Toyota
Toyota investe 5 miliardi nella produzione di batterie. Ma non era contraria alle auto elettriche?
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 31 Agosto 2022, alle 16:22 nel canale BatterieIn contrasto con altre recenti affermazioni, Toyota ha deciso di fare un importante investimento nelle sue fabbriche di batterie, in Giappone e Stati Uniti, per supportare la produzione di auto elettriche
86 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - inforagionando in maniera semplicistica mi sembra una scelta logica in funzione di quanto di sta accadendo al settore dell'automobile, al di la di idee e preferenze personali o oggettive.
Se non vuoi uscire dal mercato......o proponi qualcosa di alternativo ma di altrettanto valido.......oppure segui la direzione di quello che sara' un domani il mercato.
la cosa grave è credere fermamente che si può rinunciare a qualunque cosa a prescindere dalla propria situazione di vita solo grazie alle proprie scelte.
sembra che tutti nasciamo e cresciamo senza avere un passato definito dai nostri avi ne un futuro altrettando inficiato dalla situazione in cui si nasce e cresce, e soprattutto senza nessuna variabile umana esterna a far da imprevisto.
va bene tutto, ma se si riduce tutto all'illusione di venire al mondo come in un simulatore gestionale quando si clicca "new game", beh, stiamo freschi
Sono un disco rotto questo è poco ma sicuro ma no, non ritengo non meritevole vivere in un appartamento... e chi sono per dire a un altro che la sua vita non è meritevole?
Io ho risposto qui come altrove a chi ha argomentato descrivendo la sua situazione come quella di un poveretto in appartamento e quindi egli stesso definendosi in senso negativo.
Se uno è felice del proprio appartamento e della propria Panda posso dire che non mi piace come auto ma non posso certo giudicare la sua vita.
Quindi ribadisco che le mie considerazioni erano risposte a commenti di altri che portano altrettanto come dischi rotti la loro situazione di vita come disperata e come aspettandosi che sia la società a cambiargli in qualche modo la vita.
Spero di aver chiarito meglio.
Guarda che esistono eccome. Ci sono anche per vari livelli che vanno fino a quello che dietro compenso ti gestisce finanche a cosa mangi a colazione, pranzo e cena.
Ed essenzialmente funzionano... non dico trasformare il condominio ma la singola famiglia che se si attiene alle istruzioni migliora in maniera drastica la propria situazione sì.
Mai detto questo. La soluzione è sempre complessa e personale ma sicuramente evitare spese fisse è un punto di inizio. Ovviamente non è che c'è una ricettina che ti scrivo qua e improvvisamente si applica a chiunque.
Parli con uno che quando trovai il mio secondo o terzo lavoro (non contemporanei eh intendo successivi) mi dissero che o mi trasferivo a 400Km o nulla. Le prime notti dormii dove capitava perché non avevo nemmeno una casa dove stare. Mi ricordo ancora dove... a Fano, nelle Marche.
Al tempo ho lasciato la famiglia, una sorella, gli amici... tutto. Al tempo la macchina non me la potevo permettere e cercai casa vicino. 3 anni dopo mi spostarono in un'altra città e ripartii da zero.
La macchina è comoda ma se ne può fare a meno.
Poco ma sicuro. Penso che da quando avevo 18 anni di aver cambiato almeno 7 o 8 case diverse in altrettante città italiane. Se poi ti capita di girare il mondo e specialmente nel mondo anglosassone molti cambiano casa anche solo ogni 2 anni.
Ma perché dovrei insultarli? Io sono più vicino a un impiegato che non a un imprenditore. Giusto per la cronaca eh.
Il reddito. Siamo troppo ancorati all'idea di vivere in un singolo luogo e in una singola casa.
Se domani mi pagassero di più a Milano andrei a Milano. Se mi merita andare a Roma vado a Roma.
Perché dovrei limitare la mia vita a un singolo luogo rinunciando ad opportunità?
Ribadisco che se apri i tuoi orizzonti e provi a fare un'esperienza in UK o USA vedrai che gente con redditi anche molto più bassi che in Italia si sposta come niente fosse dove gli merita di volta in volta e percepiscono molto ma molto meno questo attaccamento geografico.
Poi ripeto sei liberissimo di fare come meglio ritieni io non voglio continuamente venire a dirti cosa fare o non fare... a me basta che una volta che hai fatto le tue scelte giuste o sbagliate che siano poi non ti lamenti delle conseguenze e non pretendi che altri risolvano i problemi.
bah... non condivido per niente questa idea di essere predestinati alla nascita a essere più o meno bravi. Sono convinto che nel mondo ci sono campioni del mondo che non hanno avuto voglia di allenarsi e quindi sono rimasti anonimi nella massa e gente che non era così dotata geneticamente ma che ci ha dato talmente tanto dentro da diventare campione.
Sbaglierò ma preferisco di gran lunga credere che tutti abbiano le loro opportunità se ci credono davvero. Anche perché se dovessi credere che è tutto deciso alla nascita allora che senso avrebbe lottare?
Non sono per niente d'accordo. Può darsi che non ce la farai, può darsi che fallirai ma se nemmeno ci provi e parti dal presupposto che tanto non c'è speranza è veramente la fine.
Continuate a dire questa cosa ma NON è quello che sto dicendo.
Se uno è in quella situazione ma felice allora STOP, ha fatto le scelte giuste. Non sono mica una religione che stabilisco dogmi o cose del genere.
Io rispondevo a chi usa quella situazione, LAMENTANDOSENE, ma aspettandosi da altri la soluzione.
sembra che tutti nasciamo e cresciamo senza avere un passato definito dai nostri avi ne un futuro altrettando inficiato dalla situazione in cui si nasce e cresce, e soprattutto senza nessuna variabile umana esterna a far da imprevisto.
va bene tutto, ma se si riduce tutto all'illusione di venire al mondo come in un simulatore gestionale quando si clicca "new game", beh, stiamo freschi
Guarda che anche io avevo situazioni alle spalle eh... semplicemente sono andato per la mia strada e ho lasciato a ognuno i suoi problemi. Per farti un esempio durante i miei trasferimenti ho avuto 3 convivenze, in 2 delle quali quando mi è arrivato il trasferimento la scena è stata pressappoco "Vieni?", "Mah... vediamo, parliamo", "Ok, arrivederci e grazie". Si conviveva da 3 anni eh... non 5 minuti.
Quindi se io volessi dedicarmi alle corse, avrei le stesse possibilità del figlio di schumacher o se volessi dedicarmi alla musica avrei le stesse possibilità del figlio di igleasias ? ( due a caso presi per esempio )
Secondo me mi dovrei fare un cubo cento o forse mille volte tanto.
Tutto no, ma una buona/grossa parte si !
Penso che loro siano avvantaggiati in quanto hanno capitali e conoscenze ma che se non hanno la voglia potrebbero benissimo non arrivare a nulla e te partendo senza soldi e senza conoscenze arrivare a essere migliore di loro.
Bada bene non sto dicendo che se vuoi vinci sempre eh... o che a volta non sia durissima. Sto dicendo che se non ci provi nemmeno perché parti con l'idea che tanto non sei figlio di allora sicuramente non ce la farai mai.
Ribadisco... può darsi che hai ragione ma questo ti da forse qualche vantaggio? No... e allora preferisco credere anche sbagliando di potercela fare e provarci fino alla fine che arrendermi all'idea che tanto non sono figlio di e quindi non ho speranze.
Mio padre quando sono nato era ancora un mezzadro con la terza media... che dovevo fare rassegnarmi a essere come lui anche se non mi piaceva solo perché ero figlio di un brav'uomo ma che non contava nulla?
Ci ho provato e nel mio piccino ce l'ho fatta però il messaggio è che nessuno si deve arrendere alla propria nascita se non gli piace ma provarci anche a costo di fallire. Quantomeno potrai dire "pensavo di essere meglio di ma non è andata ma diamine almeno ci ho provato"
Io, in realtà, opero come te; tengo con rigore la contabilità domestica, e prendo nota di molto di ciò che riguarda l'automobile, comprese le spese sostenute per benzina e GPL; ciò, nonostante, la vettura sia priva di valore commerciale, presa già vecchia di tredici anni, sebbene in buone condizioni. E non rinuncerò alla proprietà perchè ne conosco la provenienza, i punti deboli, le condizioni e la manutenzione.
Anche io ho i miei obiettivi ed ho fatto rinunce pur di raggiungerli; ma non mi sono mai allontanato dalla mia città, non perchè le sia particolarmente affezionato, ma perchè genitori, compagna e relativa famiglia vivono qui. Non ho millemila amici, ma alla vicinanza di alcune persone care ... ci tengo.
Fatto bene, fatto male, non è cosa valutabile con oggettività; ma sono comunque contento di non aver mai estremizzato, ne' in un senso, ne' in un altro. Ho avuto sotto gli occhi molti casi di persone che non hanno goduto nulla della vita, sempre insoddisfatte, sempre ansiose di correre, accumulare, dimostrare qualcosa ... e poi improvvisamente ... non ci sono più.
Noi non siamo d'accordo sulla "soglia" che distingue lo scialare dal "barcamenarsi". Per riprendere l'esempio del caffè al bar, ne conosco di colleghi che non riescono a farne a meno. Poi, però, rendono più a lungo e meglio di altri.
Se io ho speso EFFETTIVAMENTE 39.900 euro per portarmi a casa la Model 3, non vedo perche' dovrei fare i calcoli sul rientro del mio investimento grazie ai risparmi giornalieri di utilizzo considerando i 49.900 euro che erano di listino nel 2021.
Di tasca mia ci ho messo 39.900....ed e' quella la spesa su cui dovrei rientrare....no del prezzo di listino che non ho pagato.
le auto non sono un investimento ma una spesa (al netto di auto tipo ferrari),
il discorso è che comprare un auto da 40 o 50 k è uno sfizio, ed il risparmio non credo sia la prima caratteristica che uno guarda su auto con quei prezzi, io delle auto non mi è mai fregato più di tanto ma delle moto si, e quando spendevo 15 k per una moto non guardavo tanto quanto consumava ....
Rispetto la tua opinione e sono contento che le tue scelte ti abbiano portato il meglio, lo dico sinceramente.
Quel che sbagli è dare per scontato che chiunque sia pronto (sia perchè può, sia perchè se la sente, sia perchè lo vuole) a far le valigie e "andare" per provare a cambiare la propria vita.
Le persone non sono tutte uguali, a prescindere dalle loro capacità professionali, esiste anche una persona prima del lavoratore.
L'errore è metter la società capitalconsumistica prima delle persone, e parlane solo come "risorse", lavoratori appunto. Ergo le scelte devono esser intraprese in che ottica di benessere? Personale o economica? O entrambe?
E' qui che il tuo esempio di rifiuto verso chi si lamenta di una situazione esistente (Panda, appartamento, vattelapesca), cade su stesso. Perchè in soldoni stai dicendo "non hai privilegiato il benessere economico a quello personale, quindi non puoi lamentarti di niente sia relativo al tuo potere di acquisto, dovevi trovare da guadagnare di più cambiando la tua persona". No buono, no soluzione, solo scappatoia.
Ed essenzialmente funzionano... non dico trasformare il condominio ma la singola famiglia che se si attiene alle istruzioni migliora in maniera drastica la propria situazione sì.
Ma non fanno diventare benestanti tanto da porter comprarsi una casa un nucleo famigliare che vive di redditi operai medi, a prescindere che arrivi a fine mese agevolmente o non agevolmente. Si parla di cifre troppo contenute per poter far la differenza sul serio. Di sicuro sono d'accordo quando dici che molti, risparmiando su tante cose, potrebbero smettere di contare se hanno ancora 100 euro il 31 del mese sul conto o meno.
Al tempo ho lasciato la famiglia, una sorella, gli amici... tutto. Al tempo la macchina non me la potevo permettere e cercai casa vicino. 3 anni dopo mi spostarono in un'altra città e ripartii da zero.
La macchina è comoda ma se ne può fare a meno.
Fano lo conosco, ci passavo in vacanza spesso anni fa d'estate (avevo residence a Marotta).
La possibilità di lavorare a 400km o più, se ti cercano, la devi avere.
Non partiamo dicendo che tutti ricevono offerte di lavoro inter-regionali da vagliare e accettare.
E il tuo compenso deve bilanciare in qualche modo il disagio da trasferimento. Altrimenti perchè non provare a cercare di meglio dove vivi prima di far le valigie?
Se ti trasferisci, e dove vivi le case vicino al lavoro costano troppo, non le prendi (salvo guadagnare abbastanza da fregarsene), e vai a vivere dove te le puoi permettere.
Non serve essere molto distanti dal lavoro per necessitare di un veicolo per raggiungerlo agevolmente (anche fosse uno scooter), ma soprattutto normalmente le case meno costose "decenti" sono quelle in zone poco servite da tutto il resto, inclusi trasporti pubblici.
Senza contare che a seconda della distanza dal luogo di lavoro, il tempo che l'individuo "perde" nel commuting può esser molto rilevante e inficiare non di poco la qualità della vita.
Il nostro tempo è il bene più prezioso che abbiamo, nelle mie esperienze lavorative quando ho abbandonato i mezzi pubblici a favore dell'auto (e mi sono mosso per 7 anni solo esclusivamente con treni, metro e bus) il tempo guadagnato settimanalmente superava le 8 ore. Fai tu il conto di quante ore sono tutto l'anno. Per me, tantissime, abbastanza da dire che rinunciarvi sarebbe un grave errore
Pensa inoltre a chi, spostandosi o meno, mette su famiglia. Far tutto con i mezzi pubblici non è sempre fattibile quando non sei più da solo...
Quindi salvo trovar da abitare in zone industriali attaccati ai capannoni dove si lavora (e dove normalmente una casa costa nulla, vista la posizione) e dove miracolosamente c'è pure uno spaccio vendi tutto per evitare di dover chiamare il taxi per fare compere, in altri scenari è dura far a meno di un veicolo proprio.
Se le cambi per necessità (insegui il lavoro) che ne giustifica il cambio continuo, ben venga.
Significa che hai anche le occasioni lavorative da sfruttare e non hai nulla che ti trattenga da dove parti.
Se le cambi per sfizio, devi aver la pecunia, altrimenti non cambi nulla e stai dove stai (come fa la maggiorparte della gente).
In tutto non dimenticarti chi invece, ama mettere radici. Non si può ridurre il tutto "ti piace metter radici e far famiglia, perdi il diritto di lamentarti se i CCNL italiani fanno schifo".
Le cose cambiano abbastanza il quel caso, ed è sempre azzardato dire chi sbaglia o chi fa bene in queste scelte. Superficiale ridurre il tutto a dover rinunciare a una cosa in favore di un'altra, la cui importanza come la soppesiamo?
Se domani mi pagassero di più a Milano andrei a Milano. Se mi merita andare a Roma vado a Roma.
Perché dovrei limitare la mia vita a un singolo luogo rinunciando ad opportunità?
Ribadisco che se apri i tuoi orizzonti e provi a fare un'esperienza in UK o USA vedrai che gente con redditi anche molto più bassi che in Italia si sposta come niente fosse dove gli merita di volta in volta e percepiscono molto ma molto meno questo attaccamento geografico.
Poi ripeto sei liberissimo di fare come meglio ritieni io non voglio continuamente venire a dirti cosa fare o non fare... a me basta che una volta che hai fatto le tue scelte giuste o sbagliate che siano poi non ti lamenti delle conseguenze e non pretendi che altri risolvano i problemi.
Il reddito E il lavoro.
Dici bene, se pagassero di più anche a me, partirei.
Ma devi avere le occasioni, e devono essere buone.
Cosa significa buone? Migliori abbastanza da giustificare l'abbandono di quel che hai dove sei, in favore di altri luoghi non necessariamente migliori.
Ad esempio io a Milano ci ho vissuto, rispetto dove vivo ora (entroterra ligure), non tornerei a Milano se non per occasioni lavorative decisamente migliori. Nettamente migliori, tanto che il denaro vada a bilanciare il disagio dello spostamento.
Non mi è piaciuto vivere a Milano, il clima lo detestavo, la confusione cittadina ancor di più, gli affitti erano ridicolamente alti, non conoscevo nessuno salvo colleghi, e la vita era un continuo attendere il fine settimana per andarsene. Di positivo solo l'esperienza lavorativa. Magari ad altri vivere a Milano piace moltissimo e non potrebbero rinunciarvi, piace la vita di città e tutto ciò ne consegue, ho conosciuto persone così, le conosco ancora oggi, e va benissimo, a ognuno il suo, loro non vivrebbero in entroterra staccati dalla "confusione" che tanto amano, io viceversa.
Milano ne è solo un esempio, ma questo può valere anche per altri.
Un mio ex collega davanti alla scelta di esser licenziato o trasferito all'estero (Germania, Amburgo) ha scelto il trasferimento.
Guadagnava il doppio, aveva l'auto aziendale.
Dopo 3 anni aveva perso tutti i capelli per lo stress lavorativo e la vita orrenda che conduceva lassù, nessun rapporto umano a parte la sua ragazza che lo andava a trovare e si era fermata a vivere con lui per apprensione.
Alla fine ha rinunciato, è tornato in italia, guadagnando meno, si è sposato, ha avuot un figlio e, per sua fortuna, oggi ha pure recuperato tutti i capelli e sta molto meglio, come persona.
Se a te va bene qualunque posto basta avere un 1 euro in più, buon per te, sei più flessibile e con una adattabilità migliore. Ma questo non vale per tutti e non è un fattore psicologicamente malleabile in maniera facile, anzi.
Può essere, ma al contempo, fuori dallo sport, non tutti riescono a diventare ingegneri, medici o avvocati (di successo almeno), non basta solamente studiare, se bastasse tutti avrebbero la laurea, mentre oggi abbiamo lavoratori non solo senza diploma, ma anche senza licenza media.
Chi ha detto che è tutto deciso dalla nascita?
Si dice banalmente che la maggioranza dei manovali non lo è necessariamente diventata perchè non ha voluto/potuto studiare, ma magari perchè non aveva capacità per brillare in ambito accademico, abbastanza da proseguire e iniziare una carriera di altro tipo.
Se tutti fossero davvero di pari capacità in ogni campo e, soprattutto, sapessero anche scegliere sempre e comunque il campo giusto dove brillare, ad oggi saremo sul serio tutti accademici e a far il lavoro manuale non ci sarebbe più nessuno
Spero che quel "lasciare ognuno ai suoi problemi" si riferisca giusto alle convivenze che hai citato, e/o relazioni estemporanee che hai avuto...
Potrei azzardarmi la deduzione che la tua priorità non era certamente mantenere una relazione duratura rispetto se bilanciata dalla scelta di lavorare altrove. Ovviamente discorso analogo per la controparte, se non ti segue, anche quello significa qualcosa (e potrebbe rientrare nell'esempio di chi non si muove per motivi xyz).
A prescindere, quando dicevo che ci sono persone che non possono lasciare situazioni in cui si trovano, mi riferivo a problematiche diverse, e normalmente percepite come un impegno di una gravità diversa (assistere parenti, genitori soprattutto, ma magari anche fratelli/sorelle, figli?), la sensibilità dei singoli è anche quella un parametro di cui non si può fare di tutta l'erba un fascio.
Inoltre: https://www.alvolante.it/news/piu-c...erca-axa-379529
Di chi o cosa sia la colpa poco importa, così come se sia vero o una falsa scusa delle assicurazioni.
Hermes
Anche "i ricchi" sono persone, e come tali con idee a volte bizzarre.
[quote=Darkon]Parli con uno che quando trovai il mio secondo o terzo lavoro (non contemporanei eh intendo successivi) mi dissero che o mi trasferivo a 400Km o nulla. Le prime notti dormii dove capitava perché non avevo nemmeno una casa dove stare. Mi ricordo ancora dove... a Fano, nelle Marche.
Al tempo ho lasciato la famiglia, una sorella, gli amici... tutto. Al tempo la macchina non me la potevo permettere e cercai casa vicino. 3 anni dopo mi spostarono in un'altra città e ripartii da zero.
La macchina è comoda ma se ne può fare a meno.
Quando anni fa in altra situazione trovai il mio secondo lavoro in contemporanea, a fine mese arrivavo a 2100 euro tondi. Da cui decurtare affitto, bollette eccetera. I due lavori erano a una quarantina di km l'uno dall'altro proprio in zona appennino. E 40 km di appennino sono ben diversi da 30km di pianura.
Ma è per dire che a volte anche impegnandosi e lavorando come asini con quel che si trova, non si diventa poi benestanti. E questo perchè a differenza tua non mi si disse di trasferirmi ma che mi avrebbero (sotto)pagato quella cifra o niente.
Cosa dovevo dire? Niente e cercare altro? E nel mentre, e se non avessi trovato? (ci sono voluti quasi due anni prima di trovare altro)
Certo se avessi avuto altre possibilità fin da ragazzo, sono figlio di operai, quelli tanto snobbati come poveracci, forse oggi sarei qualcos'altro con un altro reddito, ma finite le scuole dell'obbligo è toccato andare a guadagnare la pagnotta. O forse no, beninteso, ma ci sarebbe stata una opportunità e almeno una scelta.
Di certo però non vorrei mai ragionare in nessuna circostanza come chi considera gli altri meno abbienti come sfigati, poveracci o falliti per scelte di vita sbagliate o circostanze.
Nella vita possono succedere tante cose, anche malattie importanti che prosciugano i tanti o pochi risparmi di una famiglia, tanto per dirne una.
Difatti stiamo assistendo ad un'infinità di marchi nuovi che si stanno affacciando nel mercato automotive che, viceversa, prima dell'avvento dell'elettrico, era ormai praticamente congelato con pochi grandi gruppi in progressiva fusione fra loro.
Te la spiego semplice:
Le aziende automobilistiche vecchia scuola hanno col passare dei decenni deciso di affidarsi sempre più a ditte esterne per un numero sempre maggiore di componenti dell'automobile, chip, sedili, aria condizionata, sensori, fari, software etc... in casa praticamente fanno solo il motore e la carrozzeria, quando si passerà all'auto elettrica dove le batterie sono il grosso del costo dell'auto e finchè non le produci in casa devi comprarle da un'azienda esterna ti viene a crollare anche il profitto che fai dai motori e, molto più rilevante perdi il profitto per la manutenzione... a questo aggiungi il fatto che una grossa fetta di guadagni aziende EV come la Tesla la fanno sul software e che in questo campo le aziende tradizionali sono fortemente lacunose...
Inoltre:
Ogni fabbrica che produce motori deve essere riconvertita e questo ha un costo, i dipendenti formati in quel campo vanno riformati e ne vanno assunti di nuovi cosa che molte aziende non possono fare per pressioni politiche (vedi Volkswagen), e la ricerca? La Tesla ha sviluppato una tecnologia per l'elettrico negli anni passati e adesso le spese di sviluppo sono già ampliamente contabilizzate, restano solo i profitti, mentre le altre aziende essendo indietro si trovano il grosso di queste spese che azzoppano i ricavi almeno per qualche anno ancora.
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