Max Biaggi punta a superare i 410 km/h con la moto elettrica Voxan Wattman
di Carlo Pisani pubblicata il 22 Marzo 2021, alle 12:41 nel canale Moto Elettriche
Lo scorso anno con la moto elettrica Voxan abbiamo ottenuto ben 11 record, raggiungendo la velocità di 408 km/h. Il progetto fin da subito è stato estremamente affascinante, visto che a quelle velocità con una moto elettrica non si era mai spinto nessuno. Con l’idea di spostare l’asticella ancora in avanti, sarebbe molto affascinante superare la barriera dei 410 km/h!
132 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoComprendo il punto "sulla teoria" ma in pratica molte di quelle persone hanno "già" potuto spremere fino all'ultimo quella passione sportiva e magari rischiato gia' tante volte. Imho arrivati ad una certa età non e' piu' questione di passione quanto forse di non voler accettare che prima o dopo la cosa saggia non e' continuare a fare cio' per cui non c'e' piu' un senso logico dover continuare a fare, no per questioni economiche, no per questioni di prestanza fisica ormai in declino (come tutti), no per questioni di successo (già avuto).. non capisco perche' a quei livelli non si riesca a vedere i benefici enormi dopo una vita di successi nel ritirarsi "alla grande". Come gia' altri sportivi anche della stessa categoria dovrebbero poter pensare di fare.
Ma l'adrenalina è una droga, e molti di questi hanno una passione infinita, per molti motociclisti è così, ma ad esempio Arturo Merzario, che ha un passato in F1, continua a correre su qualsiasi mezzo a 4 ruote, Schumacher, che aveva una certa "tranquillità" economica, che torna alle gare a 40 anni
Non riescono a fermarsi o a fare le passeggiate, devono sentire la sfida, la gara, sono animali da corsa...a logica li dovresti criticarli, ma si può non ammirarli?
Non per forza tutti vogliono stare a bordo piscina, magari a tanti non frega nulla. Prendi lo stesso Guy Martin che ho menzionato prima, ovvio non lo conosco di persona, però mi da tutta l'idea che di queste cose se ne sbatta altamente e che basta che lo siedi su qualcosa con le ruote o gli dai qualcosa da smontare è felice così.
E' passione, che in molti casi rasenta la malattia. Prendete Bob Price, sconosciuto ai più. Aveva un'officina, per cui non stiamo parlando dei soldi che può avere "uno grosso". Correva il TT (e non solo) da oltre 20 anni, un veterano, con possibilità economiche non proprio esagerate, non ha mai vinto un caxxo, ma ogni anno era lì, presente, pronto a combattere. Purtroppo [B][U]a 65 anni [/U][/B]al TT si è schiantato prendendo in pieno la fiancata di una casa posizionata dopo una curva con dosso, dove se non moderni la manetta decolli. Ed a lui quello è successo.
Non riescono a fermarsi o a fare le passeggiate, devono sentire la sfida, la gara, sono animali da corsa...a logica li dovresti criticarli, ma si può non ammirarli?
Capisco e infatti la mia non e' una critica e certamente "finchè riescono" c'e' sempre una grande ammirazione.
Ma poi arrivati ad un certo punto imho scatterebbe la naturale successiva necessaria ammirazione per chi ha il coraggio di ritirarsi (a prescindere da chi, non parlo di personaggi in particolare) e dire "ho raggiunto tutti gli apici che avrei potuto sperare, ora e' tempo di raccoglierne i frutti".
Mi viene solo mediaticamente in mente un noto calciatore nostrano che negli ultimi anni (sebbene io sappia zero di calcio manco in quanti giocano) si sia riuscito a ritirare al suo top, al top della sua carriera ad un età che puo' ancora fare tutto quello che una persona normale non farebbe se vivesse mille anni (volendo). Sapersi ritirare nel momento giusto imho per uno sportivo cosi' per un attore, cantante etc.. e' questione di bravura al pari del riuscire nel mestiere che svolgevano.
E' passione, che in molti casi rasenta la malattia. Prendete Bob Price, sconosciuto ai più. Aveva un'officina, per cui non stiamo parlando dei soldi che può avere "uno grosso". Correva il TT (e non solo) da oltre 20 anni, un veterano, con possibilità economiche non proprio esagerate, non ha mai vinto un caxxo, ma ogni anno era lì, presente, pronto a combattere. Purtroppo [B][U]a 65 anni [/U][/B]al TT si è schiantato prendendo in pieno la fiancata di una casa posizionata dopo una curva con dosso, dove se non moderni la manetta decolli. Ed a lui quello è successo.
Stiamo dicendo praticamente le stesse cose, se vogliono trovare il tempo per stare a pancia all'aria in un'isola tropicale, non hanno problemi fra una sfida e un'altra...
Io la vedo in modo leggermente diverso, alla fine per queste persone il successo è qualcosa che accade mentre fanno quello che gli piace e non è lo scopo della vita, per cui non ha senso parlare di "ritirarsi" non ci si può ritirare dalla vita.
Si più o meno diciamo la stessa cosa. Io però quello che volevo sottolineare a chi pensa, com'è possibile che hanno tutto e ancora a rischiare di crepare? ....è che se uno ha tanta passione, anche se non ha i mezzi, vuoi perchè non li ha mai avuti, vuoi perchè non è mai diventato un grande vincitore (quindi con incassi da favola), rinuncia tranquillamente alle altre cose, a stare a bordo piscina, al viaggio nell'isola tropicale, o a cose molto più necessarie, senza pensarci mezza volta, gli basta mettere insieme la grana per preparare la moto e andare a rischiare la vita alla prossima corsa. Non a caso ho parlato di Bob Price.
edit: eccolo qua.R.I.P.
https://www.dailymotion.com/video/x34wmw7
Ma ci sono innumerevoli esempi nella storia di ogni loro settore che dimostra che a cambiare il vento ci mette un'attimo. E se non e' lo scopo della vita a maggior ragione non ci si ritira dalla vita, semplicemente da quello che gira che rigira e' pur sempre un lavoro, per alcuni "una maschera", per altri (la massa) un obbligo per campare.
Certo che ritirarsi per alcuni e' faticoso.. faticoso perche' l'abitudine come tutte e' difficile da cambiare, faticoso per paura dell' oblio che deriva dal non essere piu' personaggi famosi post-ritiro etc.. etc.. ma in realtà e' proprio li l'errore. Quelli che hanno segnato davvero la storia vengono ricordati quando erano al loro top e trovare il modo di ritirarsi proprio a godersi la vita magari in un villone chissà dove permette alla "storia" di ricordarli al loro meglio come se fossero sempre uguali. Quando penso ad attori famosi anche nostrani non li penso alla fine della loro carriera magari in parti tristi e irrilevanti, ma al meglio della loro forza. Per certi versi ricorda il film "La grande bellezza (2013)" e il discorso che Jep Gambardella (Servillo) in un impeto di franchezza, sfoga nei confronti dell' amica famosa ormai fuori tempo, mentre lei raccontava tutti i suoi successi, smontandone ogni convinzione.
Bayliss invece a parità di moto lo svernicio anche io con le infradito e la canottiera
In realtà tutta la discussione e le 7 pag son impuntate solamente nel tentare di dimostrare che accelerare sul dritto con un prototipo predisposto su un tratto rettilineo e senza irregolarità sia un impresa che richiede un pilota come Max Biaggi, difendendosi da chi afferma il contrario dicendo che i giudizi vengono da non sono professionisti. Cosa che vale per entrambe le parti per altro.
Detto questo Biaggi sarà stato un grande pilota talentuoso ma è chiaro che in Italia simboleggia l'icona dell'eterno perdente.
Bayliss idem, grande pilota se paragonato nel giusto contesto, ossia quello dei campionati di serie B.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".