L'esplosione di una batteria LFP ha rialzato i livelli di guardia verso l'accumulo domestico
di Giulia Favetti pubblicata il 31 Ottobre 2023, alle 15:20 nel canale BatterieA tre settimane dall'esplosione di una batteria al litio ferro fosfato da 30 kWh in Germania, le indagini riguardanti la causa dell'incidente sono a un punto morto; l'alto pericolo che l'edificio in cui era stato installato l'accumulo possa crollare rende infatti impossibile, da parte della polizia e dell'assicurazione, stabilire con certezza cosa abbia innescato la reazione a catena
A Lauterbach, nella regione dell'Assia nella Germania centrale, tre settimane fa un impianto di accumulo domestico, composto da batterie LFP per un totale di 30 kWh, è esploso, sventrando l'edificio in cui era stato installato.
Il proprietario ed installatore dell'impianto (un tecnico elettronico specializzato in servizi energetici ed edili, con 20 anni di esperienza professionale), nell'intervista rilasciata a pv megazine, ha dichiarato che il sistema di accumulo era costituito da tre pacchi batteria della Shenzhen Basen Technology, acquistati in momenti diversi sull'e-commerce Alibaba. Due nel giugno 2022 e il terzo esattamente un anno più tardi.
Nello specifico, si tratta dei modelli "BR-48200B" e "MY-381", ognuno da 10 kWh di capacità e chimica LFP, alloggiati in un cabinet da 19 pollici.
L'accumulo, come facile intuire, era stato installato in seguito alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da 15,47 kW di potenza (che il proprietario era intenzionato ad ingrandire fino a 19,57 kW), regolato da due inverter: Multiplus II 5000 di Victron e Solax X1 4.2 .
Un impianto ben studiato, progettato e bilanciato, con tutte le accortezze necessarie a gestirlo in sicurezza; questi dati di fatto rendono ancora più difficile individuare con certezza la causa dell'esplosione, che probabilmente non verrà mai realmente trovata.
Da una parte il proprietario esclude categoricamente che l'incendio possa essere partito da una delle celle, e a sostegno di questa sua affermazione ha riferito che, secondo i dati registrati dall'app con cui monitorava l'accumulo, poco prima dell'incidente lo stato di carica (SOC) della batteria era del 90,2% e la tensione era di 52,41 V.
Dopo l'esplosione, il seminterrato – che oltre al sistema di stoccaggio ospitava anche la caldaia – era pieno di fumo bianco, ma (sempre secondo quanto affermato dal proprietario) il cabinet dove erano contenute le batterie non mostrava alcun segni di incendio, esattamente come gli inverter.
Dall'altra, sia la polizia sia i tecnici dell'assicurazione non sono certi di quale possa effettivamente essere la causa dell'incendio (se la caldaia o un cortocircuito delle celle, al netto di quanto affermato dal proprietario) e sono impossibilitati ad effettuare indagini più approfondite perché, secondo quanto dichiarato dai vigili del fuoco che hanno domato le fiamme, l'edificio è inagibile e dovrà essere demolito.
Pv megazine ha quindi chiesto il parere tecnico di due scienziati, Egbert Figgemeier (responsabile dei processi di invecchiamento e previsione della durata delle batterie presso RWTH Aquisgrana) e Axel Durdel, ricercatore presso l’Università Tecnica di Monaco.
Dal momento che le indagini non si sono ancora concluse, gli accademici hanno deciso di non sbilanciarsi troppo, pur dando il loro parere.
Figgemeier ha affermato che è possibile che l'elettrolita nelle celle si sia rotto e che un cortocircuito interno abbia acceso i gas e che pertanto "una fonte di accensione esterna non sia stata necessaria". Il fumo bianco potrebbe essere stato generato dalla decomposizione dell'elettrolita, e, tramite i gas tossici in esso contenuti, avrebbe innescato la fuga termica, portando le celle a bruciare e divenendo la causa scatenante dell'esplosione.
Il fatto che il proprietario non abbia trovato resti di combustione nei dintorni del cabinet non sarebbe motivo sufficiente per assolvere le celle quali responsabili dell'incendio (sempre secondo Figgemeier) perché molte delle loro componenti possono bruciare senza lasciare residui, quando vengono raggiunte alte temperature.
In merito a quest'ultima considerazione, Axel Durdel ha dichiarato che nello "scenario peggiore", una batteria LFP potrebbe perdere idrogeno, anidride carbonica, monossido di carbonio, etene, metano e altri gas; fra questi, l'idrogeno ha "acceso" una discussione in merito al suo potenziale ruolo nell'esplosione.
Durdel è stato interrogato anche in merito ai test di sicurezza cui vengono sottoposte le batterie, al fine di risultare idonee alla vendita. L'accademico ha confermato che queste prove vengono eseguite quasi esclusivamente in ambienti dotati di adeguati sistemi di filtraggio e che pertanto, in linea di principio, è ipotizzabile che i gas fuoriusciti si siano accumulati nel seminterrato, non avendo una via di fuga.
Tuttavia, lo scienziato dell'Università Tecnica di Monaco non ha potuto dire se ciò fosse sufficiente per innescare l'autoaccensione.
In linea di principio, in sintesi, tutto è possibile, ma nei fatti non vi è modo né di confermare, né di escludere (oltre ogni ragionevole dubbio) un'ipotesi e il suo esatto contrario.
"Nel caso di batterie con una densità di energia inferiore o un basso stato di carica, è del tutto possibile che il gas non si accenda direttamente quando esce dalla batteria, ma che l'accensione avvenga attraverso fonti di accensione esterne", ha aggiunto Durdel, sottolineando come, se ciò fosse avvenuto, ve ne sarebbe traccia sulle batterie.
Ma qui torniamo al punto di inizio della vicenda, ovvero all'impossibilità di proseguire le indagini.
Al momento l'unica strada percorribile è quella di tentare di recuperare quello che resta dell'accumulo una volta demolita la casa.
111 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerchè mica non sono riuscito a capirlo...
Anche perché altri brand più rinomati hanno costi che si aggirano sui 5.000 euro per la stessa capacità (4 volte tanto rispetto ai 1.259 dollari di queste).
Questa storia mi ricorda quelli che comprano il telefono da 1.000 euro e poi usano un caricatore da 1 dollaro collegato a un cavo da 20 centesimi e usano il tutto mentre fanno il bagno immersi nella vasca...
Perchè mica non sono riuscito a capirlo...
La polizza scoppio e incendio se l'hai fatta oppure ti ricostruisci casa per conto tuo.
Al di là del fatto che mi sembra una storia molto fantasiosa perché una cella che va in corto fa bruciare la casa mentre quella sembra almeno dalle foto un danno da esplosione da gas (basta confrontarlo con altri casi conclamati).
Che poi dopo l'esplosione o in fase di intervento dei vigili del fuoco si siano danneggiati anche gli accumuli è assolutamente credibile ma se realmente tutto fosse partito dall'accumulo vedremmo la casa incenerita e non un'esplosione del genere.
Detto ciò non ho prove o altro a parte l'articolo e le foto quindi è e rimane una mera opinione personale che non conta niente.
ha un impianto da 15 kW, che voleva espandere a 19 (che è un GROSSO impianto domestico). 30 kWh di batterie potrebbero essere fin poche, ma magari usa tanto determinati carichi in casa... però leggo che era tutto nel locale seminterrato insieme alla caldaia.
Cosa doveva farci con tutta quella potenza installata? Ci ricarica tutti i giorni l'auto elettrica per farci 600 km di notte e poi riconnetterla?
O in Germania hanno un conto energia molto favorevole, quindi la rivendeva al suo gestore?
ha un impianto da 15 kW, che voleva espandere a 19 (che è un GROSSO impianto domestico). 30 kWh di batterie potrebbero essere fin poche, ma magari usa tanto determinati carichi in casa... però leggo che era tutto nel locale seminterrato insieme alla caldaia.
Cosa doveva farci con tutta quella potenza installata? Ci ricarica tutti i giorni l'auto elettrica per farci 600 km di notte e poi riconnetterla?
O in Germania hanno un conto energia molto favorevole, quindi la rivendeva al suo gestore?
Ma pure che ci alimentasse una mega farm di marijuana sotterranea, deve venire a rendere conto a te?
Qua il discorso è che è esplosa una batteria, non che sto tizio avesse 20kw
Qua il discorso è che è esplosa una batteria, non che sto tizio avesse 20kw
ma ti ho chiesto qualcosa?
si stanno facendo ragionamenti, vedi di provarci anche tu
Anche perché altri brand più rinomati hanno costi che si aggirano sui 5.000 euro per la stessa capacità (4 volte tanto rispetto ai 1.259 dollari di queste).
Questa storia mi ricorda quelli che comprano il telefono da 1.000 euro e poi usano un caricatore da 1 dollaro collegato a un cavo da 20 centesimi e usano il tutto mentre fanno il bagno immersi nella vasca...
Stessa cosa a cui ho pensato immediatamente, ma Noi non siamo Tecnici specializzati da oltre 20 anni come Lui.
poi magari gli è esplosa la caldaia o una roba così, eh, però è comunque una cosa sospetta
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