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MotoE, sarebbe un cortocircuito sull'impianto elettrico, la possibile causa dell'incendio dei giorni scorsi

di pubblicata il , alle 13:21 nel canale Tecnologia MotoE, sarebbe un cortocircuito sull'impianto elettrico, la possibile causa dell'incendio dei giorni scorsi

"Anche se siamo in attesa della conclusione ufficiale dell'indagine da parte della polizia locale, le prime prove riguardanti la causa dell'incendio sembrano indicare un cortocircuito come causa principale dell'incidente. Le moto non erano collegate all’infrastruttura di ricarica nel momento in cui è scoppiato l’incendio" afferma la Dorna

 

Vi abbiamo già parlato qui dell'incendio avvenuto nei giorni scorsi, presso il circuito di Jerez de la Frontera, che ha provocato la distruzione dell'intera struttura dedicata alla nuova categoria MotoE del campionato mondiale di motociclismo, e con essa tutte le apparecchiature contenute al suo interno, comprese tutte le moto dei vari team e relative postazioni di ricarica, pronte per lo svolgimento degli ultimi test prima dell'inizio del campionato.

L'origine dell'incendio in questione sarebbe da attribuirsi ad un cortocircuito venutosi a creare sull'impianto elettrico della struttura e non a bordo di una delle moto o su uno dei relativi dispositivi di ricarica: al momento dell'incendio infatti i pacchi batterie dei vari mezzi non erano in carica e tutti i vari dispositivi accessori risultavano staccati dalla rete elettrica.

Con una nota, la Dorna, società organizzatrice del campionato, ha spiegato le prime considerazioni sul rogo tramite un comunicato qui nel seguito riportato:

"Anche se siamo in attesa della conclusione ufficiale dell'indagine da parte della polizia locale, le prime prove riguardanti la causa dell'incendio all'E-paddock della Coppa del Mondo FEL Enel MotoE, al Circuito di Jerez-Angel Nieto il 14 marzo, sembrano indicare un cortocircuito come causa principale dell'incidente. Le moto non erano collegate all’infrastruttura di ricarica nel momento in cui è scoppiato l’incendio"

Per entrare nel dettaglio della situazione che si è venuta a creare, e rassicurare clienti e team, Energica, fornitore unico delle moto schierate in questa categoria 100% elettrica, ha diffuso alcune note tecniche che fanno chiarezza sui protocolli di sicurezza adottati a bordo di tutte le sue due ruote, stradali e non, nonché su tutte le apparecchiature elettriche di contorno.

Nel seguito alcuni punti del comunicato realizzato dal CTO di Energica Giampiero Testoni:

Qual è il rischio di incendio di un mezzo Energica?

"I test che effettuiamo sui veicoli in generale sono ereditati dai test effettuati sui veicoli stradali nel corso degli anni e rispettano gli standard di sicurezza per l’utilizzo appropriato degli stessi in tutte le situazioni di guida. Nessuno dei nostri clienti ha mai avuto problemi di questo genere, in 10 anni di attività nel mondo EV non abbiamo mai avuto il minimo problema di sicurezza, nemmeno a Jerez in merito a quanto accaduto. Siamo quindi tranquilli e fiduciosi riguardo al livello di sicurezza dei nostri mezzi, sia in pista sia in strada"

Il thermal runaway un rischio presente per una moto Energica?

"Il thermal runaway è un rischio presente su ogni batteria, non solo quindi dei veicoli ma anche, ad esempio, dei cellulari. Noi abbiamo tutte le sicurezze che evitano che la batteria raggiunga questa condizione, e infatti confermiamo che non abbiamo mai avuto un solo evento di thermal runaway in 10 anni"

Come si sta muovendo ora Energica per produrre nuovamente le moto necessarie per la competizione? Quale sarà l’iter?

"Il danno subito è stato ingente ma già dalla mattina stessa dell’accaduto ci siamo attivati per permettere al campionato di poter ripartire. Per noi si tratta di uno sforzo importante ma siamo consci delle nostre possibilità e crediamo molto nel progetto quindi faremo di tutto per salvare il campionato. Stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri supplier, e con gli sponsor Dorna ed Enel X affinché la competizione possa fare il suo debutto quanto prima. Il nostro commitment per MotoE è stato immediato e questi accadimenti subiti non hanno per nulla minato la nostra fiducia nella forza e importanza della FIM Enel MotoE World Cup"

Per il comunicato ufficiale completo, che riporta in totale una decina di quesiti tecnici e relative risposte, vi invitiamo a visitare la pagina ad esso dedicata.

46 Commenti
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Axios200618 Marzo 2019, 13:33 #1
Qualunque cosa sia, dati i soldi che hanno un impianto antincendio potevano pure permetterselo...

Ed anche se le batterie non sono state la causa, bruciano alquanto bene...
gd350turbo18 Marzo 2019, 13:56 #2
Originariamente inviato da: Axios2006
Ed anche se le batterie non sono state la causa, bruciano alquanto bene...


Ah bè basta vedere cosa succede a fare un foro in una batteria da cellulare...
Quindi immagina moltiplicato x volte !
Più che cortocircuito, forse sarebbe meglio parlare di una perdita di isolamento interno, che ha scatenato la reazione termica !
pipperon18 Marzo 2019, 15:37 #3
forse solo a me appariva ovvio?

Originariamente inviato da: pipperon
giusto per capire che caricare un'auto sia semplice e picchiare dentro 120Kwh sia una passeggiata in cui basta chiedere un contatore e attaccare il cavo manco fossero i 6Wh di un cellulare.

Secondo alcune notizie le 4 motorinette in croce (18, equivalenti a 3 tesla) con il ridicolo pacco da 20KWh del MotoE, che su un'auto elettrica in inverno non ci fate i km di un clio con la riserva della benza accesa, durante la giornata aveva surriscaldato l'impianto di ricarica con tragiche conseguenze.

Ovviamente non e' ancora certa se la motivazione piu' accreditata e probabile sia quella reale, mentre puo' essere anche quella di almeno un paio di pacchi andati a fondo dopo stress ripetuti e messi comunque da caldi in ricarica. Rimane il fatto che se non erano stolti un solo pacco che va in corto non dovrebbe fare quel caos se il luogo era gestito correttamente.

ovviamente il rischio e' che, come al solito, si pensa che un pacco batteria da 20KWh sia quello da 6-10Wh del cellulare e nei paddock siano semplicemente stesi 2 cavi immaginando di alimentare non un'enorme quantita' ma di "cosi"

nelle dichiarazioni caricano in 30 minuti che con perdite e varie sono 50KW a moto. Ammettendo di fare la "ricarichina serale" di almeno 10 delle 18 moto presenti sono 500KW.

non essendoci un trasfo in zona, a giudicare dalle foto, sotto il pavimento girava un cavo da 400V. A 500KW sono 1250A.

Teniamo conto che i miei manuali davano per i cavi in canalina un massimo (vado a menoria) di 630A. Dopodiche si deve passare alle spranghe anche perche con quelle correnti i cavi, oltre a diventare comodi un tubo del gas condominiale, hanno il diffettuccio di andare a spasso.
Infatti le elevate correnti generano un campo magnetico e in pratica il cavo viene spinto dalla corrente. Ci sono casi in cui spranghe attaccate a macchine elettriche importanti durante un corto hanno stracciato muri portanti su cui erano fissate.

Visto che il cavo massimo esistente in commercio dovrebbe essere quello (600A circa), e' probabile che se era un giornata calda, l'install non fosse perfetto (es cavo chiuso senza nessuna dissipazione o libero di muoversi e consumare la guaina) e' facile che se ne sia andato oltre i 115C massimi di un cavo speciale (quelli normali cedono a 75-85C) e una volta che un cavo cede oltre alla fiammata enorme che si crea e che puo' perdurare per molti istanti prima che il breaker intervenga per molti motivi come la ionizzazione, capiamo che e' facile che una zona che e' gia arrostita a 115C (molti materiali possono gia' bruciare) una fiamma libera e' solo il LA per iniziare uno show che era il destino della cottura delle ore precedenti.

Pero' si continua a dire che basta un connettore (aka colonnina) per caricare infiniti KW.
gd350turbo18 Marzo 2019, 15:41 #4
Originariamente inviato da: pipperon
forse solo a me appariva ovvio?


Bè direi che chiunque che abbia nozioni di elettrotecnica, non possa che essere d'accoordo !
andbad18 Marzo 2019, 16:27 #5
Originariamente inviato da: gd350turbo
Bè direi che chiunque che abbia nozioni di elettrotecnica, non possa che essere d'accoordo !


Ma se hanno appena confermato che non c'erano moto in carica né le relative colonnine collegate all'impianto elettrico...
Come fate a dire che è colpa delle moto e degli impianti di ricarica?
Mah...

By(t)e
Folgore 10118 Marzo 2019, 16:40 #6
Originariamente inviato da: pipperon
forse solo a me appariva ovvio?


Condivido il tuo pensiero, il tutto va dimensionato con cura.

Visto che sei attento sull'argomento ti faccio solo notare che ci sono alcune inesattezze nel tuo post, la portata di un cavo non dipende solo dal tipo di posa ma da quanti altri cavi ci sono in quella canalina.
I 600A sono indicativamente per una corda da 300mm2 posata in canalina forata con due circuiti simili. Di solito non si tende ad andare oltre le 4 corde in parallelo per fase in quanto diventano scomode sia per la posa sia per collegarle agli interruttore/utilizzatori. I cavi comunque non vanno "a spasso" se non fai dei corto circuiti secchi. Ti allego una foto di un lavoro che abbiamo fatto qualche anno fa per rendere l'idea.
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Il colore verde dei cavi indica che sono a basso sviluppo di fumi e gas FG7OM1 3x(4x300)+4x300 (questa è la sigla vecchia, quella dei cavi nuovi è FG16OM16), hai perfettamente ragione sul quanto siano scomodi da posare.

Giusto per dare qualche nozione, spero sia gradita.
Folgore 10118 Marzo 2019, 17:18 #7
Originariamente inviato da: mally
per la cronaca esistono cavi per particolari applicazioni industriali che reggono i 25kA ma adottano soluzioni troppo spinte per i normali utilizzi


Non ne ho mai sentiti, di solito i kA sono riferiti al potere d'interruzione degli interruttori/fusibili, sui cavi so solo dei kV per la tensione massima d'isolamento.
Hai qualche sigla che mi acculturo?
Mparlav18 Marzo 2019, 18:08 #8
Il comunicato della FIM è di 4 giorni fa', lo avevo già riportato più volte.

Ed escludeva, come prima analisi, che le moto fossero in carica nel momento in cui è scoppiato l'incendio.

Quando verranno concluse le indagini si trarranno le conclusioni, ma di ovvio e scontato, ad oggi, non c'è nulla.
+Benito+18 Marzo 2019, 19:05 #9
Originariamente inviato da: Axios2006
Qualunque cosa sia, dati i soldi che hanno un impianto antincendio potevano pure permetterselo...

Ed anche se le batterie non sono state la causa, bruciano alquanto bene...


Il guaio è che in questi casi non puoi usare acqua. Ci sono vari tipi di impianto che si usano in situazioni simili, ad esempio nei CED, che fondamentalmente saturano la stanza di un gas inerte rimuovendo l'ossigeno.
Funzionano benino, ma se hai una situazione con delle batterie hai anche il problema della temperatura. Se non raffreddi, togliere l'ossigeno non serve a niente.
Per cui o effettivamente è un caso sfigatissimo in cui non si sa come hanno realizzato una struttura che nel suo complesso ha potuto raggiungere il flashover nonostante le sicurezze lato elettrico, senza carichi collegati, oppure, nel caso fosse stata una batteria ad inescare l'incendio, probabilmente la temperatura raggiunta unita alla densità di stoccaggio di altre batterie a materiali combustibili avrebbe reso quasiasi sistema antincendio inutile.
Intendiamoci, quando si tratta con queste cose non puoi permetterti di rifugiarti nei sistemi di spegnimento! Devi fare di tutto per impedire che l'incendio si sviluppi, ed avere dei sistemi di rivelazione che consentano, al limite, di rimuovere per tempo tutto quello che si può prima che "scoppi la bomba"
Con buona certezza ci sono stati uno o più errori e/o negligenze.
Mparlav18 Marzo 2019, 20:19 #10
Per lo spegnimento delle auto elettriche ed ibride, si usa l'acqua.

https://www.nfpa.org/News-and-Resea...Battery-Hazards

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