Cresce del 12% in un trimestre il numero di colonnine di ricarica elettrica in Italia
di Paolo Corsini pubblicata il 07 Luglio 2021, alle 08:11 nel canale Soluzioni di ricaricaMotus-E conferma un dato di forte crescita delle colonnine di ricarica sparse nel territorio nazionale; la maggior parte ancora al Nord e di tipo AC, ben il 95% del totale
Crescono le infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici presenti sul territorio italiano: i dati elaborati da Motus-E, l'associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica, segnala come siano presenti sul territorio italiano 23.275 punti di ricarica in 11.834 stazioni (o colonnine) e 9.453 location accessibili al pubblico.
Il dato, aggiornato alla fine del mese di giugno 2021, evidenzia una crescita del 12% circa rispetto al dati rilevato alla fine del mese di marzo e testimonia la rapidità con la quale nuovi punti di ricarica vengono installati sul territorio nazionale. Nel corso dei primi 3 mesi del 2021 la crescita era stata pari all'8% rispetto al trimestre precedente, un dato nuovamente molto interessante tenendo anche conto delle difficoltà legate alla pandemia e al rallentamento degli investimenti.
Tornando indietro al mese di settembre 2019, quello della prima rilevazione di Motus-E nella quale erano emersi 10.647 punti in 5.246 infrastrutture, si registra una crescita del +118%, per una crescita media annua del +53%.
La stragrande maggioranza dei punti di ricarica operano in corrente alternata (AC): sono il 95% del totale, contro il 5% delle colonnine in corrente continua (DC) che sono capaci di erogare una potenza più elevata e quindi ridurre i tempi necessari per la ricarica delle batterie. Il 15% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative, ma tale tasso si è ridotto rispetto al 22% della precedente rilevazione di Motus-E.
Il 57% circa delle infrastrutture è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole. La Lombardia resta la regione con il maggior numero dei punti di ricarica, ben 4.130 pari al 18% di tutte le installazioni. Piemonte, Lazio ed Emilia-Romagna contano il 10% a testa, mentre il Veneto il 9% dei punti nazionali. La Toscana si piazza in sesta posizione, con l’8%. Le sei regioni, complessivamente, coprono il 65% del totale dei punti in Italia. Tra le regioni che hanno registrato i tassi di crescita del numero di installazioni più rapido segnaliamo Trentino-Alto Adige (+26% da dicembre 2020), Friuli-Venezia Giulia (+22%) e Lazio (+19%).
20 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSi bravo, hai riportato tutte obiezioni prevenute da bar, di cui parlano tutti quelli che lavorano nelle autofficine
Inutile anche risponderti punto punto, ti basterebbe cercare con google le risposte a tutte le problematiche che hai riportato, e ti accorgeresti che sono dei non problemi ai quali chi è del settore ha già pensato e trovato risposta...
Del riciclaggio delle batterie se ne parla da anni veramente e ci sono già soluzioni molto efficaci.
Senza contare che probabilmente arriveranno batterie più pulite ed efficienti.
Per quanto riguarda l'inquinamento anche alimentando la rete elettrica con fonti fossili si avrebbe un miglioramento in quanto le centrali sono più pulite ed efficienti dei motori delle auto, ma si spera che le fonti rinnovabili crescano sempre di più.
Sui punti di ricarica hai ragione ma cresceranno con il tempo, è normale che in questo momento l'elettrica sia possibile aolo per chi ha box o vialetti privati, più crescerà il parco auto e più cresceranno i punti di ricarica.
12% in tutti questi anni ? Mi aspettavo 120% come minimo sindacale e sarebbe pure stato poco ma 12% ..... significa proprio non averci nemmeno pensato.
Ma possibile che dall'EU non si possano multare queste situazioni ?
Qualcuno forzi l'Italia a realizzarli !
12% in tutti questi anni ? Mi aspettavo 120% come minimo sindacale e sarebbe pure stato poco ma 12% ..... significa proprio non averci nemmeno pensato.
Ma possibile che dall'EU non si possano multare queste situazioni ?
Qualcuno forzi l'Italia a realizzarli !
Nelle città in particolare sono di difficile realizzazione, oltre a occupare molto più spazio dei comuni parcheggi, quindi c'è anche il problema che tolgono spazio al parcheggio normale, creando non poco malcontento tra i residenti...comunque mi piacerebbe sapere se è un 12% realmente funzionante o fanno parte di questo 12% anche le colonnine installate da più di un anno e in attesa di attivazione...che tradotto vuol dire che la pratica di attivazione è ferma sulla scrivania di qualcuno da più di un anno .
12% in tutti questi anni ? Mi aspettavo 120% come minimo sindacale e sarebbe pure stato poco ma 12% ..... significa proprio non averci nemmeno pensato.
Ma possibile che dall'EU non si possano multare queste situazioni ?
Qualcuno forzi l'Italia a realizzarli !
Nell'articolo si parla del 12% rispetto al trimestre precedente (primi 3 mesi del 2021 rispetto ai successivi 3). Anno su anno (ovviamente vale solo una volta) circa 50%, se andiamo indietro ovviamente aumenta. Il 120% sarebbe?
Faccio una domanda a chi si lamenta della capillarità, batterie usate, etc...: come potenziale di sviluppo futuro, ha più possibilità il motore endotermico ( e tutta la sua catena dal petrolio in poi) o l'elettrico? E' più possibile trovare la formula della benzina a impatto zero o migliorare progressivamente le fonti di produzione di energia elettrica?
Lo sviluppo dell'endotermico è ormai quasi impossibile, già l'euro 7 è stato mitigato sennò non sarebbero mai potuti rientrare nelle specifiche...riguardo alla produzione di energia elettrica boh, se la richiesta crescerà troppo in fretta potrebbero non riuscire a stargli dietro, con relativo aumento della produzione da fonti non rinnovabili.
Che poi un problema che va risolto è quello del litio, l'estrazione non è sostenibile, si stanno devastando intere parti del mondo.
Faccio una domanda a chi si lamenta della capillarità, batterie usate, etc...: come potenziale di sviluppo futuro, ha più possibilità il motore endotermico ( e tutta la sua catena dal petrolio in poi) o l'elettrico? E' più possibile trovare la formula della benzina a impatto zero o migliorare progressivamente le fonti di produzione di energia elettrica?
Anche ammesso che si possa produrre benzina a impatto zero, anzi credo ne esistano già anche se forse non sono convenienti, servirebbe comunque una forma di energia per produrla.
Inoltre passerebbe sempre da un motore termico che ha un efficienza molto bassa (>40%) e i motori termici rilasciano anche polveri metalliche derivanti da attriti nel loro funzionamento.
Il motore elettrico è molto più efficiente (<90%) e pulito, inoltre permette di recuperare energia e usando meno i freni si abbatte anche il particolato da loro prodotto.
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