Incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici: ecco le condizioni 2019-2021
di Carlo Pisani pubblicata il 02 Marzo 2019, alle 11:31 nel canale Tecnologia
Dall'Agenzia delle Entrate, tramite la Risoluzione n. 32/E, arrivano conferme per quanto riguarda gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e non inquinanti, e su quanto previsto per le detrazioni fiscali delle spese per l'installazione di relative infrastrutture di ricarica, il tutto in vigore dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021
Dall'Agenzia delle Entrate, tramite la Risoluzione n. 32/E, arrivano conferme per quanto riguarda gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e non inquinanti, e su quanto previsto per le detrazioni fiscali delle spese per l'installazione di relative infrastrutture di ricarica, il tutto in vigore dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021.
Gli incentivi sono stati confermati per le sole auto e moto con varie modalità di accesso, nessuna informazioni quindi per la micromobilità elettrica:
Auto
In questo caso quindi troviamo un incentivo che varia a seconda della presenza o meno di un veicolo dato in rottamazione, Euro 1, Euro 2, Euro 3 o Euro 4, e a due scaglioni di emissioni 0-20 g/km e 20-70 g/km; inoltre è presente un tetto di spesa massima identificato in 50.000 €, l'accesso a tale incentivo dovrà essere richiesto tramite il portale Ecobonus.
Moto
In questo caso il contributo viene detratto al momento dell'acquisto del nuovo mezzo sotto forma di sconto, pertanto l'acquirente non dovrà presentare alcuna domanda o pratica particolare.
Postazioni di ricarica (Private)
Tale detrazione avviene con modalità già viste per altri incentivi, ne possono beneficiare sia soggetti Irpef sia soggetti Ires e viene riconosciuta anche per gli acquisti effettuati dai condomini, i tutti i casi i punti di ricarica devono essere ad uso privato; in detrazione anche le spese amministrative per portare il proprio contatore ad una potenza non superiore ai 7 kW.
ECOTASSA (CO2 superiorie a 160 g/km)
La risoluzione chiarisce che l’imposta è dovuta entro la data di immatricolazione del mezzo; l’imposta, il cui importo è parametrato in base a 4 scaglioni di emissioni di CO2 superiori a 160 g/km, andrà versata tramite F24 da parte dell’acquirente del veicolo o da chi richiede l’immatricolazione.
Per maggiori dettagli su quanto sopra riportato vi invitiamo a visitare la piattaforma online Ecobonus realizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico e vi lasciamo il link del testo integrale della Risoluzione n. 32/E che precisa quanto sopra riassunto.
29 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPraticamente l'industria dell'auto deve sopravvivere per decreto. Mentre tutte le altre devono arrangiarsi ( come prevede la teoria liberista ).
Bello schifo. E intanto noi compriamo e spendiamo. Ma se uno è povero che deve fare? Deve andare da Roma a Milano a piedi?
Ma infatti è questa la verità. Si tratta di aiuti di Stato camuffati da battaglia ecologica. Che poi lo sappiamo quanto ecologiche sono le auto...da emissioni taroccate
E il guaio è che stanno avanzando sempre più pretese nei confronti degli automobilisti. Cioè non danno solo incentivi, ma ti rendono difficile o impossibile viaggiare con auto che, secondo loro, sono vecchie ed inquinanti.
In Francia una delle ragioni della rivolta dei gilet gialli è stata proprio questa!
Inoltre, da 70 a 160mg non c'è nessuna agevolazione: sono queste le auto che inquinano meno e che statisticamente hanno il volume di vendite maggiore.
Come al solito colpiscono a caso, e chi ci rimette è il cittadino medio che comprando una Tipo 1.6 si trova costretto a pagare 1100 euro in più.
Inoltre, da 70 a 160mg non c'è nessuna agevolazione: sono queste le auto che inquinano meno e che statisticamente hanno il volume di vendite maggiore.
Come al solito colpiscono a caso, e chi ci rimette è il cittadino medio che comprando una Tipo 1.6 si trova costretto a pagare 1100 euro in più.
ormai di euro 0 e 1 ce ne sono gran poche . la maggior parte e euro 3 e 4 .
quindi se non hanno fretta fra 5 6 anni saranno gia sparite in gran parte senza ecoincentivi e cazzate varie
liberisti?
Se avessero voluto svecchiare il parco auto italiano ed abbassare gli inquinanti nell'aria avrebbero potuto incentivare, con cifre inferiori, l'acquisto di motorizzazioni bi-fuel che possono godere sia di un'infrastruttura di rifornimento oramai ramificata sul territorio e sia di un costo abbordabile per i più.
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