rispetto a reattori francese e finlandesi). E' ovvio che i criteri di sicurezza debbano essere ai massimi livelli specie se parliamo di terza generazione "avanzata", sono centrali nucleari, non parchi eolici o fotovoltaici dove il rischio per la popolazione è di gran lunga più ridotto.
4) sono solo alibi per cercare di giustificare i costi maggiori? Lo sappiamo benissimo che la realizzazione di una centrale nucleare è un affare complesso, per i problemi di sicurezza che possono incorrere con un'attività operativa così lunga. Questo è un ulteriore motivo che non le fa' preferire rispetto ad altre fonti rinnovabili, più semplici da progettare, costruire, manutenere e, soprattutto, da smantellare e riciclare. Tant'è che le "lungaggini", sono tanto evidenti in fase di progettazione/costruzione di una centrale, tanto in fase di smantellamento finale (per questo, ancora una volta, basta vedere i problemi reali in giro per il mondo ed i relativi budget costantemente sforati)

Vuoi parlare dei reattori in Cina come esempio di tempi e costi?
Troppo comodo se permetti, visto che nessuno riesce ad avvicinarsi.

I reattori cinesi di cui parli NON hanno quel costo.
Lo hanno i 2 reattori di Taishan che hai citato che ha comunque richiesto 8 e 9 anni per entrare in funzione, ben più dei tempi che spesso leggi in giro.

E tanto per inciso, qui 2 reattori hanno avuto già 2 segnalazioni di perdite radioattive negli ultimi 2 anni, non gravi per carità, ma implicano che le migliaia di test di controllo richiesti in Europa, hanno una ragione fondata di esistere.
Forse non è sufficientemente chiaro che con una centrale nucleare non puoi lasciare nulla d'intentato per la sicurezza, i margini di errore [U]devono[/U] essere ridotti al minimo.

Se per similitudine, faccio un parco eolico offshore con 150 turbine, posandone una ogni 3 giorni, ed una di queste ha la fondazione "difettosa" e dopo 3 mesi mi ritrovo la turbina in mezzo al mare, c'è un aggravio di costi, ma rischio pressochè nullo per i terzi.

Tutte le centrali del programma cinese attualmente in costruzione vengono dal piano nazionale 2005-2020: molti sono stati messi in stand by dopo Fukushima, con dilazione dei tempo e dei costi di esecuzione.

Negli ultimi 10 anni sono scesi i costi sia del solare di vario tipo che dell'eolico, tant'è che le linee di finanziamento cinesi sono andate soprattutto su queste.
Più veloci da realizzare e nei tempi previsti.

Queste sono cose che NON leggi sul forum dell'avvocato dell'atomo, ma su quelli delle agenzie governative ed istituti di ricerca.


Se non sbaglio il record per realizzazione e messa in opera di un reattore è Giapponese (inferiore ai 5 anni se non erro, vado a memoria) però anche ammettendo che non riusciremo mai in Europa ad arrivare ai tempi di realizzazione cinesi, non si può nemmeno prendere in considerazione come hai fatto tu l'estremo superiori dei nuovi EPR che hanno avuto una lungaggine di ritardi (anche dovuti a Fukushima con conseguente revisione di alcuni sistemi di sicurezza).

Ma mi sembra tu stia aggirando il problema, facendo finta che il solare e l'eolico come fonti aleatorie abbiano una produzione di energia ideale per gestire la power grid di una nazione quando non è assolutamente così, per il semplice fatto che il sole splende di giorno (senza calcolare la nuvolosità e il vento soffia quanto pare a lui e allo stato attuale non siamo neanche lontanamente in grado di stoccare l'energia prodotta in eccesso per alimentare per giorni (neanche per ore a dir la verità per non parlare di un intera stagione invernale un intera nazione. Per farti un esempio la Germania ha installato una potenza di energia rinnovabile pari al 140% del suo fabbisogno (spendendo 600 miliardi di euro in 10 anni) ma continuano a bruciare gas e carbone come se non ci fosse un domani, tant'è che 7 centrali a carbone sono state definite come "system critical" e non possono essere mai spente perché quando le rinnovabili bacillano devono essere sempre pronte ad entrare in funzione per evitare blackout e sbalzi di tensione.

Pindol
randorama06 Ottobre 2021, 17:26 #49
Originariamente inviato da: euscar
Ho come l'mpressione che i discorsi di pindol e compani (cioè i pro uranio) siano al quanto faziosi, dato che riportano solo quello che fa comodo a loro o alle lobby del nucleare


ho come l'impressione che il discorso di pindol sia antipatico e un pochino "deviato" da un certo uso che suppongo faccia dell'elettricità.
ma ritengo che non sia poi così lontano dal vero.
pindol06 Ottobre 2021, 17:44 #50
Originariamente inviato da: randorama
ho come l'impressione che il discorso di pindol sia antipatico e un pochino "deviato" da un certo uso che suppongo faccia dell'elettricità.
ma ritengo che non sia poi così lontano dal vero.


ahahhaha, no io ormai sono in El Salvador a minare bitcoin con l'energia geotermica dei vulcani

Pindol

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