Arera verso lo stop allo Scambio sul Posto per chi ha impianti fotovoltaici da più di 15 anni
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Novembre 2024, alle 11:31 nel canale Energie RinnovabiliLo Scambio sul Posto (SSP) è un meccanismo di incentivazione in Italia, pensato per chi possiede un impianto fotovoltaico domestico e produce energia rinnovabile
L'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha proposto la sospensione dello Scambio sul Posto (SSP) per allinearsi alle nuove normative europee che mirano a favorire la transizione verso un mercato energetico più moderno e decentralizzato, che spinga l'utenza a dotarsi di modalità di accumulo e di batterie. In base alla nuova disposizione, chi utilizza il sistema SSP da più di 15 anni dovrà passare a un nuovo tipo di contratto, con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) che si occuperà di liquidare le eccedenze.
Secondo le stime, dal primo gennaio del prossimo anno saranno 67 mila gli impianti fotovoltaici in Italia a non poter più beneficiare dell'incentivo, mentre nel nostro paese gli impianti che rientrano nel regime SSP sono oltre un milione.
Grazie allo Scambio sul Posto, è possibile compensare l'energia elettrica autoprodotta e immessa in rete con quella prelevata dalla rete elettrica nei momenti in cui l'impianto non copre i consumi, come nelle ore notturne o in giornate nuvolose. Quando un impianto fotovoltaico produce più energia di quanta ne consuma l’abitazione, infatti, l’eccesso viene immesso nella rete pubblica. In caso contrario, quando il consumo domestico supera la produzione dell’impianto (come di notte o in giornate nuvolose), l’abitazione preleva energia dalla rete elettrica.
Chi possiede l’impianto fotovoltaico riceve un contributo economico dal GSE, che compensa parzialmente o totalmente i costi dell’energia prelevata in base a quella immessa. In questo modo, lo Scambio sul posto riduce il costo complessivo dell’energia elettrica, perché permette di compensare la spesa per l'energia prelevata, e offre un ritorno economico per l’energia prodotta, riducendo così i tempi di ammortamento dell’investimento fotovoltaico. Inoltre, favorisce l’utilizzo di fonti rinnovabili, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica nazionale e promuovendo un modello energetico sostenibile.
Allora, perché l'ARERA vuole limitarlo? La decisione rientra in un allineamento alle nuove direttive dell’Unione Europea, la quale ora incoraggia un modello energetico più aperto e decentralizzato, in cui gli utenti possano vendere direttamente l’energia prodotta o accumularla in sistemi di storage. Questo approccio ridurrebbe la necessità dello Scambio sul Posto, poiché l’energia prodotta verrebbe gestita in modo più diretto e autonomo.
In questo contesto, l'SSP è visto come un modello superato, meno flessibile rispetto alle nuove forme di autoconsumo, come le comunità energetiche e i sistemi di autoconsumo collettivo, dove gli utenti scambiano energia direttamente tra di loro. Questi modelli permettono agli utenti di scambiare energia rinnovabile all'interno di gruppi di persone o edifici, senza dover passare attraverso il mercato elettrico tradizionale.
Il punto è favorire l'adozione da parte degli utenti di batterie e sistemi di accumulo, mentre la prima generazione di impianti fotovoltaici ha trascurato questo aspetto portando a una riduzione della domanda di energia prodotta da fonti tradizionali nelle ore diurne: di conseguenza, il costo medio dell'energia nelle ore diurne è sceso. Nei momenti di eccesso di produzione fotovoltaica (per esempio, durante giornate molto soleggiate e con bassi consumi), può verificarsi un fenomeno chiamato prezzo negativo dell’energia. In alcuni mercati, l’energia ha un costo negativo durante certe ore, perché la produzione supera la domanda. Anche se meno frequente in Italia, questo fenomeno è stato osservato in mercati con una quota elevata di energia solare.
Questi prezzi negativi, sebbene non molto comuni, spingono verso una gestione intelligente del consumo e incentivano l’utilizzo di sistemi di accumulo per sfruttare meglio la sovrapproduzione solare.
In questo contesto, la sospensione dello Scambio sul Posto è anche un modo per spingere i proprietari di impianti fotovoltaici a massimizzare l'autoconsumo dell'energia prodotta, evitando di immetterla nella rete. Installare sistemi di accumulo (batterie) permette di utilizzare l'energia quando serve, riducendo il ricorso alla rete.
Con la crescita del numero di impianti fotovoltaici in Italia, inoltre, lo Scambio sul Posto è diventato un sistema oneroso da gestire per il GSE e per il sistema energetico nazionale. Man mano che sempre più utenti richiedono la compensazione, i costi amministrativi e di gestione aumentano, il che determina un carico economico che potrebbe influire sulle tariffe per tutti gli utenti.
186 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOggi, prendiamo ad esempio una famiglia di 4 persone. Mettiamo e già semplifico molto che il sole tramonta alle 16 e diciamo che torni almeno un minimo efficiente alle 08.
Avremmo quindi 16 ore di buio nel momento peggiore dell'anno.
Se ipotizziamo che in queste 16 ore ci sia un consumo medio anche solo di 1kWh significa che servirebbe una batteria da 20kWh e un impianto fotovoltaico a dir poco da 9kWp e probabilmente sarebbero pochi.
Francamente la vedo veramente dura e avrebbe dei costi a oggi spropositati.
Motivo per il quale ad oggi per fare un fotovoltaico collegato a batteria è troppo presto in quanto il costo delle batterie e il dimensionamento dell'impianto sarebbero proibitivi per la maggior parte delle famiglie.
In realtà è parecchio diverso. Con lo scambio sul posto scarichi sulla rete nazionale la gestione dell'accumulo e la cosa non è per niente banale.
Oggi i pannelli non costano tanto è l'installazione ad avere i costi maggiori.
Non sono comunque informato sui costi attuali.
In realtà le comunità energetiche sono le prime ad utilizzare la rete perchè non esiste un consumo in loco e viene utilizzata la rete per mandare l'energia al socio/consumatore.
Se ho identificato bene cosa intendi per "comunità energetiche".
é noto che dopo una decina d'anni si supera il ponto di pareggio dell'investimento di un impianto piccolo/medio..
Quindi quando si entra nel periodo di guadagno per l'utente, gli facciamo comprare una batteria! In modo da prolungare i tempi di pareggio, grazie europa decentralizzati.........non dico cosa.
"La decisione rientra in un allineamento alle nuove direttive dell’Unione Europea, la quale ora incoraggia un modello energetico più aperto e decentralizzato, in cui gli utenti possano vendere direttamente l’energia prodotta o accumularla in sistemi di storage."
Leggi: ti inculi@mo, ma con delicatezza.
Oggi, prendiamo ad esempio una famiglia di 4 persone. Mettiamo e già semplifico molto che il sole tramonta alle 16 e diciamo che torni almeno un minimo efficiente alle 08.
Avremmo quindi 16 ore di buio nel momento peggiore dell'anno.
Se ipotizziamo che in queste 16 ore ci sia un consumo medio anche solo di 1kWh significa che servirebbe una batteria da 20kWh e un impianto fotovoltaico a dir poco da 9kWp e probabilmente sarebbero pochi.
Francamente la vedo veramente dura e avrebbe dei costi a oggi spropositati.
Motivo per il quale ad oggi per fare un fotovoltaico collegato a batteria è troppo presto in quanto il costo delle batterie e il dimensionamento dell'impianto sarebbero proibitivi per la maggior parte delle famiglie.
Sempre che l'esposizione sia otitmale e che non sia tutto elettrico. Altrimenti dovremmo viaggiare almeno sui 12KWp e accumuli da 30kWh.
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