Xiaomi
Xiaomi presenta il SUV elettrico YU7. Ecco il diretto concorrente di Tesla Model Y
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 10 Dicembre 2024, alle 10:52 nel canale Auto ElettricheXiaomi svela il suo nuovo SUV elettrico YU7, pronto a debuttare sul mercato cinese nel giugno-luglio 2025. Si tratta di un modello ambizioso che vuole conquistare grazie al suo prezzo aggressivo e a prestazioni di alto livello.
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Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoUno studio del World Health Organization (WHO) dimostra che i veicoli sono responsabili di una quota significativa delle emissioni di NOx, che contribuiscono a problemi respiratori e cardiovascolari. Inoltre, in molte città europee, il traffico è la fonte principale di inquinanti atmosferici.
Che sono solo alcuni agenti inquinanti e che impattano solo in alcune citta' molto grandi. Ripeto, sono questioni che andrebbero affrontate localmente, senza devastare un settore industriale strategico.
https://www.allaguida.it/articolo/i...rce=chatgpt.com
https://theicct.org/wp-content/uplo...-EN-jul2021.pdf
E non solo, perche' euro 6/7 non bastano. E' stata imposta la transizione all'elettrico. E' tutto qui il problema. E la salute pubblica non c'entra, il problema e' solo di poche grandi citta'. Per il resto e' irrilevante.
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Dire che l’inquinamento da traffico riguarda "solo alcuni agenti inquinanti" o "solo alcune città grandi" è una semplificazione pericolosa, spesso alimentata dagli interessi del settore petrolifero, che da decenni ha tutto l’interesse a minimizzare l’impatto delle emissioni veicolari. Il particolato fine (PM2.5) e gli ossidi di azoto (NOx), prodotti in larga parte dai motori a combustione interna, non solo causano malattie respiratorie e cardiovascolari, ma rappresentano un costo enorme in termini di salute pubblica e qualità della vita.
Spingere per mantenere il modello attuale significa continuare a favorire le lobby del petrolio, che hanno rallentato l’innovazione e ostacolato soluzioni più sostenibili per tutelare i propri interessi economici. Parlare di "devastare un settore industriale strategico" è fuorviante: la transizione verso l’elettrico non elimina posti di lavoro, ma ne crea di nuovi in settori ad alto valore aggiunto, come quello delle rinnovabili, delle batterie e delle infrastrutture di ricarica.
Spingere per mantenere il modello attuale significa continuare a favorire le lobby del petrolio, che hanno rallentato l’innovazione e ostacolato soluzioni più sostenibili per tutelare i propri interessi economici. Parlare di "devastare un settore industriale strategico" è fuorviante: la transizione verso l’elettrico non elimina posti di lavoro, ma ne crea di nuovi in settori ad alto valore aggiunto, come quello delle rinnovabili, delle batterie e delle infrastrutture di ricarica.
Ma perché tant’è idiozie tutt’e assieme? I livelli di inquinanti nell’aria possono essere misurati. Sono pochissime le città che superano i limiti. Nella maggior parte delle città non c’è mai stata limitazione al traffico perché non costituisce un problema. Continuare a raccontare ste cazzate fa male a tutti.
Se i livelli di inquinamento sono "pochissimi" e limitati a poche città, perché le statistiche su scala nazionale e internazionale mostrano che l'inquinamento atmosferico è tra i principali problemi di salute pubblica? I dati dell'OMS e dell'EEA dimostrano che milioni di persone in Europa vivono in aree dove i limiti di qualità dell’aria vengono regolarmente superati, spesso a causa del traffico veicolare. Anche nelle città che rispettano i limiti, le emissioni continuano ad avere un impatto sulla salute: i limiti di legge sono una soglia, non una garanzia di "aria sana".
Inoltre, sostenere che "non c’è mai stata limitazione al traffico" come prova del fatto che non esista un problema è semplicemente errato: in molte città, proprio le limitazioni al traffico sono state introdotte per migliorare la qualità dell’aria (vedi Milano con l’Area B e Area C, Roma con le ZTL ambientali). Queste misure non nascono dal nulla, ma da una chiara necessità di ridurre l’inquinamento locale.
Continuare a negare un problema così documentato non fa bene a nessuno. Ridurre le emissioni non è un sacrificio inutile, ma un investimento sulla salute pubblica e sulla qualità della vita. E ignorare l'impatto del traffico per difendere lo status quo significa proteggere solo gli interessi di chi trae profitto dal mantenere le cose come stanno.
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