Cambiamenti Climatici, quanto tempo abbiamo? Un rapporto dice che auto elettriche, fotovoltaico e eolico devono dominare
di Giulia Favetti pubblicata il 07 Ottobre 2022, alle 16:35 nel canale Energie RinnovabiliEolico, solare, veicoli elettrici, sono le strategie (già note) per fermare i cambiamenti climatici prima del punto di non ritorno, ma solo se vengono attuate in tempo, cioè ora
178 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPoi hai letto l'articolo originale, dato che tutto parte da li? Vediamo un passaggio:
e potenzialità dell’elettrificazione dei veicoli e del passaggio totale alle fonti rinnovabili per la produzione di energia ma anche le loro fragilità
Quindi io sono in perfetto topic
Ripeto, sei in malafede (o non sai leggere):
By(t)e
e vorrei ben vedere...
proprio perchè le altre sono ben fondate su quelle bisogna fare leva.
verissimo.
vero anche però che quella non era gestione statale ma di qualcuno che, sulla mancata manutenzione, ci ha lucrato sopra.
poi va da sè che si può lucrare anche sulla mancata manutenzione del bene pubblico... ma a questo punto torniamo alle mazzette.
e non vogliamo imbottigliarci in un cul-de-sac, no?
e questa è la principale delle "altre" di cui sopra... che dovrebbe mettere la parola fine al discorso.
sempre che la fine sia un "finisce bene, tutti al caldo, col microonde a palla e il pc gaming acceso 24/24.
Rischio = Probabilità x Danno
Per come la vedo io ci dobbiamo accontentare delle soluzioni peggiori, perché la migliore non la sappiamo gestire.
beh, diciamo che se il rinnovabile risultasse essere sufficiente, tanto peggiore non dovrebbe essere.
.
..
...
se.
Siamo stati capaci di lasciare che un viadotto sul quale transitavano giornalmente decine di migliaia di auto e che era stato acclarato che necessitasse di manutenzione urgente.
Un incidente nell'installazione di un pannello solare al massimo uccide un operaio, che è senza dubbio una tragedia ma non è nemmeno lontanamente paragonabile al trovarsi una zona rossa del diametro di qualche decina di km - magari nel mezzo del paese che è risaputo essere per la maggior parte lungo e stretto - più svariati morti e un aumento verticale delle incidenze di tumori etc.
Perché se riprendessimo in mano il discorso del nucleare in italia - che sono certo che risolverebbe il problema energia cento volte meglio di tutte le altre fonti, rinnovabili o meno, non sto nemmeno a controbattere - per quanto sicure siano le centrali moderne, per quanto remotissima la probabilità di un evento catastrofico, sono stra-arcisicuro che ci faremmo riconoscere per una catastrofe di dimensioni ragguardevoli entro un tempo relativamente breve.
Rischio = Probabilità x Danno
Per come la vedo io ci dobbiamo accontentare delle soluzioni peggiori, perché la migliore non la sappiamo gestire.
I tuoi dubbi sono comprensibili e penso li abbiamo tutti.
Bisogna considerare però che sul nucleare non si scherza e non perché ci mette la faccia qualche amministratore delegato o qualche politico ma perché su tutto sorveglia la AIEA.
Non basta distribuire qualche mazzetta per fare una centrale con cemento che è più sabbia che cemento o far finta di niente sui rapporti di manutenzione.
Tra l'altro, ironia della sorte, l'industria italiana è una delle più avanzate nel settore nucleare.
Quindi non è che non abbiamo esperienza, anzi ne abbiamo da vendere... letteralmente.
Incidenti come quello di Cernobyl sono di fatto impossibili oggi ed erano impossibili anche allora se si fossero rispettate le procedure, oggi sarebbe impossibili anche compiendo le stesse scemenze di allora con le centrali nuove.
Basti vedere a Fukushima dove si sono verificati due eventi catastrofici (terremoto seguito da tzunami) e la fusione di 4 reattori (a Chernobyl solo 1) e non c'è stato poi tutto sto disastro (terremoto e tzunami sono stati peggio).
E anche qui tutto è abbastanza semplice fare centrali in grado di resistere a eventi simili ora che ne è stata evidenziata la criticità.
Se le centrali a gas si potessero "spegnere" o modulare secondo necessità, il problema non esisterebbe, ma purtroppo non funziona così.
Si possono però costruire degli stoccaggi che ovvino al problema.
allora dovresti sapere bene che:
1) i pannelli FV non ci mettono 20 anni a ripagarsi
2) il nucleare ha una filiera complessa ed energivora sia PRIMA che DOPO la centrale. Con il dopo che è talmente eterno da essere inquantificabile.
non l'ho citato come unico svantaggio del solo nucleare.
ho fatto presente che senza manco aver messo un mattone PARE siano già girate tangenti (a detta dei cablo dell'ambasciata USA)
quindi, sarai d'accordo con me, il problema mazzette non si pone; MAI.
giusto?
un conto sono indagini della Finanza, un altro sospetti (per quanto probabili visti i personaggi) dell'ambasciata USA (che peraltro parrebeb suggerire che l'industria usa debba "farsi sotto" con le stessa "grinta" di quella francese...
Siamo stati capaci di lasciare che un viadotto sul quale transitavano giornalmente decine di migliaia di auto e che era stato acclarato che necessitasse di manutenzione urgente.
Un incidente nell'installazione di un pannello solare al massimo uccide un operaio, che è senza dubbio una tragedia ma non è nemmeno lontanamente paragonabile al trovarsi una zona rossa del diametro di qualche decina di km - magari nel mezzo del paese che è risaputo essere per la maggior parte lungo e stretto - più svariati morti e un aumento verticale delle incidenze di tumori etc.
precisamente.
e il fatto che si lesini sulle spese per massimizzare gli utili attualmente è la politica di tutte le utility che hanno impianti nucleari. Il prolungamento della vita degli impianti che è molto in voga oggi, rientra proprio in questo meccanismo di erosione della sicurezza per spremere utili, visto che fare nuovi impianti è costosissimo, lungo, e pieno di incognite operative.
io invece ne dubito.
il problema è semmai che NON c'è bisogno di una chernobyl in mezzo alla pianura padana per fare grossi danni. Basta gestire allegramente la quotidianità.
Vedi il caso dei PFAS in Veneto... sostanze nocive per cui c'è una omertà istituzionale da far spavento.
Se le centrali a gas si potessero "spegnere" o modulare secondo necessità, il problema non esisterebbe, ma purtroppo non funziona così.
le centrali a gas sono ottime per modulare secondo necessità...
non come le idroelettriche, ma comunque sono molto buone.
Forse devi documentarti meglio
Bisogna considerare però che sul nucleare non si scherza e non perché ci mette la faccia qualche amministratore delegato o qualche politico ma perché su tutto sorveglia la AIEA.
Non basta distribuire qualche mazzetta per fare una centrale con cemento che è più sabbia che cemento o far finta di niente sui rapporti di manutenzione.
diciamo che la tua è un po' una pia illusione...
Quindi non è che non abbiamo esperienza, anzi ne abbiamo da vendere... letteralmente.
credo tu sia rimasto a svariati decenni fa.
fra l'altro mi pareva d'aver letto tempo fa che la proprietà non è più italiana.
1) i pannelli FV non ci mettono 20 anni a ripagarsi
2) il nucleare ha una filiera complessa ed energivora sia PRIMA che DOPO la centrale. Con il dopo che è talmente eterno da essere inquantificabile.
Anche ci mettessero 10 anni (in condizioni ideali, che in quelle reali vuol direi mai o quasi) tanto vale non sprecare quell'energia ed usarla subito.
Il nucleare ad ora è la fonte energetica migliore che abbiamo come umanità.
Per abbiamo solo una strada :
- Azzeramento di qualsiasi forma di energia prodotta con la combustione di qualche cosa per fermare la produzione di co/2
e da qui ci sono due alternative :
1 - Mantenere il nostro stile di vita grazie alla produzione al 70 % di energia dal nucleare e se ci si riesce rimpire il rimanente 30 per cento con le rinnovabili.
2 - rimanere con il 30 % di energia (intermittente) delle rinnovabili, e quindi tornare indietro di un secolo almeno. (almeno così spero ci libereremo di quella schifezza di criptovalute........)
Quello che dici sono solo aspetti elencati dalle lobby del petrolio per non perdere il loro potere ora riciclate dai finti ecologisti che con le loro auto a pile stanno distruggendo ampie zone del nostro pianeta per estrarre i minerali rari che servono per le batterie.............
In realtà di rischi ce ne sono molto meno di quanto dicono, anche sulle scorie, che ammontano ad un quantitativo veramente minimo (Per tutta l'energia usata nell'arco della vita da una persona media, compresa la costruzione di auto viaggi ecc..... il quantitativo di scorie è pari ad una lattina da 33 cl)
eh, però moltiplicalo per 60 milioni...
correndo il rischio di sbagliare le conversioni e farci la classica figura del somaro a due zampe, sono 20.000mc; un cubo da 27 metri di lato.
correndo il rischio di sbagliare le conversioni e farci la classica figura del somaro a due zampe, sono 20.000mc; un cubo da 27 metri di lato.
si per circa 80 anni ..... direi che è poco se confrontato con la mole di co/2 prodotta nello stesso periodo....... altro che cubo da 27 metri!
Quello è immenso ma ben distribuito uniformemente ad avvelenare l'intero pianeta...... è molto più facile controllare un cubo di 27 metri che miliardi di miliardi di tonnellate di co/2 buttate in atmosfera....
Una legge abrogata tramite referendum NON può essere rifatta. Puoi al limite trovare un escamotage per crearne un'altra che sia diversa ma che abbia sostanzialmente effetti analoghi a quella abrogata, sempre che la Corte Costituzionale te lo conceda. Ma di norma non puoi invertire l'esito di un referendum.
Il che è lapalissiano: a che serve abrogare una legge per Referendum se già il giorno dopo puoi rifarla?
https://www.altalex.com/guide/referendum-abrogativo
Estratto, in particolare la parte in neretto:
[QUOTE]a aggiunto che la Corte costituzionale ha ritenuto che sulla disciplina legislativa che residua dall’esito abrogativo del referendum le Camere mantengano intatta la loro funzione legislativa, potendo “correggere, modificare o integrare la disciplina” risultante dall’esito abrogativo (cfr. Corte cost. 32/1993). Rimane senz’altro preclusa la possibilità di prolungare gli effetti della legge abrogata in via referendaria, dovendosi così interpretare il limite, più volte ricordato dalla Corte stessa, in base al quale il legislatore non può far rivivere “né formalmente, né sostanzialmente” quanto abrogato con il referendum (cfr. Corte cost. 468/1990).
Beninteso, non sto dicendo se sono PRO o CONTRO il nucleare, sinceramente neanche ci metto parola in questa discussione visto che sto leggendo di tutto e di più.
Ma per lo meno evitiamo di fare delle sparate atte solo a portare acqua al nostro mulino senza avere ragione o logica, quando basterebbe informarsi e capire come funzionano alcuni degli strumenti base del funzionamento della nostra Repubblica. E se le cose non si sanno... tacete, o al limite fate capire che state supponendo.
Per la precisione (qui cito wikipedia, ma si tratta di dati facilmente reperibili altrove) in natura esiste un solo isotopo stabile dell'arsenico, mentre ne esistono 33 artificiali radioattivi, di cui il più stabile ha un tempo di dimezzamento di circa 80 giorni. Non mi risulta si utilizzi Arsenico radioattivo da nessuna parte.
Questo ovviamente non ha nulla a che fare con la tossicità intrinseca dell'Arsenico, che però non centra nulla col decadimento radioattivo. Potrei avere 10 tonnellate di Arsenico accanto a me e non mi farebbe nulla, mentre probabilmente mi bastano pochi grammi di residui radioattivi di una centrale nucleare per passare all'altro mondo tra atroci sofferenze in breve tempo.
Non usiamo termini a caso. Il decadimento radioattivo è una proprietà intrinseca dei nuclei atomici che per loro natura sono instabili, per cui in un certo tempo alcuni di essi sul loro totale (si parla appunto di tempo di dimezzamento per la precisione) si trasformano in altri nuclei, emettendo radiazioni di vario tipo. Questo per dirla in maniera spicciola.
Ora: come detto non entro nel merito di questa discussione, mi limito a far notare che i rifiuti radioattivi di una centrale non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli di qualunque altro tipo, compresi quelli radioattivi provenienti da ospedali o centri di ricerca (per intensità delle radiazioni, quantità oggettive di materiali che decadono, tempi necessari perchè non siano più pericolosi e via dicendo). Discorso tra l'altro già fatto non molto tempo fa con tanto di dati alla mano, normative in vigore e leggi varie. Non ci torno sopra.
I rifiuti di una centrale nucleare di fatto al momento non hanno metodi di smaltimento, nel senso che te li devi tenere da qualche parte in attesa che diventino inerti o comunque non pericolosi... cosa che richiede decine di anni, se non 100 e passa. Mi sembra ci siano studi su metodi per "smaltirli" in altra maniera, ma mi pare nulla di concreto al momento.
E servono zone adeguate, dove per "adeguate" si intendono capaci di resistere agli effetti delle radiazioni e al tempo stesso impedire che fuoriescano.
Stoccaggi come? batterie? accumulatori ad acqua calda? pompaggi idroelettrici?
Non esiste al momento un modo di accumulare energia elettrica in quantità che non siano per l'utilizzo domestico o poco più, e quelle che ci sono hanno un rapporto costi/benefici terrificante.
Serve il passo successivo nella tecnologia delle batterie per avere qualcosa di remotamente utilizzabile.
Anche gli stoccaggi sono in via di evoluzione, probabilmente perché fino ad oggi bastavano delle cisterne di gasolio.
Si sta lavorando molto per rendere più efficiente e facilmente stoccabile l'idrogeno, ma anche vie alternative come lo stoccaggio a co2 che hanno realizzato in Sardegna.
Ovviamente le soluzioni oggi non ci sono, così come non c'è sufficienza di fonti rinnovabili, è tutto un work in progress.
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