L'esplosione di una batteria LFP ha rialzato i livelli di guardia verso l'accumulo domestico
di Giulia Favetti pubblicata il 31 Ottobre 2023, alle 15:20 nel canale BatterieA tre settimane dall'esplosione di una batteria al litio ferro fosfato da 30 kWh in Germania, le indagini riguardanti la causa dell'incidente sono a un punto morto; l'alto pericolo che l'edificio in cui era stato installato l'accumulo possa crollare rende infatti impossibile, da parte della polizia e dell'assicurazione, stabilire con certezza cosa abbia innescato la reazione a catena
111 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infofino a palazzine di 3 unità invece si dovrebbe riuscire ad avere un po' di spazio per ciascun appartamento, per impianti piccoli però.
E' per questo sono state inventate le comunità energetiche.
Tanto per essere chiari, tutta 'sta roba non è né economica né semplice, c'è tanta burocrazia ovunque, quindi bisogna essere ben determinati per arrivarci in fondo.
Però le soluzioni esistono.
By(t)e
Tanto per essere chiari, tutta 'sta roba non è né economica né semplice, c'è tanta burocrazia ovunque, quindi bisogna essere ben determinati per arrivarci in fondo.
Però le soluzioni esistono.
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le conosco, ma io mi riferivo al pre-esistente.
in particolare le pletore di palazzi tirati su tra anni 50-60-70... costruzioni che per certi versi andrebbero brasate e ricostruite da zero (muri di cartongesso ridicolo tra gli appartamenti) con edifici già efficienti... invece chi compra casa oggi con mutuo a 30 anni, finisce di pagarlo e ha in mano una casa costruita 100 anni prima
in particolare le pletore di palazzi tirati su tra anni 50-60-70... costruzioni che per certi versi andrebbero brasate e ricostruite da zero (muri di cartongesso ridicolo tra gli appartamenti) con edifici già efficienti... invece chi compra casa oggi con mutuo a 30 anni, finisce di pagarlo e ha in mano una casa costruita 100 anni prima
Guarda non è per certi versi... tutta l'urbanizzazione degli anni 50/60/70 o quasi andrebbe rasa al suolo.
Non solo perché è una urbanizzazione malata, senza spazi adeguati, esteticamente oscena, strutturalmente debole ecc... ecc...
Ma anche perché da un punto di vista energetico sono palazzi che dire che fanno pena è dire poco.
In generale le nostre città fatti salvi i palazzi con valore storico andrebbero in gran parte ripensate con criteri moderni, diminuendo la densità abitativa, riqualificando e rendendole più vivibili ivi compreso a mio parere posto auto obbligatorio inalienabile dall'appartamento abbinato.
in particolare le pletore di palazzi tirati su tra anni 50-60-70... costruzioni che per certi versi andrebbero brasate e ricostruite da zero (muri di cartongesso ridicolo tra gli appartamenti) con edifici già efficienti... invece chi compra casa oggi con mutuo a 30 anni, finisce di pagarlo e ha in mano una casa costruita 100 anni prima
La comunità energetica è slegata dal tipo di immobile. Anzi, è pensata proprio per quelle unità che non hanno possibilità di montare sufficiente capacità fotovoltaica, mentre ci sono superficie ottime in edifici che hanno scarsa necessità.
Che poi molte case siano inadeguate è fuor di dubbio, ma stiamo esulando dal contesto. Quelle case per la maggior parte sono di gente che non arriva a fine mese, figuratevi se ha possibilità di demolirle e ricostruirle. Pensiamo invece a quello che è possibile fare, piuttosto che a quello che sarebbe ottimale.
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Non solo perché è una urbanizzazione malata, senza spazi adeguati, esteticamente oscena, strutturalmente debole ecc... ecc...
Ma anche perché da un punto di vista energetico sono palazzi che dire che fanno pena è dire poco.
In generale le nostre città fatti salvi i palazzi con valore storico andrebbero in gran parte ripensate con criteri moderni, diminuendo la densità abitativa, riqualificando e rendendole più vivibili ivi compreso a mio parere posto auto obbligatorio inalienabile dall'appartamento abbinato.
manca lo spazio, in molte zone.
dovresti rilocare buona parte della popolazione altrove, altrimenti di sicuro il parcheggio inalienabile non lo trovi, e soprattutto non riesci a demolire i parallelepipedi a sviluppo verticale arroccati in collina che danno casa a tante persone in poco spazio.
il problema è aver creato case, e quindi densità abitativa, dove lo spazio non c'era o comunque se c'era non era idoneo, ricavandolo a forza, fino all'ultimo centimetro.
in questi casi non c'è soluzione, perchè è proprio la città che andrebbe quasi rilocata altrove.
Che poi molte case siano inadeguate è fuor di dubbio, ma stiamo esulando dal contesto. Quelle case per la maggior parte sono di gente che non arriva a fine mese, figuratevi se ha possibilità di demolirle e ricostruirle. Pensiamo invece a quello che è possibile fare, piuttosto che a quello che sarebbe ottimale.
By(t)e
ok lo slego dal tipo di immobile, ma la comunità prevede di esser localizzata in uno spazio più o meno definito laddove ci siano abitazioni (a prescindere dal tipo) e lo spazio necessario per dotarle di pannelli, giusto?
ti riferisci ai condomini o ad altro, quando parli di chi non arriva a fine mese?
in teoria quelli in così grande difficoltà economica dovrebbero essere gli assegnatari delle case popolari, non gli appartamenti in condo di chi li ha comprati, e più che non avere la possibilità di demolire, non può proprio farlo in quanto ha 1 appartamento su N. al massimo può andarsene altrove.
resta infatti assurdo il pensiero che a migliorare la situazione dei consumi nazionali possano essere le persone "medie" con l'appartamento (lasciamo fuori chi non arriva a fine mese).
ma se le comunità energetiche devono servire ai benestanti con le case indipendenti o semi indipendenti delle zone "bene", con meno densità abitativa, va bene... però anche così il risultato potrà essere un piccolo miglioramento sul totale.
posso riportare comunque il mio esempio su Genova, dove lo spazio manca del tutto anche nelle zone "benisismo" della città, e abbonda solo in ultraperiferia dove iniziano le case indipendenti e, soprattutto lo spazio "vuoto" tra una costruzione e l'altra, cosa che da un certo punto in poi fino alla città è inesistente (tutto arrocato addosso al resto, a rischio idrogeologico altissimo).
Esempio pratico: stavamo valutando la possibilità di installare un impianto piuttosto grande sopra una chiesa in modo da fornire energia a un paio di condomini poco lontani (chiaramente non tutti i condomini sono interessati, ma è già un inizio).
By(t)e
La cosa assurda è pensare che un singolo provvedimento sia risolutivo.
Le auto elettriche non risolvono il problema.
Il nucleare non risolve il problema.
Cappottare gli edifici non risolve il problema.
Abbattere i condomini e ricostruirli non risolve il problema.
Le luci a LED, la differenziata, il fotovoltaico, l'eolico, la riduzione del consumo di carne, ecc... non risolvono il problema.
Ma ognuna di queste, e tante altre cose, concorrono a mitigarlo. Ognuno deve pensare a cosa può fare per dare il proprio contributo. Io non costruisco condomini, non installo pale eoliche e tantomeno ho competenze sul nucleare. Però quando ho dovuto cambiare auto ho speso il doppio per prendere un'elettrica (perché non viaggio molto in autostrada, posso caricare a casa, ecc...), quando ho potuto ho installato i pannelli (perché ho una casa indipendente e avevo spazio). Non ho fatto il capotto perché dove sto io non ha senso (oggi ci sono 20°...).
Se uno abita in condominio, può pensare di installare delle PdC con splitter, per esempio. Se un altro abita in città, può muoversi in bici/coi mezzi invece che in auto, uno che ha un capannone può proporsi per una comunità energetica, e così via.
IMHO ognuno deve pensare a cosa può fare in proprio, non cosa può fare qualcun'altro. E questo prevede anche di fare grossi sacrifici (fosse anche pagare più tasse per incentivare l'efficentamento).
By(t)e
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