A Shenzhen circolano già 16.000 bus e 22.000 taxi elettrici: ecco uno sguardo all'infrastruttura necessaria
di Roberto Colombo pubblicata il 16 Febbraio 2021, alle 20:41 nel canale Trasporti elettrici
Un interessante documentario ci svela come nella città di Shenzhen circolino 16.000 bus elettrici e 22.000 taxi completamente elettrici. Considerando il fatto che qui da noi fa notizia quando una municipalità converte all'elettrico qualche bus, si capisce come il livello di elettrificazione delle città cinesi viaggi su un'altra scala
Chi è stato negli ultimi anni in Cina ha certamente notato come la mobilità elettrica sia decisamente più sviluppata rispetto a quanto avviene in Europa: la quantità di monopattini, biciclette, ciclomotori e moto elettriche (e strani ibridi tra l'uno e l'altro) è incredibile.
Ma non è solo la mobilità elettrica personale a essere decisamente elettrificata, anche il trasporto pubblico negli ultimi anni si è massivamente convertito all'alimentazione elettrica. Un interessante documentario di Fully Charged, ad esempio, ci svela come nella città di Shenzhen circolino 16.000 bus elettrici e 22.000 taxi completamente elettrici. Considerando il fatto che qui da noi fa notizia quando una municipalità converte all'elettrico qualche bus, si capisce come il livello di elettrificazione delle città cinesi viaggi su un'altra scala.
Shenzhen, patria del colosso BYD
Shenzhen non è a caso la città con la maggiore elettrificazione: oltre a essere sede delle principali realtà tecnologiche, dopo l'esponenziale crescita seguita alla dichiarazione di Zona Economica Speciale degli anni '80, è sede di BYD, vero colosso cinese dell'automobile e della produzione di batterie. Per avere un'idea, BYD Company è il secondo produttore mondiale di batterie ricaricabili per cellulari, il più grande produttore mondiale di batterie nichel-cadmio e quarto produttore in termini di potenza installata sui veicoli elettrici a livello globale.
La municipalità di Shenzhen vede nei veicoli elettrici BYD (bus e taxi) la propria ossatura. Per le tre aziende che sovraintendono al trasporto pubblico non è solo stata una questione di acquisto dei mezzi elettrici, la sfida maggiore è stata quella della costruzione di un'infrastruttura in grado di supportare al meglio le diverse esigenze dei veicoli elettrici rispetto a quelli alimentati a gasolio. Le minori autonomie in termini di chilometri percorribili con 'un pieno' ha portato alla costruzione di depositi e stazioni di ricarica a entrambi i capi delle linee. Inoltre c'è un sistema centrale che tiene ogni bus sotto controllo e alloca gli spazi disponibili nelle stazioni di ricarica, in modo che a fine corsa ogni pullman possa trovare uno stallo in cui essere messo in carica. Gran parte del lavoro di costruzione di questa infrastruttura è avvenuta tra il 2015 e il 2017.
Le 180 stazioni di ricarica sfruttano caricatori a 150 kW, in un numero di circa 1700. In media i bus hanno batterie da 250 kWh (i double-decker, bus a due piani, arrivano anche a 340 kWh) e con un pieno hanno autonomia tra i 200 e i 250 km. Generalmente la ricarica avviene di notte, quando i costi dell'energia elettrica scendono. Una curiosità, per questioni di sicurezza e contratto di lavoro, non sono gli autisti a mettere in carica il proprio bus, ma c'è un'azienda apposita che fornisce personale per il servizio.
Emissioni per oltre un milione di km al giorno evitate
Interessante lo sguardo al megaschermo della centrale operativa che sovraintende al trasporto pubblico: si possono vedere su un'enorme mappa digitale tutti i veicoli attivi, che arrivano a superare le seimila unità in contemporanea. D'impatto è il numero dei chilometri percorsi su base giornaliera, che supera il milione di km: fatta salva la considerazione sulla provenienza dell'energia utilizzata dalla flotta di autobus, un bilancio tra fonti rinnovabili e fossili, a livello locale è facile capire quanto possa essere evidente l'impatto di evitare di percorrere più di un milione di chilometri con mezzi alimentati a diesel per la qualità dell'aria della città di Shenzhen.
Passando ai taxi, ci sono 88 depositi dove gli autisti trovano anche ristoranti, caffè, centri massaggi, palestre, punti di check-up medico dove gli autisti possono spendere il tempo (1 o 2 ore) necessario per la ricarica dell'auto. L'utilizzo dei taxi elettrici permette di evitare emissioni dirette per una percorrenza giornaliera che supera facilmente il mezzo milione di chilometri già alle 2 del pomeriggio.
Un particolare interessante messo in luce sia dagli autisti di bus, sia dai taxisti, è il fatto che i veicoli elettrici sono molto meno faticosi da guidare e meno impattanti sul guidatore dal punto di vista dello sforzo fisico, anche solo per l'assenza di cambio e frizione.
I prossimi passi della municipalità di Shenzhen saranno orientati verso l'elettrificazione di tutti gli altri veicoli di pubblica utilità, dai camion per la raccolta dei rifiuti, ai mezzi per la costruzione e manutenzione delle strade. La moltiplicazione delle stazioni di ricarica dovrebbe fare da volano anche per la diffusione delle auto elettriche per la mobilità privata, mettendo a disposizione dell'utenza un numero decisamente elevato di punti di ricarica per il veicolo di proprietà.
34 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTrump, è lei?
guardi che hanno pubblicato, quelli dell'OMS che sono andati
in Cina a fare il sopraluogo, tra cui c'erano americani e russi
oltre ad altri paesi (quelli, sono quelli che ricordo)
le 4 possibili cause del contagio iniziale
e il mercato a cui lei allude non c'è
e per la correttezza, le 4 cause vanno da probabile
a scarsamente probabile e quest'ultima è quella
della fuga dal laboratorio.
ripeto, Trump, è lei?
Trump, è lei?
guardi che hanno pubblicato, quelli dell'OMS che sono andati
in Cina a fare il sopraluogo, tra cui c'erano americani e russi
oltre ad altri paesi (quelli, sono quelli che ricordo)
le 4 possibili cause del contagio iniziale
e il mercato a cui lei allude non c'è
e per la correttezza, le 4 cause vanno da probabile
a scarsamente probabile e quest'ultima è quella
della fuga dal laboratorio.
ripeto, Trump, è lei?
Si sono Trump, presente! Ora, caro collega cinese visto che ci siamo presentati, mi sá dire cosa importa da dove venga? Se lei fa un incidente in macchina, poco importa se spippolava il telefono oppure si levava una caccola e se era distratto da un soffocotto in corsa, lei ha provocato il danno e ne deve ripagare le conseguenze!
Edit: A parte Amon.
Ben inteso questo vale anche dal pdv economico e industriale, e questi risultati ne sono la conferma, noi (nel paese dei "furbi" per eccellenza) facciamo il cashback, i redditi di cittadinanza e quota 100...
Ma anzichè un sano esame di coscienza (individuale e collettivo) continuate pure a fare bassa polemica su colpe o responsabilità se vi fa piacere...
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