Una Mustang d'epoca su base moderna: ecco la muscle car elettrica ideata da Aviar Motors
di Carlo Pisani pubblicata il 17 Dicembre 2018, alle 19:21 nel canale Tecnologia
Vi abbiamo già parlato dei progetti presentati qui in Europa da parte di Jaguar e di Aston Martin, ora invece vi mostriamo un'iniziativa proveniente dalla startup russa Aviar Motors ma basata su una tra le vetture più americane in circolazione, ovvero una Ford Mustang, precisamente l'iconico modello del 1967
33 Commenti
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Le muscle car spesso vengono convertite ai motori v8 moderni, e molto spesso vengono anche cambiati telaio, sospensioni e freni, in modo da avere componentistica moderna con carrozzeria d'epoca...il restomod negli USA è una pratica abbastanza diffusa, anche se non proprio economica, ne conserva il fascino senza snaturare l'auto...cambiare il motore con uno elettrico snatura l'auto, è come se su una ferrari 250 GTO togli il v12 e ci metti un motore elettrico, in pratica ne azzeri il valore, sia storico che economico.
Tutta roba da difendere dai moderni giacobini.
Questo è un modo per ucciderle.
Si tengono vive tenendole come sono state costruite, non stuprandole.
I ricambi si trovano, si producono: sempre più case prestano attenzione alla fornitura di ricambi per le auto del passato, più o meno anziane.
A parte la Fiat, visto che non si trovano i ricambi nemmeno per la Delta Integrale.
Passione che continua a crescere, tra l'altro, anche per effetto delle politiche attuali, che se continuano così ci porteranno in un futuro molto brutto.
La ferrari ha un dipartimento dedicato solo a questo, e come la ferrari penso lo abbiano anche porsche, lamborghini, jaguar e simili.
Ma sono in molte a farlo, e sempre più.
Questa ad esempio è una notizia nuova sulla Nissan, per le vecchie Skyline:
https://www.autoclassics.com/posts/news/nissan-r33-r34-skyline-parts
Ma sono in molte a farlo, e sempre più.
Ho una semplice 500, cmq per esperienza conosco il mercato dei ricambi d'epoca, ed è un mercato molto fiorente, non ci vedo nulla di strano se i produttori stessi vogliono guadagnarci.
Anzi, dal mio punto di vista è una cosa assolutamente lodevole.
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