Dazi UE su auto elettriche cinesi: Pechino cerca soluzioni, ma nessun passo indietro da Bruxelles
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Settembre 2024, alle 15:31 nel canale MercatoLa Commissione Europea respinge le soluzioni proposte dalla Cina per evitare l’introduzione di dazi aggiuntivi sulle auto elettriche sovvenzionate da Pechino. Con l’incontro tra il ministro del Commercio cinese e il vicepresidente della Commissione UE in programma il 19 settembre, si spera in un compromesso che possa risolvere le tensioni. Tuttavia, il futuro delle relazioni economiche tra Europa e Cina sembra ancora incerto.
La tensione tra l'Unione Europea e la Cina riguardo i maxi-sussidi concessi da Pechino ai produttori cinesi di auto elettriche continua a crescere. Secondo quanto riferito da un portavoce della Commissione Europea (fonte Ansa), le soluzioni avanzate fino ad ora dalla Cina non sono state ritenute sufficienti per rispondere alle preoccupazioni dell’UE. Questo lascia aperta la possibilità di imporre dazi aggiuntivi sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, una decisione che rischia di inasprire i già fragili rapporti economici tra le due potenze.
La disputa riguarda i sussidi che Pechino ha erogato generosamente ai suoi produttori di veicoli elettrici negli ultimi anni, permettendo loro di abbattere i costi e guadagnare una posizione dominante sui mercati internazionali. Dal 2020 al 2023 le vendite di auto elettriche prodotte in Cina sono aumentate considerevolmente in Europa, passando da 57.000 a oltre 437.000 unità vendute. Una stima del Center for Strategic and International Studies ha parlato di oltre 230 miliardi di dollari stanziati da Pechino tra il 2009 e il 2023 per sostenere la crescita dell’industria dell’automotive in Cina. Numeri che hanno spinto Bruxelles a intervenire, temendo che tali pratiche possano compromettere la competitività delle aziende europee.
La Commissione Europea ha avviato un’indagine approfondita sulle pratiche di sovvenzione cinesi nell’automotive, giungendo alla conclusione preliminare che questi aiuti siano distorsivi e dannosi per il mercato europeo. L'UE ha quindi imposto sanzioni specifiche per i vari produttori cinesi (in base al livello di collaborazione dimostrato durante la fase di indagine), che si sommano tariffa d'importazione del 10% introdotta in precedenza. Pechino, dal canto suo, ha cercato di mostrare apertura al dialogo, proponendo delle modifiche che, tuttavia, non sono state considerate conformi ai requisiti richiesti dall’UE.
L’incontro chiave tra il ministro del Commercio cinese Wang Wentao e il commissario per il Commercio UE Valdis Dombrovskis, previsto per il 19 settembre a Bruxelles, rappresenta un’occasione cruciale per entrambe le parti. La Cina, che ha più volte espresso delusione per l’approccio europeo, spera di trovare una "via di mezzo" per evitare una guerra commerciale. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha sottolineato l’importanza di un dialogo costruttivo per garantire legami economici "sani e stabili" tra Europa e Cina, soprattutto in un settore strategico come quello dei veicoli elettrici.
Le preoccupazioni europee, tuttavia, non sono limitate solo alla competizione sul mercato interno. Vi è anche il timore che le generose sovvenzioni cinesi possano compromettere gli sforzi dell’industria europea nel settore delle energie rinnovabili, ricordando quanto già accaduto con i pannelli solari, dove i produttori europei sono stati gradualmente estromessi dal mercato a causa dei prezzi bassi imposti dai rivali cinesi.
Anche all'interno dell'UE, però, non manca la divisione sull'opportunità di imporre i dazi. La Germania, con un'industria automobilistica fortemente interconnessa con la Cina, ha espresso riserve su questa misura, temendo ripercussioni alle sue esportazioni. Al contrario, Francia e Italia si sono mostrate più favorevoli ai dazi, vedendo in essi un'opportunità per proteggere le proprie industrie.
Pechino ha già avvertito che potrebbe prendere contromisure, tra cui l’avvio di un’indagine sulle importazioni di carne suina europea, con la Spagna come principale bersaglio, dato il suo ruolo di maggiore esportatore di carne suina verso la Cina. La mossa è vista come una possibile ritorsione per i dazi europei, il che aumenterebbe ulteriormente le tensioni tra i due blocchi economici.
La decisione finale sui dazi sarà presa a novembre, quando i Paesi membri dell'UE voteranno se renderli permanenti. Nel frattempo, il dialogo tra Cina e UE prosegue, ma le soluzioni ancora latitano, lasciando il futuro delle relazioni commerciali tra i due colossi economici in un limbo sempre più incerto.
19 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoun'ipotetica auto elettrica cinese da 20k fulloptional con alta autonomia e velocità di ricarica di pochi minuti con quale mezzo endotermico la rivaleggeresti?
Perché, non basta una Panda 4 posti da 18mila euro per rivaleggiare con le cinesi?
L’Ue non è una persona, non può esserci ipocrisia. Quello dei dazi è la scelta giusta, ma non basta.
Ovviamente le auto con cilindrata superiore a 2500 cc sono super inquinanti e perciò vanno daziate per questione ecologiche che tutti noi condividiamo.
Fonte: https://www.quattroruote.it/news/in...i_europei_.html
La tutela dell'industria automobilistica europea con i dazi si sta rivelando un boomerang per diversi marchi che producono in Cina. Un nome a caso: Volkswagen, che ha enormi interessi in Cina e già ora sta subendo la ritorsione " nazionalista " da parte del mercato che sta premiando i marchi nazionali rispetto a quelli stranieri anche se producono in patria. Il diktat da parte del PCC è chiaro: in attesa che il Governo reagisca a livello ufficiale voi, cari compatrioti, comprate cinese!
Inoltre, ribadisco, l'introduzione di queste barriere da parte dell'EU ricalca lo stesso modus operandi di quanto fecero gli USA per tentare inutilmente di bloccare le auto giapponesi più di 30 anni fa. I giaps non si fecero intimidire, aprirono degli stabilimenti " in bound " ed in Messico mettendola in tasca al governo USA.
In Europa la situazione è più complicata perchè i cinesi, Geely e SAIC, sono proprietari di diversi marchi europei e possono giocare di sponda con la patria natia per la fornitura di componentistica a prezzi " cinesi ".
Inoltre, ribadisco, l'introduzione di queste barriere da parte dell'EU ricalca lo stesso modus operandi di quanto fecero gli USA per tentare inutilmente di bloccare le auto giapponesi più di 30 anni fa. I giaps non si fecero intimidire, aprirono degli stabilimenti " in bound " ed in Messico mettendola in tasca al governo USA.
In Europa la situazione è più complicata perchè i cinesi, Geely e SAIC, sono proprietari di diversi marchi europei e possono giocare di sponda con la patria natia per la fornitura di componentistica a prezzi " cinesi ".
Le tue argomentazioni mi convincono ancora di piu' della correttezza della scelta. La globalizzazione e' morta e sepolta.
E senza la ratifica degli stati quellonche propone la commissione europea resta una proposta.
Per cui anche la commissione dovrà trovare una quadra con Germania e Spagna o, molto probabilmente, restare con la sua proposta.
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