Non solo Norvegia: anche nel Regno Unito non si scherza con le auto elettriche. Dicembre quasi al 40%

di pubblicata il , alle 16:50 nel canale Auto Elettriche Non solo Norvegia: anche nel Regno Unito non si scherza con le auto elettriche. Dicembre quasi al 40%

In UK le vendite di auto elettriche e plug-in continuano a crescere, e lo scorso dicembre la quota ha sfiorato il 40%. L'elettrico vola, il diesel ormai è morto

 
60 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
Goofy Goober23 Gennaio 2023, 11:38 #51
Originariamente inviato da: Darkon
Se per migliorare la qualità della vita ci saranno una manciata di ricchi sull'auto ma di contro guadagno un sistema di trasporto pubblico che funziona e che mi permette di respirare meglio e soprattutto di muovermi con minori rischi e meno traffico per me è un guadagno netto per tutti anzi soprattutto per chi non è ricco e spesso vive nelle fasce della città dove traffico e inquinamento sono ancor più presenti.


Sono d'accordo con te, ma con i se e con i ma, i "ricchi" continueranno a circolare comodamente in auto e gli altri continueranno nel trasporto pubblico che sarà come è sempre stato/come è ora.
Non si è in grado di pianificare nemmeno i periodi/orari di picco laddove sono più telefonati del rischio ghiaccio in antartide, a rendere tutto il sistema [U]disponibile ed efficiente[/U] è davvero dura da immaginare.

Poi oh... hai altre soluzioni? Hai una formula migliore della mia? Vai... ti ascolto.


Perfezionare il trasporto pubblico prima di levare o drasticamente diminuire la possibilità alle persone di muoversi autonomamente, sarebbe già una buona idea.

È ovvio che se fai l'operaio "average joe" e hai una certa età non è che puoi licenziarti come niente fosse.


Temo, magari sbaglio, che il grosso del traffico oggi, nelle città o nei centri abitati prossimi a zone industriali, sia proprio causato dai Joe.
Sono i grandi numeri che "fregano" in queste pianificazioni e previsioni di migrazione della mobilità attuale.

Se lavori a mezz'ora/un'ora prendi il mezzo pubblico che nel 90% dei casi c'è. Sei uno dei pochi 10%, bene vai pure in deroga. Il restante 90% invece che scusa ha?


Concordo.
Tieni presente però il tempo extra a seconda della situazione insfrastruttura+traffico/mobilità pre-esistente sulle tratte percorse dai mezzi pubblici.
Laddove in auto sei a 30 minuti da lavoro, con mezzi pubblici questo tempo può dilatarsi ben sopra l'ora, aggiungendo gli eventuali cambi di mezzi con varie combinazioni: piedi-bus-metro, treno-metro-piedi, bus-piedi-treno, auto-bus-treno-piedi etc
Non conta solo la zona da cui parti, ma anche quella in cui arrivi.
Ho lavorato in zone industriali e in porti (in calata, ma anche e soprattutto sui moli) dove non esistono mezzi pubblici, quindi "l'ultimo miglio" è da fare ogni giorno a piedi.
A seconda del luogo, sono anche più di 2km a piedi che aggiungono quarti d'ora facilmente al bilancio quotidiano del tempo.
Per anni, finchè ho potuto, ho vissuto questi "transfer" intermedi come ginnastica extra. Poi quando ho visto il globale quotidiano di far avanti e indietro, passare da quasi 3 ore a solo 1 scarsa, ho potuto constatare che le 2 ore risparmiate potevo comunque usarle in modo più proficuo.

Come me, ovviamente, tanti altri si trovano/possono trovarsi in queste situazioni.

E non sto parlando di abitare a distanze siderali in posti sperduti dovendosi muovere per centinaia di km al giorno. Io abito a 15km circa dal posto di lavoro, ma nella città dove sono e per le tratte coinvolte, valgono almeno per triplo della distanza.

Pensa che per qualche anno ho vissuto in altra zona (riviera opposta, sul mare) a distanza più che doppia (quasi 40km), e a fare avanti e indietro in auto impiegavo lo stesso identico tempo (in treno invece un po' di più, circa mezz'ora extra) minuto più/minuto meno, rispetto alla sistemazione attuale che è infinitamente migliore come immobile, ben meglio come servizi a portata di [U]gamba[/U] (non devo muovere l'auto per futili motivi), pari e patta come gusti la location (trade in mare vs clima collina/monti), ma appunto peggiore come infrastruttura di mobilità, perlomeno sulla tratta di interesse lavorativo.
In questi cambiamenti la possibilità di mobilità personale indipendente da altri, gioca un ruolo attivo importante

Per il resto non è che posso darti una formula esatta per qualsiasi situazione specifica ma è un dato di fatto che tantissimi vivono un attaccamento morboso al luogo di origine. La casa che descrivi la descrivi in maniera talmente ideale che mi viene da chiederti ma è veramente così che vanno le cose? Quanti hanno situazioni così idilliache con casa perfetta e ristrutturata?


Secondo me qui fai l'errore di pensare che tutti crescono in luoghi sopravvalutati dal singolo.
Non dimenticare la soggettività dei singoli individui, sia emotivo personale (proprio gusto) sia economico funzionale (cosa posso permettermi di fare).

A livello prettamente numerico concordo che la maggioranza non sia sicuramente quella che vive nell'idillio, ma non ho i dati per dire che la magnitudo di coloro che vivono nel loro "luogo perfetto" sia altrettanto irrilevante.

Ovviamente il dato di chi scrive qui in questo topic sia assolutamente inutile.
Fossero capitati interlocutori che detestano profondamente la loro abitazione/zona, non penso avrebbero avuto problemi a scriverlo.

Il punto a cui voglio arrivare è che questo attaccamento a cose ereditate, a situazioni di staticità sono nella stragrande maggioranza dei casi idilliache solo in apparenza e molto più spesso c'è solo poca consapevolezza finanziaria dietro le scelte economiche soprattutto sugli immobili e sulle auto.


Secondo me è proprio così, MA mettici anche chi semplicemente non vede nel cambiamento una certezza, ma un incognita.
Della serie, sai cosa lasci, non sai cosa trovi.
Anche questo fa parte dello spettro decisionale sia di chi si trova bene in un luogo, sia di chi non si trova benissimo.

In generale, far credere che si può cambiare casa come con i calzini, può portare al disastro tante persone, non necessariamente sprovvedute, ma semplicemente non adatte al ruolo di cavalletta, magari più a quello di formica.

Originariamente inviato da: Darkon
Non ti dico che sono d'accordo. Ti dico che questa legge la firmerei istantaneamente.

Auto in centro solo con parcheggio privato che può essere posto auto o garage nelle varie declinazioni ma devi avere un posto tuo.


/polemic mode on
e chi si reca per lavoro s'attacca perchè in città sono finiti i posti auto per quelli che l'hanno andare alla coop distante 500 metri?
/off
marchigiano23 Gennaio 2023, 11:56 #52
ma insomma... con tutte queste elettriche in norvegia uk germania... hanno risolto il problema smog nelle città?
Goofy Goober23 Gennaio 2023, 11:58 #53
Originariamente inviato da: marchigiano
ecco, questo è un po il problema italiano, la fissa per la casa di proprietà già a 20 anni. all'estero i giovani girano e stanno in affitto, se trovano un lavoro migliore non hanno problemi a spostarsi. chi riesce a risparmiare investe, crea ulteriore ricchezza

noi vogliamo subito mettere le radici a 20 anni (posso capire uno di 60), fare debiti per 30, un debito che non ci rende niente, tiene fermi soldi, ci succhia risorse per altre cose, ci fa rifiutare lavori migliori perchè lontani da noi


a 60 anni cosa vuoi fare esattamente?
attualmente chi ne ha 60 è andato in pensione da poco o sta per andarci, vorresti dire che è questo/era quello il momento giusto per "mettere radici" (amplia la definizione, intendi comprare casa? oppure sposarsi con qualcuno non disposto a sportarsi? oppure fare figli che crescano in comunità stabile?) mentre prima era corretto vivere in affitto, magari per 40 filati?
Può essere, ma considera che ci sono anche quelli che sono "average Joe", come definizione di Darkon, che già lo fanno di vivere tutta la vita in affitto, senza nemmeno necessità (o interesse) a muoversi.

a 20 anni tanti manco hanno ancora intrapreso il primo lavoro, cosa vuoi che si comprino casa e mettano radici
mettono radici nella casa dei genitori forse.

secondo me la verità sta nel mezzo, come sempre conta più la soggettività che gli ideali economici, ed è totalmente inutile stabilire una data o un momento della vita in cui è giusto o non è giusto "mettere radici" (anche qui concetto assolutamente relativo, salvo definirlo con acquisizione dell'immobile di proprietà.
a 60 ci arrivano persone che non hanno più le energie, o semplicemente la voglia, per mettersi a fare quel che hanno fatto a 30 (se parliamo di comprare/ristrutturare/crearsi una famiglia).
magari per te è assurdo metterle anche a 60, le radici, dato che usi la locuzione "posso capire".

non ho i dati, ma ho come il pensiero che per chi fa numero, la volontà sia invece l'opposto, ossia di diventare stanziale il prima possibile semplicemente perchè non si ha voglia di "affrontare le pratiche" di spostamento troppo spesso.
magari i traslochi non sono il passatempo preferito di tanti, chissà (dipende anche da cosa uno deve spostare).

comunque la motivazione lavoro per spostarsi deve anche presentare gli, stimoli, gli interessi e le migliorie del caso, sennò è facile dire che una persona diventa stanziale troppo presto, o lo resta per sempre.
marchigiano23 Gennaio 2023, 13:49 #54
Originariamente inviato da: Goofy Goober
non ho i dati, ma ho come il pensiero che per chi fa numero, la volontà sia invece l'opposto, ossia di diventare stanziale il prima possibile semplicemente perchè non si ha voglia di "affrontare le pratiche" di spostamento troppo spesso.
magari i traslochi non sono il passatempo preferito di tanti, chissà (dipende anche da cosa uno deve spostare).


è quello che intendevo dire, in italia c'è la voglia di stare fissi in un posto e pretendere che le occasioni vengano da noi. siccome non è così, sopratutto quando si è giovani (il bello poi che per le vacanze girano il mondo...) si dovrebbe cercare di non perdere occasioni per non spostarsi, e spesso la casa col mutuo (chi se la può permettere ovviamente) è la maggior causa di rinuncia a queste occasioni. quindi tra stipendio più basso e mutuo succhia-sangue ci si ritrova vecchi e poveri o quasi... con un appartamentino decrepito

partner che non vuole spostarsi? bisognerebbe chiarire la cosa prima di farci una famiglia insieme, i figli poi seguiranno gli insegnamenti dei genitori (se capaci... vedendo la gioventù attuale meglio sorvolare)
Darkon23 Gennaio 2023, 14:25 #55
Originariamente inviato da: Goofy Goober
Sono d'accordo con te, ma con i se e con i ma, i "ricchi" continueranno a circolare comodamente in auto e gli altri continueranno nel trasporto pubblico che sarà come è sempre stato/come è ora.


Se è per questo i ricchi viaggiano in jet privato oppure mi passano davanti in areoporto e io non posso farci niente. I ricchi in virtù del proprio patrimonio avranno sempre vantaggi che io non avrò e d'altra parte fa parte del gioco altrimenti se essere ricco non ti avvantaggiasse la gente non desidererebbe diventarlo.

Non si è in grado di pianificare nemmeno i periodi/orari di picco laddove sono più telefonati del rischio ghiaccio in antartide, a rendere tutto il sistema [U]disponibile ed efficiente[/U] è davvero dura da immaginare.


È solo questione di volontà... ci sono paesi senza andare a scomodare il Giappone che è un estremo in cui comunque il servizio pubblico funziona ed è puntuale. Certo bisogna iniziare a essere fiscali: parcheggi in doppia fila e blocchi l'autobus ci devono essere pene severe e certe. È solo un esempio ma è per far capire che i disservizi attualmente presenti sono anche figli di una situazione di malcostume generale.

Perfezionare il trasporto pubblico prima di levare o drasticamente diminuire la possibilità alle persone di muoversi autonomamente, sarebbe già una buona idea.


Non credo che sia possibile dato che son cose direttamente collegate. Ad esempio parte dei ritardi del pubblico derivano da problemi relativi al traffico quindi solo eliminando il traffico elimini determinati ritardi.
Non dico che si possa fare tutto insieme e in un attimo ma per forza di cose a un certo punto bisognerà crederci e in una certa misura avventurarsi in una direzione.

Temo, magari sbaglio, che il grosso del traffico oggi, nelle città o nei centri abitati prossimi a zone industriali, sia proprio causato dai Joe.
Sono i grandi numeri che "fregano" in queste pianificazioni e previsioni di migrazione della mobilità attuale.


Per questo ci vuole anche una nuova urbanizzazione ad esempio spostando tutto ciò che è produttivo venga spostato in zone ad hoc e non in centro città. Obbligando le aziende ad avere una pianificazione fatto come si deve e così via. Ripeto non esiste una soluzione semplice... il tutto richiede decenni e un graduale passaggio.


Concordo.
Tieni presente però il tempo extra a seconda della situazione insfrastruttura+traffico/mobilità pre-esistente sulle tratte percorse dai mezzi pubblici.
Laddove in auto sei a 30 minuti da lavoro, con mezzi pubblici questo tempo può dilatarsi ben sopra l'ora, aggiungendo gli eventuali cambi di mezzi con varie combinazioni: piedi-bus-metro, treno-metro-piedi, bus-piedi-treno, auto-bus-treno-piedi etc


Indubbiamente vero ma ripeto questo dipende anche dal numero di auto in strada, dall'inciviltà di alcuni, da situazioni che diminuendo le auto potrebbero risolversi da sole.

Non conta solo la zona da cui parti, ma anche quella in cui arrivi.
Ho lavorato in zone industriali e in porti (in calata, ma anche e soprattutto sui moli) dove non esistono mezzi pubblici, quindi "l'ultimo miglio" è da fare ogni giorno a piedi.
A seconda del luogo, sono anche più di 2km a piedi che aggiungono quarti d'ora facilmente al bilancio quotidiano del tempo.


Sicuramente ci sono situazioni da valutare singolarmente. Io non sono mai stato favorevole all'applicazione di formule o regole generali senza una minima tolleranza. Laddove ci sono esigenze specifiche in cui il servizio pubblico è impensabile perché le persone sono poche o per motivi logistici vanno trovate soluzione compreso dare dispense specifiche a quei lavoratori.

Per anni, finchè ho potuto, ho vissuto questi "transfer" intermedi come ginnastica extra. Poi quando ho visto il globale quotidiano di far avanti e indietro, passare da quasi 3 ore a solo 1 scarsa, ho potuto constatare che le 2 ore risparmiate potevo comunque usarle in modo più proficuo.


Certo... non fa una piega ma ripeto sei una casistica particolare che come tale va trattata. La stragrande maggioranza della gente lavora in zone servite o comunque senza specifici problemi o transfert a piedi.
Pensa anche solo a tutto il mondo impiegatizio che sostanzialmente potrebbe arrivare a lavoro tranquillamente in autobus. Sparirebbero solo con gli impiegati una marea di auto.

E non sto parlando di abitare a distanze siderali in posti sperduti dovendosi muovere per centinaia di km al giorno. Io abito a 15km circa dal posto di lavoro, ma nella città dove sono e per le tratte coinvolte, valgono almeno per triplo della distanza.


Ma una bici/bici elettrica? Su distanze di 10/15Km (a seconda della strada sia chiaro) sono molto pratiche e risparmi un botto.

Secondo me è proprio così, MA mettici anche chi semplicemente non vede nel cambiamento una certezza, ma un incognita.
Della serie, sai cosa lasci, non sai cosa trovi.


Questa è la mia paura... veniamo da una cultura che ci spinge, chi più chi meno, al sostanziale mantenimento di uno status quo per paura del cambiamento. In un mondo però globalizzato e in cui ci sono interi popoli disposti anche a cambiare continente questo comporta che non siamo più competitivi.
Nel micro e lasciando perdere il macro il rischio imponente è che una paura che in una certa misura sia anche sana diventi talmente vincolante e fuori controllo da farci perdere il treno del progresso.
Un giovane che rimane a casa e non fa esperienza non dico per forza all'estero ma almeno fuori dalla propria regione è un giovane che probabilmente ha perso occasioni d'oro sia in quanto individuo che in quanto collettività.

Anche questo fa parte dello spettro decisionale sia di chi si trova bene in un luogo, sia di chi non si trova benissimo.


Il grosso problema di tutto questo è come poi questo si trasforma in un processo decisionale e in quel processo decisionale quanto viene influenzato da emotività.
Conosco persone che avevano i numeri per arrivare a essere qualcuno ma che per emotività e paura di lasciare il luogo "di nascita" hanno rinunciato.

In generale, far credere che si può cambiare casa come con i calzini, può portare al disastro tante persone, non necessariamente sprovvedute, ma semplicemente non adatte al ruolo di cavalletta, magari più a quello di formica.


Il disastro fa parte del gioco. Concepire una vita a rischio zero è un errore intrinseco. Ad esempio io dico sempre quanto un cliente viene a investire da me che NO, non esiste il rischio zero. Non esiste né se tieni i soldi in banca, né se li tieni nel materasso e nemmeno se li converti in oro e la vita segue le stesse regole: puoi essere conservativo quanto vuoi e fallire comunque oppure giocare le carte che hai e andare a vedere se vinci comprese mille sfumature intermedie.
Se c'è una cosa, forse l'unica, che invidio alla cultura anglosassone è che per loro questa cosa è considerata la normalità. Ci provano... anche quando le condizioni sono tutt'altro che ottimali e falliscono. Fanno fallimenti colossali ma continuano a provarci. Questo ha fatto si che oggi le più grandi corporation sono quasi tutte nate in questi paesi.
Goofy Goober23 Gennaio 2023, 16:04 #56
Originariamente inviato da: Darkon
Se è per questo i ricchi viaggiano in jet privato oppure mi passano davanti in areoporto e io non posso farci niente. I ricchi in virtù del proprio patrimonio avranno sempre vantaggi che io non avrò e d'altra parte fa parte del gioco altrimenti se essere ricco non ti avvantaggiasse la gente non desidererebbe diventarlo.


Per ricchi tra virgolette mi riferivo banalmente a quelli che ancora potranno comprarsi auto, a prescindere da limitazioni e transizioni elettriche. Chiaramente non si tratta di ricchi che volano in jet, ma di una buona fetta di persone che occupano quotidianamtene le strade pubbliche. Non la maggioranza, ovviamente.
È solo questione di volontà... ci sono paesi senza andare a scomodare il Giappone che è un estremo in cui comunque il servizio pubblico funziona ed è puntuale. Certo bisogna iniziare a essere fiscali: parcheggi in doppia fila e blocchi l'autobus ci devono essere pene severe e certe. È solo un esempio ma è per far capire che i disservizi attualmente presenti sono anche figli di una situazione di malcostume generale.


Eh già. Ma se manca già la volontà c'è poco da sperare sulla realizzazione pratica.

Non credo che sia possibile dato che son cose direttamente collegate. Ad esempio parte dei ritardi del pubblico derivano da problemi relativi al traffico quindi solo eliminando il traffico elimini determinati ritardi.
Non dico che si possa fare tutto insieme e in un attimo ma per forza di cose a un certo punto bisognerà crederci e in una certa misura avventurarsi in una direzione.


Si ma anche no, treni, e metro sotto o sopra, sono infrastrutture non necessariamente collegate al traffico. Ma non sono comunque disponibile ovunque, e spesso le maggiori masse critiche di traffico si incontrano proprio dove iniziano o finisco gli agganci con la rete pubblica, che oltre li non va.
Il passo tra arrivare alla caciara per prendere un mezzo in auto, e proseguire diritto fino a destinazione, sopratutto se la destinazione è poco distante, è quello che oggi "frega" tanti.

Per questo ci vuole anche una nuova urbanizzazione ad esempio spostando tutto ciò che è produttivo venga spostato in zone ad hoc e non in centro città. Obbligando le aziende ad avere una pianificazione fatto come si deve e così via. Ripeto non esiste una soluzione semplice... il tutto richiede decenni e un graduale passaggio.


Magari, sarebbe un ottima idea, ma tali zone dovrebbero avere un servizio più che pubblico, privato. Ossia necessario solo alle aziende che vi operano, e, purtroppo, vincolato ad orari che rendono la vita del personale essa stessa vincolata a tali orari.
Poco immaginabile avere un trasporto pubblico a pari della città dedicato a zone industriali. Li le auto serviranno sempre.
Indubbiamente vero ma ripeto questo dipende anche dal numero di auto in strada, dall'inciviltà di alcuni, da situazioni che diminuendo le auto potrebbero risolversi da sole.


Non proprio, i mezzi pubblici hanno problemi anche laddove c'è poco spazio, a prescindere dalle auto, e negli orari di traffico non di punta, diciamo solo leggero.
Quel traffico che difficilmente rimpiazzi, trattandosi perlopiù di mezzi da lavoro, per consegne/camion, taxi etc. In pratica negli orari quando la maggiorparte delle persone si deve ancora spostare o si è già spostata, il pubblico oggi non brilla affatto.
Certo poi, prendendo il bus alle 3 di notte, le mezz'ore diventano a stento 10 minuti. Cosa comunque mai realizzabile nel momento in cui devi potenziare le linee abbastanza da trasportare tutti quanti (il traffico lo fanno anche gli stessi mezzi pubblici tra loro).

Sicuramente ci sono situazioni da valutare singolarmente. Io non sono mai stato favorevole all'applicazione di formule o regole generali senza una minima tolleranza. Laddove ci sono esigenze specifiche in cui il servizio pubblico è impensabile perché le persone sono poche o per motivi logistici vanno trovate soluzione compreso dare dispense specifiche a quei lavoratori.


Già, mi ha incuriosito la figura del mobility manager introdotta durante la pandemia, vorrei conoscerne qualcuno e vedere come hanno organizzato l'attività.

Certo... non fa una piega ma ripeto sei una casistica particolare che come tale va trattata. La stragrande maggioranza della gente lavora in zone servite o comunque senza specifici problemi o transfert a piedi.
Pensa anche solo a tutto il mondo impiegatizio che sostanzialmente potrebbe arrivare a lavoro tranquillamente in autobus. Sparirebbero solo con gli impiegati una marea di auto.


Guarda, non tanto particolare, alla fine ho mansione impiegatizia pure io, sto ad una scrivania la maggiorparte del giorno, il problema è che questa scrivania appunto si è trovata anche in zone molto ma molto lontane dalle ultime fermate utili dei mezzi pubblici.
Ma una bici/bici elettrica? Su distanze di 10/15Km (a seconda della strada sia chiaro) sono molto pratiche e risparmi un botto.


Infattibile dove vivo io, troppo dislivello per percorrere tali distanze in bici, anche fosse elettrica. Inoltre le strade nel mio quotidiano sono assolutamente pericolose per le biciclette (strette, trafficate, miste camion/traffico pesante/pesantissimo), infatti non se ne vedono, tranne i ciclisti domenicali.
Credo di avere la città (Genova) con le ciclabili più deserte di tutta italia
Chiaro quindi che prima ci voglia un pensiero sensato come rendere eventualmente amichevole l'uso della bici che vada fuori dalla passeggiata a mare

A prescindere da queste osservazioni sugli altri, che non usano bici (avvalornado la mia opinione sul decisamente infattibile), personalmente non potrei nemmeno più usarla volendo far il funambolo, causa invalidità permanente.

Questa è la mia paura... veniamo da una cultura che ci spinge, chi più chi meno, al sostanziale mantenimento di uno status quo per paura del cambiamento. In un mondo però globalizzato e in cui ci sono interi popoli disposti anche a cambiare continente questo comporta che non siamo più competitivi.
Nel micro e lasciando perdere il macro il rischio imponente è che una paura che in una certa misura sia anche sana diventi talmente vincolante e fuori controllo da farci perdere il treno del progresso.
Un giovane che rimane a casa e non fa esperienza non dico per forza all'estero ma almeno fuori dalla propria regione è un giovane che probabilmente ha perso occasioni d'oro sia in quanto individuo che in quanto collettività.


La globalizzazione ha evidenziato come tanti di quelli che si rendono conto di star davvero male dove stanno, sono disposti (o costretti) a girare il pianeta.
Ho il sentore che in Italia tanti stiano (ancora) non abbastanza male da voler partire.
Oppure non lo stavano abbastanza quando era il momento giusto, per partire.
Non saprei, ma l'idea che mi sono fatto nell'ambito lavorativo fino ad oggi è su per giù questa. Anche tra italiani nati in italia, i più girovaghi (in italia stessa o all'estero) che ho incontrato erano tutte persone che non vedevano l'ora di "scappare" dalla terra natia (intesa come zona di nascita) o persone che si sono scelte lavori/carriere dove girare è l'obbligo base dei propri compiti.
Alcuni sono tornati, altri sono rimasti altrove, altri girano ancora oggi di frequente.
Tanti però non sono mai partiti
Evidentemente avere una popolazione che sta male dove sta (abbastanza male) sarà un requisito per la competitività futura, chissà.
Io spero semmai che l'iperglobalizzazione si ridimensioni comunque, prima di rendere inospitali i luoghi ospitali.

Il grosso problema di tutto questo è come poi questo si trasforma in un processo decisionale e in quel processo decisionale quanto viene influenzato da emotività.
Conosco persone che avevano i numeri per arrivare a essere qualcuno ma che per emotività e paura di lasciare il luogo "di nascita" hanno rinunciato.


l'emotività fa parte dell'uomo, la sua salute mentale e quindi fisica ne è spesso direttamente condizionata, in bene o in male.
chi è più distaccato emotivamente in certe scelte è enormemente avvantaggiato, secondo me.

Il disastro fa parte del gioco. Concepire una vita a rischio zero è un errore intrinseco. Ad esempio io dico sempre quanto un cliente viene a investire da me che NO, non esiste il rischio zero. Non esiste né se tieni i soldi in banca, né se li tieni nel materasso e nemmeno se li converti in oro e la vita segue le stesse regole: puoi essere conservativo quanto vuoi e fallire comunque oppure giocare le carte che hai e andare a vedere se vinci comprese mille sfumature intermedie.
Se c'è una cosa, forse l'unica, che invidio alla cultura anglosassone è che per loro questa cosa è considerata la normalità. Ci provano... anche quando le condizioni sono tutt'altro che ottimali e falliscono. Fanno fallimenti colossali ma continuano a provarci. Questo ha fatto si che oggi le più grandi corporation sono quasi tutte nate in questi paesi.


Vero, ma i singoli non sono corporation, e spesso di tentativi per fallire tutto nella vita ne hanno uno soltanto, a fronte di numerose strade da seguire.
Alla fine il rischio sta in tutte le scelte alla base delle altre, ossia "faccio, non faccio, non scelgo"
La scelta giusta la scopri probabilmente quando tiri davvero le somme di tutto quanto, di solito accade poco prima di indossare il tuo ultimo abito.
La vita è (si spera) lunga e frastagliata di ostacoli, voluti o non voluti
mrk-cj9429 Gennaio 2023, 18:00 #57
Originariamente inviato da: Darkon
Questo ha fatto si che oggi le più grandi corporation sono quasi tutte nate in questi paesi.


esempi?
erchè mai sarebbero potute nate e sopravvivere in Italia (ma non tanto per cultura dell'immobilismo eh)
Dom7705 Febbraio 2023, 02:25 #58
Originariamente inviato da: Darkon
Ma è tanto difficile rispondere senza dover sempre sbeffeggiare l'opinione altrui? No perché sembra che se non ci mettete prima una frase del genere diventa impossibile rispondere ed argomentare.

sorry per la mia "risatina", ma da come l'hai scritta la tua non sembrava (almeno a me) una opinione, ma una "direttiva" che la gente deve/dovrà seguire...
secondo questa tua / vostra logica di ragionamento allora sarebbe il caso di diventare tutti "nomadi", spostarsi a lavorare solo vicino al posto di lavoro in modo da viaggiare quel poco che basta con la bici (o il monopattino tanto di moda) od i mezzi pubblici, o meglio a piedi...


Originariamente inviato da: Darkon
Ma infatti io per primo ho specificato che questa è una strada che è quasi impossibile se non per chi riveste ruoli ambiti e quindi ha una ampia mobilità e può permettersi di cambiare azienda con una relativa facilità. È ovvio che se fai l'operaio "average joe" e hai una certa età non è che puoi licenziarti come niente fosse.

ecco, hai detto niente..."se non per chi riveste ruoli ambiti"...
facciamo un esempio con cifre sparate a casaccio, non ho voglia di vedere i dati reali...
popolazione lavorativa italiana 15mln. su questi 15 mln quanti rivestiranno i cosidetti "ruoli ambiti" ?
forse un 5% massimo? ecco ti resta un 95% di quei 15mln che non può permettersi di cambiare casa ed avvicinarsi al lavoro...che facciamo li ammazziamo tutti, perchè non sono bravi ed ecologici e rimangono a vivere + o- distante dal posto di lavoro e per andarci lo devono fare con la propria auto personale? si ok, giustissimo...


Originariamente inviato da: Darkon
Se lavori a mezz'ora/un'ora prendi il mezzo pubblico che nel 90% dei casi c'è. Sei uno dei pochi 10%, bene vai pure in deroga. Il restante 90% invece che scusa ha?

certo come no....
si il mezzo pubblico ti dò ragione c'è anche nel posto + in xxlo d'italia (o quasi), ma vai a vederti gli orari che c'ha quel mezzo pubblico....
forse nei capoluoghi di provincia e nei paeselli poco fuori del capoluogo ti "salvi" e riesci a sfruttare il mezzo pubblico per recarti a lavoro e rientrare a casa in tempi decenti...

ti parlo anche per esperienza mia personale. quando lavoravo a 3 km da casa ci andavo per lo + in bicicletta/motorino. l'auto la usavo solo quando pioveva (o prometteva pioggia), quando dovevo andare in giro per il lavoro stesso (no, non avevamo il benefit dell'auto aziendale, si andava con la propria, si conteggiavano i km fatti e ci veniva "ripagato" l'uso dell'auto personale...), o quando (bei tempi, migliori sicuro di oggi) potevo permettermi di andare in piscina o palestra la sera dopo il lavoro (e quindi essendo palestra/piscina + distanti di almeno altri 5/6 km dal luogo di lavoro, uscendo la sera dopo le 18/18:30 nel periodo autunnale/invernale non era il massimo andarci in bicicletta col buio e col borsone appresso...perciò partivo da casa al pomeriggio in auto col borsone in bagagliaio)

poi ho dovuto cambiare lavoro, e ne trovai uno (non per scelta, ma per necessità a "soli" 27 km da casa mia. un calvario....ci impiegavo dai 50 ai 60 minuti circa (rispettando i limiti) sia al mattino andarci che alla sera nel rientro a casa...
però partivo da casa con la mia automobilina e in relativa tranquillità arrivavo nel cortile della sede e poi a casa sempre con quelle tempistiche.
mezzi pubblici? sinceramente nemmeno li presi in considerazione, ma sono strasicuro che (conoscendoli come sono in queste zone) avrei dovuto fare + cambi tra corriera ed autobus per giungere in quella zona vicina al capoluogo di provincia ma "abbastanza fuori mano"....e chissà quanto tempo in + avrei impiegato.
ma quello fu comunque una "extrema ratio", non vi erano condizioni contrattuali vantaggiose e lo abbandonai poco dopo, per mia fortuna.

attualmente lavoro sempre "in zona" a circa 7/8 km da casa. purtroppo il traffico c'è e ci impiego sempre un buon 10/15' a percorrere il tragitto.
lo faccio in auto, per 2 motivi:
-per buona parte del tragitto ho un lungo rettilineo con strada non larghissima, trafficata spesso da autoarticolati, non vi è la ciclabile, non è illuminata di sera
-a mezzogiorno torno a casa x il pranzo per mangiare con i miei genitori (altrimenti soli a casa a quell'ora)

mezzi pubblici in questo caso? anche no grazie....ho per curiosità controllato orari e fermate...ci perderei almeno un buon 2 ore giornaliere con una fermata alla stazione, attesa per la coincidenza e cambio autobus per prendere quello che mi porterebbe vicino al lavoro...senza contare che non riuscirei in nessun caso a tornare a casa per pranzo...

in famiglia siamo in 4 ed abbiamo 2 auto, 1 mia, ed 1 di mio papà. mio papà è pensionato, e la sua dal lunedì al venerdì è solitamente usata da mia sorella per andare al lavoro. anche nel suo caso non avrebbe i mezzi pubblici "facili" per arrivare al lavoro, anche perchè lei fa orari un pò strani tipo inizia alle 7.15 o anche alle 6.30, non torna per pranzo e torna a casa al pomeriggio verso le 16.30 o 17, dipende, a volte rimangono anche fino alle 17.30/18.00
bici per lei? percorso molto + rischioso del mio con strade pure strette e un paio di zone molto trafficate....

quando mio papà/mamma hanno bisogno dell'auto in quel caso porto io a lavoro mia sorella, e poi al pomeriggio la va a riprendere mio papà.
di tanto in tanto i miei si incaxxano e vorrebbero che mia sorella si prende un'auto perchè si sentono un pò "legati" che non si possono muovere in libertà...
certo non hanno tutti i torti, ma fin'ora io li ho "trattenuti" spiegando loro
che non sarebbe molto conveniente avere un'auto in + per poi averne 1 che rimarrebbe ferma in garage un buon 60% del tempo....



Originariamente inviato da: Darkon
Per il resto non è che posso darti una formula esatta per qualsiasi situazione specifica ma è un dato di fatto che tantissimi vivono un attaccamento morboso al luogo di origine. La casa che descrivi la descrivi in maniera talmente ideale che mi viene da chiederti ma è veramente così che vanno le cose? Quanti hanno situazioni così idilliache con casa perfetta e ristrutturata?
La realtà è che in molti casi le situazioni reali sono molto più varie e meno ideali. Le case non sono ristrutturate o ristrutturate male/parzialmente. Le dimensioni non sono quelle ideali ecc... ecc... ecc...

Il punto a cui voglio arrivare è che questo attaccamento a cose ereditate, a situazioni di staticità sono nella stragrande maggioranza dei casi idilliache solo in apparenza e molto più spesso c'è solo poca consapevolezza finanziaria dietro le scelte economiche soprattutto sugli immobili e sulle auto.


neppure io so dare una formula esatta, ma nemmeno lo vorrei fare anche se l'avessi! ognuno deve fare le proprie scelte , mica devi fare un protocollo e tutti debbono seguire quello perchè lo dice tizio o caio....
tu parli di consapevolezza finanziaria e scelte economiche su immobili ed auto....mica tutti hanno le "doti" finanziarie per mettersi a tavolino e programmare il resto della vita.
no, non ho descritto una situazione idiliaca, ho solo detto che chi ha la sua casettina privata, vecchia o nuova, ristrutturato o non che sia, e gli piace o gli sta bene come sta se la tiene ben stretta.
tu forse non consideri amicizie ed affetti...e ti sta bene girare per l'italia o per il mondo alla ricerca della ricchezza finanziaria ...

io molti anni fa ho rinunciato ad un "buon lavoro" dove probabilmente non sarei diventato ricco sfondato, ma di sicuro un buon benestante. perchè?
che vita sarebbe avere il conto in banca grasso ma stare via da casa propria (non solo in nazione/europa) per un 75/80% dell'anno e "vivere" in alberghi in giro per il mondo e fare la "spoletta" albergo/azienda dove devi fare i montaggi/manutenzioni? c'è a chi piace e lo fa, o lo fa per necessità (magari inizialmente, ma poi vi si trova "avvinghiato dentro" col passare degli anni). quando mi fu proposto avevo da poco terminato le superiori, avevo i miei amici (che ancora ho) e ci tengo ai miei familiari. se accettavo quel lavoro, quelle poche volte che ero a casa mi sarei ritrovato con gli amici? quante serate mi sarei perso...
ho un amico che fa un lavoro di questo tipo da un ventennio, tra in giro per l'italia/europa e "mondo", ha anche famiglia (ma la famiglia se l'è fatta per sua fortuna prima di iniziare le trasferte "importanti" in giro per il mondo). adesso se ne è stancato, è riuscito a farsi "spostare" di mansione per rimanere in ditta dopo aver "formato" il suo probabile sostituto. però è successo che il sostituto è durato pochi mesi e se l'è scappata via a gambe levate, nessuno dei suoi colleghi vuol fare il trasfertista e....lo hanno rispostato nel ruolo precedente....e lui non ne vuole + sapere...
Dom7705 Febbraio 2023, 02:35 #59

che poi....

che senso hanno tutte le nuove infrastrutture stradali che hanno o stanno costruendo in questi ultimi anni sperperando miliardi? (un esempio la pedemontana veneta...)
se stanno cercando di diminuire i possessori di auto private, ci sarà meno traffico, quindi perchè tutte ste spese per nuove strade?
aqua8405 Febbraio 2023, 04:13 #60
Originariamente inviato da: Dom77
che senso hanno tutte le nuove infrastrutture stradali che hanno o stanno costruendo in questi ultimi anni sperperando miliardi? (un esempio la pedemontana veneta...)
se stanno cercando di diminuire i possessori di auto private, ci sarà meno traffico, quindi perchè tutte ste spese per nuove strade?


Ma devono mangiare anche “gli amici”, mica solo il politico di turno.
Queste sono cose proprio basilari

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
^