Ricarica per Ev: anche Hyundai vuole i robot per la ricarica automatica
di Giulia Favetti pubblicata il 30 Marzo 2023, alle 14:02 nel canale Soluzioni di ricaricaCome fece VW anni fa, anche la casa coreana sta guardando con interesse a questa tipologia di ricarica per le auto elettriche, soprattutto grazie alla diffusione dei sistemi di guida autonoma
Per rendere l'uso quotidiano di un'auto elettrica quanto più comodo possibile, diverse case automobilistiche stano esplorando soluzioni di ricarica che vadano oltre il dirigersi a una colonnina, collegare il cavo all'auto e aspettare che la batteria sia carica.
Per quanto in questo caso i disagi siano maggiormente legati a preconcetti che alla realtà, un margine di miglioramento, innegabilmente, c'è.
E se Nio ha puntato da diversi anni sulle stazioni [sia in Cina, sia in Europa] di scambio batteria dove, in pochi minuti il pacco scarico viene scambiato con uno carico, altri marchi stanno guardando con interesse a dei robot, da inserire in grandi aree parcheggio [come ad esempio centri commerciali, o condomini].
Fra questi anche Volkswagen che iniziò a lavorarci sopra nel 2019, diffonendo la notizia, tramite anche sito ufficiale, nel 2020.
Hyundai ha recentemente presentato ACR, il suo robot di ricarica automatica, e, come nel caso del droide tedesco, ha tratto ispirazione dal droide GONK della saga di Star Wars.
Una volta parcheggiata l'auto, il droide apre un canale di comunicazione wireless col veicolo elettrico in modo da sbloccare la porta di ricarica.
Calcolato l'angolo e la posizione utilizzando una fotocamera, il robot rimuove il cavo di ricarica dalla sua presa e lo collega all'auto fino al termine del ciclo, quando ACR si scollegherà dalla vettura, comunicando la chiusura dello sportello di ricarica e tornando alla propria postazione, pronto per la prossima auto.
"L'ACR contribuirà a rendere la ricarica dei veicoli elettrici più semplice e conveniente, soprattutto in ambienti bui. Migliorerà anche l'accessibilità, in particolare per le persone con barriere motorie, poiché i cavi di ricarica diventano più spessi e pesanti per consentire la ricarica ad alta velocità", ha affermato Dong Jin Hyun, capo del laboratorio di robotica di Hyundai Motor Group.
Un sistema apparentemente semplice, ma che cela diverse complessità e numerose variabili, che devono essere gestite da "GONK"; ad esempio, la posizione della porta di ricarica non segue un medesimo standard e modelli diversi possono averla in posizioni diverse [sul lato frontale, laterale anteriore o laterale posteriore].
L'apertura di Tesla dei propri Supercharger ad auto di case diverse aveva messo in luce proprio questa caratteristica che, inizialmente, creò alcune difficoltà, con auto che occupavano due stalli contemporaneamente per poter caricare.
All'epoca la community elettrica globale aveva diffuso diversi consigli, tramite blog e video su Youtube, come quello di Bjørn Nyland che mostrava come parcheggiare "correttamente" una BMW in un Supercharger Tesla.
I nuovi SuC sono dotati di cavi più lunghi [oltre ad altre caratteristiche] proprio per superare questo problema.
Questo aspetto, di per sé quasi banale, si traduce in calcoli complessi che individuino il corretto peso e lunghezza del cavo di ricarica in dotazione all'ACR che non deve bloccarsi in alcun punto ne ostacolare i movimenti del robot.
Il droide, inoltre, deve essere in grado di lavorare anche in condizioni meteorologiche avverse e affrontare elementi ambientali, come la polvere.
Hyundai prevede che in futuro i robot di ricarica saranno sempre più diffusi e faranno integralmente parte dei sistemi di controllo di parcheggio autonomi, in cui le auto [in forza dei software di guida autonoma] si parcheggeranno da sole e potranno comunicare autonomamente coi robot, tramite la tecnologia IoT [Internet of Things, un network che collega fra loro device intelligenti].
In questo futuro non troppo lontano, potrebbe trovare spazio anche la ricarica induttiva, da molti attesa da alcuni anni.
L'ostacolo maggiore, ad oggi, è il limite di potenza che questa ricarica riesce ad erogare, che si traduce in tempi di ricarica insostenibilmente lunghi.
Una recente ricerca dell'Università Chalmers, in Svezia – di cui abbiamo parlato in questo articolo – potrebbe però aprire anche questa strada.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoda tempo si sapeva ci fosse questa possibilità, camioncini autonomi con braccio robotico che vagano la notte per ricaricare le auto non sembrerebbe un evolversi così difficile
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