Produrre pompe di calore in Cina costa la metà, ma non grazie a fabbriche e manodopera
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 18 Febbraio 2025, alle 11:32 nel canale Energie Rinnovabili![Produrre pompe di calore in Cina costa la metà, ma non grazie a fabbriche e manodopera](/i/n/TCLmain.jpg)
La Cina si sta imponendo anche nel settore delle pompe di calore, ma il costo nettamente più basso non dipende da fabbriche e manodopera
Con la frenata del mercato delle pompe di calore a inizio 2024, le aziende hanno dovuto ricalibrare i target e cercare di ottimizzare i costi. Diversamente da altri settori in cui la Cina domina il mercato mondiale - come fotovoltaico o batterie - per le pompe di calore la produzione ha ancora una certa distribuzione mondiale, più vicina al modello "produzione dove avviene l'installazione".
Tuttavia il ruolo della Cina sembra stia cambiando rapidamente, e lo scopriamo da un report della IEA, Agenzia Internazionale dell'Energia, che rivela come in terra cinese si producano già una grande quantità di componenti anche di questa tecnologia. I numeri sono impietosi: 95% di compressori prodotti, e il 50% di compressori scambiati in termini monetari.
Come si vede dal grafico qui sopra, questa posizione dominante incide notevolmente sulla competitività a livello mondiale. Considerando il mercato delle pompe di calore aria-aria, in realtà le meno utilizzate per riscaldamento globale domestico, il costo di produzione livellato in Cina è molto competitivo rispetto all'Europa, e praticamente la metà se paragonato agli Stati Uniti.
Per le PdC aria-aria room, in pratica i classici climatizzatori piazzati nelle singole stanze, Giappone e India per ora riescono a tenere il passo. Ma il boom la Cina lo fa con le pompe di calore aria-acqua, quelle comunemente usate per riscaldare casa con pavimenti radianti ed altre soluzioni simili. Produrre in Cina è sempre circa il 50% più economico che in Giappone, e fino al 60% più economico rispetto all'Europa.
Come si legge nel report però, costo delle fabbriche e della manodopera non sono i fattori principali di questo vantaggio. Questi infatti incidono solo per una forbice che oscilla tra il 20% e il 40% del totale. Ciò che veramente dà una spinta in più è l'approvvigionamento dei componenti, soprattutto se questi si possono reperire internamente sfruttando le economie di scala. Questo fattore incide fino all'80%.
51 Commenti
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Eppure spessissimo quando leggi discussioni sulla competitività cinese si ripete sempre "eh ma loro pagano pochissimo gli operai". Sono proprio tutti convinti che sia questo il motivo della maggiore competitività, e invece non capiscono che è il sistema che hanno creato il vero vantaggio, l'integrazione tra le industrie differenti e la capacità manifatturiera.
I cinesi sono competitivi ANCHE perché
Gli operai di fatto sono schiavi , ricordiamo che durante il COVID erano chiusi nelle fabbriche per non contagiarsi all'esterno ,contro la loro volontà . E i cittadini chiusi nelle case .non dite che è stato così anche da noi perché le fabbriche erano chiuse e potevi uscire di casa . Io ho continuato a lavorare in presenza durante tutto il periodo .
Aggiungerei l'innovazione, visto che quasi il 50% dei brevetti sono cinesi, il triplo di quelle USA e cinque volte quelle europee (Which offices received the most patent applications?).
1. pagano niente l'energia elettrica
2. pagano poco i dipendenti
3. non rispettano le norme antiinquinamento europee
4. hanno le materie prime a prezzi stabiliti dal governo (che ha fatto incetta di materie prime negli anni oltre ad averle nel sottosuolo)
5. ricevono contributi statali per il dumping dei prezzi nei settori di interessee
6. etc etc etc
ce ne sono una marea di motivi per cui non si può fargli la concorrenza.. ANCHE il lato materie prime ovviamente
la dimensione della Cina è un indubbio vantaggio.. più superficie, più materie prima nel sottosuolo ma il fatto che sia stato lo stato a fare incetta di materie prime e comandare i prezzi delle stesse è un vantaggio non da poco..
se vogliamo battere la cina dobbiamo scendere al loro livello sulla qualità della vita in stabilimento
Infatti di vantaggi ne hanno TANTI, pagano poco gli operai (o comunque gli costano molto meno rispetto all'occidente) e OLTRE a quello hanno le materie prime, le infrastrutture, non rispetto determinate leggi che invece siamo obbligati a rispettare qui.
Bisogna capire chi ha ragione e chi invece sbaglia
magari neanche tanto sulla qualità della vita in stabilimento, ma avere altre Leggi e Fisco differenti.
Se vogliamo battere la Cina dobbiamo avere spese piu basse di quelle che abbiamo adesso.
Ma se io per fare un bicchiere di vetro devo rispettare dei limiti dei "fumi" di scarico e quindi avere dei macchinari certificati ecc... mentre magari in Cina fanno i bicchieri senza badare ai fumi e con il vetro gratis... (senza il magari)
Si chiamano economie di scala. Ma la vera domanda è come hanno fatto a raggiungere tali economie di scala?
Il costo del lavoro più basso, regolamentazioni ambientali più lasche, aiuti di stato alle imprese fanno parte del pacchetto.
La Cina funziona così e sono tutte cose poco replicabili in Europa.
Ragione per la quale gli investimenti green europei alla fine finiscono in Cina creando lavoro e opportunità lì più che qui in Europa.
Quale report? IEA ne produce a decine...
Massimiliano sarebbe corretto linkare la fonte a cui ti riferisci o almeno citare il titolo del report.
Credo che non sai bene di cosa stai parlando. Un comune climatizzatore (aria-aria) ed una PdC per riscaldamento domestico sono molto differenti anche a occhio nudo. E no, non ci sono solo 50 euro di differenza.
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