Più energia in meno spazio: le nuove batterie ad acqua pronte per lo stoccaggio
di Rosario Grasso pubblicata il 16 Giugno 2025, alle 14:50 nel canale Mobilità Elettrica
Un nuovo metodo di fabbricazione a secco consente di superare i principali limiti delle batterie zinco-iodio. Spinge l'energia immagazzinata per unità di superficie oltre i 15 mA h/cm² e mantiene prestazioni stabili anche dopo centinaia di cicli. L'approccio apre la strada a soluzioni scalabili per lo stoccaggio energetico a livello di rete
Le batterie acquose zinco-iodio si affermano sempre più come una soluzione valida per lo stoccaggio energetico di grandi dimensioni, grazie all'abbondanza delle materie prime, alla sicurezza operativa e al ridotto impatto ambientale. Resta però un ostacolo chiave che ne frena la diffusione: la difficoltà di integrare catodi ad alta densità in modo efficiente e stabile, a causa della volatilità dello iodio e delle perdite prestazionali legate alla lavorazione umida.
Uno studio pubblicato su Joule propone un cambiamento sostanziale nella produzione degli elettrodi attraverso una tecnica a secco che elimina del tutto la fase liquida. Questo approccio consente di superare i problemi legati alla sublimazione dello iodio, migliora la densità compatta dell'elettrodo e riduce la diffusione dei poli ioduri, causa principale dell'autoscarica nelle celle acquose. Il risultato è un catodo con carico attivo superiore a 100 mg/cm² e una capacità areale che raggiunge i 15,8 mA h/cm², oltre tre volte superiore a quella tipica delle batterie litio-ione commerciali.
Il miglioramento riguarda anche l'anodo di zinco, spesso soggetto alla formazione di dendriti sotto condizioni di elevata corrente e scarica profonda. A questo scopo, è stato introdotto un additivo elettrolitico – 1,3,5-triossano – in grado di generare in situ un'interfase solida polimerica flessibile. Questo strato protegge la superficie metallica e contribuisce alla stabilità del ciclo a lungo termine.
Il sistema completo, testato in un formato pouch, ha mantenuto l'88,6% della capacità iniziale dopo 750 cicli a 1 C, dei numeri che garantiscono affidabilità anche in condizioni operative severe. La combinazione di elettrodi ad alta densità e stabilità elettrochimica suggerisce che in questo modo sia possibile realizzare accumulatori acquosi efficienti e replicabili su scala industriale.
Il metodo di lavorazione a secco, oltre a risolvere i problemi delle celle zinco-iodio, risulta compatibile con chimiche a base di altri alogeni, come il bromo, e apre la strada a una piattaforma produttiva versatile e adatta ad applicazioni di rete.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoperchè ci si ostina ad indicare la capacità delle batterie in mAh invece che in Wh o almeno mWh.
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