Il Consiglio di Stato blocca le pale eoliche a Fraconalto: vince la salvaguardia dei rapaci

Erano circa dieci anni che la società Seva di Milano cercava di ottenere l'autorizzazione per installare 7 turbine eoliche, alte 150 metri, nel territorio piemontese, e precisamente vicino al passo della Bocchetta, a Fraconalto.

La Regione Piemonte e le Aree Protette dell'Appennino si erano opposte, per via della presenza di un parco naturale nelle vicinanze, la zona di protezione speciale (zps) "Capanne di Marcarolo", punto rilevante delle rotte migratorie di alcuni rapaci da tutelare, come il biancone, l'aquila reale e il gufo reale.

Il TAR aveva dato ragione all'opposizione, ma la Seva non si era data per vinta, rivolgendosi al grado superiore. Ma anche il Consiglio di Stato ha dato ragione alle Aree Protette, bloccando di fatto l'installazione delle nuove turbine eoliche, anche per rispettare una normativa europea, che richiede una distanza di oltre un chilometro dalla zps.

Nel frattempo però l'installatore ha provato a rivolgersi alla regione Liguria, nel territorio di Mignanego, spostandosi poco più in là verso Genova, ma sempre nella zona protetta. La regione in questo caso ha dato l'ok, anche se manca ancora l'autorizzazione definitiva, e gli opponenti invieranno la sentenza sul Piemonte alla Città Metropolitana di Genova, sperando che annulli la procedura per non finire nel turbinio di altri ricorsi.

Dice l’avvocato Riccardo Lertora, esponente Lipu di Genova: "la sentenza è un raro esempio di pale eoliche bloccate dalle norme a tutela della Rete Natura 2000, creata nell’Ue per mantenere flora e fauna minacciate. Il nostro prossimo passo sarà inviare la sentenza alla Città metropolitana di Genova, alla quale spetta il rilascio dell’autorizzazione di Mignanego, per ribadire quanto stabiliscono le regole comunitarie".