Fotovoltaico di seconda mano, apre il primo e-commerce europeo
di Giulia Favetti pubblicata il 14 Luglio 2023, alle 11:34 nel canale Energie Rinnovabili
La torinese Coesa ha deciso di dare una seconda vita agli impianti fotovoltaici, aprendo il primo negozio virtuale – in Europa – per garantire tracciabilità e sicurezza agli acquirenti
Il mercato dell'usato, che si parli di quello rionale o di negozi (reali e/o virtuali), da sempre offre la possibilità di fare veri e propri affari, salvaguardando non solo i propri risparmi, ma anche – e forse soprattutto – l'ambiente.
Di usato si trova veramente di tutto, dalle case alle auto (elettriche comprese), passando da dispositivi elettronici, arredi, libri, abiti, e così via… Che a un certo punto si pensasse di aprire anche un negozio specializzato in pannelli fotovoltaici ancora troppo giovani per il riciclo, tutto sommato, era solo una questione di tempo.
Ovviamente, la compravendita di moduli di secondo mano c'è già, ma è amatoriale, basata su accordi fra privati con tutto ciò che la totale assenza di una normativa comporta.
A riempire questo gap ci ha pensato COESA - Energy Service Company (ESCo) torinese - al lavoro sul primo e-commerce europeo di pannelli fotovoltaici usati, ovvero un mercato virtuale per il solare di seconda mano, certificato e controllato.
In questo modo ogni acquirente verrà messo a conoscenza del reale rendimento del pannello che andrà ad acquistare e vi sarà una completa tracciabilità del prodotto.
Il punto di partenza dell'iniziativa di COESA è semplice: se un modulo fotovoltaico, dopo anni di onorato servizio, riportasse un calo di potenza del 20% risulterebbe inadatto alle esigenze del suo proprietario, ma potrebbe soddisfare ancora egregiamente quelle di un'altra persona, che deve però ricevere la giusta tutela.
"Quello dell'usato è un mercato nero, caratterizzato dalla totale mancanza di tutele per chi acquista" ha evidenziato Matteo Stoppa, Chief Innovation Officer COESA. "Se pensiamo che dopo 20/25 anni di utilizzo un pannello fotovoltaico mantiene l’80% della sua capacità è facile capire che stiamo sprecando una colossale quantità di energia pulita e a basso costo".
Da qui la nascita del progetto KeepTheSun, realizzato in collaborazione con Politecnico di Torino, Unicredit e Fondazione Cottino: l'iniziativa intercetta da un lato le esigenze dei proprietari che intendono sostituire i propri moduli solari con modelli di nuova generazione, mentre dall'altro individua le richieste di chi intende creare un impianto off-grid [ndr, non connesso alla rete elettrica nazionale].
Il processo di vendita prevede la creazione di una rete di stakeholder sul territorio che si occupi di testare e certificare l'efficienza di ogni modulo fotovoltaico usato messo in vendita: una garanzia per tutti gli attori della filiera, nonché il motivo per cui il portale non sarà attivo prima del 2024.
"Il nostro progetto trasforma quello che attualmente è un rifiuto in una risorsa preziosa, con evidenti riflessi sulla riduzione dell'inquinamento ma anche del contrasto alle vendite illegali" ha spiegato Federico Sandrone, Amministratore delegato e cofondatore di COESA. "Riciclare i pannelli fotovoltaici è costoso ed energivoro, riutilizzarli azzera invece la loro impronta di carbonio e può innescare circuiti virtuosi per il nostro sistema economico".
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoposso capire che qui propongono una cosa più carina mettendoci anche un controllo dei pannelli a fronte di un costo di servizio ma dire che l'altro modo di vendere è illegale...?
come i negozi online che fanno il check dei telefoni usati, sono un servizio in più
E se vanno ripristinati come fa ad azzerarsi "l'impronta di carbonio"?
Ma soprattutto cosa sarebbero le "vendite illegali"?
"Quello dell'usato è un mercato nero..." MA STIAMO SCHERZANDO VERO?
A giá il 110% , prima o poi arriverà il collasso .
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