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Prysmian, l'azienda italiana fornirà i cavi per il Coastal Virginia Offshore Wind: parco eolico da 2,6 GW

di pubblicata il , alle 20:55 nel canale Energie Rinnovabili Prysmian, l'azienda italiana fornirà i cavi per il Coastal Virginia Offshore Wind: parco eolico da 2,6 GW

I cavi principali saranno prodotti negli stabilimenti di Arco Felice, Napoli, e Pikkala, Finlandia, mentre i cavi inter-array saranno prodotti a Nordenham, in Germania

 

Il produttore italiano Prysmian Group ha ricevuto l'incarico come forniture unico dei cavi sottomarini per il più grande progetto eolico offshore negli Stati Uniti denominato Coastal Virginia Offshore Wind (CVOW).

Il contratto da 1,1 miliardi di dollari è stato siglato insieme alla società di dragaggio belga Deme Group la quale supporterà Prysmian nell'installazione dei cavi sul fondo del mare, tra le singole turbine eoliche e la terra ferma; un accordo che per questo settore non ha precedenti negli Stati Uniti e sottolinea il grande impegno del paese a favore delle energie rinnovabili.

Nel dettaglio Deme Group si occuperà del trasporto e l'installazione delle fondazioni dei pali per le turbine, di tre sottostazioni offshore ed ovviamente di tutti i relativi sistemi di cavi sottomarini. Prysmian Group invece fornirà circa 560 km di cavi principali a tre conduttori, in grado di funzionare con tensioni nell'ordine di 220kV HVAC (High Voltage Alternating Current), isolati in polietilene reticolato XLPE e dotati di armatura a filo singolo, oltre ad ulteriori 320 km di cavi inter-array a 3 conduttori destinati a sistemi di distribuzione fino 66 kV.

I cavi principali saranno prodotti negli stabilimenti di Arco Felice, Napoli, e Pikkala, Finlandia, mentre i cavi inter-array saranno prodotti a Nordenham, in Germania.

Il Coastal Virginia Offshore Wind attualmente prevedere l'installazione di 176 turbine per un totale di 2,6 Gigawatt di potenza installata, e contribuirà a ridurrà le emissioni di carbonio di oltre 2 milioni di tonnellate all'anno: numeri che attribuiscono a questo progetto il titolo di più grande degli Stati Uniti nonché uno dei parchi eolici offshore più grandi al mondo.

La fine dei lavori del CVOW attualmente è prevista entro il 2026, con una stima dei costi che, causa i rincari delle materie prime degli ultimi mesi, ha portato il budget del progetto da 8 miliardi di dollari stimati nel 2019 ad una cifra di poco inferiore ai 10 miliardi di dollari.

4 Commenti
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supertigrotto14 Novembre 2021, 21:30 #1
Da noi in Italia non si potrà mai fare,già ci sono proteste per le eventuali turbine eoliche offshore che dovrebbero essere installate,perchè,i pannelli solari rovinano il panorama,le pale eoliche rovinano il panorama e via dicendo.
Ma noi Italiani sappiamo come produrre energia,usiamo il sesso degli angeli per produrre energia elettrica.
Pino9015 Novembre 2021, 08:45 #2
Originariamente inviato da: supertigrotto
Da noi in Italia non si potrà mai fare,già ci sono proteste per le eventuali turbine eoliche offshore che dovrebbero essere installate,perchè,i pannelli solari rovinano il panorama,le pale eoliche rovinano il panorama e via dicendo.
Ma noi Italiani sappiamo come produrre energia,usiamo il sesso degli angeli per produrre energia elettrica.


E mentre il mondo andrá avanti a noi rimarranno i bei panorami e le centrali a carbone.
Notturnia15 Novembre 2021, 09:18 #3
hvac = high voltage alternating current

e non alternative.. non è che ci sono altri tipi alternativi di corrente alternata
Notturnia15 Novembre 2021, 09:23 #4
Originariamente inviato da: Pino90
E mentre il mondo andrá avanti a noi rimarranno i bei panorami e le centrali a carbone.


ti prego non diciamo caxxate.. solo il 6% dell'energia elettrica consumata in Italia è fatta da centrali a carbone.. per favore.. e sono tutte in fase di riconversione (richieste in fase di studio)

delle 7 che ci sono ancora operativa l'unica problematica è quella sarda per via del fatto che la miniera di carbone è in sardegna e non vorrebbero rispettare la deadline del 2025 già presente nel piano nazionale del 2020-2025

quindi non parliamo del carbone italiano che è ridicolo

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