Carrozzine elettriche, il paradosso delle batterie: perché il Servizio Sanitario non le rimborsa più?
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 19 Giugno 2025, alle 12:31 nel canale Mobilità Elettrica
Il nuovo decreto tariffe 2025 ha escluso la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche dal rimborso del Servizio Sanitario Nazionale, lasciando migliaia di persone con disabilità a dover sostenere costi insostenibili. Le Regioni si muovono in ordine sparso, mentre cresce la protesta di associazioni e cittadini.
Dal 1° gennaio 2025, per chi si muove grazie a una carrozzina elettrica, cambiano radicalmente le regole del gioco. L’entrata in vigore del nuovo decreto tariffe ha infatti eliminato la copertura da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per la sostituzione delle batterie e di altri componenti essenziali come motori, joystick e ruote. Una novità che, dietro la promessa di aggiornare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dopo oltre vent’anni, rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang per migliaia di persone con disabilità motoria.
Un cambiamento epocale, ma a che prezzo?
Fino al 2024, il decreto tariffe del 1999 garantiva rimborsi specifici per le riparazioni degli ausili, inclusa la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche. Con il nuovo decreto, invece, queste voci sono state cancellate: la copertura delle riparazioni e dei ricambi non è più prevista dal SSN. Il risultato? Chi si trova con una batteria esausta deve pagare di tasca propria, con costi che possono superare i 600 euro a intervento, una cifra superiore alla pensione di invalidità di molti utenti.
Le prime segnalazioni sono arrivate dal Veneto, dove le aziende sanitarie hanno comunicato agli assistiti che la sostituzione delle batterie non sarà più rimborsata. Ma il problema è nazionale: il nuovo Nomenclatore Tariffario, allegato al DPCM 12/2017 e reso operativo con la DGR veneta n. 1587 del 30 dicembre 2024, ha abrogato i vecchi codici ISO dedicati alle riparazioni, lasciando un vuoto normativo che rischia di minare il diritto alla mobilità e all’autonomia personale.
Regioni in ordine sparso e rischio disuguaglianze
Il decreto prevede che le carrozzine elettriche vengano acquistate tramite gare pubbliche, includendo nei contratti anche manutenzione e riparazioni. Tuttavia, questa soluzione si scontra con la realtà: le carrozzine elettriche sono dispositivi altamente personalizzati, difficili da standardizzare come semplici sedie da ufficio. Le Regioni, quindi, si trovano in una situazione di stallo: senza gare non possono garantire la copertura delle riparazioni, ma impostare gare efficaci per ausili così complessi è tutt’altro che semplice.
Il risultato è che ogni Regione si muove in autonomia, creando un’Italia a due velocità: chi vive in territori più virtuosi potrebbe continuare a ricevere assistenza, mentre altrove le famiglie saranno costrette a sostenere spese insostenibili. Un rischio concreto di discriminazione, che va contro il principio costituzionale di uguaglianza e contro la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009.
L’impatto sulla vita quotidiana
Per chi dipende da una carrozzina elettrica, la batteria non è un accessorio, ma il cuore del dispositivo. Il ciclo di vita di una batteria raramente supera i due o tre anni, ben al di sotto dei cinque o sei anni necessari per poter richiedere una nuova carrozzina tramite SSN. Questo significa che ogni utente dovrà affrontare più sostituzioni a proprie spese tra una carrozzina e l’altra, con un impatto devastante su chi già vive condizioni di fragilità economica.
Le testimonianze raccolte in Veneto e Lombardia parlano di persone costrette a scegliere tra la mobilità e altre necessità di base. “Se una persona deve pagare questa cifra per ogni sostituzione di batteria, significa spendere tutta la pensione di invalidità o l’assegno di accompagnamento”, denuncia la consigliera lombarda Lisa Noja, che ha depositato un’interrogazione per chiedere chiarimenti e interventi urgenti.
Proteste, interrogazioni e richieste di intervento
La questione è arrivata in Parlamento, con interrogazioni presentate sia dal Movimento 5 Stelle sia da esponenti di altre forze politiche, che chiedono il ripristino della copertura SSN per riparazioni e sostituzioni. Le associazioni di settore, come Fish e Confad, denunciano una vera e propria violazione dei diritti fondamentali e chiedono che il governo faccia marcia indietro, restituendo autonomia e dignità a chi, senza questi ausili, non può muoversi. Nel frattempo, alcune Regioni – come il Veneto – dichiarano di essere al lavoro per trovare una soluzione locale, ma la preoccupazione è che si vada verso una frammentazione normativa che penalizza ulteriormente chi vive già una condizione di svantaggio.
Il nuovo decreto tariffe, nato per modernizzare il sistema sanitario, rischia di produrre l’effetto opposto: esclusione e impoverimento per migliaia di persone con disabilità. Senza un intervento rapido e coordinato tra governo e Regioni, il diritto alla mobilità rischia di restare solo sulla carta. L’appello di associazioni, cittadini e rappresentanti istituzionali è unanime: ripristinare la copertura delle batterie e dei ricambi per le carrozzine elettriche è una questione di civiltà, non solo di bilancio pubblico
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infonon direi ma capisco che la percezione sia una cosa i fatti un altra
Infatti ha tolto a tutti per buttare fondi in vaccate
A quasi tutti... vedi post di Max Power
hai ragione, la percezione di voi tifosi di destra e della Meloni è una cosa vomitevole, avete il paraocchi e accettate qualsiasi cosa, se l'avesse fatto Conte apriti cielo....
L'unico modo che avete di vincere è cercare di screditare gli altri, vedasi quello che è successo a Genova con la Salis ed il tizio di FdI che ora è indagato!
Non avete il senso della vergogna, solo propaganda....
adesso pure le batterie...
sempre peggio in Itaglia
invece mi pare che l'errore, come spesso accade nella PA, è che fanno bandi di acquisto e trallalero e trallalà, senza considerare minimamente poi consti di mantenimento di un sistema.
imbarazzante
le aziende ovvimente su questo ci vanno a nozze e pompano sugli accessori.
Riesci perfino a negare l'evidenza...
allora è comunista
o come tutti gli altri governi di questi ultimi 60 anni ..
temevo fosse peggiore ma grazie per aver ricordato che non è peggio dei precedenti.. per un momento ho avuto un dubbio..
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