L'AGCM multa per 6 milioni di euro DR Automobiles, che rimanda le accuse al mittente
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 21 Giugno 2024, alle 11:54 nel canale MercatoL'AGCM accusa DR di pratiche commerciali scorrette, e di aver celato l'origine cinese delle sue vetture. L'azienda non ci sta e si prepara ad impugnare il provvedimento
Un procedimento iniziato lo scorso ottobre, e che sembrava accantonato, ed invece DR Automobiles si è trovata con un'accusa di pratiche commerciali scorrette, ed una multa dall'AGCM di ben 6 milioni di euro.
Il Garante contesta all'azienda molisana di aver pubblicizzato le sue automobili come prodotte in Italia. Il passaggio in particolare è questo: "la DR ometterebbe informazioni rilevanti sulla loro origine, lasciando intendere che siano prodotti interamente in Italia, mentre si tratterebbe di veicoli di produzione cinese".
La sanzione è arrivata dopo mesi, e chiarisce ulteriormente questo punto: "nelle comunicazioni commerciali Dr Automobiles ha indicato in modo ingannevole l’Italia anziché la Cina come luogo di produzione delle vetture commercializzate con i marchi Dr ed Evo". Ma c'è anche altro, che riguarda la fornitura di ricambi e servizio post vendita: "insieme alla controllata Dr Service & Parts non ha garantito un adeguato rifornimento dei pezzi di ricambio né opportuna assistenza post-vendita".
Come riporta formulapassion.it, DR ha immediatamente contestato il provvedimento, rilasciando un comunicato: "DR Automobiles Groupe impugna il provvedimento dell’AGCM. DR Automobiles Groupe prende atto della decisione dell’AGCM, pur non condividendola nel merito, ragione per cui si accinge ad impugnarla.
Nel corso del procedimento DR ha offerto la massima disponibilità, proponendo impegni tangibili volti a rimediare alle preoccupazioni espresse dall’Autorità, che però non sono stati accettati da quest’ultima.
Nel merito, DR osserva che la delocalizzazione in Estremo Oriente di parte della produzione delle autovetture (pratica comune nel settore automotive) commercializzate da DR Automobiles Groupe non è mai stata celata al pubblico, come testimoniato da numerosi articoli di stampa e servizi televisivi, nonché dalle informazioni divulgate attraverso i canali ufficiali web e social del gruppo.
Al tempo stesso, le campagne advertising non hanno mai inteso pubblicizzare una pretesa integrale fabbricazione delle autovetture in Italia, quanto sottolineare il forte legame del gruppo automobilistico con il nostro Paese e la regione Molise sotto il profilo proprietario e storico. Oltre ad evidenziare le importanti fasi che si svolgono nell’HQ di Macchia d’Isernia (IS) in termini di ricerca e sviluppo, design, progettazione, aggiunta di funzionalità, rifinitura e completamento delle autovetture commercializzate.
Tutti aspetti che non sono stati adeguatamente valorizzati dal provvedimento dell’AGCM.
DR Automobiles Groupe intende, ad ogni modo, accrescere le fasi di lavorazioni in Italia, ampliando a tal proposito il proprio polo industriale di Macchia d’Isernia con un nuovo stabilimento produttivo, nella prospettiva dello sviluppo di nuovi modelli, anche ad alimentazione integralmente elettrica.
Per quanto riguarda le condotte sanzionate sotto il profilo dell’assistenza post-vendita, l’AGCM ha contestato al Gruppo DR i tempi di attesa sofferti da alcuni consumatori per la riparazione delle proprie autovetture, omettendo di considerare che ciò è derivato dalla indisponibilità oggettiva di alcuni pezzi di ricambio a causa della nota disruption della catena di approvvigionamento del settore automotive avvenuta nel periodo post-pandemico.
Situazione comune a tutto il settore e comunque ormai in fase di assorbimento, come provano i dati registrati dal Gruppo già dal 2023 e ulteriormente migliorati nel primo trimestre del 2024, che mostrano tempi medi di consegna dei pezzi di ricambio di poco superiori ai 2 giorni".
A questo punto la palla passerà nuovamente all'autorità, se effettivamente il provvedimento verrà impugnato, e vi aggiorneremo su eventuali sviluppi.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSi ma qua parliamo del 100% dei componenti. Progettazione e produzione sono cinesi. Qua si limitano a mettere insieme i pezzi. Fine. Non a caso per i componenti di ricambio ci vuole una vita.
Fanno bene a castigare questi comportamenti. Vuoi vendere cinesate? Bene, ma non spacciarle per italiane. E' solo una presa per il culo.
Ma non è vaga la chiara intenzione di fuorviare il consumatore quando pensa al Made in Italy e relativi foraggiamenti che poi deve sopportare per imprenditori che appunto assemblano o lavorano l'ultimo tassello del processo produttivo.
Fanno bene a castigare questi comportamenti. Vuoi vendere cinesate? Bene, ma non spacciarle per italiane. E' solo una presa per il culo.
...a partire anche dall'alimentare con mozzarella di bufala campana senza che che ci sia corrispettivo nel numero di bufale in Campania.... o per andare al nord,. la bresaola della Valtellina in quantità impossibile rispetto ai bovini necessari ...
Stessa cosa successe anni fa con malaguti, fabbrica di scooter a bologna,
made in italy, si, appunto nel senso che arrivano i pezzi dalla cina e loro li assemblavano, per un tubo di scarico di 30 cm 2 mesi di attesa e 100 euro
assolutamente !
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