Boom di ibride, crollo di elettriche: la fotografia del mercato auto italiano a giugno
di Vittorio Rienzo pubblicata il 02 Luglio 2025, alle 10:40 nel canale Auto Elettriche
A giugno 2025 le immatricolazioni auto in Italia calano del 17,4%, con 132.191 unità vendute. Le elettriche perdono terreno, crescono solo le ibride, con un boom delle plug-in. UNRAE denuncia ritardi su infrastrutture e fiscalità aziendale
Il mercato automobilistico italiano ha registrato un deciso arretramento nel mese di giugno 2025. Secondo i dati diffusi da UNRAE, le immatricolazioni si sono fermate a 132.191 unità, segnando un calo del 17,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che aveva beneficiato dell’avvio degli incentivi statali. Anche il bilancio del primo semestre dell’anno è negativo, con una flessione del 3,6% sul periodo gennaio-giugno 2024 e un crollo del 21,1% rispetto al 2019, pari a 228.500 unità in meno.
Il rallentamento colpisce trasversalmente tutte le tipologie di utilizzatori, con una netta contrazione della domanda da parte dei privati, che rappresentano ora solo il 50,9% del mercato, in calo di 8,6 punti percentuali. Tengono invece le immatricolazioni legate al noleggio a lungo termine (23,8%) e quelle delle società (6,2%). Sul fronte delle alimentazioni, si assiste a un calo significativo dei motori puramente endotermici: i benzina si fermano al 23,6%, mentre i diesel scendono al 10%. Una tendenza che, come abbiamo visto alcuni giorni fa, investe tutto il Vecchio Continente.

Le vetture ibride dominano il mercato, raggiungendo una quota del 43,6% del totale, trainate in particolare dalle mild hybrid (30,7%) e dalle full hybrid (12,9%). In crescita le ibride plug-in (PHEV), che segnano un +70% rispetto a giugno 2024 e si attestano al 7,2%. Più contenuta la performance delle elettriche pure (BEV), che raggiungono il 6% di quota, ma registrano un calo del 40,7% nei volumi rispetto all’anno precedente.
UNRAE sottolinea le criticità strutturali che ostacolano la diffusione della mobilità elettrica, a partire da una fiscalità aziendale obsoleta e poco incentivante. La mancata revisione del sistema di detrazione e deducibilità dei costi penalizza la transizione green, mentre molti Paesi europei hanno già introdotto misure evolute legate alle emissioni di CO₂.
Altro elemento critico è la lentezza nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica. Il target del PNRR per i punti pubblici è stato ridotto da oltre 21.000 a soli 12.000, e il primo bando per le colonnine nei centri urbani ha coperto appena 1.400 postazioni sulle oltre 4.700 previste. Restano inutilizzati quasi 600 milioni di euro di fondi pubblici.
Il presidente di UNRAE, Roberto Pietrantonio, lancia un allarme: senza un’accelerazione sulle reti di ricarica e un’immediata riforma fiscale, l’Italia rischia di restare indietro rispetto al resto d’Europa. Nonostante l’adozione di un piano nazionale per la qualità dell’aria, non sono attesi nuovi incentivi specifici per il settore auto.
In sintesi, giugno 2025 segna un ulteriore passo indietro per il mercato automobilistico italiano, frenato da incertezze normative, ritardi infrastrutturali e una domanda in calo, in un contesto di transizione ecologica ancora fragile.
27 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLe Full-Hybrid invece fanno ancora fatica.. ma lo capisco. Cercando una vettura a gasolio con 100 km di autonomia in elettrico si fa ancora molta fatica.. ma quando ne trovo una fatta bene mi sa che cambio l’elettrica.. così città a pile e viaggi comodi a gasolio senza patemi.. cosa che vedo la pensano oltre il 70% degli italiani
Tirare in ballo poi la qualità dell'aria con le auto elettriche è davvero patetico.
Prima di tutto, se anche andassimo tutti in giro con auto elettriche la qualità dell'aria non cambierebbe di una virgola. Oh, no, forse di una cifra dopo la virgola del valore misurato di inquinamento totale.
In secondo luogo, bisogna smettere di incentivare l'auto elettrica. Se costa molto di più è perché è realizzata con tecnologia ancora acerba. O le case automobilistiche passano ad investire sulla creazione di tecnologia fatta per bene (e allora sì, lì magari darei degli sgravi basati sui risultati) o devono smettere di piangere perché comprano tutta la tecnologia dalla Cina che non gliela regala (però viceversa ci regala praticamente le macchine già fatte, pensa te come ci siamo ridotti in Europa dove l'industria automobilistica era davvero un fiore all'occhiello).
E le colonnine son un altro bel dilemma di questa corsa all'elettrificazione in un Paese che non ha la struttura logistica né la conformazione delle città adatte a supportarla. Già ci sono i blackout per i troppi condizionatori a manetta (eh, ma abbiamo il fotovoltaico!), figuriamoci se tutti gli italiani (o anche solo il 50% di loro) si mettesse a caricare le auto di giorno.
E poi, se volete gli incentivi bisogna regolarsi: non è possibile che la macchina oggi goda di uno sconto di 5000 euro fatto dalla casa madre e quando arriva l'incentivo statale quello della casa venga ridotto della stessa cifra.
Vuol dire che al consumatore dell'incentivo non viene in tasca un bel niente, se lo pappa la casa costruttrice che così aumenta il margine (non è che prima con 5000 euro di sconto proprio andava in perdita, eh!).
Non è lo scopo dell'incentivo! Lo scopo è far avere al consumatore (con i soldi di tutti i contribuenti, evasori esclusi ovviamente, ma che poi li godono quando vanno a comprarsi l'ultimo modello di Tesla o Range Rover stile carro armato) un prodotto a prezzo inferiore per incentivarne l'adozione e si spera avere una ricaduta positiva in altro modo.
Quindi caro dottore, cosa ne dice che quando verranno introdotti nuovi incentivi le case automobilistiche debbano fare lo stesso identico sconto che fa lo Stato? Quindi se lo Stato dà 5000 euro di incentivo, voi ce ne mettete altrettanti (che già lo fate) così che l'auto viene a costare 10000 euro in meno? E Il tutto applicato sul prezzo di listino del mese precedente così non fate i furbetti anche lì?
Ecco ci faccia un pensierino a queste proposte e poi torni a lamentarsi che lo Stato non fa abbastanza per tenere in piedi una industria che ha perso il treno pur avendo voluto salirci.
Mild hybrid, ni, ma le full hybrid riducono notevolmente il consumo di carburante. E se lo scopo è quello di non avere gas di scarico in città, le full hybrid danno il loro contributo in questo senso.
Più che altro chiediamo a cosa serve una macchina a pile da 2Ton con una autonomia limitata. Se volgiamo avere auto elettriche facciamole piccole che servano per girare nei centri urbani. I carro armati lasciamoli a chi necessita di fare lunghe percorrenze, e non facciamoli elettrici che non serve a un caxxo avere un motore elettrico in autostrada che ha una efficienza ridicola.
Più che altro chiediamo a cosa serve una macchina a pile da 2Ton con una autonomia limitata. Se volgiamo avere auto elettriche facciamole piccole che servano per girare nei centri urbani. I carro armati lasciamoli a chi necessita di fare lunghe percorrenze, e non facciamoli elettrici che non serve a un caxxo avere un motore elettrico in autostrada che ha una efficienza ridicola.
Io mi stupisco sempre di più dove siamo arrivati.
Il secolare motore a scoppio fa bella figura in quanto a modernità rispetto ai quintali di zavorre che la gente si porta dietro con tanto di cavi appresso
E' un bel passo indietro.
Comunque in Italia a vendere tanto sono soprtattuto le solite utilitarie Panda, 500, ypsilon ecc in versione Mild quindi di fatto sono auto a benzina.
Le Full-Hybrid invece fanno ancora fatica.. ma lo capisco. Cercando una vettura a gasolio con 100 km di autonomia in elettrico si fa ancora molta fatica.. ma quando ne trovo una fatta bene mi sa che cambio l’elettrica.. così città a pile e viaggi comodi a gasolio senza patemi.. cosa che vedo la pensano oltre il 70% degli italiani
non confondere PHEV con HEV però sì, le PHEV non fosse per il costo e per il peso sarebbero l'uovo di colombo
il casa->lavoro->casa lo fai sempre in elettrico e poi i viaggi lunghi a benzina o comunque ibrido
Comunque in Italia a vendere tanto sono soprtattuto le solite utilitarie Panda, 500, ypsilon ecc in versione Mild quindi di fatto sono auto a benzina.
infatti il titolo della news è fuorviante a dir poco (come al solito)
Magari, almeno non sprechiamo soldi pubblici in colonnine senza avere un infrastruttura di rete adeguata. Basta pensare ai black out a Firenze e Bergamo dovuti ai consumi dei climatizzatori.
In realtà per prime sono le leggi ad esserlo, visto che consentono di classificare (e godere dei benefici) ibride anche le mild...
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