L'Italia alza gli scudi contro le auto elettriche cinesi, prendendo esempio dalla Francia
di Giulia Favetti pubblicata il 05 Ottobre 2023, alle 11:53 nel canale Auto ElettricheIl Governo Meloni, da sempre in forte opposizione alla mobilità elettrica di fattura cinese, starebbe valutando un piano di incentivi che renda meno vantaggioso l'acquisto di vetture costruite in Cina, seguendo la strategia francese
Secondo quanto riferito da Reuters, il Governo Meloni starebbe valutando una nuova strategia di incentivi a favore della mobilità elettrica che, però, renda meno vantaggioso l'acquisto di un'auto cinese, privilegiando quindi quelle prodotte in Europa.
L'esecutivo avrebbe già individuato nel modello francese uno schema da poter replicare in Italia.
L'Eliseo, dal mese scorso, ha varato una serie di misure atte a scoraggiare i potenziali acquisti di auto elettriche provenienti dalla Cina, portando l'eleggibilità degli incentivi non più in base alle emissioni di CO2 durante la "vita" dell'auto, ma durante la sua produzione.
Attualmente l'esecutivo d'oltralpe offre un incentivo in contanti compreso tra 5.000 e 7.000 euro per i modelli ritenuti idonei, pari a una spesa annuale di circa 1 miliardo di euro; soldi che finiscono, in 2 casi su 3, nei profitti di case automobilistiche cinesi.
Il presidente Emmanuel Macron e i suoi ministri hanno pertanto deciso di bilanciare il mercato automobilistico, andando a limare il gap fra la produzione europea e quella asiatica stabilendo delle nuove regole, secondo le quali i modelli di auto verranno valutati rispetto alla quantità di energia utilizzata per produrre i materiali, assemblarli ed importare il prodotto finito entro i confini europei, nonché per il tipo di batteria del veicolo.
Dal momento che la Cina dipende ancora fortemente dal carbone, va da sé che questo "piccolo" cambio di paradigma abbia spostato enormemente l'ago della bilancia.
Reuters ha riportato che Parigi pubblicherà il 15 dicembre i nomi dei modelli che soddisfano i nuovi standard, affermando inoltre che i criteri sono conformi alle regole dell'OMC [ndr, Organizzazione Mondiale del Commercio] perché sono consentite esenzioni per motivi sanitari e ambientali.
Il governo Meloni sta valutando di seguire il medesimo schema, al fine di proteggere a sua volta l'industria automobilistica locale (che sia per l'Italia sia per la Francia si identifica in gran parte nel Gruppo Multimarchio Stellantis).
Roma, hanno riferito due fonti anonime a Reuters nella giornata di lunedì, considera "ragionevole" il sistema di incentivi francese, e starebbe studiando un'opzione simile, ma maggiormente adatta al contesto italiano.
Le trattative, che coinvolgono direttamente anche Stellantis, dovrebbero proseguire fino alla fine di quest'anno ed includeranno nuovi schemi di incentivi.
66 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infose uno vuole un elettrica se la paga, che poi finisce che ci troviamo pieni di debiti. Basta aiutare il mondo auto.
I ricchi forse il cavallo.
esattamente.
No, perché le auto cinesi nascono in un libero mercato ... vero ?
credo che il commento di Belta fosse ironico.
Danno soldi pubblici solo i produttori, consentendo a chi é giá benestante di comprare auto straniere, mentre chi ha bisogno di una normale berlina o magari sw e non puó permettesi di spendere 30k-40k rimane a piedi.
Ma chi ci guadagna???
Di sicuro non il clima, perché quel pugno di auto termiche sostituite dalle elettrice contribuiscono in maniera davvero, davvero marginale all'inquinamento.
Mah, soldi buttati davvero alle ortiche, con tutti gli altri settori che ne avrebbero bisogno...
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