Nuove misure UE per il settore auto: incentivi, leasing sociale e flessibilità sulle emissioni
di Rosario Grasso pubblicata il 05 Marzo 2025, alle 14:52 nel canale Auto Elettriche
Bruxelles punta a rafforzare la competitività dell’industria automobilistica europea con un piano d’azione che prevede incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, leasing sociale e una gestione più flessibile degli standard di emissione. Previsti investimenti per la produzione interna di batterie e nuove regole per la mobilità connessa e autonoma
Come preannunciato, la Commissione Europea ha presentato il nuovo piano d’azione per il comparto automotive con l’obiettivo di rafforzare la domanda di veicoli a zero emissioni e consolidare la posizione dell’industria continentale nel panorama globale. Tra le misure proposte spiccano incentivi all’acquisto, leasing sociale e il potenziamento delle flotte aziendali elettriche.
L’esecutivo comunitario conferma l’eliminazione dei motori termici dal 2035, e sottolinea la necessità di un quadro normativo stabile per garantire prevedibilità agli investimenti. Allo stesso tempo, come emerso nei giorni scorsi, viene introdotta una maggiore flessibilità nel rispetto degli standard di emissione del 2025 che consente ai produttori di bilanciare i risultati su un periodo triennale anziché annuale.
Investimenti per una filiera europea delle batterie
Per ridurre la dipendenza dalle materie prime straniere, Bruxelles mette a disposizione 1,8 miliardi di euro destinati alla creazione di una filiera interna per la produzione di batterie. Il pacchetto di interventi prevede anche finanziamenti pubblici e privati per lo sviluppo di tecnologie legate alla mobilità connessa e autonoma, con il supporto del programma Horizon Europe.
Il piano introduce, inoltre, la creazione di un’Alleanza Europea per i Veicoli Connessi e Autonomi, con l’obiettivo di definire standard condivisi e promuovere sperimentazioni su larga scala. Verranno inoltre istituiti spazi normativi dedicati per testare le nuove tecnologie in condizioni reali. Questa parte del piano è supportata con investimenti per un miliardo di euro da diluire nel periodo 2025-2027.
Un’attenzione particolare viene riservata alla transizione verso l'elettrificazione delle flotte aziendali, che rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni. La Commissione incoraggia gli Stati membri ad adottare misure specifiche per favorire la conversione dei parchi auto pubblici e privati verso modelli elettrici.
Tutele per l’occupazione e maggiore competitività globale
Il piano affronta anche le sfide occupazionali legate alla trasformazione del settore, con programmi di aggiornamento professionale per i lavoratori e risorse aggiuntive per sostenere le aziende nella riconversione industriale. Inoltre, Bruxelles punta a rafforzare la competitività dell’industria automobilistica europea attraverso strumenti di difesa commerciale, come misure anti-sussidi e accordi strategici con paesi partner.
Con queste iniziative, la Commissione mira a garantire una transizione equilibrata verso la mobilità sostenibile, senza compromettere la leadership tecnologica e la capacità produttiva dell’industria europea. La sfida più importante, però, sarà concretizzare tutto questo in progetti tangibili entro breve tempo.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLink ad immagine (click per visualizzarla)
Mr Laurel sostiene !
(cit)
Il tutto sarà inclusivo e petaloso
Queste micro polveri si disperdono nell'aria e contaminano l'acqua, contenendo ferro, rame, zinco e vari altri composti.
Il rame, introdotto come sostituto dell'amianto, è particolarmente problematico. Le particelle generate dall'usura delle pastiglie ricche di rame sono state collegate a infiammazioni polmonari, fibrosi e cancro, risultando persino più dannose del particolato emesso dai motori diesel.
E le auto elettriche che usano principalmente la frenata rigenerativa? C'è meno usura, è vero, ma l'incubo continua, perché le masse in gioco sono molto alte a causa del peso massiccio delle batterie, e delle macchine sempre più grandi. Freni e pneumatici si usurano ugualmente, aumentando cosi le emissioni di particolato.
Queste micro polveri si disperdono nell'aria e contaminano l'acqua, contenendo ferro, rame, zinco e vari altri composti.
Il rame, introdotto come sostituto dell'amianto, è particolarmente problematico. Le particelle generate dall'usura delle pastiglie ricche di rame sono state collegate a infiammazioni polmonari, fibrosi e cancro, risultando persino più dannose del particolato emesso dai motori diesel.
E le auto elettriche che usano principalmente la frenata rigenerativa? C'è meno usura, è vero, ma l'incubo continua, perché le masse in gioco sono molto alte a causa del peso massiccio delle batterie, e delle macchine sempre più grandi. Freni e pneumatici si usurano ugualmente, aumentando cosi le emissioni di particolato.
è cosa nota ma è anche vero che è di fatto un non problema, dato che non c'è soluzione a meno di smettere di andare in macchina
Nel servizio si parlava che il problema è molto più sentito sulle auto elettriche:
"Un paradosso si osserva anche nelle auto elettriche: il loro peso superiore (e non di poco) sottopone i sistemi frenanti a un maggiore stress, incrementando così la produzione di polveri nocive, nonostante l’adozione della frenata rigenerativa."
Inoltre,
"Poiché la maggior parte delle parti dell’impianto frenante sono fatte di acciaio o di ghisa, i tecnici hanno notato che gli EV soffrono di freni arrugginiti più spesso non solo per mancanza d’uso, ma anche perché non viene generato abbastanza calore per far evaporare l’umidità presente. Questo non è un effetto inaspettato. Il New Wheel Concept di Continental, per esempio, è stato sviluppato come sistema frenante EV in-wheel (un cerchione composto da diversi componenti in alluminio per affrontare i problemi di corrosione), ma finora non è stato adottato in una EV in produzione."
"Un paradosso si osserva anche nelle auto elettriche: il loro peso superiore (e non di poco) sottopone i sistemi frenanti a un maggiore stress, incrementando così la produzione di polveri nocive, nonostante l’adozione della frenata rigenerativa."
Inoltre,
"Poiché la maggior parte delle parti dell’impianto frenante sono fatte di acciaio o di ghisa, i tecnici hanno notato che gli EV soffrono di freni arrugginiti più spesso non solo per mancanza d’uso, ma anche perché non viene generato abbastanza calore per far evaporare l’umidità presente. Questo non è un effetto inaspettato. Il New Wheel Concept di Continental, per esempio, è stato sviluppato come sistema frenante EV in-wheel (un cerchione composto da diversi componenti in alluminio per affrontare i problemi di corrosione), ma finora non è stato adottato in una EV in produzione."
La durata media delle pastiglie su un'auto termica è di 60000 km. Con la mia bev da 2,5 tonnellate sono a metà delle pastiglie di fabbrica dopo 130000km, con una guida abbastanza sportiva. Quindi emetto meno di un quarto del particolato di una termica
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".