Fabbrica Dongfeng in Italia, i cinesi chiedono al governo italiano cose impossibili?
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 30 Settembre 2024, alle 17:29 nel canale Auto ElettricheDopo mesi di trattative per cercare di portare Dongfeng a produrre nel nostro Paese, spuntano delle richieste che potrebbe far crollare il progetto
Sono diversi mesi che si parla di un possibile approdo della cinese Dongfeng in Italia. Il governo di Giorgia Meloni, insoddisfatto del livello produttivo di Stellantis nel nostro Paese, sta cercando di attirare nuove aziende, ed ha puntato in primis quelle cinesi.
Lo scorso aprile il ministro Adolfo Urso si diceva addirittura sicuro che Dongfeng avrebbe prodotto le sue auto (elettriche) in Italia, ma da allora poche cose sono cambiate. Ci ha pensato il Corriere della Sera a pubblicare una ricostruzione delle ultime novità, e si scopre che la trattativa sarebbe arenata per via di alcune richieste di Dongfeng all'esecutivo italiano.
Scopriamo che quando il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha fatto visita all'Italia (prima di spostarsi a Bruxelles per discutere con la Commissione Europea), ha presentato richieste formali del governo cinese, che controlla Dongfeng.
Il marchio cinese vorrebbe che l'Italia diventasse baluardo dell'opposizione ai dazi sulle auto elettriche cinesi importate, cosa che in effetti il governo ha già deciso di non fare, sostenendo invece la posizione "punitiva" dell'Europa. Ma non solo, dalla Cina arriverebbe la richiesta di un ruolo per Huawei nelle telecomunicazioni italiane (forse per compensare i problemi avuti negli Stati Uniti) oltre a una cooperazione sul tema dell'intelligenza artificiale.
Tutti argomenti spinosi, e su cui sembra che un accordo sia effettivamente lontano, motivo per cui la pista Dongfeng-Italia si è decisamente raffreddata nelle ultime settimane.
34 Commenti
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Secondo me...NO.
Sarebbe bene trovare un punto di incontro anche se quello che chiedono non è certo "banale"...
Con ban arbitrario di Huawei e ZTE ci siamo già messi a 90, anche se non ai cinesi
Secondo me...NO.
Sarebbe bene trovare un punto di incontro anche se quello che chiedono non è certo "banale"...
Non vedo cosa ci sia di complicato nel riammettere nel mercato italiano i router e SRB Huawei
Forza Stellantis!
Invece, nel NOSTRO comunismo gli operai...
A 90° ci siamo messi a partire dal dopoguerra, sarebbe bene non farla diventare una gang bang, pure perché mi viene in mente un paese che storicamente ha avuto forti influenze discordanti tra USA e una certa superpotenza asiatica, non mi pare che attualmente se la passi tanto bene.
Quindi, secondo gli zelanti ministri agli ordini di Ji Xi Ping, per avere forse uno o due impianti dove si assembleranno vetture cinesi, sviluppate in Cina, con componenti prodotti in Cina, dovremmo mettere le nostre reti telco nelle loro mani, oltre al fatto di esporre dati sensibili dei cittadini italiani per una non meglio precisata " collaborazione " in ambito IA!!
Il classico piatto di lenticchie!!
Guarda, a prescindere che da questo incontro pare che non siano state messe nero su bianco cifre ed impianti potenzialmente interessanti, il problema dei costi per i cinesi sarebbe comunque " contenuto " dal fatto che loro vogliono solamente assemblare in Italia!!
Assemblare scocche con elementi prodotti in Cina, idem per i motori, l'elettronica, gli interni... A loro servirebbero solamente le braccia ed i macchinari, magari anche questi provenienti dalla Cina, per tirare fuori da una scatola di montaggio una vettura!!
Nessun investimento ad alto valore aggiunto quindi...
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