Caso Italia: il nostro Paese potrebbe rimpiazzare facilmente (e velocemente) il gas con le rinnovabili
di Giulia Favetti pubblicata il 23 Novembre 2022, alle 14:56 nel canale Energie RinnovabiliNell'attuale situazione di crisi il Governo ha preso azioni a breve termine, portando la sua attenzione sull'approvvigionamento di gas – da cui dipendiamo enormemente – dal Nord Africa, ma la strategia economicamente più valida vuole l'energia pulita al centro degli investimenti
"Towards a dramatic reduction in the European Natural Gas consumption: Italy as a case study" è lo studio, pubblicato sul Journal of Cleaner Production, che ha preso il nostro Paese ad esempio, analizzando le scelte compiute dal Governo negli ultimi mesi, complice anche l’invasione russa dell'Ucraina, l'incertezza, la tensione sociale e il gas diventato il nuovo oro, con aumenti del prezzo oltre il 300% da maggio 2021.
Secondo l'analisi, la strategia economicamente più valida sarebbe quella di muoversi rapidamente verso l'energia pulita, piuttosto che diversificare le fonti di energia da combustibili fossili, stringendo accordi con Paesi nord-africani o creando rigassificatori per importare gas naturale liquefatto da altri Stati.
L'articolo, avvalendosi di simulazioni matematiche, mostra come il consumo di gas in Italia potrebbe essere ridotto, nel giro di uno o due anni, aumentando gli investimenti nel settore delle rinnovabili per ampliare il parco installato e migliorarlo anche dal punto di vista dell'efficienza, sostituendo le apparecchiature più vecchie e meno efficienti. "La decarbonizzazione costa meno della diversificazione", afferma l'autore principale, Lorenzo Mario Pastore, del Dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica della Sapienza Università di Roma.
Per dare corpo alle conclusioni dello studio, Pastore e i suoi colleghi si sono avvalsi di uno strumento informatico ampiamente utilizzato per l'analisi e la configurazione dei futuri sistemi di energia rinnovabile, ottenendo più di 2.000 scenari basati su diversi mix energetici, investimenti in tecnologie rinnovabili e prezzi del gas naturale.
In particolare, hanno considerato l'aggiunta di pannelli solari fino a 10 GW e 5 GW rispettivamente per impianti utility e residenziali, di impianti eolici fino a 10 GW e un aumento del 15% della quota di edifici che utilizzano pompe di calore. Ogni scenario include simulazioni del consumo energetico, dei costi energetici e dell'impatto occupazionale dell'installazione di nuove energie rinnovabili.
Secondo la ricerca basterebbe un investimento minimo di 20 miliardi di euro sulle rinnovabili per ridurre il consumo di gas di quasi 40 TWh, con un "costo di abbattimento" (l'indicatore che consente una valutazione immediata dei benefici economici) di 45 euro/ MWh.
Aumentando la cifra a poco meno di 80 miliardi di euro – che sarebbe l'investimento massimo – si ridurrebbe la necessità di gas naturale di 75 Twh/anno, con un costo medio di abbattimento di circa 70 €/MWh.
Inoltre si avrebbe un importante impatto sull'occupazione, con la creazione di 640.000 posti di lavoro a tempo determinato e 30.000 a tempo indeterminato, insieme a una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 21,5 Mt/anno.
Infine, se venisse implementata la politica di investimento massimo, il caso in cui i futuri prezzi spot medi del gas naturale fossero superiori a 50 €/MWh consentirebbe di ridurre i costi di decarbonizzazione a meno di 80 €/tCO2.
Sfortunatamente, l'attuale Governo sta intraprendendo la direzione opposta, promuovendo le trivellazioni in Adriatico e l'apertura di impianti di rigassificazione, che possono portare – paradossalmente - ad un aumento dell'uso dei combustibili fossili, in netto contrasto con quanto è unanimemente riconosciuto come necessario per mantenere la temperatura del Pianeta sotto 1.5° C.
L'articolo di Pastore sottolinea come i grandi investimenti in impianti e infrastrutture del gas potrebbero diventare "beni bloccati", creando una "barriera per il processo di transizione verso le rinnovabili e i sistemi energetici sostenibili".
Nuovi gasdotti e impianti di rigassificazione, scrivono gli autori, rappresentano "un investimento a lungo termine che contraddice la necessità di una rapida decarbonizzazione dei sistemi energetici" e possono "togliere capitale agli investimenti verdi".
In conclusione, Pastore afferma che ritardare la decarbonizzazione a causa della crisi energetica e dell'inflazione è un'occasione persa, non solo dal punto di vista economico.
86 Commenti
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Sia i sostenitori del nuovo governo che delle auto tradizionali...stavolta sarà un massacro!!
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> il nostro Paese potrebbe rimpiazzare facilmente (e velocemente)
> il gas con le rinnovabili
Nemmeno se lo vedo...
Pure il condizionale nella frase è lontanissimo dalla realtà...
c'e' un grosso ma...
... finche i prezzi dell'energia all'ingrosso, saranno ancorati al prezzo del gas, puoi anche spendere 1000 miliardi in rinnovabili, 1 Mwh costera' sempre uguale a primae la norma e' europea (poi dicono i nazionalisti) nessun governo puo' farci nulla
certo calando la domanda IN TEORIA dovrebbe scendere i prezzo
ma il mercato dell'energia e' lagato a logiche geopolitiche e non economiche
sbaglio?
Quale sarebbe questo strumento?
In generale sarei d'accordo, ma tra il dire e il fare come sempre c'è di mezzo il mare. Si parla di cifre enormi che probabilmente non ci sogniamo neanche. Ma dove li troviamo dai 20 agli 80 miliardi? L'ultima finanziaria è di 30, ma copre varie cose, mica solo il settore energetico.
Esatto.. e poi x fare cosa? Cito:
Che però tradotto in numeri vuol dire passare da circa il 5% a circa il 10% del consumo annuo..
In generale sarei d'accordo, ma tra il dire e il fare come sempre c'è di mezzo il mare. Si parla di cifre enormi che probabilmente non ci sogniamo neanche. Ma dove li troviamo dai 20 agli 80 miliardi? L'ultima finanziaria è di 30, ma copre varie cose, mica solo il settore energetico.
Non direi proprio, ormai impianti eolici e utility scale vengono costruiti senza incentivi statali proprio perché convenienti, basterebbe solo concedere le autorizzazioni, incentivare la formazione di personale della supply chain e accelerare gli iter approvativi degli impianti installati.
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