Donald Trump fa già effetto: le banche americane abbandonano l'alleanza per il clima NZBA
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 20 Gennaio 2025, alle 20:19 nel canale Energie RinnovabiliAlcune tra le banche più importanti si stanno defilando dalla Net-Zero Banking Alliance, temendo ripercussioni visto il nuovo clima politico
Da pochi minuti Donald Trump ha giurato come 47° presidente degli Stati Uniti, iniziando così il suo secondo mandato. Il suo discorso è stato emblematico, ed ha voluto chiarire subito alcuni aspetti chiave della suo politica. Trump firmerà subito dei decreti esecutivi a loro modo storici: emergenza al confine con il Messico, emergenza energetica nazionale, spinta su gas e petrolio.
Posizioni che si contrappongono a ciò che aveva fatto finora l'amministrazione Biden, più in linea con le politiche green, non solo per quanto riguarda la mobilità. Del resto la campagna di Trump era stata chiara fin da subito, e si sapeva da mesi che le sue scelte sarebbero state queste. Scelte che ora stanno condizionando anche le decisioni di alcune grandi banche americane.
Sono diversi i grandi istituti bancari che hanno deciso di abbandonare la Net-Zero Banking Alliance (NZBA), una sorta di coalizione bancaria per promuovere azioni a favore del clima. Erano oltre 140 i nomi affiliati, con l’obiettivo di arrivare a emissioni nette zero di gas serra entro il 2050, ma la fuga è iniziata proprio prima dell'insediamento del nuovo presidente.
Morgan Stanley, Citigroup, Bank of America, Wells Fargo, Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Blackrock e Bank of Montreal, sono tra i nomi più noti degli istituti che hanno abbandonato l'alleanza. I motivi non sono pubblici, ma facilmente intuibili.
L'indirizzo della NZBA tende a contrastare i progetti sui combustibili fossili, e per le banche non è una buona idea andare contro un presidente come Trump, che ha già dimostrato di non avere timore di nessuno. Molti singoli Stati americani sono poi a controllo repubblicano, altro motivo per avere più cautela nei rapporti istituzionali. Le banche poi, non va dimenticato, puntano sempre al profitto, e perdere il treno del rilancio dell'estrazione locale voluta da Trump può per loro rivelarsi un grosso errore.
Come dichiarazioni di facciata sono diverse le società che hanno fatto sapere che comunque proseguiranno con gli impegni di decarbonizzazione già annunciati, ma è chiaro che qualcosa cambierà, così come è già cambiato anche in altri settori, sempre con il denominatore comune di voler seguire Trump nelle sue nuove (ovvero vecchie) politiche.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe adesso lasciano l'alleanza per far contento Trump, a vedere le date di quando vi hanno aderito viene da pensare che dovessero far contento qualcun altro, senza che gliene fregasse particolarmente
Non capisco. Nel senso che va bene inquinare a manetta??
Per le banche si, perchè non inquinare significa spendere piu soldi.
L'impegno che si erano prese le banche aveva poco o nulla a che fare con l'inquinamento in sé, in pratica dovevano tirare fuori soldi per certe iniziative o cancellare il debito per chi si impegnava per opere pro-ambiente. È più o meno il motivo per cui nello scorso mandato Trump si è tirato fuori dagli accordi sul clima di Parigi, non per poter inquinare di più ma per non dover dare soldi ai paesi in via di sviluppo, cosa richiesta a chi ratificava gli accordi. Ah, per precisare, per essere definiti paesi "in via di sviluppo" basta dichiarare di esserlo, come ad esempio fa la Cina, che spende per armi nucleari, missioni spaziali, aerei stealth, ecc... ma si dichiara "in via di sviluppo" per avere tutta una serie di agevolazioni economiche, tra le quali prendere soldi per iniziative ambientaliste.
La speranza è che questo possa finalmente influenzare l'UE a seguire lo stesso esempio.
Le nazioni occidentali inquinano poco, le principali cause di inquinamento sono India e Cina. Quello che non va bene è intestardirsi con un ideologia a prescindere da qualunque contesto.
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