Giorgia Meloni contro il ban delle auto endotermiche: "il divieto al 2035 è dannoso, la Cina ci guadagna"
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 10 Febbraio 2023, alle 11:22 nel canale Auto ElettricheIl presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa sulla questione della regolamentazione UE del mercato automotive. Secondo la premier l'elettrico è al momento l'unica soluzione, e avvantaggia la Cina
298 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon è così che funzionano le auto elettriche.
Un giorno forse lo capiranno tutti.
A parte che non è vero, ma l'idrogeno e il carburante sintetico come pensano di produrli?
Bruciare carbone, petrolio o metano per produrre elettricità per produrre idrogeno o carburante sintetico.
Solo che con l'elettricità necessaria per fare 1000 chilometri in elettrico ne fai 400 con l'idrogeno e 200 con il carburante sintetico.
Proprio un affare!
Praticamente invece di ridurre le emissioni le aumentiamo
I carburanti sintetici (a quanto ho capito) sono un gioco a somma 0 nella peggiore delle ipotesi, mentre nella migliore permettono di ridurre i gas serra (producendo carburante senza usarlo).
Al di là del fatto che è ancora una tecnologia rudimentale e non c'è economia di scala, ci sono ragioni tecniche che ne impediscono la realizzazione su larga scala?
Se qualcuno ha informazioni attendibili, mi piacerebbe capire.
Perchè sono una scemenza colossale.
Per produrre il carburante sintetico necessario per fare 200 chilometri serve l'energia elettrica necessaria per farne 1000 con un'auto elettrica.
O se preferisci per produrre un litro di carburante sintetico devi bruciare due litri di benzina (forse anche di più.
Con i carburanti sintetici invece di inquinare meno inquini di più e stessa cosa l'idrogeno.
L'elettrico va bene per le città, dove vai a fare la spesa, ti fermi e la notte ricarichi la macchina... ma per chi viaggia?
hai ragione, nei luoghi abitati solo macchine elettriche, in autostrada chi vuole può andare anche con le auto a combustione interna. voglio proprio vedere quante auto a benzina venderanno.
100 anni fa non si sono messe fuorilegge le carrozze a cavalli; le si è rese "naturalmente" non convenienti.
100 anni fa non si sono messe fuorilegge le carrozze a cavalli; le si è rese "naturalmente" non convenienti.
Non è la stessa situazione.
Le auto rispetto ai cavalli offrivano prestazioni maggiori e meno oneri, è stata un'evoluzione dettata da necessità d'uso.
In questo caso dobbiamo fare un'evoluzione non per necessità d'uso, cioè non offre prestazioni maggiori o meno oneri (anzi per ora qualcuno in più.
Si tratta di un'evoluzione per cause non legate all'uso dell'auto ma perché la filiera stessa non è più sostenibile.
Dormirei sonni più tranquilli con una bombola di acetilene sotto il letto che con una di idrogeno ,e chi salda sa quanto può essere pericoloso l'acetilene ( i famosi botti fatti con il carburo).
A meno che l'idrogeno non venga stoccato con metodi appena scoperti che lo rendono stabile e meno volatile,si parlava di una "pasta" che riesce a contenerlo,tipo la farina fossile con la nitroglicerina,si trasforma in dinamite ma almeno,se ti casca per terra,non salti in aria come con una provetta di nitroglicerina.
Comunque sia,l'unione fa la forza,se noi europei fossimo più uniti,i cinesi ci farebbero meno paura,ma finché si fa distinzione fra tedesco (il grande capo) francese (il capo in seconda) italiano,greco,spagnolo,portoghese (gli operaietti da sfruttare) , l'Europa non andrà da nessuna parte.
100 anni fa non si sono messe fuorilegge le carrozze a cavalli; le si è rese "naturalmente" non convenienti.
No, infatti. Sono state fortemente ostacolate, con campagne che sottolineavano la pericolosità delle auto, la paura di venir investiti, quanto era meglio e naturale usare il cavallo.
Poi, dopo decenni necessari per il cambiamento, si sono accorti che continuando con il cavallo sarebbero stati sommersi di letame e urina, e invece le strade diventarono più pulite, aumentò l'igiene e calarono molte malattie.
Ci son voluti 60-70 anni per togliere i cavalli dalle strade. E nessuno li rimpiange.
Quanto bisogna aspettare perché le auto elettriche facciano il loro naturale percorso nel mercato? 100, 150 anni?
Considerando che viviamo nel periodo in cui si crede alla terra piatta...
Le auto rispetto ai cavalli offrivano prestazioni maggiori e meno oneri, è stata un'evoluzione dettata da necessità d'uso.
In questo caso dobbiamo fare un'evoluzione non per necessità d'uso, cioè non offre prestazioni maggiori o meno oneri (anzi per ora qualcuno in più.
Si tratta di un'evoluzione per cause non legate all'uso dell'auto ma perché la filiera stessa non è più sostenibile.
beh, le prime auto (a vapore, mica a carburante fossile) erano meno economiche di un buon cavallo, meno veloci e meno affidabili.
quando il "meno" è diventato "più" il prode jolly jumper è stato relegato a passatempo per riccastri spocchiosi.
poi, per carità, di modi per rendere meno conveniente le macchine a combustione ce ne sono a pacchi.
metti la super a 5 euro e vedi se la gente non passa di corsa all'elettrico, anche se merdoso come questo qui,
Inoltre il vincolo al 2035 serve proprio per smuovere le compagne automobilistiche europee a darsi una mossa, altrimenti nel 2035 gli europei compreranno automobili coreane, giapponesi, cinesi e americane proprio perché elettriche, casomai andrebbe cavalcata l'onda, incentivando le installazione di stalli di ricarica, la ricerca su motori elettrici e batteria e investire sul riciclo di quest'ultime. Chi oggi produce i semi assi per la Fiat, si troverà senza commesse quando la FIAT nel 2035 continuerà a proporre vetture con motore a combustione, perché ne venderà molte poche.
In ogni caso, l'industri dell'indotto automobilistico, di cui in Italia siamo pieni con commissioni date da FIAT e dai marchi tedeschi, può essere facilmente convertita, anzi la maggior parte non ne avrebbe neanche la necessità, chi fa semiassi oggi con le endotermiche, lì può fare domani con le elettriche.
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".