Stellantis
L'Italia alza gli scudi contro le auto elettriche cinesi, prendendo esempio dalla Francia
di Giulia Favetti pubblicata il 05 Ottobre 2023, alle 11:53 nel canale Auto ElettricheIl Governo Meloni, da sempre in forte opposizione alla mobilità elettrica di fattura cinese, starebbe valutando un piano di incentivi che renda meno vantaggioso l'acquisto di vetture costruite in Cina, seguendo la strategia francese
66 Commenti
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Il problema non è l'imprenditore che insegue le occasioni migliori, di fatto non è buono o cattivo ma segue la massimizzazione del profitto.
Se le normative (ipocrite o orientate) europee hanno spinto gli imprenditori a recarsi in Asia per produrre, il problema sta in chi ha fatto tali norme..
Anche ora è sempre il legislatore con occhio miope ( o forse dalla vista fin troppo lunga) ad aver provocato il problema che si cerca di risolvere..
Certo se il sistema pensato dai francesi basato anche sull'inquinamento in fase di produzione dovesse ledere così tanto i prodotti cinesi, forse quanto ho sempre sostenuto è vero, in altre parole non vi è nulla di ecologico in questa transizione ma un mero fatto di interessi che si stanno spostando in un'altra parte del Mondo..E noi da bravi stupidi ( o forse compiacenti) lo abbiamo permesso in passato e lo stiamo permettendo anche oggi.In nome di una falsa rivoluzione ecologica , che richiama anche giovano inconsapevoli di queste dinamiche.
Stellantis e' un gruppo europeo a guida francese.
Ne fanno parte Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati che sono italianissime, si'.
Ne fanno parte Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati che sono italianissime, si'.
Quindi no, Stellantis non è italiana
I prezzi della produzione UE/USA ( al netto degli incentivi che non dureranno per sempre ) sono e rimarranno alti per un bel pò di tempo a causa di una struttura dei costi difficilmente comprimibile.
La quota di auto cinesi in Europa è ancora piccola, non è troppo tardi. Più che il numero di auto, sono le batterie che mi preoccupano. Lì si che hanno una quota rilevante.
Riuscirebbero comunque a proporre sul mercato veicoli elettrici dal prezzo competitivo rispetto alla concorrenza, pappandosi delle belle fette di mercato in vista della scadenza del 2035.
Per aprire un impianto servono le autorizzazioni, e non è detto che le diano.
Sono situazioni diverse, così come è vero che la storia si ripete, è anche vero che non tutte le situazioni sono uguali.
vengono prodotte dai galeotti e rapiscono direttamente gli ingegneri europei
Per aprire un impianto servono le autorizzazioni, e non è detto che le diano.
Sono situazioni diverse, così come è vero che la storia si ripete, è anche vero che non tutte le situazioni sono uguali.
Infatti per il momento è così ma, visto il traguardo del 2035, i Cinesi vogliono entrare in UE con prodotti a prezzo accessibile per conquistarsi una loro fetta di mercato.
Riguardo alle autorizzazioni non è detto che non le diano. Ogni Paese membro dell'UE mantiene la sua sovranità per le politiche economiche ed industriali entro i suoi confini. Se ti si presentano con un bel sacco di soldi da investire sul territorio sarebbe la classica offerta a cui non si può rinunciare.
Con tutto il rispetto è la stessa situazione: il Giappone produceva ed esportava auto più efficienti a prezzi più bassi; per evitare il ban hanno investito direttamente negli USA portando in casa la loro filosofia produttiva. Per competere i marchi USA hanno dovuto ristrutturarsi e rinnovarsi a scapito dell'occupazione interna.
La stessa cosa può benissimo accadere con la produzione cinese di BEV qui in Europa, visto il ritardo accumulato sull'elettrico dai produttori nostrani.
Ma come ci mettiamo d'accordo su un metro globale per misurarlo?
chi certifica super partes?
concetto giusto ma un po' utopico e strumentalizzabile.
Primo perché non fanno più così schifo come un tempo, anzi. Secondo perché la gente, perlomeno parecchi, guardano solo il prezzo, a discapito anche della sicurezza.
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