Elettra Stone, la moto elettrica da enduro italiana: pensata anche come kit di conversione
di Carlo Pisani pubblicata il 11 Maggio 2018, alle 16:01 nel canale Tecnologia
Anima da fuoristrada pensata per l'enduro e non solo: si chiama Elettra Stone ed è una realtà della provincia di Cremona, costituita da un modesto reparto di sviluppo e progettazione che punta a perfezionare questo modello, anche nell'ottica di un più ampio obiettivo, quello di realizzare un kit per convertire la propria moto a combustione da enduro/cross in una moto ad impatto zero
Nei mesi scorsi vi abbiamo parlato dell'intenzione di grossi nomi del panorama delle due ruote, come Harley-Davidson, Royal Enfield o MV Agusta richiamando in causa il brand Cagiva, a sperimentare la trazione elettrica per i propri futuri modelli.

Ora invece vi parliamo di un piccolo progetto che dal 2015 punta allo sviluppo di una moto sì elettrica, ma in questa caso con anima da fuoristrada pensata per l'enduro e non solo: si chiama Elettra Stone ed è una realtà italiana, della provincia di Cremona, costituita da un modesto reparto di sviluppo e progettazione che punta a perfezionare questo modello, anche nell'ottica di un più ampio obiettivo, quello di realizzare un kit per convertire la propria moto a combustione da enduro/cross in una moto ad impatto zero.
Il prodotto finito che vedete in foto si basa su una moto di serie, una Honda CRF 250X, ma il kit in sviluppo risulterà facilmente adattabile alla maggior parte delle due ruote tassellate: attualmente i componenti principali sono un motore a magneti permanenti e flusso assiale e tre batterie al litio che insieme puntano ad offrire un autonomia compresa tra gli 80 ed i 120 km a seconda delle condizioni di uso.
L'attuale modello Stone 2.0 offre una potenza massima "programmabile fino 30 CV" e una coppia "programmabile fino 65 N/m" a seconda di come si vogliono sfruttare i 105 Ah messi a disposizione dal pacco batterie.
Forse perché trattasi di un piccolo progetto, ma l'esperienza offerta all'utente finale pare molto simile a quella di un prodotto open source, in quanto insieme all'hardware sopra descritto, viene garantita la possibilità di una serie di personalizzazioni eseguibili individualmente tramite un normale PC e pensiamo un software dedicato: ad esempio variare i valori di erogazione, cavalli e coppia, poter calibrare l'acceleratore e relativa curva di risposta.
Per maggiori immagini, video ed informazioni su questa realtà, vi invitiamo a
visitare il sito elettrastone.it.
21 Commenti
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Grandissimi motori. In gioventù ho posseduto 2 moto da cross, una Yamaha ed un'Aprilia nelle quali miscelavo con il Castrol R30. L'odore mi faceva impazzire. Però ricordo che costava un botto, se non ricordo male sotto le 20.000 lire a bottiglia, a volte invece risparmiavo qualcosa con il TTS ma ricordarsi i prezzi di oltre 30 anni fa è impossibile.
e quindi? non crei ulteriore inquinamento e se hai il fotovoltaico l'impatto è davvero zero.
suppongo che tu sia uno di quelli che crede che i carburanti appaiano magicamente nei serbatoi delle pompe...
suppongo che tu sia uno di quelli che crede che i carburanti appaiano magicamente nei serbatoi delle pompe...
Nemmeno il fotovoltaico è ad impatto zero.
Secondo te tutti i materiali come il silicio ed gli alti metalli che costituiscono il pannello da dove saltano fuori? Senza contare il resto e tutto il processo per la loro lavorazione/trasformazione.
Per citare te stesso...
Suppongo che tu sia uno di quelli che crede che i pannelli solari appaiano magicamente nei negozi e i grossisti di impianti elettrici.
Il problema è che tutto quello che fa l'uomo moderno "non è" ad impatto zero.
Ora, di certo le tecnologie green non sono pulite come le dipinge il marketing, ma il principio è che più le usiamo più esse migliorano, così che in futuro possano essere sempre più pulite e in ogni caso, meglio che i gas siano prodotti nelle zone industriali piuttosto che attorno alle nostre case.
Impatto zero?
Mi interessa rispondere sull'aspetto "impatto zero".Concordo con coloro che hanno capito che il concetto "impatto zero" è sbagliato, o quantomeno fuorviante.
In particolare è diffusa la "errata" convinzione che l'uso della energia elettrica nella locomozione al posto di quella ricavata dai motori endotermici a combustibili fossili, sia a "impatto zero".
Al massimo si può sostenere che l'uso della energia elettrica consente di "non" produrre inquinanti tossici o anidride carbonica nei luoghi di uso e transito dei veicoli che la impiegano.
Ma sta di fatto che, sia pure a livello inferiore, tali inquinanti devono per forza essere emessi, o che si tratti di energia elettrica prodotta in centrali termiche, o che si tratti di energia elettrica da fonti solari, in particolare con l'uso di pannelli fotovoltaici.
Questi in particolare sono prodotti con cristalli di silicio. Il silicio per uso in cristalli impiegato in elettronica e per conversioni fotovoltaiche, è ricavato complessivamente con costi elevatissimi in termini di inquinamento ambientale, sia per la necessità della estrazione della materia prima, sia per la necessità della sua lavorazione industriale, sia per la necessità della produzione di cristalli purissimi in forma di grossi pani a partire da semi di innesco, con costi energetici elevatissimi.
Non parliamo poi del taglio delle lamine sottilissime e dei cristalli singoli per le singole lamelle, per l'assemblaggio dei pannelli fotovoltaici e infine per i costi di smaltimento e di riciclo dei pannelli stessi a fine ciclo, la cui durata in genere si aggira attorno ai 15 anni e quasi mai sopra i 20 anni di utilizzo reale.
Insomma, la favola dell'"impatto zero" è tipica dei creduloni che ignorano i principi più elementari di fisica, a partire dal concetto di "entropia", da capire e assimilare in modo serio e non superficiale, tipo da "infarinati di scienza", e a partire dai concetti più elementari di tecnologia industriale, la quale deve tenere conto dell'intero sistema produttivo di ogni singolo elemento di un insieme, considerando fonti di estrazione delle materie prime, costi e inquinamenti di trasporto, costi di lavorazione, costi di montaggio e di assemblaggio delle parti, ove ogni singolo componente ha a sua volta una sua storia a parte, e poi i costi degli impianti di estrazione, di produzione, di assemblaggio, di trasporto, di vendita e infine di smaltimento o riciclo.
Il costo del solo elemento energetico per il funzionamento di ogni macchina o apparato è quindi solo una parte del costo energetico complessivo di ogni manufatto umano.
Meditate, gente, prima di parlare di "impatto zero", e studiate l'intero processo di produzione di tutti i manufatti umani, compilando accurate tabelle di ogni costo per ogni elemento, in termini di inquinamento energetico, oltre che di derivati tossici, per stendere una "graduatoria" del livello di "impatto" di ogni singolo macchinario, scoprendo che ci possono essere macchine che hanno un "impatto" più o meno elevato, ma senza che nessuna di esse si riduca mai a "zero", neppure avvicinandosi.
Solo il materiale biologico naturale riesce a raggiungere una specie di "impatto zero", considerando l'intero ciclo naturale, considerando periodi nell'arco di tempi molto lunghi, a volte anche di migliaia di anni, dato che ogni elemento biologica finisce per essere prodotto e riciclato solo a spese dell'energia solare in forma diretta, oppure per azione del calore endogeno della Terra o per effetti gravitazionali, oppure ancora per effetti derivanti da questi, come i venti, le maree, le correnti marine, i flussi delle acque dilavanti, eccetera.
Esempio perfetto di impatto zero nella testa dei creduloni.
Fatti un giro in Cina dove fabbriche grosse quanto delle città producono i pannelli o estraggono dal minerale grezzo i materiali per produrli.
A voi che sostenete questa grandissima cazzata dell'impatto zero vi condannerei a vivere a Baotou per tutta la vita.
Fatti a fare un giro va: https://www.google.com/maps/place/B...78!4d109.840313
Ho scritto da qualche parte che nafta e benzina non inquinano o che sono meglio dell'energia elettrica?
Non sto dicendo che il mondo si deve fermare e tornare all'età della pietra, ma almeno dobbiamo averne coscienza di quello che stiamo facendo ed essere onesti, e invece la maggior parte delle persone si lascia lobotomizzare dal marketing delle società con una facilità incredibile senza nemmeno porsi un minimo di dubbio. Non dico che tutti deveno essere esperti di tutto, ma che cazzo, un minimo, manco a dire ma fammi informare un po' su internette una volta tanto per una cosa utile invece di usarlo solo per feisbuc o iuporn. E la cosa ancora più triste è che questi pseudogiornalisti marchettari ripetono la cantilena dell'impatto zero senza porsi nemmeno loro il minimo dubbio di cosa stanno scrivendo. Oramai il cervello delle persone ragiona sempre meno, sempre meno capisce cosa sta succedendo nel mondo che lo circonda, ma il supermega telefono con 8 processori, la telecamera a settecentomila pixel e la suopercazzola prematurata se la deve compare se no si sente inferiore.
Pure a me piace l'auto elettrica, ma sono consapevole che anche se non inquino mentre cammino, ho avvelenato mezzo mondo per produrla e per farla camminare. Non si tratta di sacrificare Baotou oggi mentre troviamo altro, l'altro non sarà mai pulito, di posti nel mondo come Baotou ce ne sono una infinità. Stiamo solo diversificando le varie tipologie di inquinamento.
con la giusta alimentazione, si può viaggiare a metano
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".