Dal Regno Unito ecco la batteria LMFP: può rompere il predominio cinese nelle LFP
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 18 Ottobre 2024, alle 08:56 nel canale BatterieLa ricerca di Integrals Power ha portato a celle LMFP comparabili alle NCM come prestazioni, ma con i costi delle tradizionali LFP
Le celle al litio con chimica LFP, litio-ferro-fosfato, da quasi dimenticate sono diventate di fondamentale importanza per il mercato automotive. La densità energetica inferiore è molto ben bilanciata dal costo più basso di tutti gli elementi principali. Come per tutto il settore delle batterie, le industrie cinesi hanno preso quasi il monopolio.
Ora dal Regno Unito arriva però un'alternativa, grazie a Integrals Power, che ha testasto con successo una variante LMFP. Si tratta delle celle litio-manganese-ferro-fosfato, già studiate in passato, senza però che avessero mai raggiunto un livello globale di efficienza adeguato.
Integrals Power ha invece raggiunto buoni risultati, aumentando il manganese all'80% nel materiale catodico attivo, quando normalmente era contenuto tra il 50 e il 70%. Ciò ha permesso a Integrals Power di raggiungere una capacità specifica più elevata, di 150 mAh/g, e di funzionare a una tensione di 4,1 V, contro i 3,45 V delle LFP tradizionali.
Come si vede nel grafico delle caratteristiche, la cella così composta offre lo stesso grado di sicurezza per cui le LFP sono note, con durata e stabilità simili, ma con densità energetica sensibilmente superiore, a un costo superiore di solo una frazione. Si stima quindi che l'autonomia possa essere circa del 20% superiore, oppure data una autonomia fissa, la batteria potrebbe essere più piccola e leggera.
Le versioni campione a bottone sono anche state testate dal Graphene Engineering Innovation Centre, per le conferme terze parti dei risultati raggiunti. Al momento sono in corso i collaudi delle celle a sacchetto, nel formato tipicamente utilizzato in automotive.
Ovviamente la novità è importante, perché potrebbe interrompere l'egemonia dei cinesi con le LFP, utilizzando una chimica che può pareggiare le prestazioni della chimica NCM ternaria, ma con costi simili alle batterie più economiche.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infonon so, la ricerca è inglese ma poi voglio vedere nel caso dove si farebbe la produzione di massa...
Comunque tutte queste soluzioni le vedo benissimo nei sistemi di accumulo "statici", sia domestici/residenziali sia industriali: alla fine sono contenitori (o container) piazzati da qualche parte e da lì non si muovono...
li sono importanti cicli di vita e zero tossicità in caso di incendio e quindi andresti sulle LFP cinesi visto che durano di più e lo spazio per metterle non è un limite mentre la durata in vita e il costo stabiliscono il tempo di rientro dell'investimento e i soldi che guadagni..
li sono importanti cicli di vita e zero tossicità in caso di incendio e quindi andresti sulle LFP cinesi visto che durano di più e lo spazio per metterle non è un limite mentre la durata in vita e il costo stabiliscono il tempo di rientro dell'investimento e i soldi che guadagni..
Le LFP durano talmente tanto che il degrado va misurato in anni più che in cicli.
Per dire, il mio accumulo, impostato con un DoD al 70%, dura già più di 10.000 cicli. E io ne faccio tipo 300 l'anno. La durata in anni sarebbe quindi 33 anni, ma le celle degradano prima per via del tempo che dei cicli. Quindi più che conta è il rapporto €/Wh piuttosto che €/cicli.
Discorso simile per le auto: a meno di percorrenze eccezionali (80-100.000km/anno), degradano più per gli anni che per i cicli. Come dici tu, però, in questo caso sacrificare un po' di cicli ha senso se puoi aumentare l'autonomia o diminuire dimensioni e peso.
By(t)e
se fai solo 300 cicli/anno non le sfrutti molto d'altro canto a casa è così, io ragiono a livello industria e 1 ciclo al giorno non incentivano l'installazione
con 3 cicli giorno invece gli accumuli funzionano e già li si parla di 10 anni di vita ma te ne garantiscono 7 e 10 mila cicli (quello che arriva prima) e si riesce a farle ripagare in 4-5 anni in questo modo..
motivo per cui ancora non vanno molto
Per dire, il mio accumulo, impostato con un DoD al 70%, dura già più di 10.000 cicli. E io ne faccio tipo 300 l'anno. La durata in anni sarebbe quindi 33 anni, ma le celle degradano prima per via del tempo che dei cicli. Quindi più che conta è il rapporto €/Wh piuttosto che €/cicli.
Discorso simile per le auto: a meno di percorrenze eccezionali (80-100.000km/anno), degradano più per gli anni che per i cicli. Come dici tu, però, in questo caso sacrificare un po' di cicli ha senso se puoi aumentare l'autonomia o diminuire dimensioni e peso.
By(t)e
è ciò che dicevano quando sono state inserite le LFP nelle Model 3 RWD, peccato che dai dati rilevabili sia da teslogger che Teslafi e dagli stessi utenti stanno degradando con lo stesso ritmo delle NMC...Alcune anche di più..
Comunque si tratta di progetti in questo caso, mentre per la "rivoluzione" del settore servono dei passi decisi che non si fa in pochi anni..
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