NIO
NIO ha già attivato la prima stazione di scambio batteria in Germania
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 30 Settembre 2022, alle 14:50 nel canale Soluzioni di ricarica
La stazione di scambio batteria, prodotta nella nuova fabbrica ungherese, è già giunta a destinazione e installata presso un grosso hub di ricarica. In Europa ce ne saranno almeno 1.000
16 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer il resto, cioè standard ed evoluzione batterie, per ora non ci sono, in futuro vedremo, ma il sistema di swap lo stanno implemetando oggi e io giudico quello. Se tra dieci anni l'evoluzione la farà diventare valido non lo so, quello che c'è ora non sembra, anche se noi non abbiamo tutti gli elementi per analizzarlo nel dettaglio.
Non ti sembra strano che nessun altro lo abbia fatto, inclusa Tesla che è il pioniere dell'innovazione in questo campo?
Sarò anche stato sulla Luna, ma tu non hai neanche capito il senso del mio commento, infatti ti ho dato pure ragione sulle problematiche che ci sono sul presente per l'elettrico.
Gli studi sull'impatto ambientale sono discutibili sul fatto che dovrebbero essere effettuati continuamente ed il grosso del gap che solo 10 anni fa era lampante, si sta riducendo costantemente ad un ritmo esponenziale.
Poi ci sono troppe variabili che influenzano i vari studi. Chi c'è dietro? Con quali interessi? Quindi l'attendibilità sarebbe ogni volta da mettere in discussione, anche se comunque su ogni articolo si possono sempre trarre degli spunti interessanti.
Questo studio ad esempio anche se abbastanza vecchiotto (2 anni con l'attuale ritmo di evoluzioni sono enormi) e per quel che può valere, da l'idea che ci sono troppe variabili da tenere presente: https://www.qualenergia.it/articoli...r-per-chiarire/
Possiamo discuterne all'infinito, ma la cosa sicura è che non si può dare un giudizio definitivo basandosi solo sul presente come molti stanno facendo.
Stiamo confrontando due realtà delle quali una con il suo motore a combustione che ha almeno 70 anni di sviluppo ed ha oramai raggiunto il livello massimo di efficienza, mentre per le elettriche siamo solo all'inizio del loro percorso evolutivo e sappiamo tutti che i margini di miglioramento ed efficienza sono enormi, dalla sua produzione, utilizzo e smaltimento.
"permette di ridurre le emissioni fino al 30% in confronto a un’auto con motore termico." E parlano del ciclo urbano, il più favorevole. Non so quanto incida la batteria, ma se la raddoppi il risparmio diventa risibile, anzi già lo è se esci dalla città.
Se poi ci metti la costruzione e gestione degli "hangar" per batterie...
Il futuro è pieno di promesse, si vedrà, ma se sono come il grafene...
Comunque discorsi già fatti mille volte, inutile ripeterli. Qui stavamo parlando [U]solo[/U] della soluzione swap di Nio, che è senza dubbio la peggiore possibile [U]tra le elettriche[/U] dal punto di vista ecologico. Da quello commerciale non so, dipenderà dai prezzi dello swap suppongo.
Ad esempio, ci si aspetta nei prossimi anni un aumento dello smart working e flessibilità oraria, con minore presenza durante la settimana sul posto di lavoro.
Ovviamente non avrà nulla a che vedere (speriamo) con il discorso pandemia, ma solo per una questione di politiche aziendali che stanno andando verso questo tipo di soluzione, perciò il traffico privato tenderà a diminuire sempre più e quindi meno veicoli in giro che avranno eventualmente necessità di fare un cambio batteria.
Poi, altro fattore importante da tenere in considerazione, è che chi uscirà di casa la mattina avrà già fatto il "pieno" lasciando l'auto in carica durante la notte.
Quando le persone usciranno ad esempio per andare al lavoro e/o fare le proprie commissioni giornaliere, nella maggior parte dei casi non avranno neanche necessità di fare il cambio batteria.
L'unico vero problema che potrebbe sorgere è quello relativo ai milioni di auto che rimarrebbero sotto carica nello stesso momento durante la notte, con conseguente collasso della rete elettrica, soprattutto per un paese limitato energeticamente come l'Italia.
Comunque come già detto da molti, una delle soluzioni potrebbe essere quella di proporre un sistema di tariffazione che avvantaggi la ricarica nelle ore diurne e incentivare quelle sul luogo di lavoro.
Anche una maggiore diffusione di impianti fotovoltaici privati aiuterebbe non poco.
Consideriamo anche che l'autonomia per un ciclo di carica completa è destinata a permettere di superare tranquillamente i 500 km. Questo renderà ancora meno necessario ricaricarla ogni giorno.
Quindi bisogna valutare attentamente ogni aspetto e studiare tutte le soluzioni possibili per evitare questo tipo di problematiche.
E tornando alla questione delle stazioni di scambio, una autonomia maggiore diminuirebbe di molto l'eventualità di doverli utilizzare quando si è in giro.
Alla fine penso che dobbiamo provare ad immaginare una cultura della mobilità intelligente che apporti solo vantaggi e non un modello peggiorativo solo perché si vanno a cambiare le abitudini giornaliere.
Un modello più propenso ad incentivare l'utilizzo del trasporto urbano, soprattutto per quelli che vivono lontano dalle città e agevolarli il più possibile con mezzi alternativi.
Io ad esempio che abito in un piccolo comune in mezzo alla campagna, sogno un giorno che si sviluppi una vera rete urbana di mezzi pubblici, che non passino poche volte al giorno come avviene normalmente perché qualcuno pensa sia solo necessario agli studenti per raggiungere le scuole nelle città.
Sogno ancora di più una rete di piste ciclabili per evitare di essere falciato da qualche automobilista o camionista come già ho rischiato nei tratti più stretti e cavalcavia.
Vivendo circondato da zone industriali e a 2 km dal casello autostradale (A1), a volte c'è più traffico nelle strade qui in campagna che in città nelle ore di punta
Infatti in certe giornate mi tocca usare l'auto proprio per questo motivo, altrimenti opterei sempre per la bici.
Con delle piste ciclabili e la presenza di una rete di autobus che mi collegasse ovunque, avrei due eccellenti opzioni in più rispetto all'auto, ma purtroppo mi tocca rimanere vincolato a quest'ultima per la maggior parte delle volte, altrimenti l'avrei già abbandonata e non penserei neanche di acquistarne una elettrica in futuro.
Non voglio dire che tutti dovrebbero seguire la mia linea. Al contrario, chi ha necessità diverse si prende l'auto e la usa quando e dove ne ha voglia.
Altri preferiranno gli autobus, altri la moto, la bici, ecc.., o alternandoli in favore delle proprie necessità.
A quel punto gli spostamenti sarebbero ben distribuiti e si ritorna al discorso iniziale dove inevitabilmente il traffico veicolare privato diminuirebbe e la presenza del battery swap rimarrebbe una necessità per pochi.
Vabbè a parole sembra tutto facile, poi metterle in pratica almeno in Italia è come scalare l'Everest senza ossigeno e pure senza una gamba
Ovviamente non avrà nulla a che vedere (speriamo) con il discorso pandemia, ma solo per una questione di politiche aziendali che stanno andando verso questo tipo di soluzione, perciò il traffico privato tenderà a diminuire sempre più e quindi meno veicoli in giro che avranno eventualmente necessità di fare un cambio batteria.
Attualmente sempre più aziende stanno ritornando al lavoro in presenza, per restarci, così come sono sparite le lezioni a distanza per scuole e università...il traffico in città è aumentato notevolmente negli ultimi tempi, ritornando quasi ai livelli pre pandemia.
Quando le persone usciranno ad esempio per andare al lavoro e/o fare le proprie commissioni giornaliere, nella maggior parte dei casi non avranno neanche necessità di fare il cambio batteria.
Se abiti in città difficilmente fai il pieno durante la notte, o perché hai l'auto buttata in strada, o perché ce l'hai in un garage a pagamento (che non offrono servizi di ricarica) o sei uno di quegli sventurati che pur avendo un box non può ricaricarci l'auto perché è vietato dal regolamento condominiale...cosa ormai sempre più frequente.
E' un discorso di domanda e offerta, in linea generale nei piccoli comuni a parte negli orari "di punta" (tipo appunto quello scolastico), la richiesta di un servizio di trasporto pubblico è estremamente bassa...stesso discorso in città, dove negli orari di punta girano molti mezzi, ma al di fuori di quegli orari la frequenza delle corse scende...appunto perché c'è meno richiesta...a nessuno conviene far girare autobus/tram/metropolitane mezze vuote.
Vivendo circondato da zone industriali e a 2 km dal casello autostradale (A1), a volte c'è più traffico nelle strade qui in campagna che in città nelle ore di punta
Dipende sempre da dove stai e che percorsi devi fare...in linea generale per chi abita in città la bici va bene solo per spostarsi nei dintorni di casa, sennò mezzi pubblici o automobile...serve la ciclabile? Si, ma non al prezzo di distruggere la viabilità di una intera zona, come accaduto a Roma per quella di Via la Spezia o peggio per la Battistini - Gemelli, accusata tra l'altro di creare solo ingorghi e di bloccare le ambulanze dirette al pronto soccorso dell'ospedale...la sua inutilità è riuscita a mettere d'accordo addirittura PD e FdI
Certamente non parlavo di un ritorno immediato ad uno smart working come durante la pandemia.
Le imprese si stanno riorganizzando e già prevedono in futuro una forma ibrida di presenza sul luogo di lavoro, solo per alcuni giorni la settimana a rotazione e per almeno il 30% dei propri dipendenti.
Potrà valere di più per alcuni settori come ad esempio quello dell’informazione, quello finanziario, creditizio e assicurativo, mentre molto meno per altri settori dove la presenza è fondamentale come ad esempio nella logistica, nel turismo, commercio e ristorazione (in attesa dei robot camerieri gestiti in smart working da casa
In generale, sono percentuali che potrebbero anche aumentare negli anni, ma comunque la strada è quella che piaccia o no.
Queste scelte ovviamente non avvengono con l'obiettivo di far diminuire il traffico veicolare sulle strade, ma per motivazioni interne aziendali. Ad esempio la diminuzione dei costi per gli spazi fisici.
Se questo si tradurrà in un miglioramento della produttività ed efficienza in ambiente lavorativo si vedrà nel tempo, ma solo dopo aver raggiungo un livello organizzativo sufficiente si potrà giudicare se questa trasformazione avrà apportato realmente dei benefici sia per le imprese che per i lavoratori.
Penso comunque sia un discorso da vedere anche dal punto di vista sociologico e che andrebbe analizzato attentamente, dato l'aumento dell'informatizzazione in tutti i settori.
Non stavo parlando di tutta la popolazione, infatti errore mio che non ho articolato meglio il ragionamento.
Una percentuale avrà la possibilità di ricaricare la batteria da casa, mentre chi non potrà lo farà magari lasciandola collegata alla colonnina nel parcheggio sul luogo di lavoro, altri con il battery swap, ecc.. L'importante ovviamente è che ci sia sempre la possibilità in qualsiasi luogo e momento per non rimanere fermi, anche nel caso non si possa usufruire di una stazione di scambio batteria nelle vicinanze e si debba attendere troppo tempo per la ricarica attraverso una colonnina qualsiasi.
Cosa tra l'altro molto improbabile avvenga, perché in genere coloro che usano l'auto in città, tendono spesso a percorrere pochi km ad ogni uscita, ragion per cui non hanno neanche bisogno di ricaricarla fino a valori prossimi al 100%.
Assolutamente vero e in molti casi vale anche per le ciclabili dove solo una piccola parte della popolazione la utilizza e solo per piccoli tratti e quindi viene visto come un investimento inutile.
Purtroppo è uno dei punti deboli di questo paese e che non aiuterà certamente ad evolversi come ad esempio a livello dei paesi del nord Europa.
Abbiamo la cultura dell'auto a tutti i costi anche per fare 500 metri da casa, quando con uno dei tanti mezzi alternativi si potrebbe addirittura risparmiare tempo.
La bici elettrica sta comunque aiutando enormemente. Ne conosco molti (sia di elevata età che di elevato peso corporeo) che stanno quasi abbandonando del tutto l'uso dell'auto in favore di questo mezzo per i loro spostamenti e detta da loro non ne sentono minimamente la mancanza.
In questo caso bisogna ringraziare l'incapacità degli assessori alla mobilità e quelli all'urbanistica e tutti gli ingegneri che progettano i percorsi, solo per farsi belli a tagliare qualche nastro, inaugurando pseudo ciclabili che portano direttamente al cimitero (non per visitarlo, ma per rimanerci eternamente)
Una percentuale avrà la possibilità di ricaricare la batteria da casa, mentre chi non potrà lo farà magari lasciandola collegata alla colonnina nel parcheggio sul luogo di lavoro, altri con il battery swap, ecc.. L'importante ovviamente è che ci sia sempre la possibilità in qualsiasi luogo e momento per non rimanere fermi, anche nel caso non si possa usufruire di una stazione di scambio batteria nelle vicinanze e si debba attendere troppo tempo per la ricarica attraverso una colonnina qualsiasi.
Cosa tra l'altro molto improbabile avvenga, perché in genere coloro che usano l'auto in città, tendono spesso a percorrere pochi km ad ogni uscita, ragion per cui non hanno neanche bisogno di ricaricarla fino a valori prossimi al 100%.
Non è realmente così, ricaricare l'auto a lavoro in città per lo più significa parcheggiare a una colonnina vicino al posto di lavoro, il che ti crea due grossi problemi, il primo è quello di dover spostare l'auto alla fine della ricarica, il secondo è il parcheggio che non troverai mai dopo averla spostata...lo scambio delle batterie potrebbe essere una soluzione comoda, anche se non so quanto realmente realizzabile nei nostri angusti centri città...anche il discorso che chi si muove in città fa mediamente pochi km è molto relativo, io prima della pandemia ne facevo circa 60 al giorno, miei conoscenti anche di più, un amico avvocato ogni giorno in motorino fa più di 100 km tra tribunale, appuntamenti e studio...dipende dove abiti e dove devi andare, e soprattutto dipende dalla città, una piccola di provincia è un conto, una grande città è un altro...quello della ricarica delle auto elettriche è purtroppo un discorso molto soggettivo e molto territoriale.
Le loro città sono piccole e mediamente piane, qui a Roma per andare da una parte all'altra ti devi fare almeno 20 km e tutti tra salite e discese...altro che bici elettrica, ti devi dopare come un cavallo
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