Taglio emissioni: l'impegno preso dagli Stati è insufficiente
di Rosario Grasso pubblicata il 28 Febbraio 2021, alle 12:01 nel canale Energie RinnovabiliSettantacinque paesi, responsabili del 30% delle emissioni globali di gas serra, hanno preso l'impegno di tagliare l'1% delle loro emissioni. Secondo l'Onu, servirebbe un taglio del 45%
Per poter adempiere all'obiettivo ottimale stabilito nell'ambito dell'Accordo di Parigi sul clima, ovvero mantenere l'aumento delle temperature entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, gli Stati responsabili della maggiore percentuale di emissioni di gas serra dovrebbero tagliare le loro emissioni del 45%, e non dell'1% come si sono impegnati a fare. Lo rivela un rapporto preliminare dell'Unfccc, l'agenzia dell'Onu per la lotta al cambiamento climatico.
Cop26: Onu impegnata nella lotta al cambiamento climatico
Un margine veramente molto ampio, che dà un'idea delle dimensioni del problema ecologico che oggi riguarda il pianeta Terra, e di quanto ci sia ancora da fare. Gli impegni degli Stati sono studiati all'interno di un rapporto chiamato NDC, Nationally Determined Contributions, che riguarda 75 dei 196 paesi firmatari dell'Accordo di Parigi. Il rapporto è stato preparato in vista della prossima conferenza Onu sul clima, Cop26, che si terrà a Glasgow dal 9 al 20 novembre.
Gli Stati presi in esame si sono impegnati a un drastico contenimento delle emissioni, ma che risulta insufficiente nella misura in cui porterà ad ottenere solo l'1% di riduzione nel 2030 rispetto al 2010. Per ottenere l'obiettivo stabilito dall'Accordo di Parigi sul clima, invece, la riduzione delle emissioni dovrebbe essere intorno al 45%.
"Questo rapporto mostra che i livelli attuali di ambizione climatica sono ben lontani dal metterci sulla strada per arrivare agli obiettivi dell'Accordo di Parigi" sono state le parole di Patricia Espinosa, segretario esecutivo dell'Unfccc. "Mentre riconosciamo la svolta recente verso una più forte azione climatica nel mondo, le decisioni per accelerare ed ampliare ovunque l'azione devono essere prese ora".
Fra gli ostacoli che gli Stati devono superare per poter adempiere agli impegni presi ci sono tutte le sfide legate alla pandemia internazionale in corso, che sta catalizzando attenzioni e investimenti altrove. Un secondo rapporto sarà diffuso prima della Cop26, in modo da presentare una visione il più possibile aggiornata.
Leggi anche: 2020, uno degli anni più caldi mai registrati: lo mostra la NASA con un video
In particolare, a Stati Uniti e Cina, principali emettitori di gas serra a livello mondiale, viene chiesto di anteporre la tutela di persone e pianeta agli interessi dell’industria fossile. Ma le attenzioni dell'Onu si focalizzano anche su Australia e Brasile, paesi ovvero che negli ultimi mesi sono stati responsabili di incendi su larga scala che hanno aumentato le preoccupazioni sull'emergenza climatica. Mettere un freno all'industria dei combustibili fossili e all'agricoltura intensiva viene considerata adesso una priorità assoluta.
23 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infomagari un pochi inventato si visto che gli studi
al momento restituiscono ipotesi e visto che altri studi
(non me li sono inventati eh!)
stanno ipotizzando che l'aumento (soprattutto in zona artica)
possa essere legato a fenomeni tellurici in zona Aleutine
(distante 3000 km dalle zone artiche) e che
a distanza di tempo dal loro evento avrebbero come effetto
il rilascio di metano dal permafrost e dagli idrati di gas
dai fondali oceanici.
inoltre avrebbero rilevato una concomitanza ciclica,
con sfalsamento di 20 anni, tra il riscaldamento
della zona artica e i terremoti precedentemente citati.
mentre altri ipotizzano che l'aumento delle temperature polari
possa essere legato alle correnti oceaniche,
quelle superficiali e quelle profonde, che avrebbero
modificato le loro temperature e salinità con l'effetto
di portare acque più calde il prossimità dei poli.
(il che aumenterebbe la possibilità alle balene di trovare
krill di cui si cibano)
se queste ipotesi fossero giuste, dubito che acquistare un tesla
aiuterebbe, considerando poi che l'energia per costruirle e muoverle
difficilmente verrà in toto da fonti CO2 free
Si sono estinti i dinosauri e poi la vita è rinata. Magari la Vita3.0 sarà molto meglio.
Settantacinque paesi, responsabili del 30% delle emissioni globali di gas serra, hanno preso l'impegno di tagliare [B][U]l'1% delle loro emissioni[/U][/B]
...
l'1%... ah sì: certo contribuisce molto nel togliere la quota che danneggia...
Poi le prossime generazioni si arrangeranno a sistemare, forse.
Rompono le scatole ai comune cittadino di essere ecologico. Poi le scorie nucleari o tossiche chissenefrega.
Riguardo l'agricoltura intensiva... 7 miliardi di persone, che gli dai da mangiare? Carne no, verdura no... Riduciamo la popolazione a 3 miliardi?
L'umanita' esiste da poche migliaia di anni... La Terra esiste da milioni di anni... Una eruzione vulcanica notevole e hai voglia di smaltire CO2...
https://it.wikipedia.org/wiki/Anno_senza_estate
Per ridurre significativamente il cambiamento climatico sarebe necessario da qualche anno fa una radicale inversione di rotta da parte di TUTTI gli stati industrializzati. Uno sforzo titanico con pesantissimi risvolti economici per ognuno degli attori coinvolti.
Diciamolo chiaro: non succederà MAI.
Semplicemente l'ondata ci travolgerà tutti e quando accadrà ci si scannerà per rimanere a galla. Punto.
I clatrati che perderanno metano sono in quantità enorme:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rilas...l_metano_artico
magari un pochi inventato si visto che gli studi
al momento restituiscono ipotesi e visto che altri studi
(non me li sono inventati eh!)
stanno ipotizzando che l'aumento (soprattutto in zona artica)
possa essere legato a fenomeni tellurici in zona Aleutine
(distante 3000 km dalle zone artiche) e che
a distanza di tempo dal loro evento avrebbero come effetto
il rilascio di metano dal permafrost e dagli idrati di gas
dai fondali oceanici.
inoltre avrebbero rilevato una concomitanza ciclica,
con sfalsamento di 20 anni, tra il riscaldamento
della zona artica e i terremoti precedentemente citati.
mentre altri ipotizzano che l'aumento delle temperature polari
possa essere legato alle correnti oceaniche,
quelle superficiali e quelle profonde, che avrebbero
modificato le loro temperature e salinità con l'effetto
di portare acque più calde il prossimità dei poli.
(il che aumenterebbe la possibilità alle balene di trovare
krill di cui si cibano)
se queste ipotesi fossero giuste, dubito che acquistare un tesla
aiuterebbe, considerando poi che l'energia per costruirle e muoverle
difficilmente verrà in toto da fonti CO2 free
https://www.nature.com/articles/s41598-020-75481-z
Si inventatissimo
Sta di fatto che, in qualsiasi caso, diminuire le emissioni serva poco o niente se non si investe in progetti il cui fine è rimuovere la co2 già presente.
Mettere in mezzo Tesla fa bello?
Per ridurre significativamente il cambiamento climatico sarebe necessario da qualche anno fa una radicale inversione di rotta da parte di TUTTI gli stati industrializzati. Uno sforzo titanico con pesantissimi risvolti economici per ognuno degli attori coinvolti.
Diciamolo chiaro: non succederà MAI.
Semplicemente l'ondata ci travolgerà tutti e quando accadrà ci si scannerà per rimanere a galla. Punto.
Secondo me qualcosa si deve muovere prima o poi dato che non sono poche le città sulla costa che generano ricchezza.
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