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Sardegna, via libera al progetto per trasformarla in un'isola elettrica

di pubblicata il , alle 12:35 nel canale Energie Rinnovabili Sardegna, via libera al progetto per trasformarla in un'isola elettrica

La Sardegna entrerà presto in una fase di transizione, per abbandonare le energie fossili, e passare alle rinnovabili, e diventare un'isola elettrica, sia a livello industriale che civile

 
25 Commenti
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massimilianonball24 Febbraio 2022, 09:01 #21
Originariamente inviato da: RM10
Beh dai, ci mancherebbe...

Spero che tengano di conto tutte le criticità allora. Il fatto è che già con le rinnovabili si son visti disastri in passato, per giunta spesso attorno a queste girano montagne di soldi erogate a società dall'affidabilità e onestà dubbia. Insomma continuo ad avere i miei dubbi, rafforzati dall'esperienza, a maggior ragione in questo periodo di frenesia. Inoltre, finora non si conta nel costo totale (e quindi nel bilancio anche delle società appaltatrici) il conto per lo smantellamento delle centrali a fine ciclo, ossia mediamente dopo trent'anni circa di utilizzo; costi che sono persino più alti di quelli dell'installazione e che spesso ricadono poi sul pubblico... oppure si lasciano in piedi pale sempre più fatiscenti nel rimpallo di responsabilità. Un ulteriore danno ambientale, per altro.


Continui con le tue considerazioni regalandoci questa volta anche considerazioni addirittura sulla affidabilità delle società interessate e addirittura su "montagne di soldi".. senza mai far leggere anche a noi documentazione a sostegno di quello che dici..
Lo smantellamento degli impianti poi semplicemente non esiste visto che a fine vita si procede con "revamping" o "repowering".
mackillers24 Febbraio 2022, 09:03 #22
Originariamente inviato da: RM10
Parole e ideologie.

Tutto questo eolico sardo verrà collegato a un cavo che arriverà a Trapani e servirà ad alimentare altre realtà. Di fatto in Sardegna non resterà quasi nulla.

Peggio: l'onshore verrebbe attuato aprendo un dedalo di nuove strade in aree di grande pregio ambientale (gran parte della Sardegna è così, ospita la maggiore biodiversità d'Italia a parità di superficie), andando potenzialmente in conflitto anche col nuovo osservatorio in progettazione nel nuorese, che risente fortemente dell'impatto dell'eolico nel raggio di diverse decine di km. Motivo per cui in Sardegna questi progetti sono osteggiati profondamente.

Offshore invece potrebbero sorgere alcuni mega-parchi eolici, che dovranno poi essere collegati alla terraferma da un reticolo di cavi sottomarini che andranno a devastare le praterie di posidonia, che in Sardegna godono di una salute migliore rispetto a molte altre zone d'Italia. Posidonia che, è bene ricordarlo, guarda caso è proprio un eccellente catturatore e fissatore di carbonio.

Insomma, sempre la solita questione ideologica: spostare gli inquinamenti e gli impatti, non risolverli.



Guarda, sono il primo a dire che non dobbiamo illuderci che le fonti di energia rinnovabile siano ad impatto zero. non lo sono affatto ed anche in questo abbiente ci sono lobby ed aziende che premono per i loro interessi economici, soprattutto grazie alla presenza di incentivi pubblici.

però bisogna anche trovare un modo di sostituire queste benedette fonti fossili perché altrimenti andiamo da poche parti.

in ogni posto dove andremo ad proporre di installare impianti di qualsiasi genere sarà presente qualcosa di naturale, qualche compromesso lo dovremo pur accettare.

in questo progetto parlano anche di sfruttare i tetti delle grandi aziende, questo mi pare già un buono spunto, sempre se sia possibile a costi compatibili con il mercato energetico.

per quanto riguarda il deturpamento del suolo per i parchi eolici solitamente le strade create per accedere alle strutture sono sterrate e poco frequentate, se le cose vengono fatte con criterio gradualemente la natura si riappropria di gran parte dei suoi spazi ed il danno è limitato e gestibile.


anche per i cavi sottomarini penso si possa scegliere di ottimizzare i percorsi e di posare i cavi tutti ravvicinati di modo da limitare la superficie di fondale deturpato.
alla fine si stratta di cavi non enormi.
pensa che i grandi metanodotti subacquei hanno tubature larghe quasi un metro e pesantissime, dovremmo considerare questa tipologia d'impatto anche per il gas allora.

insomma capisco i tuoi dubbi ma in qualche modo la dovremmo produrre questa energia , se diciamo no a qualunque progetto impatti sulla nostra zona e provincia non andremo mai avanti.
mackillers24 Febbraio 2022, 09:14 #23
Originariamente inviato da: RM10
Parlo perché conosco l'importanza ecologica e gli impatti sulla Posidonia, dato che me ne occupo da anni, a differenza di tanti altri anche che si autoproclamano "ecologisti" e non conoscono spesso neppure la differenza fra ecologia ed ecologismo. Le aree di massima sono già conosciute in realtà, specialmente per l'offshore: se anche ci fosse uno scarto di 20 km o anche 30 km dalle aree indicate, il risultato non cambia affatto, perché la prateria di Posidonia circonda quasi tutta la Sardegna. Anche avendo bozze e idee di massima poi, la tecnica per questi parchi offshore basati sull'ancoraggio è sempre la stessa e da lì non si scappa, al netto di qualche variazione sul tema.

Per l'onshore invece, sono state individuate alcune aree candidate: tutte presentano criticità.


Io le centrali a carbone le osteggio, ma se la soluzione è operare altri danni, dov'è il beneficio? A maggior ragione se si va a intaccare un ecosistema fra i più efficienti nello stoccaggio del carbonio per il passaggio definitivo dalla biosfera alla litosfera (sequestro di carbonio che negli ecosistemi marini è sempre più efficiente di quelli terrestri).


il beneficio è evitare la fonte di produzione di energia più inquinante e letale per l'uomo e l'ambiente.

le praterie di posedonia di cui parli circondano qausi tutta la sardegna ed è quindi verosimile che occupino migliaia di KMquadrati di superficie.

un centinaio di punti di ancoraggio e qualche cavo lederanno probabilmente lo 0,0% di tutta questa superficie, ma in compenso impediranno di immettere nell'ambiente (se i parchi verranno fatti nel giusto modo ed in zone in cui la ventilazione sia ottimale) milioni di tonnellate di inquinanti.

sono il primo a dire che le rinnovabili non solo la panacea di tutti i mali e che a causa della loro basssa densità energetica ed aleatorietà dovrebbero essere affiancate dal nucleare come base load per costituire un mix energetico a basso impatto ambientale e privo il più possibile di fonti fossili.

ma non possiamo ostacolare qualsiasi progetto a priori, dobbiamo riuscire a guardare il quadro nella sua interezza e saper fare i giusti e motivati compromessi.

il che non vuol dire dare il via libera a costruire parchi eolici ovunque ovviamente.


p.s. gran parte dell'energia verrà impiegata in sardegna, e per il settore siderurgico potrebbe rappresentare un ancora di salvezza per il proprio futuro, visto l'impatto del caro energetico su questo settore.

trovo difficile che tutta quell'energia venga inviata nel continente, l'energia elettrica ha delle considerevoli perdite durante il trasporto su cavo, non è conveniente inviarla troppo lontano.

per questo ad esempio nelle zone rurali distanti dalle città la produzione energetica in grandi centrali è svantaggiosa e potrebbe essere più utile una produzione più diffusa basata sulle rinnovabili.
mackillers24 Febbraio 2022, 13:59 #24
Originariamente inviato da: RM10
Beh dai, ci mancherebbe...

Spero che tengano di conto tutte le criticità allora. Il fatto è che già con le rinnovabili si son visti disastri in passato, per giunta spesso attorno a queste girano montagne di soldi erogate a società dall'affidabilità e onestà dubbia. Insomma continuo ad avere i miei dubbi, rafforzati dall'esperienza, a maggior ragione in questo periodo di frenesia. Inoltre, finora non si conta nel costo totale (e quindi nel bilancio anche delle società appaltatrici) il conto per lo smantellamento delle centrali a fine ciclo, ossia mediamente dopo trent'anni circa di utilizzo; costi che sono persino più alti di quelli dell'installazione e che spesso ricadono poi sul pubblico... oppure si lasciano in piedi pale sempre più fatiscenti nel rimpallo di responsabilità. Un ulteriore danno ambientale, per altro.


Ripeto che concordo con te sul fatto che ci sia una frenesia sulle rinnovabili che porta a scordare il loro impatto ambientale, meno evidente ma comunque presente.

ma se si tratta di scegliere fra una centrale a gas o peggio ancora a carbone ed un parco eolico offshore con qualche cavo che passa sul fondale distruggendo una sottile striscia di vegetazione subacquea non avrei dubbi.

anche perché immagino che dopo qualche anno dall'installazione la vegetazione cominci a ricrescere attorno alle zone interessate dai lavori.

dopotutto per banale calcolo geometrico questi cavi non avrebbero una grande occupazione di spazio rispetto alla superficie complessiva di queste aree coperte da alghe (che tu stesso dici essere presenti attorno a quasi tutta la sardegna.)
alla fine si tratterebbe di danneggiare lo 0,01% di questa vegetazione.
mackillers24 Febbraio 2022, 14:02 #25
Originariamente inviato da: Personaggio
potremmo fare dei tubi in materiale isolante, riempirli di acido solforico e usare l'acido come cavo conduttore. E' la sostanza con meno resistenza elettrica a temperatura ambiente.
Tornando seri, esistono cavi in grado di avere perdite inferiori all'1% dopo migliaia di km, ma sono molto costosi, non tanto nei materiali, ma nella struttura. In paco parole si trata di condutture costituite da migliaia di cavi in parallelo a sezione molto piccola ognuno isolato e intrecciato con gli altri.

In ogni caso non confondere la perdita elevata nei cavidotti aerei che sono cavi scoperti, dai cavidotti sottomarini che sono cmq coperti, usare i cavi coperti anche per le tratte aeree renderebbe cmq accettabile la perdita in migliaia di km, ma i costi sono superiori


quindi all'atto pratico non è fattibile a costi sostenibili o sbaglio?
poi magari si farà anche ma direi che la prospettiva più allettante anche a livello di sostenibilità sia sfruttarla in loco, anche perché ciò permetterebbe di spegnere le centrali a carbone e ridurre l'uso di quelle a gas.

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