Prima guida con Dacia Bigster Hybrid: consumi al top e il jolly del prezzo
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 28 Marzo 2025, alle 16:05 nel canale Auto Elettriche
Abbiamo guidato per la prima volta Dacia Bigster, che segna l'ingresso del marchio nel segmento C-SUV, sempre con approccio pragmatico, ma anche con ottimi consumi e prezzo aggressivo
Qualche mese fa siamo stati ospiti di Dacia per un evento importante: il lancio del primo C-SUV del marchio, che vuole ritagliarsi una fetta di mercato nel segmento più importante a livello europeo, dopo gli ottimi risultati ottenuti nel segmento B. Abbiamo visto per la prima volta Dacia Bigster, un primo contatto del quale trovate online articolo e video dedicato.
Un'occasione in cui avevamo già visto dettagli estetici e tecnici, ma senza la possibilità di guidare il veicolo, cosa che invece abbiamo potuto fare pochi giorni fa, durante il primo test drive internazionale, organizzato ora che la fabbrica in Romania ha iniziato a lavorare sul nuovo prodotto, con i primi esemplari già in arrivo in tutta Europa. Per una descrizione dettagliata di Dacia Bigster vi rimandiamo quindi al vecchio video, mentre in quello nuovo ci concentriamo maggiormente sulle prime impressioni di guida.
Il test drive si è svolto al volante dell'allestimento Journey, il top di gamma con un tocco più elegante e cittadino, con la motorizzazione Hybrid 155, quella che fa uso della tecnologia E-Tech Full Hybrid del gruppo Renault, ma con un inedito powertrain da 155 CV di sistema. In questa versione la parte endotermica del motore sale a 1,8 litri, 4 cilindri, per circa 107 CV, al quale si aggiunge il motore elettrico da ulteriori 50 CV, che lavorano insieme allo starter elettrico, ed al cambio elettrificato multimodale senza frizione, con 4 rapporti per il termico, e due rapporti per la parte elettrica, alimentata a 240 volt da una batteria da 1,4 kWh.
Dunque, nonostante la nuova cilindrata, il motore non è una novità in senso assoluto, dato che lo avevamo già provato in diverse occasioni, sia sulla gamma Dacia (Jogger, Duster), sia su Renault. Una soluzione che si conferma molto fluida nel passaggio tra le varie alimentazioni, senza strappi, con rumorosità molto contenuta - a parte in certe situazioni come vedremo poi - e con un uso dell'elettrico puro che è molto frequente, anche per velocità sostenute, e non solo nelle manovre e nei tratti urbani più lenti.
Anche quando il motore termico è in funzione si ha quasi l'impressione di guidare un veicolo elettrico, grazie allo spunto dato dalla parte elettrica, ma anche e soprattutto per l'insonorizzazione dell'abitacolo. In effetti, dopo qualche decina di chilometri già guidati, Dacia ci ha mostrato le parti del telaio in cui è intervenuta per migliorare questo aspetto. Forse una spesa in più sulla produzione, ma giustificata dal fatto che il cliente che sceglie il segmento C molto probabilmente si aspetta qualcosa in più anche dal punto di vista del comfort.
Da ferma l'auto reagisce rapidamente, e premendo a fondo l'acceleratore i 155 CV di sentono, e si può puntare anche su una guida un pizzico più dinamica. Qui però abbiamo ritrovato un difetto ricorrente di questa motorizzazione, che talvolta nelle accelerazioni decise, o in tratti in salita, si addormenta su un rapporto basso, alzando i giri motore e di conseguenza i consumi. Non una cosa gravissima, si impara presto come "costringere" il sistema a tornare ad un rapporto più consono, lavorando con il pedale dell'acceleratore, ma comunque una cosa da segnalare. Imparare a dosare il pedale è poi fondamentale per far rendere al meglio la parte elettrica. Nella nostra guida siamo riusciti a guidare per lunghi tratti in elettrico puro, a velocità fino a 85 km/h. Un risultato che torna molto utile sui consumi.
In una due giorni per le campagne francesi abbiamo infatti ottenuto un risultato di addirittura 3,7 litri di benzina per 100 km, o se preferite circa 27 km con un litro. Un dato di tutto rispetto, ottenuto, è corretto dirlo, senza autostrada nel percorso, ma comunque con ampi tratti con limite di velocità di 90 km/h. Sembra, da questa prima prova, che questo motore full hybrid confermi le velleità di sostituzione del diesel, che in gamma non c'è. Per chi vuole abbattere ancora più sia il prezzo, sia il costo del rifornimento, ci sono le versioni mild hybrid, eventualmente con GPL, però solo con cambio manuale. Questa motorizzazione, che si chiama TCe, ha però la versione 4x4, con 130 CV.
Durante la guida, il posto del guidatore si rivela comodo, con l'ovvia seduta rialzata, ottima visuale sul display della strumentazione (da 7 o da 10 pollici in base alla versione), e con lo schermo centrale dell'infotainment leggermente rivolto verso il conducente, per semplificare la visuale. Da segnalare che nelle top di gamma la regolazione elettronica del sedile serve solo per alzarlo o abbassarlo, e per l'inclinazione dello schienale. Manca il posizionamento orizzontale, ma non per errore, perché fa usa della classica maniglia sotto il sedile, in una strana combinazione di elettrico e manuale, ci è stato spiegato per una questione di costi. Lo spazio, come avevamo già capito nell'anteprima di mesi fa, si rivela abbondante, molto abbondante per chi sta seduto dietro, cosa che però non penalizza lo spazio di carico nel bagagliaio, che viaggia intorno ai 600 litri, poco sotto o poco sopra, sempre in base alle versione e alle motorizzazioni.
Lo spazio è in linea con il segmento C, ma a favore di Bigster c'è anche una forma regolare del vano di carico, un sottofondo che può contenere il kit di riparazione o la ruota di scorta, oltre alle leve per l'abbattimento rapido dei sedili, e persino gli agganci YouClip, il sistema di attacco rapido inventato da Dacia, i cui punti sono distribuiti un po' in tutto l'abitacolo, e possono ospitare porta telefono, porta bottiglia, luci, ganci, e altro ancora, secondo quanto potrà inventare la fantasia dei progettisti. A margine del test drive abbiamo anche votato per uno dei progetti sviluppati da scuole di design, ed abbiamo scelto una ciotola per cane alla quale si aggancia anche un contenitore con sacchettini igienici.
Parlando invece del comportamento della vettura, le sospensioni fanno un lavoro soddisfacente, con poco rollio e buona tenuta di strada, anche quando abbiamo guidato in maniera più dinamica tra le strade più tortuose. Una taratura nel mezzo per accontentare tutti. Il volante è morbido ma anche diretto, buona la sensazione di controllo, ed i freni non hanno mostrato criticità, aiutati anche dalla frenata rigenerativa.
Prime impressioni positive dunque, con la sensazione che la Bigster possa avere le carte in regola per essere una best seller, e dare a Dacia soddisfazioni anche nel segmento C-SUV, pur senza sovrapporsi alla gamma esistente del Gruppo Renault. Merito anche dei prezzi che, come da tradizione Dacia, sono aggressivi, soprattutto per le versioni di ingresso. La mild hybrid in allestimento Essential parte infatti da soli 24.800 euro, che salgono a 25.800 euro per Expression. Questo è anche l'allestimento di ingresso per la full hybrid da 155 CV, per la quale ci vogliono 29.300 euro. Scegliendo le top di gamma, Journey o Extreme, abbinate al full hybrid, si spendono invece 31.300 euro. Gli ordini sono già aperti, e l'appuntamento è nelle concessionarie, con il "porte aperte" del 10 e 11 maggio.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoVita utile tipo 2-3 anni e poi? Mazda mi pare usi dei supercap, ma gli altri mi risulta tutti NMC.
Postilla: con la potenza i sistemi ibridi ciurlano sempre nel manico, nel senso che il motore elettrico quasi sempre è accoppiato con un rapporto fisso alla trasmissione, per cui se rimane attivo fino ad una certa velocità, fornirà la massima potenza circa in corrispondenza di quella velocità, mentre a bassa velocità la potenza può essere anche radicalmente inferiore (normalmente lavorano a corrente limitata nel primo range di regime per non surriscaldare).
Vita utile tipo 2-3 anni e poi? Mazda mi pare usi dei supercap, ma gli altri mi risulta tutti NMC.
Postilla: con la potenza i sistemi ibridi ciurlano sempre nel manico, nel senso che il motore elettrico quasi sempre è accoppiato con un rapporto fisso alla trasmissione, per cui se rimane attivo fino ad una certa velocità, fornirà la massima potenza circa in corrispondenza di quella velocità, mentre a bassa velocità la potenza può essere anche radicalmente inferiore (normalmente lavorano a corrente limitata nel primo range di regime per non surriscaldare).
Nel caso specifico, la batteria è da 1,4 kWh, il che significa che anche con buffer importanti sopra e sotto, può far percorrere quasi 10 km in elettrico alla vettura. Inoltre questo cambio ha due rapporti per la parte elettrica, migliorando l'erogazione della potenza a diverse velocità.
Non so quale chimica sia in uso per gli ibridi, ma Renault da tempo usa le NMC 811, che sono molto stabili, con ottima erogazione e ottima durata nel tempo.
Il problema? L'affidabilità del sistema E-tech , mi auguro abbiano risolto le problematiche ormai note con costi a carico dei clienti dell'ordine di 10 mila euro in caso di rottura..
Il sistema Toyota è sicuramente meno piacevole da guidare, anche se con la gen 5 è migliorato, ma è molto affidabile.
Diversamente una versione che costa 3500 euro meno a gpl abbatte i costi di esercizio novevolmente oltre che togliersi di torno i problemi relativi a gestione della doppia alimentazione batteria che in caso di guasti costa tantissimo , e sopratutto manutenzione del cambio automatico che resta un diapositivo delicato. ( anche se per adesso ho visto solo vag con batterie azzerate)
C'è da dire che un carrozzone di 4.7 metri in città non è proprio agevole
Non so quale chimica sia in uso per gli ibridi, ma Renault da tempo usa le NMC 811, che sono molto stabili, con ottima erogazione e ottima durata nel tempo.
Con 1.4 kWh percorri 5-6 km ma non è quello lo scopo di queste ibridizzazioni, forse meno se c'è un cambio in mezzo che riduce l'efficienza. Le migliori elettriche pure che sono ben più efficienti non superano i 15-16 kWh/100 km. Buffer importanti? Se succhi tutta la batteria a 15C per viaggiare a 85 km/h come si dice nell'articolo quanto ti spetti possa durare? Non è che si sono inventati delle celle magiche, se le strizzi così si rovinano in fretta.
Per quanto concerne la durata, ho il fortissimo sospetto che in realtà questi microibridi dopo 2-3 anni abbiano un 20-30% di perdita di capacità e forse un 10-20% di perdita di potenza ma nessuno se ne accorge per cui il bubbone non scoppia. Delle micro batterie Fiat (peraltro con un impianto elettrico veramente osceno a 12V con la litio in parallelo alla piombo) problemi ce ne sono.
Questa se ha un impianto a 240V con soli 1.4 kWh probabilmente ha 60S2P celle da 3.2Ah, una scelta molto opinabile per quanto concerne la bilanciabilità e l'affidabilità.
Unico motivo per questi motori.
Ribadisco , prob una non ibrida alimentata a gpl sarebbe poù ecologia nell'uso reale.
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