Changan sarà uno dei primi produttori a interrompere la vendita di auto a combustibile fossile
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Febbraio 2018, alle 18:01 nel canale Tecnologia
Chang'an Automobile è il quarto produttore di automobile in Cina e fa parte delle cosiddette "5 sorelle". Fra le altre partnership ha stretto una joint venture con Ford
Il produttore automobilistico cinese Changan sarà fra i primi a interrompere la vendita di auto a combustibile fossile. Stima, infatti, che questo possa succedere entro il 2025.
Per raggiungere questo traguardo ha innalzato a 100 miliardi di yuan, che corrispondo a poco più di 13 miliardi di euro, l'investimento sulle tecnologie di mobilità basate sulle energie alternative: ci si riferisce, dunque, ai motori all-electric e plug-in hybrid.
Questo produttore automobilistico, che in Cina ha importanti accordi di joint venture con Ford e che è il quarto produttore a livello nazionale, vuole anticipare sui tempi la concorrenza. Allo stesso tempo si tratta di una decisione non completamente imprevedibile alla luce delle intenzioni del governo cinese circa il blocco alle vendite di auto a benzina e diesel, previsto non oltre il 2030 o il 2040.
"La Cina ha iniziato a studiare quando vietare la produzione e la vendita di auto che usano carburanti tradizionali, ha fatto il mese scorso l'agenzia ufficiale Xinhua, citando i commenti del vice ministro dell'industria, che ha predetto 'tempi turbolenti' per le case automobilistiche costrette ad adattarsi" si legge sulla Reuters.
14 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoBasta vedere quello che producevano nel 2006 e quello che producono oggi, non sarei stupito se per il 2030 avessero il predominio nel settore delle auto elettriche considerando che le "terre rare" sono localizzate per la maggior parte in Cina.
Basta vedere quello che producevano nel 2006 e quello che producono oggi, non sarei stupito se per il 2030 avessero il predominio nel settore delle auto elettriche considerando che le "terre rare" sono localizzate per la maggior parte in Cina.
I principali componenti delle batterie sono litio e cobalto e non li estraggono in Cina, ma principalmente in Sud America il primo e Africa il secondo.
E non fanno parte del gruppo delle "terre rare"
Le "terre rare" non vengono utilizzati sulle auto elettriche più che in altri componenti elettronici e sono tutt'altro che rari.
Al contrario, la stragrande maggioranza delle terre rare vengono utilizzati per i catalizzatori delle auto a benzina (oltre la metà del fabbisogno USA, tutto d'importazione, ha questo scopo, ed oltre il 25% viene utilizzato per ceramica, vetro e leghe metalliche).
E non fanno parte del gruppo delle "terre rare"
Le "terre rare" non vengono utilizzati sulle auto elettriche più che in altri componenti elettronici e sono tutt'altro che rari.
Al contrario, la stragrande maggioranza delle terre rare vengono utilizzati per i catalizzatori delle auto a benzina (oltre la metà del fabbisogno USA, tutto d'importazione, ha questo scopo, ed oltre il 25% viene utilizzato per ceramica, vetro e leghe metalliche).
Giusto, tranne che per un piccolo dettaglio, buona parte delle riserve di Litio fuori dal Cile sono in Cina e Zimbabwe. Sicuramente è distribuito in maniera più uniforme rispetto alle terre rare, ma considerando la presa che hanno i cinesi sull'economia africana...
https://investingnews.com/daily/res...cing-countries/
è la stessa domanda che mi hanno fatto quando, a inizio 2013, ho comprato un telefono huawei. o quando, a inizio anni 90, comprai un monitor goldstar.
https://investingnews.com/daily/res...cing-countries/
L' 85% della produzione attuale è suddiviso tra Cile, Argentina e Bolivia.
Poi tra i possibili "nuovi" produttori ci sono l'Australia e gli stessi USA
( questi ultimi hanno grosse riserve minerarie che per il momento non sfruttano
formalmente per questioni di normative ecologiche e permessi, ma si è già
visto con le terre rare che fine hanno fatto ecologia e burocrazia
quando era stato necessario "rimettere in riga" la Cina minacciando di
riaprire ed estendere i siti estrattivi USA)
Questo ovviamente considerando solo l'estrazione di litio dai laghi salati.
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