Ricarica wireless dei veicoli elettrici: i test anche in Italia
di Paolo Corsini pubblicata il 10 Giugno 2022, alle 17:01 nel canale BatterieUna delle opzioni per estendere l'autonomia dei veicoli elettrici è legata alla ricarica wireless; nell'Arena del Futuro, in prossimità dell'autostrada A35, si sta conducendo una interessante sperimentazione
L'autonomia di funzionamento con batterie è uno dei principali deterrenti, per quanto on il solo, alla transizione verso vetture elettriche. Si vorrebbe avere a disposizione un veicolo elettrico che è in grado di assicurare un'autonomia di funzionamento pari a quella di un tradizionale veicolo termico, senza che questo vada però a impattare in misura sensibile sul costo d'acquisto e sul peso della vettura.
A livello mondiale sono in corso varie sperimentazioni per la ricarica delle vetture elettriche di tipo induttivo, non solo quando queste si trovano posizionate in un parcheggio appositamente costruito ma anche durante la marcia stradale. Lungo l’autostrada A35 Brebemi è presente il circuito sperimentale “Arena del Futuro”, all'interno del quale è stato implementato un sistema di ricarica wireless annegato all'interno dell'asfalto e in grado di ricaricare le batterie delle vetture in movimento.
La tecnologia di ricarica ad induzione per auto elettriche o DWPT (Dynamic Wireless Power Transfer) è stata ufficialmente presentata quest'oggi a Chiari, in provincia di Brescia. Il progetto pilota italiano coordinato da A35 Brebemi e Aleatica, operatore globale di infrastrutture di trasporto con una presenza in Europa e America Latina specializzato in soluzioni di mobilità sostenibili e innovative, è quello allo stadio più avanzato di sperimentazione e vede cooperare realtà che sono punti di riferimento in ciascun settore di competenza quali: ABB, Electreon, IVECO, IVECO BUS, Mapei, Pizzarotti, Politecnico di Milano, Prysmian, Stellantis, TIM, FIAMM Energy Technology, Università Roma Tre, Università di Parma, Vigili del Fuoco e Ministero dell’Interno - Polizia Stradale.
Questa tecnologia permette ai veicoli elettrici di ricaricarsi viaggiando su corsie dedicate, grazie ad un innovativo sistema di spire posizionate sotto l’asfalto che trasferiscono direttamente l’energia necessaria ai mezzi (auto, camion, bus). Un sistema di mobilità a “zero emissioni”, che include differenti elementi studiati dalle eccellenze industriali coinvolte per interagire tra loro, quali asfalto, centraline, cavi, veicoli elettrici e connettività 5G.
Alla luce dei vari test effettuati e in corso su questa tecnologia, in particolare all’interno del progetto italiano “Arena del Futuro”, si conferma che la DWPT ha straordinari vantaggi. Nel percorso verso la decarbonizzazione dei trasporti attraverso la mobilità elettrica, a fronte di criticità legate alla vita e all’ingombro delle batterie, la ricarica ad induzione può contribuire ad una transizione verso modelli di mobilità sostenibile che migliorino ulteriormente l’esperienza sul campo degli utenti.
Tra i numerosi vantaggi della tecnologia di ricarica ad induzione le ricerche stanno evidenziando una maggior efficienza energetica del veicolo grazie alla ricarica in viaggio, una riduzione del volume delle batterie nei veicoli senza impattare sulla capacità di carico merci e persone, un aumento della vita media della batteria stessa grazie al fatto che si eviterebbero picchi di ricarica perché verrebbe alimentata ad intervalli durante il giorno. Una volta a regime, il sistema potrà contribuire a migliorare la qualità del viaggio dell’utente, grazie a una riduzione dei tempi di sosta per ricarica legata alla combinazione ottimale tra diversi sistemi di ricarica. Tutti questi obiettivi sono raggiungibili anche grazie alle innovative tecnologie offerte dal 5G e dalle soluzioni applicative basate sull’Intelligenza Artificiale, che faciliteranno lo scambio di informazioni tra il veicolo e le piattaforme di gestione, aumentando la sicurezza stradale e l’efficienza degli spostamenti.
Siamo ancora lontani da un'applicazione diffusa della tecnologia DWPT, ma una sua implementazione accanto ad altri e più tradizionali sistemi di ricarica delle batterie dei veicoli può rappresentare una via alternativa che possa spingere ad una maggiore diffusione della mobilità elettrica magari anche con veicoli che, grazie alla ricarica wireless in movimento, possono richiedere batterie di dimensioni più contenute e pertanto costo inferiore.
26 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn linea generale sì. Però se un sistema del genere permette di risparmiare un paio di centinaia di kg di batterie, non più necessarie per viaggi di centinaia di km, allora può avere senso. Le auto elettriche non recuperano tutta l'energia spesa in accelerazione nella frenata successiva, come è ovvio, quindi il peso è un limite dei sistemi a batteria attuali e ridurlo significa anche rendere più efficiente il mezzo, oltre che meno impattante e inquinante (freni, gomme, etc...).
Tutto ciò in linea talmente teorica da poterla chiamare senza timore UTOPIA.
Salvo rivestire tutte le strade di sitemi di carica wireless, cosa praticamente impossibile e con costi di realizzazione, gestione e manutenzione deliranti, le auto avranno comunque sia necessità di batterie per caminare da sole per almeno qualche centinaio di Km.
E questo senza considerare appunto l'enorme quantità di energia dispersa dalla scarsa efficienza del processo.
Mettendo tutto sul piatto direi che è molto meglio investire su batterie e sistemi di ricarica veloce e magari davvero linee a pantografo per i mezzi pesanti sulle autostrade
tanto vale girare con un diesel euro6
Toninelli docet.
"Noooo!!!! Ma ministro!!!!!!"
Interessante capire:
- quanti Kwh si risparmiano ogni TOT km percorsi (e quindi quanto riesco ad aumentare la percorribilità con la stessa batteria)
- qant'è la dispersione di elettricità
- se metto a terra il mio smartphone si ricarica o si frigge ?!?
Poi a livello ingegneristico, invece, sono pienamente consapevole che siamo ancora in una fase embrionale/sperimentale ed auspico che provvedano poi a strutturare la cosa in modo che sia più manutentabile, perchè coì come è fatto (una bella dose di cavi incementati sotto l'asfalto) è follia pura sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria.
Inoltre è da capire l'effettiva messa in opera di un sistema del genere, perchè ad oggi tra quello che costa il rame (vista la bassa reperibilità sul mercato ancor prima della crisi dell'acciaio), il deficit energetico a cui siamo soggetti e lo stato attuale delle nostre strade (nelle strade cittadine ci sono crateri che neanche l'Etna e le autostrade sono perenni canieri aperti)... al momento rimane un bel esercizio academico.
Tanto vale installare un pannello fotovoltaico sul tetto dell auto.
Genera sicuramente piu corrente che altre soluzioni
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