Il primo parco eolico offshore italiano è pronto a partire, dopo un'attesa di 14 anni
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 21 Febbraio 2022, alle 09:01 nel canale Energie Rinnovabili
Sta per diventare finalmente attivo il parco eolico nel porto di Taranto, dopo lungaggini amministrative durate 14 anni. Ci saranno 10 turbine per una potenza totale di 30 MW
85 Commenti
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Sì, tanta roba la SOGIN... Sono 20 anni che non stanno facendo un c@77o sperperando denaro pubblico.
Probabilmente sono partiti "bassi", per fare decollare il progetto, se pertivano con le turbine da 16MW, ciascuna con le pale da 100m, o con un impianto da 1.21 GW
(tipo questo: https://en.wikipedia.org/wiki/Hornsea_Wind_Farm, si proprio 1.21 "GigoWatt", ingegneri amanti di Zemekis? sara un caso...? ;-)), poi sarebbero ancora li a discutere... :-)
In pratica,per l'italiano medio,come dovremmo produrre energia elettrica?
Con i peti?
In pratica,per l'italiano medio,come dovremmo produrre energia elettrica?
Con i peti?
Qualcuno sul forum li aveva soprannominati i "nostocazzoditutto" e direi che ci sta molto bene come soprannome... mentre essi lottano per l'immobilismo più totale, il mondo va avanti.
Con i peti?
beh, è metano...
In pratica,per l'italiano medio,come dovremmo produrre energia elettrica?
Con i peti?
L'italiano medio è lo stesso che vuole le città prive di spazzature ma non vuole le discariche.
O lo stesso che vuole la fine della pandemia ma senza alcun tipo di vaccino.
O lo stesso che si lamenta della delinquenza degli immigrati ma vuole continuare ad accoglierli nonostante la mancanza di risorse palese.
Questi sono i limiti della democrazia purtroppo, ossia il dover dare la parola e il diritto di voto agli id1oti !
Un impianto da 30 Mw è una taglia media per un impianto di terra e non è confrontabile con le taglie offshore perché appunto non ne abbiamo.
Per produrre energia di solito si preleva l'acqua,la si scalda per produrre vapore e poi la si reimmette nel fiume,ma stando ben attenti alla temperatura di uscita,altrimenti ti ritrovi i "pesci tropicali" nel fiume.
Vado a memoria,nel 2014 ci fu il grande blackout,causato dalla siccità,le turbogas avevano troppa poca acqua e quindi dovettero staccare la corrente,migliaia di gente ,fece causa all'enel perché,poverini,tutti con il climatizzatore acceso a palla,erano restati senza corrente,e quindi restarono senza corrente pure fabbriche e servizi essenziali.
Ora,ci vorrebbe una cura di cultura perché mi pare che l'ignoranza la fa da padrone.
Le rinnovabili,mi dicevano gli ingegneri,sono utilissime ma non sono la panacea della produzione elettrica che va fatta 24/24,fra l'altro,in un mio viaggio in Portogallo,vidi a Coimbra e a Porto,i costoni dei monti pieni di eolico,mi spiegarono che coprono quasi tutto il fabbisogno del Portogallo ma solo in certi frangenti,per il resto anche loro comprano la corrente dagli Stati vicini,e non si sono fatti tante paranoie per il paesaggio,hanno il vento e hanno bisogno di corrente (anche se sono 4 gatti e hanno poche industrie) ,quindi volenti o nolenti,le pale eoliche le hanno messe,anche se sanno benissimo che non hanno risolto totalmente il problema ma buona parte si.
Forse bisognerebbe portare veramente un po' di istruzione aggiuntiva all'italiano medio, perché mi pare in generale,che abbiamo 60 milioni di allenatori della nazionale,60 milioni di virologi (in questo periodo) tutti sanno come risolvere i problemi ma effettivamente,non sanno nemmeno dove sta il problema reale.
Le centrali ( al plurale ) ce le abbiamo già, ne abbiamo 4 ma non le abbiamo mai usate dal 1987, ma non abbiamo ancora finito di dismetterle
Il fatto è che dismetterle è molto più complicato che farle. Infatti tutti quelli che parlano di costruire nuove centrali nucleari (anche queste con tempi non banali, almeno dieci anni) si guardano bene di chiarire i tempi di dismissione, che sono molto lunghi, e il problema dei rifiuti radioattivi.
Io sarò favorevole alle centrali nucleari solo quando questi aspetti saranno chiariti: questi problemi erano già chiari quarant'anni fa, non mi aspetto che vengano risolti a breve.
Per quanto riguarda le centrali a fusione, ci sarebbero meno problemi di questo tipo, ma l'idea attuale è che la fattibilità si vedrebbe davvero non prima di dieci anni da oggi (con ITER), poi, se tutto andasse bene, ci vorrebbero almeno dieci, quindici anni di progettazione e altrettanti di costruzione. Io, e molti dei lettori presenti, non le vedrò: sarò morto prima. Non sono quindi una soluzione per i problemi attuali: la ricerca va continuata, ma senza farsi illusioni di risolvere la situazione. Nell'ipotesi attuale serviranno ai nostri nipoti.
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