Il Ministro Cingolani ancora controcorrente: "Gli ambientalisti sono parte del problema, sì al nucleare"
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 02 Settembre 2021, alle 10:36 nel canale Energie Rinnovabili
Il Ministro della Transizione Ecologica ancora una volta si esprime con toni forti, che sembrano andare in realtà contro il suo mandato. Dopo le ultime dichiarazioni contro gli ambientalisti ed a favore del nucleare sale la protesta
149 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon è questione di poco o niente è questione di fare le scelte giuste e avere un'ottica di lungo e medio periodo , termini che la politica non conosce perchè da 30 anni appunto segue i consensi facili.. ecco perchè abbiamo il costo dell'energia elettrica più alto d'Europa, il costo dei carburanti più alto d'Europa e probabilmente la pressione fiscale più alta d'Europa..
Fare dei ragionamenti come il ministro anche diversi dal carro "Greta e Al Gore" non è detto sia poi così sbagliato.
Quindi iniziare oggi a costruire una centrale che sarà pronta forse fra 30 anni è lungimiranza, mentre il mondo stà pensando a come fare a smantellare quelle vecchie e non trova una soluzione?
A prescindere dalle idee di ciascuno e dal merito della questione, ha senso prendere come riferimento un referendum di 35 anni fa? Secondo me no.
Probabilmente molti qui dentro neanche hanno votato all'epoca.
https://www.terna.it/it/sistema-ele...oni-statistiche
grazie.
quindi, se li ho ben interpretati, la nostra coperta "è corta" del 10%; consumo 300Tw, produzione interna 270Tw.
rimane da capire da dover arrivano e come vengono prodotti quei 30 tw.
Una centrale con dal momento della decisione potrebbe entrare in funzione in meno di 8 anni , ma quali 30.
Non è questione di poco o niente è questione di fare le scelte giuste e avere un'ottica di lungo e medio periodo , termini che la politica non conosce perchè da 30 anni appunto segue i consensi facili.. ecco perchè abbiamo il costo dell'energia elettrica più alto d'Europa, il costo dei carburanti più alto d'Europa e probabilmente la pressione fiscale più alta d'Europa..
Fare dei ragionamenti come il ministro anche diversi dal carro "Greta e Al Gore" non è detto sia poi così sbagliato.
fra 8 anni però non avresti centrali di IV generazione.
quindi, se li ho ben interpretati, la nostra coperta "è corta" del 10%; consumo 300Tw, produzione interna 270Tw.
rimane da capire da dover arrivano e come vengono prodotti quei 30 tw.
in realtà già noi adesso potremmo produrre più energia elettrica di quella che consumismo solo che non conviene. inoltre importiamo molta energia di notte per ripompare acqua nei bacini visto che i nostri vicini con il nucleare di notte la svendono proprio. riporto da wiki proprio lo scambio con l'estero, i dati non sono aggiornatissimi ma si fermano al 2017 quindi vanno bene per farsi un'idea (negli ultimi due anni vista la situazione Covid il fabbisogno nazionale è diminuito)
Nonostante, come precisato, il parco centrali italiano sia in grado di coprire il fabbisogno interno, l'Italia nel 2016 è stata il terzo paese al mondo per importazione netta di energia elettrica in valore assoluto, dietro gli Stati Uniti e il Brasile[20][11]. L'Italia importa una quantità media di energia elettrica che, durante l'anno (escludendo i periodi non lavorativi), può andare da un minimo di circa 2000 GWh al mese fino a un massimo di circa 5000 GWh, per un totale annuo che nel 2017 è stato di circa 37000 GWh netti. I minimi nell'importazione dall'estero si hanno generalmente in fase notturna (sebbene siano percentualmente molto più importanti rispetto al fabbisogno) oppure, in maniera più continuativa, durante i mesi estivi o in alcuni periodi invernali caratterizzati da condizioni meteo particolarmente rigide nei paesi confinanti (ad esempio in Francia durante l'ondata di freddo del febbraio 2012)[21].[22].
Va comunque menzionato che la stessa ENEL è in alcuni casi anche comproprietaria di alcuni impianti di produzione esteri; in questi casi tale produzione sarebbe dunque da considerare in quota ENEL sebbene prodotta fuori dai confini nazionali.
L'importazione non è sempre proporzionale alla richiesta: il fabbisogno energetico italiano viene sostenuto da energia elettrica prodotta all'estero per un'aliquota che può oscillare tra meno del 10% in fase diurna fino a punte massime del 25% durante la notte. Tale importazione avviene da quasi tutti i paesi confinanti, anche se le quote maggiori sono quella proveniente dalla Svizzera e, a seguire, dalla Francia (è da notare, tuttavia, che attraverso la Svizzera viene veicolata anche parte dell'energia prodotta in Francia ma importata in Italia[23][24] vista l'insufficiente capacità di trasporto degli elettrodotti diretti); considerando dunque questi due Paesi insieme, da Francia e Svizzera proviene oltre l'80% di tutta l'importazione italiana di elettricità.[3]
Parte di questa energia (in particolare quasi il 31,7% di quella "svizzera"[23][24] e l'85,9% di quella "francese"[25]) viene prodotta con centrali nucleari. Il Gestore dei servizi energetici italiano pubblica periodicamente una stima dell'origine dell'energia effettivamente immessa nel sistema elettrico italiano comprendente anche gli scambi con l'estero; per il biennio 2016-2017 il nucleare, integralmente d'importazione, incideva per il 3,78% del totale.[26]
In effetti, come già detto, l'importazione notturna è percentualmente più importante di quella diurna anche a causa della natura della produzione elettrica con centrali nucleari; queste infatti hanno limitate possibilità di modulare in economia la potenza prodotta e quindi l'energia prodotta durante la notte (in cui l'offerta supera la domanda) ha basso costo di mercato[27][28]. Ciò consente di fermare in Italia durante la notte le centrali meno efficienti e le centrali idroelettriche a bacino e di attivare le centrali di pompaggio che poi possono "rilasciare" nuovamente energia durante il giorno. Questo meccanismo ha reso economicamente conveniente l'importazione di energia dall'estero, da cui il grande sviluppo del commercio di energia negli ultimi decenni.
Dai dati pubblicati da Terna riguardanti il 2017 si ricava infine che l'energia elettrica importata è aumentata, rispetto all'anno precedente di poco meno del 2%, in linea con l'andamento del fabbisogno energetico nazionale
quindi, stringi stringi, non abbiamo il nucleare ma compriamo l'energia che i nostri (molto) vicini producono con tale tecnologia.
mah. mi sembra poco razionale, ma vabeh.
tra l'altro dove? cosa dicono gli abitanti vicini? no perchè è facile essere favorevoli con la centrale a 200km...
mah. mi sembra poco razionale, ma vabeh.
loro le centrali ce le hanno già, sarebbe un peccato chiuderle. inoltre gli serve uranio per alimentare le navi da guerra. poi tranquillo che come si sbloccano i licenziamenti non importeremo più niente
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".