Grafite da trucioli di legno e segatura, presto potrebbe essere nelle batterie per auto elettriche

Arriva dalla Nuova Zelanda una nuova startup che potrebbe portare un'importante innovazione nel campo delle batterie. CarbonScape sta sviluppando un nuovo metodo produttivo per ottenere grafite partendo da trucioli di legno e segatura, in buona sostanza da scarti del settore della silvicoltura.

La cosa non è passata inosservata, e importanti aziende hanno deciso di finanziare CarbonScape. Si parla del gigante dei materiali riciclabili Stora Enso, o anche di Amperex Technology, che produce batterie a Hong Kong. Sul piatto ci sono 18 milioni di dollari, per perfezionare e scalare il metodo produttivo.

CarbonScape definisce il suo prodotto come biografite, ed ha diversi vantaggi. Il più importante è sicuramente l'impronta di carbonio negativa che consente di risparmiare fino a 30 tonnellate di emissioni di CO2 per tonnellata di materiale rispetto alla grafite sintetica o estratta. Questo perché, ovviamente, si tratta di carbonio che le piante avevano assorbito nel processo di crescita.

Di conseguenza anche l'impronta di carbonio della batteria finita, in cui la grafite pesa per circa il 30%, avrà emissioni notevolmente ridotte. CarbonScape valuta la riduzione delle emissioni del settore delle batterie per veicoli elettrici per oltre 86 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030.

La purezza della biografite di CarbonScape è molto elevata, fino al 99,95%, mentre altri lotti industriali possono avere oscillazioni maggiori. Grazie ai suoi elevati livelli di cristallinità, l'anodo in biografite CarbonScape ha una capacità maggiore rispetto alla grafite sintetica, e permette un rapido movimento degli ioni di litio, fornendo una capacità di carica rapida superiore.