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L'Europa dorme e la Cina ne approfitta: Svolt vuole costruire cinque fabbriche di batterie

di pubblicata il , alle 10:54 nel canale Batterie L'Europa dorme e la Cina ne approfitta: Svolt vuole costruire cinque fabbriche di batterie

La cinese Svolt dopo il successo in patria è pronta ad aprire almeno cinque stabilimenti in Europa, fornendo batterie anche a costruttori locali

 

I costruttori e fornitori europei si stanno convertendo all'industria dell'elettrico, ma a quanto pare non abbastanza velocemente. Le stime di vendite per gli anni futuri sono nell'ordine di milioni di auto elettriche, e per questo servono quantità adeguate di batterie.

Svolt, azienda nata dalla cinese Great Wall, dopo essersi affermata come protagonista del settore in Asia, punta all'Europa, sfruttando appunto la riluttanza dei gruppi occidentali nell'investire in nuove fabbriche.

Secondo le informazioni raccolte da Bloomberg, Svolt vorrebbe realizzare almeno cinque fabbriche in Europa, per una capacità produttiva di circa 50 GWh annui, sufficienti per circa un milione di auto elettriche. Potrebbe sembrare poco, rispetto alla capacità annunciata per altre fabbriche, ma Svolt, per parola del capo della divisione europea Kai-Uwe Wollenhaupt, si è detta non fan delle fabbriche troppo grosse.

Svolt Europe

Questo perché in uno dei siti già annunciati in Germania, nel Saarland, ha dovuto posticipare l'inizio delle operazione a causa delle proteste locali. La convinzione è che mantenendo un profilo più basso si possano aprire più stabilimenti, ma più piccoli, senza destare preoccupazione nelle comunità locali. Inoltre, in questo modo, sarebbe più facile trovare la necessaria manodopera quaificata.

Un altro sito sarebbe nel Brandeburgo, convertendo una fabbrica già esistente. Qui i lavori sono già iniziati, con il traguardo di una produzione da 12 GWh all'anno, e si dice che molta di questa capacità debba servire come fornitura per il Gruppo Stellantis, dal 2025. Per le altre fabbriche non ci sono ancora notizie precise, mentre Svolt analizza possibili siti sia in Europa dell'est che dell'ovest, ma anche al nord.

40 Commenti
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Ginopilot17 Aprile 2023, 11:01 #1
L'europa sbaglia tutto.
Vul17 Aprile 2023, 11:26 #2
Ma che razza di titoli. Non dorme nessuno.

La cina produce l'80% delle batterie mondiali. Com'e` ovvio che sia visto che produce la maggior parte di cobalto, litio e grafite e dunque ha fortemente investito in tali settori anni fa.

Come facciamo a competere in Europa o Nord America se ci mancano le materie prime? Aggiungiamo che mentre noi pensavamo alle farfalle e a dire di no alla transizione elettrica loro hanno investito fortemente anche da un punto di vista logistico, industriale e tecnologico.

Tra l'altro questo tipo di fabbriche e' stra inquinante e questo si riflette su come vengono tirate su le fabbriche, ulteriore motivo per cui non potremmo essere competitivi (da un punto di vista economico).
sfoneloki17 Aprile 2023, 11:27 #3
Ma non è che l'Europa dorme è che la Cina ha in mano il controllo di tutto, dalle terre rare alle tecnologie applicate ad esse.
In più mettiamo la totale assenza di sensibilità sulle tematiche di impatto ambientale e sociale.

Oramai è inevitabile, dal 2035 se non prima, la CINA avrà il controllo assoluto dell'energia del futuro.
Ginopilot17 Aprile 2023, 11:36 #4
Originariamente inviato da: Vul
Ma che razza di titoli. Non dorme nessuno.

La cina produce l'80% delle batterie mondiali. Com'e` ovvio che sia visto che produce la maggior parte di cobalto, litio e grafite e dunque ha fortemente investito in tali settori anni fa.

Come facciamo a competere in Europa o Nord America se ci mancano le materie prime? Aggiungiamo che mentre noi pensavamo alle farfalle e a dire di no alla transizione elettrica loro hanno investito fortemente anche da un punto di vista logistico, industriale e tecnologico.

Tra l'altro questo tipo di fabbriche e' stra inquinante e questo si riflette su come vengono tirate su le fabbriche, ulteriore motivo per cui non potremmo essere competitivi (da un punto di vista economico).


E quando avremmo detto no alla transizione elettrica?
Il problema è proprio il contrario, ci siamo imposti tappe troppo serrate. Non è pronta la nostra industria, non è pronta, se mai lo sara', la tecnologia.
r134817 Aprile 2023, 11:36 #5
Eh mai noi puntiamo tutto sugli e-fuel!
Ginopilot17 Aprile 2023, 11:38 #6
Originariamente inviato da: r1348
Eh mai noi puntiamo tutto sugli e-fuel!


No, ma manco per idea, non li stiamo neanche considerando. Stiamo puntando invece tutto sull'elettrico, con le ovvie conseguenze.
Vul17 Aprile 2023, 11:44 #7
Originariamente inviato da: Ginopilot
non è pronta, se mai lo sara', la tecnologia.


In che senso non e' pronta la tecnologia?

Ci sono decine di milioni di autovetture elettriche li fuori e la tecnologia continua a maturare ogni anno.
Ginopilot17 Aprile 2023, 11:48 #8
Originariamente inviato da: Vul
In che senso non e' pronta la tecnologia?

Ci sono decine di milioni di autovetture elettriche li fuori e la tecnologia continua a maturare ogni anno.


Autonomia, tempi di ricarica, modalità di rifornimento. Principalmente.
Unrue17 Aprile 2023, 11:54 #9
Domanda: ma l'UE non può semplicemente vietare di far entrare queste aziende cinesi sul territorio? In un qualche modo bisogna dare priorità ai prodotti/aziende europee.
Vul17 Aprile 2023, 11:57 #10
Originariamente inviato da: Ginopilot
Autonomia, tempi di ricarica, modalità di rifornimento. Principalmente.


L'italiano medio fa in media 30 km al giorno in macchina.

Nessuna delle cose che elenchi (gia' molto avanzata comunque) e' impattata dall'uso medio delle automobili.

Nico Rosberg (ex pilota F1 Mercedes), con la EQS ha fatto Montecarlo-Parigi (piu di 700 km) dovendosi fermare due volte per 15 minuti di fast charge ed arrivando a Parigi con ancora il 30% di batteria.

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