Fonti di energia rinnovabile e sistemi di accumulo, un loro uso sapiente potrebbe rendere l'Italia autonoma e funzionante
di Giulia Favetti pubblicata il 07 Giugno 2023, alle 09:31 nel canale Energie RinnovabiliUno studio redatto da Aspo Italia e dal CNR ha immaginato uno scenario ipotetico (o prossimo) in cui ogni attività svolta in Italia verrebbe alimentata unicamente da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Luca Pardi, ricercatore del CNR ed uno degli autori dello studio, ne ha spiegato i dettagli
24 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuindi è difficilmente usabile per auto o il trasporto in generale,stoccaggio per l'energia etc,data anche la sua pericolosità.
Stanno sperimentando tecniche per "solidificarlo" tipo una specie di pasta o gel,ma non è che sia proprio una passeggiata.
Certo che lo stoccaggio dell'energia elettrica non è proprio una passeggiata,ci stanno lavorando in tantissimi ma è proprio una bella sfida,in questo caso bisognerebbe mettere da parte bandiere politiche e ideologie e lavorare tutti e in tutto il mondo,per il bene del pianeta.
Infatti qua si dice di stoccare metano, non idrogeno
Hai ragione
Stando ai dati di Notturnia che sono grosso modo quelli che sapevo anch'io, attualmente necessitiamo di 350 TWh elettrici + 700 TWh termici.
Ipotizziamo pure di passare tutti alle pompe di calore e/o a sistemi più efficienti. L'attuale fabbisogno energetico ammonta a 800-1000 TWh annui.
Quindi la riduzione dei consumi necessaria è del 65%... fattibilissimo.
L'unico scenario solo FER possibile, secondo lo studio, arriva a generare 350 TWh annui e richiede, oltre a 100 GW di idrolizzatori e 75 GW di metanizzatori, 250 GW di fotovoltaico e 80 GW di eolico.
Nel 2022 abbiamo installato ben 2.2 GW di fotovoltaico e 0.5 GW di eolico.
Ipotizziamo pure di più che raddoppiare il fotovoltaico e triplicare l'eolico e in 50 anni, forse, avremo installato un terzo della capacità necessaria oggi.
Per carità, gli autori mi sembrano anche abbastanza realisti nel considerare tutte le tecnologie realmente esistenti, gli impatti economici, la convenienza del metano sull'idrogeno ecc... ma non sarebbe stato più coerente chiudere lo studio affermando che: No, non è possibile andare avanti a sole rinnovabili?
In fin dei conti uno studio serve a verificare un'ipotesi non a cercare di renderla valida ad ogni costo.
Perdoni ma questa frase mi fa scaturire la polemica.
Quindi secondo lei il fatto che le fonti fossili, ed in generale tutte le risorse di carattere estrattivo, siano limitate é solo un ipotesi non verificata?
A questo punto andiamo avanti come nulla fosse fino all'ultima goccia di gas o petrolio e poi vediamo se effettivamente finiscono o se é tutta propaganda Green.
Ah già, ma questo lo potranno verificare solo i nostri figli, quindi chissenefrega.
Io, che sono intriso di propaganda green, penso che la lenta (decine di anni) transizione alle rinnovabili che si prospetta sia solo l'ennesimo tentativo di conservazione della specie perpetrato dal genere umano, per non fare la fine dell'isola di Pasqua.
É chiaro che passare alla rinnovabili introdurrà qualche difficoltà nel breve periodo, così come andare in ospedale a farsi operare non é certo una gita di piacere.
Stando ai dati di Notturnia che sono grosso modo quelli che sapevo anch'io, attualmente necessitiamo di 350 TWh elettrici + 700 TWh termici.
Ipotizziamo pure di passare tutti alle pompe di calore e/o a sistemi più efficienti. L'attuale fabbisogno energetico ammonta a 800-1000 TWh annui.
Quindi la riduzione dei consumi necessaria è del 65%... fattibilissimo.
L'unico scenario solo FER possibile, secondo lo studio, arriva a generare 350 TWh annui e richiede, oltre a 100 GW di idrolizzatori e 75 GW di metanizzatori, 250 GW di fotovoltaico e 80 GW di eolico.
Nel 2022 abbiamo installato ben 2.2 GW di fotovoltaico e 0.5 GW di eolico.
Ipotizziamo pure di più che raddoppiare il fotovoltaico e triplicare l'eolico e in 50 anni, forse, avremo installato un terzo della capacità necessaria oggi.
Per carità, gli autori mi sembrano anche abbastanza realisti nel considerare tutte le tecnologie realmente esistenti, gli impatti economici, la convenienza del metano sull'idrogeno ecc... ma non sarebbe stato più coerente chiudere lo studio affermando che: No, non è possibile andare avanti a sole rinnovabili?
In fin dei conti uno studio serve a verificare un'ipotesi non a cercare di renderla valida ad ogni costo.
Ci sono sospesi e in attesa di autorizzazione 180GW tra eolico e fotovoltaico, che aumentano al ritmo di 10GW l'anno. Il problema sono gli enti locali che non li gestiscono e rimangono lì appesi
E spero che li approvino al più presto ma temo non sia così semplice.
Quindi secondo lei il fatto che le fonti fossili, ed in generale tutte le risorse di carattere estrattivo, siano limitate é solo un ipotesi non verificata?
A questo punto andiamo avanti come nulla fosse fino all'ultima goccia di gas o petrolio e poi vediamo se effettivamente finiscono o se é tutta propaganda Green.
Ah già, ma questo lo potranno verificare solo i nostri figli, quindi chissenefrega.
Io, che sono intriso di propaganda green, penso che la lenta (decine di anni) transizione alle rinnovabili che si prospetta sia solo l'ennesimo tentativo di conservazione della specie perpetrato dal genere umano, per non fare la fine dell'isola di Pasqua.
É chiaro che passare alla rinnovabili introdurrà qualche difficoltà nel breve periodo, così come andare in ospedale a farsi operare non é certo una gita di piacere.
Chi l'ha scritto questo?
Io ho scritto che non è detto che l'esito di uno studio debba per forza rendere valide le ipotesi. Io ho concluso la mia tesi di laurea asserendo che non era possibile confermare l'ipotesi di partenza in quanto i test hanno dato esiti per lo più negativi; non c'è alcun che di male.
Altrimenti io potrei dire che se assumessimo che la guerra in Ucraina dovesse espandersi e coinvolgere l'Italia e 30 mln di italiani morissero, allora la domanda energetica dell'Italia post guerra potrebbe essere soddisfatta da sole rinnovabili.
Le sembra un assunto sensato per dire che le rinnovabili da sole siano sufficienti?
E' ovvio che abbiamo un problema e che vada risolto. Basterebbe esser obiettivi, togliersi le fette di salame dagli occhi e iniziare ad usare ogni risorsa e tecnologia a basso impatto, nucleare incluso.
Il problema sta qui. Stante che siamo a corto sia di risorse che di tempo, è fondamentale capire qual è la strada migliore da intraprendere. La problematica è molto complessa, perché oltre a problematiche tecniche ed economiche, incidono anche fattori geopolitici e sociali che sono ancora più difficili da valutare, sia nel breve che nel lungo termine.
Sono molto scettico verso chi promuove soluzioni semplici a problemi così complessi, e questo forse è il più complesso mai affrontato dall'umanità.
By(t)e
Sono molto scettico verso chi promuove soluzioni semplici a problemi così complessi, e questo forse è il più complesso mai affrontato dall'umanità.
By(t)e
Esattamente
Purtroppo non è tutto sempre rose e fiori; bisogna essere realisti e fare valutazioni che abbiano a che fare col mondo reale e non con quello del Mulino Bianco altrimenti il rischio è quello di perdere di vista l'obiettivo (vedi Francia multata per non aver installato abbastanza rinnovabili nonstante sia uno dei paesi a minor impatto ).
Purtroppo non è tutto sempre rose e fiori; bisogna essere realisti e fare valutazioni che abbiano a che fare col mondo reale e non con quello del Mulino Bianco altrimenti il rischio è quello di perdere di vista l'obiettivo (vedi Francia multata per non aver installato abbastanza rinnovabili nonstante sia uno dei paesi a minor impatto ).
Si, ma vedi, il nucleare ha comunque grossissimi problemi.
Tanto per cominciare i tempi di realizzazione: possiamo costruire reattori mediamente efficiente e con misure di sicurezza relativamente buone in pochi anni, oppure reattori più efficienti e sicuri in due decenni. Poi c'è il discorso NIMBY, il mantenimento delle scorie, l'approvvigionamento idrico, il reperimento del combustibile, ecc...
Ora come ora risolvere questi problemi in meno di 30 anni la vedo duretta. Senza contare che non risolveremmo determinati problemi: dipendenza dall'estero sia per la costruzione (se acquistiamo reattori francesi o coreani) che per l'uranio (che mi risulta essere in gran parte in territorio russo), relativamente scarsa modulabilità, resilienza a piccoli e grandi guasti.
Potrei dire cose simili anche del fotovoltaico e delle altre FER, volevo solo far capire che è tutto molto complicato.
By(t)e
Tanto per cominciare i tempi di realizzazione: possiamo costruire reattori mediamente efficiente e con misure di sicurezza relativamente buone in pochi anni, oppure reattori più efficienti e sicuri in due decenni. Poi c'è il discorso NIMBY, il mantenimento delle scorie, l'approvvigionamento idrico, il reperimento del combustibile, ecc...
Ora come ora risolvere questi problemi in meno di 30 anni la vedo duretta. Senza contare che non risolveremmo determinati problemi: dipendenza dall'estero sia per la costruzione (se acquistiamo reattori francesi o coreani) che per l'uranio (che mi risulta essere in gran parte in territorio russo), relativamente scarsa modulabilità, resilienza a piccoli e grandi guasti.
Potrei dire cose simili anche del fotovoltaico e delle altre FER, volevo solo far capire che è tutto molto complicato.
By(t)e
Complicato sicuramente sì ma il freno maggiore, al momento, sono proprio i nimby. A tutto il resto c'è soluzione.
Ossia, nel momento in cui ci sia una volontà comune di costruire 4 o 5 centrali, i problemi residui sarebbero sormontabili.
Tempi: il primo reattore potrebbe richiedere anche 20 anni ma gli altri arriverebbero subito dopo in cascata in quanto non è necessario terminare per forza il primo per procedere con gli altri.
Scorie: la soluzione va comunque trovata perché già ora stiamo pagando una multa annuale per non aver ancora un deposito nazionale.
L'approvvigionamento idrico è un non problema: ci sono refrigeranti alternativi e abbiamo migliaia di chilometri di coste da sfruttare. Volendo acqua demineralizzata si potrebbe sfruttare parte dell'energia per trattare le acque.
Il combustibile è presente in quantità più che sufficienti e a fine vita della centrale rappresenta un costo tra il 5 ed il 10% del totale quindi si può prenderlo da chiunque lo venda. I maggiori produttori sono Kazakistan, Canada e Australia.
La modulabilità è un altro non problema: i reattori nucleari sono fatti per funzionare sempre al massimo; per questo basterebbero 4 o 5 centrali.
La resilienza ai guasti è un altro non problema: i guasti sono inevitabili nel tempo; bisogna mettersi l'anima in pace e capire che in ogni caso è preferibile avere un guasto in una centrale nucleare ad alto coefficiente di sicurezza piuttosto che guasti in centrali a carbone o altro tipo di combustibile fossile.
La Francia ha subito molti fermo-macchina (oltre che per i rinvii causa Covid) anche perché non opera le sue centrali a pieno regime. Stante il fatto che non ha causato morti o inquinamento come invece è accaduto in una miniera di carbone in India.
Insomma il grosso problema è essere d'accordo a considerare il nucleare una più che valida alternativa per almeno parte del base load.
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