Tesla
Tesla si lamenta di ritorsioni a causa dei dazi? È vero, inizia il Canada
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 14 Marzo 2025, alle 16:07 nel canale Auto Elettriche
Tesla teme che i Paesi sottoposti ai dazi americani si possano vendicare anche nei suoi confronti, ed a quanto pare è vero
55 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTrump che fa una mossa ponderata ?
Quello che alle riunioni gli devono fare report di una pagina con parole scritte in grande e pieni di immagini altrimenti non riesce a leggerli ?
Quello che suggeriva le iniezioni di candeggina ?
Trump è il classico bulletto di quartiere, che non sa niente ma pensa di sapere tutto e con un QI ben al di sotto della media, ma peggiorato dal fatto di essere nato straricco e pieno di gente attorno che gli dice che è un genio in cambio della mancia.
L'unico modo che ha di rapportarsi col prossimo è la sopraffazione, non ha alcun amico, solo servi.
E quando trasporta questa visione in politica estera questo è il risultato, deve bullizzare tutti quelli che gli stanno attorno, non può accettare che non gli siano sottomessi, e i dazi sono l' espressione del suo bullismo.
Non hanno alcuno scopo che non sia quello di alimentare l'ego di ciuffetto rosso, non mi lecchi i piedi ? Ecco pronti un po' di dazi, non c'è alcun progetto o disegno dietro che non sia quello di far paura agli altri.
Non ha alcuna capacità di vedere oltre al proprio naso e lo ha ben dimostrato nei 4 anni precedenti quando Putin, Xi e persino il barilotto coreano lo hanno preso per il *ulo allegramente facendogli firmare qualsiasi stupidaggine.
Aggiungi anche che ormai è un vecchio bacucco, e come si sa, per alcuni, la vecchiaia rincoglionixce
1. Trump, assieme a grossa parte dell'establishment americano, é ossessionato dalla Cina. Se non riescono ad arrestare la Cina, entro 5 anni (ovvero all'incirca entro la fine del suo mandato) essa assumerà il ruolo di prima superpotenza, sia economica che militare, e a quel punto gli Stati Uniti per come li conosciamo saranno finiti.
2. La Cina per ora non cede alle provocazioni militari nel pacifico, visto che, tra le altre cose, sa che prendere tempo gioca a suo favore.
3. Dunque resta la via economica. La Cina é stata trasformata dalla globalizzazione, ovvero dagli americani, nella fabbrica del mondo, dunque é un paese che vive di esportazioni. Una guerra commerciale dunque danneggerebbe tutti, ma secondo alcuni, la Cina più degli USA.
Insomma penso che quello che abbiamo in mente Trump e Company é una bella recessione globale in cui é vero tutti si perde, ma la Cina perde più degli stati uniti. É il classico gioco al ribasso, ahimè molto comune in molti ambiti, se non posso batterti facendo meglio faccio casino così peggioriamo tutti e cerco con quello di chiudere lo svantaggio.
Io ho i miei dubbi che tale gioco funzionerà per gli USA, però io non sono nessuno, mi baso sul sentimento. l'Europa per come sta messa oggi (patetiche divisioni) rischia di essere quella che perderà più di tutti. D'altra parte questo gioco a perdere piace ad una certa classe politica che pensa di poterlo sfruttare per la sua narrazione.
Un'ultima riflessione provocatoria. Sarebbe da ridere se alla fine un effetto di questa guerra commerciale e recessione globale fosse la riduzione delle emissioni di CO2 dovuta al calo dei consumi. I negazionisti del cambiamento climatico sarebbero quelli che alla fine fanno qualcosa di concreto per contrastarlo!
1. Trump, assieme a grossa parte dell'establishment americano, é ossessionato dalla Cina. Se non riescono ad arrestare la Cina, entro 5 anni (ovvero all'incirca entro la fine del suo mandato) essa assumerà il ruolo di prima superpotenza, sia economica che militare, e a quel punto gli Stati Uniti per come li conosciamo saranno finiti.
2. La Cina per ora non cede alle provocazioni militari nel pacifico, visto che, tra le altre cose, sa che prendere tempo gioca a suo favore.
3. Dunque resta la via economica. La Cina é stata trasformata dalla globalizzazione, ovvero dagli americani, nella fabbrica del mondo, dunque é un paese che vive di esportazioni. Una guerra commerciale dunque danneggerebbe tutti, ma secondo alcuni, la Cina più degli USA.
Insomma penso che quello che abbiamo in mente Trump e Company é una bella recessione globale in cui é vero tutti si perde, ma la Cina perde più degli stati uniti. É il classico gioco al ribasso, ahimè molto comune in molti ambiti, se non posso batterti facendo meglio faccio casino così peggioriamo tutti e cerco con quello di chiudere lo svantaggio.
Io ho i miei dubbi che tale gioco funzionerà per gli USA, però io non sono nessuno, mi baso sul sentimento. l'Europa per come sta messa oggi (patetiche divisioni) rischia di essere quella che perderà più di tutti. D'altra parte questo gioco a perdere piace ad una certa classe politica che pensa di poterlo sfruttare per la sua narrazione.
Un'ultima riflessione provocatoria. Sarebbe da ridere se alla fine un effetto di questa guerra commerciale e recessione globale fosse la riduzione delle emissioni di CO2 dovuta al calo dei consumi. I negazionisti del cambiamento climatico sarebbero quelli che alla fine fanno qualcosa di concreto per contrastarlo!
Scommetto che oltre ai controdazi vs usa si cercherà di abbassare i dazi vs Cina per smistare i prodotti di qualità europea verso la Cina che ne apprezza di più la qualità ( a differenza degli yankee che acquistano per moda del momento)
Insomma penso che quello che abbiano in mente Trump e Company é una bella recessione globale in cui é vero tutti si perde, ma la Cina perde più degli stati uniti. É il classico gioco al ribasso, ahimè molto comune in molti ambiti, se non posso batterti facendo meglio faccio casino così peggioriamo tutti e cerco con quello di chiudere lo svantaggio.
Mi sa che ci hai preso (per lo meno, anch'io la immagino così
Per gli USA potrebbe anche funzionare, sempre che riescano a soddisfare la domanda commerciale attraverso una produzione tutta interna.
Per quanto riguarda l'Europa, fino ad ora non ha fatto altro che autogol negli ultimi anni.
Come dire, non tutti i mali vengono per nuocere.
La bilancia commerciale degli USA è sbilanciatissima, importano un sacco di più di quel che esportano, nonostante in USA sarebbero in grado di produrre qualsiasi cosa, e il neo presidente si chiede perché non la producano e invece la importino con costi enormi.
Portare la produzione in USA, dove qualità e costi a parte, non sono il centro del problema per il neo eletto, avrebbe il doppio vantaggio di diminuire i costi di importazione e di aumentare il prodotto interno a favore degli americani.
Questo il piano. Quanto sia realizzabile e in quanto tempo non è dato a sapersi, ma nella sua testolina se si può fare si deve fare. E tanto è più aggressivo, tanto meno tempo ci vorrà.
Apple sta già mettendo in piedi le fabbriche per assemblare, di certo non produrre, i suoi iPhone sul suole americano.
Di contro il resto del mondo fa in fretta a mettere in crisi i supporter del biondo: dazi su auto Tesla e iPhone. Due beni non di prima necessità di cui si hanno diverse alternative, per cui punibili senza riserve.
In aggiunta ci stanno tutti i marchi tecnologici americani, come i computer e monitor Dell, tutti i prodotti HP (lì ne gioveremmo indubbiamente ad avere meno spazzatura che gira nel nostro continente), i computer Apple.
Frega caxxi se sono prodotti in Cina ed esportati direttamente in Europa, sono prodotti di aziende americane e per tanto soggette ai dazi che si vuole imporre.
Tutti prodotti di cui si trova ampia alternativa in altri marchi non americani e con qualità anche maggiore.
Se si vuole andare giù più pesantemente, le grandi industrie europee (e ne abbiamo) dovrebbero chiedere la licenza all'Europa, dietro pagamento anticipato di parte delle tasse non riscuotibili per l'Europa stessa se fanno posti di lavoro là, per poter investire in USA, od essere obbligate a investire qui almeno il doppio di quanto investono là.
Lo ha detto in realtà, riportare quanta più produzione possibile nel territorio USA.
I dazi ai prodotti UE non ci saranno se produci in USA.
Si parla di ca**ate ma è meglio giudicare nel lungo termine, non si ci sveglia un mattino per imporre dazi a caso, di sicuro c'è una strategia dietro già organizzata da tempo con il resto dello staff dei repubblicani, scottarsi inizialmente in un periodo di transizione è normale.
I dazi ai prodotti UE non ci saranno se produci in USA.
Si parla di ca**ate ma è meglio giudicare nel lungo termine, non si ci sveglia un mattino per imporre dazi a caso, di sicuro c'è una strategia dietro già organizzata da tempo con il resto dello staff dei repubblicani, scottarsi inizialmente in un periodo di transizione è normale.
La strategia dei dazi alla fine si è sempre dimostrata perdente per entrambe le posizioni...
L'imposizione di dazi aveva un senso come strumento di protezione quando le economie dei Paesi industrializzati non erano globalizzate ed interdipendenti come oggi. La storia economica dell'Europa del 19° secolo è costellata di guerre di dazi ed economiche ( con il dumping ) che furono anche una delle cause del primo conflitto mondiale.
Ma nel 2025, in un occidente che produce la gran parte dei suoi beni in Asia per abbattere i costi ed avere alti volumi con differenziali di prezzo minimi, usare il bastone dei dazi con la scusa di riportare la produzione in casa ( cosa abbastanza difficile e lunga ), si colpisce anche e soprattutto l'economia nazionale.
Una amministrazione che si dimostri assennata queste cose le capirebbe ed anche se decidesse di portare avanti una ambiziosa politica di " ritorno a casa " ne valuterebbe molto attentamente l'impatto economico e finanziario.
Trump, Vance, quel disadattato di Bannon ( comunque esterno a questa amministrazione ), queste cose non le capiscono o, peggio, non le vogliono capire. I risultati, che non vogliono vedere, li hanno avuto subito: mercati ed indici a picco, incremento dell'inflazione, aumento della speculazione vista il clima di pesante incertezza dei mercati e, come dimostra la lettera di Tesla, prodotti più cari e qualitativamente inferiori.
Questa amministrazione Trump è una rozza espressione di una America miope, che spesso si dimentica di essere la superpotenza vincitrice della guerra fredda ed ancora egemone, pretendendo di avere una politica da cortile di casa. Espressione anche di un orgoglio nazionale distorto ed autoreferenziale che sta producendo estese incrinature tra gli alleati storici degli USA, al limite del tradimento. Il tutto condito da una buona dose di ignoranza.
Un'analisi piuttosto interessante sulla situazione geopolitica inclusi i dazi.
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